Dolci ricordi

di
genere
etero

La conoscevo da anni: scuola, frequentazioni comuni, ambito lavorativo non proprio agli opposti.
Mi piaceva da sempre e, lo ammetto, mi capitava spesso di pensarla nei miei momenti di intimità.
Sognavo di poterle dire ciò che pensavo di lei.

Tutto d'un tratto cominciammo a vederci con occhi diversi e segretamente a sentirci.
Ricordo il primo bacio: in auto, fermi al semaforo.
La sua lingua finalmente contro la mia; scattò troppo presto il verde e mi rifermai poco più avanti in un posteggio.
Baci, altri baci ed una promessa a darci, finalmente, qualcosa di più di lì a presto.

E quella sera...dopo aver ricevuto uno dei suoi più desiderati SMS che recitava "vieni su stasera?"...riuscii a farla mia.
Abitava in una casa isolata, fatta apposta per amare clandestinamente.

Corsi da lei con una voglia matta.
Ci mettemmo sul suo divano, la baciai e, molto incurante della tempistica, cominciai subito a toccarla con le mia dita.
Era bagnatissima e fu una sensazione bellissima.

Non resistetti tanto...le chiesi di andare in camera; li cominciò a spogliarsi ed era bella come la immaginavo: corpo sodo e snello, seno rotondo e sedere da agguantare.
La distesi e cominciai a leccarle i piedi: erano caldi come speravo.
Lei avvicinò le dita al boschetto peloso cominciando a masturbarsi ed a mostrarne l'interno già pieno di odori.
Dai piedi passai alla figa e poco dopo si rialzò, ci avvicinammo allo specchio e cominciò a prenderlo in bocca; chiusi gli occhi...sentivo la lingua andare su e giù, sentivo la sua saliva scendere.
Avevo una voglia matta di lei.
Salì su di me, io le massaggiavo i piedi continuando a pensare alla scena di prima e lei continuava a pompare; una figa caldissima e che ricordo perfettamente calzante.
Sarei venuto in un attimo...la pregavo di non forzare troppo, non avrei resistito a lungo senza venirle dentro.

Ed a malincuore le dissi di smettere, per non rischiare qualcosa di irreparabile.
Si mise accanto a me cominciando a baciarmi e a segarmi.
Fu un attimo, o poco più; venni riempiendole la mano e non ci pensò un attimo a raccogliere il mio seme con la lingua.
Io, imperterrito, nel frattempo utilizzavo le mie dita per sditalinarla da dietro.
La sentii venire e fu bellissimo.

Quella notte non rientrai a casa e la mattina dopo mi svegliò con un caffè a letto, sussurrandomi "Ti devo un favore".
Scivolò ai piedi del letto e cominciò a leccarmi i piedi, infilandosene uno poi nella figa ed ancora leccandoli.
Sborrai in un niente; lei avvicinò il suo piede destro al mio colante membro, portandolo poi alla bocca per pulirselo.

Ci vedemmo altre volte, fortunatamente, ma rimarrà sempre un dolcissimo ricordo.
scritto il
2021-11-08
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