Il professore e le ripetizioni
di
Tom Nelli
genere
gay
Il professore e le ripetizioni
Frequento il secondo anno dell'università e sto andando anche bene; buoni voti, buoni amici, sesso molto poco e seghe molte. Un giorno il mio professore di italiano mi ferma e mi dice: “Sabato pomeriggio alle 15 potresti venire a casa mia? Sto dando delle ripetizioni ad alcuni studenti e siccome sei bravo potresti darmi una mano,” Sinceramente passare un sabato pomeriggio da un professore non è che mi andasse molto, ma non potevo dirgli di no, un voto in più poteva farmi comodo. Così accettai. “Ok ti aspetto alle 15. E mi raccomando: calze pulite.” Sinceramente non avevo proprio capito questa riposta, ma dentro di me si mosse qualcosa. Effettivamente era da un po’ di tempo che mi soffermavo a guardare i piedi dei miei compagni, quando si toglievano le scarpe o se le cambiavano. La cosa mi eccitava abbastanza. Anche quando vedevo delle serie tv se vedevo dei ragazzini scalzi mi soffermavo sui piedi e sulle loro calze. Così arrivò sabato pomeriggio. Il professore abitava vicino a me e così andai in bici. Stava all’ultimo piano di un condominio di un viale alberato della città. Quando aprì la porta di casa vidi in fila quattro paia di scarpe. Il professore era scalzo e mi disse: “Forse ti sei chiesto perché calze pulite: ecco la risposta: per entrare in casa ci si toglie le scarpe.” A questa affermazione sentii un qualcosa muovermi dentro e anche nei pantaloni. “Ho il pavimento riscaldato per cui non hai da preoccuparti”. Mi toli la giacca, mi sfilai le scarpe e le misi accanto alle altre. Mi ero messo dell calze eleganti, blu con righe rosse. Il pavimento era caldo, una bella sensazione devo dire. La casa era molto bella, ben illuminata con tappeti mordidi un po’ ovunque, camminarci sopra era una bella sensazione. Il salotto era composto da un tavolo appoggiato sopra un tappeto molto largo e un paio di divani che mi davano l’idea della comodità. Seduti al tavolo c’erano quattro ragazzi del primo anno; qualcuno lo avevo visto all'univerità e tutti e quattro avevano dei bei calzini di vario genere: uno aveva calze bianche leggere, uno rosse a rombi, uno blu tinta unita e l’altro nero con la punta e il tallone grigi. Anche qui devo dire che vedere tutte quelle calze mi faceva un effetto davvero eccitante. Anche il professore aveva un paio di calze nere tinta unita. Così mi sedetti al tavolo e ci presentammo. Tirai fuori il testo di italiano, lo misi sul tavolo e iniziammo le ripetizioni. Il professore parlava di alcuni argomenti che avevo già affrontato, e guardavo gli altri studenti, quando ad un certo punto sotto il tavolo sento che il ragazzo che avevo davanti a me mi sta toccando il piede con il suo. Faccio per spostarlo, ma poi sento che il piede continua a cercarmi, allora lo lascio fermo e sento che il suo inizia a massaggiarlo. Io mi sento il cuore battere un po’ più forte, e nonostante la timidezza iniziamo a strofinarci i piedi sotto il tavolo. Faccio per spostare il piede sulla mia destra quando mi accorgo che il ragazzo alla mia sinistra sta cercando il mio piede con il suo. Così inizio a sfregare con un piede il ragazzo davanti e con un piede quello alla mia destra. Ad un certo punto sento sotto il tavolo che tutti stanno cercando i piedi degli altri e iniziamo a muoverci un po’. Vedo anche dei sorrisetti maliziosi. La cosa che mi colpisce ancora di più è che anche il professore inizia a strusciare i piedi degli altri. Dopo un quarto d’ora di vari sockplay sotto il tavolo il mio pisello inizia a indurirsi. La situazione mi piace davvero molto. A questo punto il professore si ferma e ci dice: “Bene ragazzi, penso che abbiate capito il motivo per cui vi ho invitato qui oggi. Tutti voi avete la passione che ho io, e cioè quella dei piedi e delle calze. Vi ho osservato bene in questi mesi e vi ho scelto uno ad uno perché so che è una passione particolare che pochi apprezzano. Vi chiederei di spegnere i cellulari, perché da adesso in poi tutto quello che avverrà resterà tra queste mura. Siete d’accordo?” Annuiamo tutti. Ci guardiamo per un attimo e all’improvviso sento un piede avvicinarsi sul mio pacco. Era quello davanti a me che mi guardava malizioso. A questo punto faccio la stessa cosa con lui, che aveva il pacco bello gonfio. Iniziamo a strusciare i piedi sui pacchi e vedo che anche gli altri fanno la stessa cosa, con gemiti di soddisfazione. Il professore guarda quello che sta accadendo: ormai siamo decisamente disinibiti, qualcuno ha messo anche le gambe sopra il tavolo e altri annusano i piedi. E’ormai chiaro che la situazione stava degenerando… Per fare più spazio il professore ci chiede di spostare il tavolo e le sedie e di accomodarci sui divani. Così noi cinque iniziamo ad annusare piedi e a strofinarli su tutto il corpo, sul mio viso vedo tre piedi diversi e io li bacio e li annuso mentre un piede mi tocca il pacco e io con i miei piedi li strofino su un altro. Abbiamo tutti i piselli belli duri e non ce la facciamo più a tenerli nei pantaloni. Così il professore ci dice: “Beh ragazzi mi sembra ora che ci togliamo i pantaloni”…Dopo qualche secondo di esitazione ce li togliamo e alcuni hanno il pisello fuori dalle mutande da quanto è eccitato. Siamo tutti così eccitati che non sappiamo quanto resisteremo…qualcuno si prende in mano il pisello e si masturba, qualcun altro strofina il piede sul pisello dell’altro. Poi improvvisamente uno prende in bocca il pisello dell’amico. Il professore che vede tutto ci dice: “Su ragazzi, fate pure quello che volete”. Io allora preso dalla foga mi avvicino a uno di loro, che mi piaceva particolarmente, e gli do un bacio. Lui mi guarda per pochi secondi, e ci avvinghiamo in un bacio appassionato. Continuiamo così per un po’ di tempo, ci scambiamo baci, pompini e strofinamenti di piedi. Il professore ci guarda contento e non partecipa, resta lì accanto a noi con il pisello in mano, così uno di noi nel ringraziarlo glielo prende in bocca. La situazione è veramente molto ben avviata al punto che capiamo che non dureremo per molto. Così iniziamo a masturbarci, ci guardiamo e in pochi secondi veniamo tutti e cinque…copiosamente…un orgasmo violento e molto appagante. Rimanemmo così per un minuto abbondante. Il professore anche lui viene subito dopo di noi e ci allunga degli scottex per pulirci. Ci risistemiamo un attimo, ma nessuno di noi vuole rimettersi i pantaloni. Ci sediamo un po’ meglio sul divano ma proseguiamo con il guardarci sorridenti e a darci dei bacetti e toccarci. Nessuno di noi lo aveva mai fatto prima e fu un’esperienza davvero molto bella. Il professore cos ci disse: “Bene ragazzi, siete stati soddisfatti? Voglio farvi una proposta: perché non rendiamo questo appuntamento settimanale? Venite qui, giochiamo con i piedi e ci divertiamo un po’, cosa ne dite?” Al sentire queste parole i piselli si induriscono di nuovo. “Beh, dice, vedo che che per voi ha risposto qualcun altro…” e sorride. “Ma non vi voglio mandare via, se volete restare ancora un po’…” Non aveva ancora finito la frase che già i nostri piedi erano già alla ricerca degli altri e qualcuno aveva voglia di assaggiare i piselli degli altri…e così ricominciammo di nuovo, venendo sempre dopo pochi minuti…Dopo esserci ripuliti, rivestiti e rimessi a malincuore le scarpe salutammo il professore. Giù in strada ci scambiammo i numeri dei cellulari. Adesso abbiamo una chat segreta su whatsapp. Ci aspettano dei bei pomeriggi insieme.
Frequento il secondo anno dell'università e sto andando anche bene; buoni voti, buoni amici, sesso molto poco e seghe molte. Un giorno il mio professore di italiano mi ferma e mi dice: “Sabato pomeriggio alle 15 potresti venire a casa mia? Sto dando delle ripetizioni ad alcuni studenti e siccome sei bravo potresti darmi una mano,” Sinceramente passare un sabato pomeriggio da un professore non è che mi andasse molto, ma non potevo dirgli di no, un voto in più poteva farmi comodo. Così accettai. “Ok ti aspetto alle 15. E mi raccomando: calze pulite.” Sinceramente non avevo proprio capito questa riposta, ma dentro di me si mosse qualcosa. Effettivamente era da un po’ di tempo che mi soffermavo a guardare i piedi dei miei compagni, quando si toglievano le scarpe o se le cambiavano. La cosa mi eccitava abbastanza. Anche quando vedevo delle serie tv se vedevo dei ragazzini scalzi mi soffermavo sui piedi e sulle loro calze. Così arrivò sabato pomeriggio. Il professore abitava vicino a me e così andai in bici. Stava all’ultimo piano di un condominio di un viale alberato della città. Quando aprì la porta di casa vidi in fila quattro paia di scarpe. Il professore era scalzo e mi disse: “Forse ti sei chiesto perché calze pulite: ecco la risposta: per entrare in casa ci si toglie le scarpe.” A questa affermazione sentii un qualcosa muovermi dentro e anche nei pantaloni. “Ho il pavimento riscaldato per cui non hai da preoccuparti”. Mi toli la giacca, mi sfilai le scarpe e le misi accanto alle altre. Mi ero messo dell calze eleganti, blu con righe rosse. Il pavimento era caldo, una bella sensazione devo dire. La casa era molto bella, ben illuminata con tappeti mordidi un po’ ovunque, camminarci sopra era una bella sensazione. Il salotto era composto da un tavolo appoggiato sopra un tappeto molto largo e un paio di divani che mi davano l’idea della comodità. Seduti al tavolo c’erano quattro ragazzi del primo anno; qualcuno lo avevo visto all'univerità e tutti e quattro avevano dei bei calzini di vario genere: uno aveva calze bianche leggere, uno rosse a rombi, uno blu tinta unita e l’altro nero con la punta e il tallone grigi. Anche qui devo dire che vedere tutte quelle calze mi faceva un effetto davvero eccitante. Anche il professore aveva un paio di calze nere tinta unita. Così mi sedetti al tavolo e ci presentammo. Tirai fuori il testo di italiano, lo misi sul tavolo e iniziammo le ripetizioni. Il professore parlava di alcuni argomenti che avevo già affrontato, e guardavo gli altri studenti, quando ad un certo punto sotto il tavolo sento che il ragazzo che avevo davanti a me mi sta toccando il piede con il suo. Faccio per spostarlo, ma poi sento che il piede continua a cercarmi, allora lo lascio fermo e sento che il suo inizia a massaggiarlo. Io mi sento il cuore battere un po’ più forte, e nonostante la timidezza iniziamo a strofinarci i piedi sotto il tavolo. Faccio per spostare il piede sulla mia destra quando mi accorgo che il ragazzo alla mia sinistra sta cercando il mio piede con il suo. Così inizio a sfregare con un piede il ragazzo davanti e con un piede quello alla mia destra. Ad un certo punto sento sotto il tavolo che tutti stanno cercando i piedi degli altri e iniziamo a muoverci un po’. Vedo anche dei sorrisetti maliziosi. La cosa che mi colpisce ancora di più è che anche il professore inizia a strusciare i piedi degli altri. Dopo un quarto d’ora di vari sockplay sotto il tavolo il mio pisello inizia a indurirsi. La situazione mi piace davvero molto. A questo punto il professore si ferma e ci dice: “Bene ragazzi, penso che abbiate capito il motivo per cui vi ho invitato qui oggi. Tutti voi avete la passione che ho io, e cioè quella dei piedi e delle calze. Vi ho osservato bene in questi mesi e vi ho scelto uno ad uno perché so che è una passione particolare che pochi apprezzano. Vi chiederei di spegnere i cellulari, perché da adesso in poi tutto quello che avverrà resterà tra queste mura. Siete d’accordo?” Annuiamo tutti. Ci guardiamo per un attimo e all’improvviso sento un piede avvicinarsi sul mio pacco. Era quello davanti a me che mi guardava malizioso. A questo punto faccio la stessa cosa con lui, che aveva il pacco bello gonfio. Iniziamo a strusciare i piedi sui pacchi e vedo che anche gli altri fanno la stessa cosa, con gemiti di soddisfazione. Il professore guarda quello che sta accadendo: ormai siamo decisamente disinibiti, qualcuno ha messo anche le gambe sopra il tavolo e altri annusano i piedi. E’ormai chiaro che la situazione stava degenerando… Per fare più spazio il professore ci chiede di spostare il tavolo e le sedie e di accomodarci sui divani. Così noi cinque iniziamo ad annusare piedi e a strofinarli su tutto il corpo, sul mio viso vedo tre piedi diversi e io li bacio e li annuso mentre un piede mi tocca il pacco e io con i miei piedi li strofino su un altro. Abbiamo tutti i piselli belli duri e non ce la facciamo più a tenerli nei pantaloni. Così il professore ci dice: “Beh ragazzi mi sembra ora che ci togliamo i pantaloni”…Dopo qualche secondo di esitazione ce li togliamo e alcuni hanno il pisello fuori dalle mutande da quanto è eccitato. Siamo tutti così eccitati che non sappiamo quanto resisteremo…qualcuno si prende in mano il pisello e si masturba, qualcun altro strofina il piede sul pisello dell’altro. Poi improvvisamente uno prende in bocca il pisello dell’amico. Il professore che vede tutto ci dice: “Su ragazzi, fate pure quello che volete”. Io allora preso dalla foga mi avvicino a uno di loro, che mi piaceva particolarmente, e gli do un bacio. Lui mi guarda per pochi secondi, e ci avvinghiamo in un bacio appassionato. Continuiamo così per un po’ di tempo, ci scambiamo baci, pompini e strofinamenti di piedi. Il professore ci guarda contento e non partecipa, resta lì accanto a noi con il pisello in mano, così uno di noi nel ringraziarlo glielo prende in bocca. La situazione è veramente molto ben avviata al punto che capiamo che non dureremo per molto. Così iniziamo a masturbarci, ci guardiamo e in pochi secondi veniamo tutti e cinque…copiosamente…un orgasmo violento e molto appagante. Rimanemmo così per un minuto abbondante. Il professore anche lui viene subito dopo di noi e ci allunga degli scottex per pulirci. Ci risistemiamo un attimo, ma nessuno di noi vuole rimettersi i pantaloni. Ci sediamo un po’ meglio sul divano ma proseguiamo con il guardarci sorridenti e a darci dei bacetti e toccarci. Nessuno di noi lo aveva mai fatto prima e fu un’esperienza davvero molto bella. Il professore cos ci disse: “Bene ragazzi, siete stati soddisfatti? Voglio farvi una proposta: perché non rendiamo questo appuntamento settimanale? Venite qui, giochiamo con i piedi e ci divertiamo un po’, cosa ne dite?” Al sentire queste parole i piselli si induriscono di nuovo. “Beh, dice, vedo che che per voi ha risposto qualcun altro…” e sorride. “Ma non vi voglio mandare via, se volete restare ancora un po’…” Non aveva ancora finito la frase che già i nostri piedi erano già alla ricerca degli altri e qualcuno aveva voglia di assaggiare i piselli degli altri…e così ricominciammo di nuovo, venendo sempre dopo pochi minuti…Dopo esserci ripuliti, rivestiti e rimessi a malincuore le scarpe salutammo il professore. Giù in strada ci scambiammo i numeri dei cellulari. Adesso abbiamo una chat segreta su whatsapp. Ci aspettano dei bei pomeriggi insieme.
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