Stefano - pornorecensione

di
genere
gay

Stefano è una gran vaccona. Quasi non lo si direbbe quando lo si incrocia in ufficio: alto, robusto e castano, sempre un po’ imbronciato. Io l’ho visto così la prima volta, piegato a 90 che caricava la carta nel cassetto della fotocopiatrice. Inarcava la schiena e spingeva troppo in su il culo è ho pensato “mi sa che ne ha visti parecchi di cazzi”, ma la mia valutazione è stata interrotta dall’appuntamento che avevo, quattro cubicoli più in là, con un suo collega.
L’ho ritrovato un’ora e un quarto dopo, nel bagno degli uomini. Mi ha fissato il cazzo per tutta la durata della mia permanenza all’orinatoio, e quando l’ho sgrullato un paio di volte e mi sono voltato a guardarlo negli occhi ci si è praticamente fiondato sopra. Tecnica da troia navigata: se l’è sbattuto in faccia, tirando fuori la lingua e massaggiando le palle con la mano libera. Poi ha ingoiato la cappella e ho visto scomparire i miei genitali nel suo cavo orale. Ha succhiato il cazzo con gran perizia e dedizione per otto minuti, prendendolo in bocca fino alle palle e risputandolo fuori per sbatterselo in faccia. Senza che io facessi grandi sforzi la pompa è finita con un’abbondante sborrata nella sua bocca. Ha ingoiato tutto e mi ha ripulito il cazzo. È stato a quel punto che mi ha detto di chiamarsi Stefano e ci siamo scambiati i numeri di telefono.
Tre giorni dopo sono nel suo appartamento, lui è già nudo. In carne, con pancia e culo rotondi, pieni. Leggera peluria scura sui chiapponi al vento. Ha uno di quei grossi culi da prendere a schiaffi per ore, che fanno un bel suono secco quando li colpisci.
Vuole il cazzo subito, e io mi tolgo le scarpe e sbottono i pantaloni. Piccolo fetish di questa vaccona? Le palle. Gli piace l’odore del maschio e dice “il cazzo lo voglio che sappia di cazzo, lascialo com’è". Quindi quando si va da Stefano la sera, niente doccia dopo il lavoro. Affonda la faccia nelle palle e nel dottopalla sudato e resta lì a riempirsi il naso e lavorare con la lingua. Se è particolarmente in calore ti chiede le mutande o le calze da mettere in bocca mentre le rompi il culo alla troia.
Il culo. Appena si mette a pecora, con le mani che tengono divaricate quelle grosse chiappe, vedi il buco e capisci: bello, stretto, umido e caldo. Stefano ha una gran figa e bisogna sfondarla per farlo felice. Niente lubrificante, solo saliva. Gli sputi una volta sul buco e poi via, dentro diretto tutto il cazzo. Se gli fai male mentre lo fa gli piacerà. È stretto e bisogna spingere, ma quando sei dentro è una meraviglia. Io alterno solitamente spinte col cazzo a sonori sculaccioni. Stefano ama farsi chiamare troia o puttana mentre viene scopato e urla di piacere. Adoro, dopo che gli ho fottuto il culo per un po’, tirarlo fuori e guardare il buco che resta aperto. Poi, un attimo prima che si richiuda, glielo sbatto dentro di nuovo. Lo fa impazzire. Un’altra cosa che suggerisco è lasciarsi fare una spagnola con quei chiapponi rotondi. Sentire il cazzo che sfrega contro il buco affamato eccita la troia in maniera incredibile.
La sborra le piace nel culo, probabilmente ne beve già abbastanza nel cesso del suo ufficio. All’occorrenza però, tutta in faccia e non si sbaglia mai.

Conclusione: raccomando Stefano per gli attivi, anche dominanti, a cui piace il genere più “morbido”, ma anche a tutti gli altri perché un buco è un buco e la troia ci sa fare. Se vi capita di passare in ufficio provate gli orinatoi, se c’è una pompa ve la fa.

Altezza: 1,82 m
Peso 97 kg
Occhi e capelli: castani (barba)
Ruolo: passivo
Fetish: calze e mutande usate, sudore
Voto: 4/5
di
scritto il
2021-11-07
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