Ti ricordo così...

di
genere
prime esperienze

Vi racconto una storia vera...
Sono un appartenente ad una forza di polizia dello Stato, anni fa percorrevo l'autostrada per raggiungere Verbania che era la mia sede di servizio.
Avevo da pochi chilometri superato il cartellone che indicava il confine tra Campania e Lazio.
Ascoltavo la musica dall'autoradio ed ero assorto nei miei pensieri.
A un tratto sento il rumore di un clacson provenire dall' autovettura che mi stava superando, mi girai e vidi che all'interno dell'auto c'erano due donne che mi salutavano con le mani.
La loro vettura era targata Salerno, come la mia, erano ancora in vigore le vecchie targhe e capì perché avessero suonato e salutato, ricambiai il saluto azionando il mio  segnalatore acustico.
Per un bel tratto di strada la vettura che mi aveva superato mi precedeva a poca distanza.
Strada facendo ci trovammo in prossimità di un' area di servizio, lampeggiai  con i fari abbaglianti attirando l'attenzione della guidatrice, azionai la freccia destra  la mano le invitai a fermarsi nell'area di servizio, indicando anche con la mano il gesto di bere un caffè.
La risposta fu immediata, la donna che guidava azionò le 4 freccie per qualche istante in cenno di adesione.
Giunti nell'area di servizio mi fermai al lato della loro auto, alla guida c'era una ragazza di circa 30 anni, era più grande di me e al lato passeggero una donna molto più grande.
Scesi dalle nostre auto ci presentammo, la donna al volante era Antonella e la signora che stava con lei la mamma.
Erano della provincia di Salerno come me e abitavano in un paese limitrofo al mio.
Appresi dalle due che Antonella aveva avuto una nomina di lavoro per un periodo di 3 mesi presso il tribunale di Como e che la mamma la stava accompagnando a Mandello del Lario, dove aveva preso una casa in affitto.
Antonella era alta più o meno 1,70 a occhio e crove aveva una terza abbondante, capelli neri e faccia da troia.
Prendemmo il caffè e siccome percorrevamo la stessa strada decidemmo di seguirci a vicenda.
Riprendemmo a guidare, giunti nei pressi di Roma, (il periodo era antecedente al collegamento del tratto Roma - Firenze) c'era un'area di servizio, Antonella azionò la freccia destra e con la mano gesticolava indicando di bere.
Sinceramente pensai ancora un'alta sosta ? Per non essere scortese mi fermai.
Parcheggiammo nuovamente le auto vicino e ci incamminammo verso il bar, la mamma restò in auto dicendo che aveva preso il caffè prima e non voleva altro.
Per accedere al bar c'erano le scale e l'ascensore, Antonella decise di prendere l'ascensore, la seguì, anche se mi sembrava strano prendere l'ascensore in quanto le scale erano brevi e pensai che  l'ascensore fosse stata messa per persone che avesseo handicap.
Entrammo  in ascensore e mai avrei immaginato che succedesse quanto mi accingo a scrivere.
Finora non avevo pensato nulla, per me era una persona conosciuta in quella circostanza e non avevo fatto nessun pensiero peccaminoso.
Salimmo nell'ascensore,le porte si chiusero e prima che lascensore Antonella si girò e mi abbracciò e contemporaneamente  sentii la sua lingua che si faceva strada tra le mie labbra fin nella mia bocca, ero incredulo e sbalordito e eccitato il cazzo mi venne duro in un attimo.
Prendemmo un altro caffè e per scendere usammo di nuovo l'ascensore, il ghiaccio era stato rotto e ci baciammo nuovamente.
Avevo il cazzo duro , stava in erezione da quando ero salito e continuava a essere duro, me lo toccò dai pantaloni mentre ci baciavamo, purtroppo il tragitto era breve e non c'era possibilità di bloccare la corsa dell'ascensore.
Riprendemmo il viaggio fino alle porte di Milano, ove ci fermammo nuovamente per salutarci perché lei avrebbe proseguito in direzione Como e io avrei inforcato la deviazione per Milano Laghi.
Le lasciai il numero della caserma (all'epoca i cellulari non esistevano)  il mio nome e cognome.
Disse che mi avrebbe telefonato e che ci saremmo rivisti quando la mamma sarebbe andata via in quanto già sapeva che dopo qualche giorno sarebbe dovuta tornare nel paesino del salernitano.
Giunto in caserma un collega mi disse che mi aveva cercato una ragazza e aveva detto di chiamarsi Antonella e che avrebbe richiamato.
Dopo qualche ora mi richiamò e restammo a parlare per un bel po'.
Nei giorni seguenti continuò a chiamarmi, chiamava lei da cabine telefoniche non aveva il telefono a casa.
La mamma dopo qualche giorno andò via.
Concordammo che sarei andata da lei il primo giorno in cui sarei stato libero, in modo di poter stare più tempo possibile con lei.
Dai turni settimanali ricordo che  il giorno in cui ero libero era di mercoledi, sarei smontato dalla notte il martedì e partendo  sarei potuto stare da lei fino al giovedì.
Concordato l'appuntamento il martedi sono partito in direzione Mandello del Lario, un bel paesino affacciato sulle rive del lago di Como
Non esistevano navigatori e tutte le tecnologie di oggi,  con l'indirizzo che mi aveva dato arrivai sotto casa,  aveva fittato un appartamento all'interno di un condominio di 3 piani.
Citofono, mi risponde e salgo al 2^ piano, mi aspetta sulla porta in accappatoio.
L'abbraccio e la bacio, mi tira dentro e chiude la porta.
Il cazzo mi esplodeva era durissimo.
Le tolgo l'accappatoio sotto non indossava nulla, mi trascina in camera da letto, mentre continuava a baciarmi, mi tira sul letto su di lei.
Non si staccava, iniziai a spogliarmi steso sul letto, mentre tolgo maglia e camicia lei mi sbottona i pantaloni e mi tira fuori il cazzo dalle mutande.
Me lo prende in bocca e ingoia tutto il mio cazzo, sento il rumore del risucchio e il mio cazzo che scivola sotto la sua lingua.
Riesco a spogliarmi e ci mettiamo a 69, cambiata posizione  la penetro  nella posizione del missionario e poi a smorza candela.
Aveva una fica pelosa, ma per il resto del corpo non aveva peli, la purchiacca era bella larga, aveva molta esperienza.
Il mio cazzo era gonfissimo e duro e la scopavo magnificamente.
Dalla posizione smorzacandela esce, si sposta e si mette a pecorina, le vado dietro, le metto il cazzo in fica.
Mi muovo dentro di lei tenendole le tette, poi esco sputo sul mio cazzo e sul suo culo, le lecco il culo,il buchetto ci infilo la linga dentro, riprendo la mia posizione dietro di lei e poggio la cappella vicino al culo e spingo, la sento gemere e mi dice fai piano, lentamente entro nel suo culo e  mi muovo prima lentamente poi il ritmo aumenta e più aumentava il ritmo più urlava di piacere...
Quel giovedì sono andato via per poi ritornare a farle "visita" nei giorni di riposo settimanali successivi che avevo per tre mesi che restò  a Mandello del Lario.
Finito  periodo del suo lavoro ritornò al suo paese natale, entrambi non volevamo legami fissi e cosi finì la nostra avventura.
Ci siamo rivisti a distanza di anni ,ci siamo guardati e non abbiamo proferito parola.
Ti ricordo così...
scritto il
2021-11-12
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