Tutto iniziò con L'anziano uomo sull'autobus
di
Carmelina
genere
prime esperienze
Ciao a tutti
Per puro caso ho scoperto questo sito e mi è piaciuto molto
Mi hanno affascinato e piacevolmente eccitata alcuni racconti, tanto che ho deciso di condividere una mia storia ai tempi della scuola nella metà degli anni 80
Vivevo,ai tempi in un paese abbastanza distante da Caserta, sulle montagne circostanti
Per andare a scuola dovevo fare molta strada in autobus, distante anni luce dalla tecnologia di oggi, GLI unici passatempi che avevo durante il viaggio era un walkman e spesso qualche rivista
A quei tempi ero poco più che sedicenne
Ero una ragazza nella media, nulla di che
Figlia unica di genitori contadini
Qualche piccolo approccio sessuale lo avevo avuto con mio cugino, vicino di casa
Nulla di che insomma, solo qualche sega
Quando tornavo da scuola, l'unico posto sempre libero era il penultimo
Accanto ad un signore sulla settantina, abbastanza distinto,ma non parlava mai, metteva quasi soggezione
Io ero sempre la penultima a scendere e lui restava ancora li, seduto a guardare fuori
Chissà dove andrà tutti i giorni,pensai
Un giorno la professoressa mi fermò per dirmi alcune cose, così feci tardi e mi toccò prendere l'autobus dopo
Il giorno dopo, l'uomo era sempre li,ma incredibilmente mi rivolse parola,non sei andata a scuola ieri? Non ti ho vista sull'autobus
Incredibile,mi parla..
Spiegai il perché della mia assenza e così iniziammo a parlare
Era vedovo e andava a trovare la moglie al cimitero tutti i giorni, ecco perché faceva quel tragitto
Mi chiamo Vincenzo ho 71 anni
Io Carmelina,ho 16 anni
Sei molto bella sembri una di quelle donne che fanno la pubblicità
Arrossì un po'e ringraziai
Scesi alla mia fermata e salutai
I giorni trascorrevano più o meno uguali,solite cose, insomma
Eccetto la conferenza con Vincenzo
Scherzavo con lui durante in tragitto per casa,era simpatico
Fin quando un giorno mentre parlavamo del più e del meno
Mi prese la mano, ormai nell'autobus non c'era nessuno oltre a noi e al conducente,che era abbastanza distante
Prima la accarezzò
Poi la portò verso la sua patta che aveva slacciata già
La infilò dentro e la muoveva su e giù
Io ero terrorizzata e pietrificata perché non mi aspettavo nulla di ciò
Sentivo il cazzo moscio
Minuti che sembravano ore e finalmente arrivò la fermata
Corsi fuori e scappai verso casa
C'era mio padre fuori, volevo raccontare tutto a lui,ma poi decisi di non dire nulla a nessuno
Decisi di cambiare autobus, anche se questo mi portava a rientrare più tardi
Lo feci per circa una settimana
Eppure pensavo sempre a quell'uomo,ma non con disgusto,ma con eccitazione
Specialmente la sera al letto,era oggetto dei miei desideri
Mi toccavo pensando a lui
Così il giorno dopo decisi di tornare su quell autobs
Il cuore mi batteva forte
Salgo i primi due scalini e il mio sguardo cercava l'uomo che non era lì, c'era un'altra persona e così i giorni a seguire
Quando ormai non ci speravo più, finalmente lo ritrovai li
Ma non era più tanto amichevole,mi salutò a stento
Poi disse, come mai non sei più salita su questo autobus?
No,ho avuto la febbre, dissi mentendo
Più nulla fino alla fermata
Il giorno dopo decisi di indossare una gonnellina
Appena messa a sedere noto che lui mi fissa le gambe
Le allergo un po'
Lui è titubante, bloccato quasi
Appena l'ultimo uomo scende,lui con la mano sinistra si appoggia alla mia gamba, questa volta però accenno un sorrisino e lui prende più coraggio
Entra sotto la gonna e cerca subito la fessurina facendo entrare due dita
Ti piace,mi fa?
Non rispondo,ma annuisco con la testa
Muove velocemente le dita fino a farmi godere tanto
Lo saluto sorridendo e scendo
È stato meraviglioso continuavo a pensare,ero infoiata
Mi aveva fatto godere molto e non vedevo l'ora di rivederlo
Finalmente il giorno dopo era arrivato, l'autobus è li, salgo e a passo veloce vado a sedermi accanto a lui
Sceso l'ultima persona, allungai La mano e la infilai dentro i suoi pantaloni
Lo stringevo e accarezzavo il suo cazzo che iniziava a indurirsi
Ma dovetti smettere perché ero arrivata
A casa dissi ai miei che il giorno dopo avrei fatto più tardi perché con alcune amiche dovevo fare una ricerca scolastica
Misi la solita gonnellina, stavolta senza mutandine, andai sull'autobus e chiesi a Vincenzo dove abitasse e se fosse solo
Lui disse poco più avanti da dove scendo io e vive solo,ma sotto il suo appartamento c'è suo fratello con la moglie
Posso venire da te?
Certo che puoi
Scendiamo così dall'autobus,ci incamminammo verso casa sua
Fortuna non è distante
Saliamo su, vuoi qualcosa da bere?
No grazie
Accomodati
Mi siedo su una grande poltrona in pelle
Si abbassa anche un po'lo schienale,prova pure
Lo abbasso un po'e oltre ad essere comoda,sono in una posizione che mi si vede tutto li sotto,figa senza mutandine con la gonna che si è alzata
Lui strabuzza gli occhi
Si inginocchia piano
Mi viene vicino
Porta la testa tra le cosce e un brivido mi trapassa improvvisamente al tocco della sua lingua che lecca la mia passera
Cerco di fermarlo però perché mi vergognavo, credevo puzzasse e in più avevo fatto diverse volte pipì
Ma lui disse che era molto meglio, sentiva più l'odore di femmina
Leccava senza stancarsi mai
Muoveva la lingua fantasticamente
Venni molte volte
Mi tremavano le gambe
Poi tirò su lo schienale e si mise in piedi davanti a me
Aveva il cazzo duro, credevo volesse farsi segare,ma avvicinò la mia testa e lo spinse dentro la mia bocca
Mi muoveva la testa avanti e indietro e mi chiedeva di leccare e succhiare senza usare denti,mi spiegava come fare e devo dire, almeno da come godeva,che apprendevo abbastanza velocemente
Lo vedevo tremare e ansimare
Sentivo pulsare il cazzo e improvvisamente mi sborrò in bocca
Sputai tutto fuori perché mi fece un po'schifo inizialmente
Lui era sfinito e si scusò,ma doveva riposare altrimenti stava male
Ero delusa, volevo scopare con lui
Facciamo la prossima volta, disse lui, anche volendo non mi si indurisce più ora, così,delusa,salutai lui gia semi addormentato sulla poltrona e esci di casa
Aprendo la porta, vidi un uomo,che io conoscevo già,ha un piccolo negozio di frutta e verdura e viene spesso a comprare da mio padre, Silvano!!
Allora non mi sono sbagliato, ho visto bene,sei Carmelina
Lui è mio fratello,sai!?
Non lo sapevo,ma l'ho accompagnato perché doveva farmi vedere alcuni libri
Lui mi rispose,sto qui fuori ad origliare da quando siete entrati,ho sentito tutto
Ti prego, non dirlo ai miei,non lo dirai a nessuno, vero?
Silvano era un omone grosso, più di 180cm robusto e con la pancia, molto peloso pure, aveva 65 anni
Lui mi guardò dalla testa ai piedi,si voltò e scese giù senza dire nulla
Arrivò davanti al portone di ingresso di casa sua, aprì e entrò dentro, stava chiudendo la porta,lo fermai,ti prego,giura che non dirai nulla
Non rispose...un altra volta
Tua moglie non c'è? Chiesi?
No è fuori per la spesa
Prese una birra e si sedette sul divano,aveva dei pantaloni di una tuta e canottiera bianca
Mi sedetti accanto a lui,ti prego altrimenti la passo molto male
Iniziai a toccargli il cazzo da sopra i pantaloni
E subito gli venne duro
Lo stringevo afferrandolo dal tessuto felpato della tuta,era molto largo e lungo, quasi il doppio del fratello
Lo dirai a qualcuno?
Ok,non dirò nulla dai
Grazieeee,lo abbracciai,ero felicissima, tieni, bevi,mi offrì la birra,la buttai giù tutta di colpo
Ero strafelice
Lasciai la bottiglia
Abbassai i suoi pantaloni, è molto grande, dissi
Non come quel ramoscello di mio fratello, vero? Sorrisi e dissi che il suo a confronto era una quercia
Facevo fatica a prenderlo in bocca
Era enorme
Ma me lo gustavo anche leccandolo tutto
Lui respirava affannato e mi diceva che ero bravissima
Lo vuoi sentire dentro? Disse lui
Presa dalla voglia,dal momento, dalla felicità che non avrebbe parlato
Dissi di si
Ma l'hai già fatto?
No,
Allora forse è meglio se aspetti e ci pensi prima
No, voglio sentirti dentro ora, voglio farlo con te
Mi prese in braccio come una piuma
Mi portò in camera,mi sdraiò sul letto
Me la leccò Ben bene tutta,ero pronta
Lo pregai di chiavarmi perché non ne potevo più ero arrappata
Puntò il cazzo
Spinse la cappella,mi sentivo squarciare,ma riuscivo a resistere
I suoi movimenti erano così delicati che era completamente dentro e non mi aveva fatto più male, dentro e fuori, lentamente, c'era sangue sulla sua mazza turgida, intensificò i movimenti che dal dolore iniziale passarono a un piacere che non potevo neanche minimamente immaginare
Sentivo il suo bastone arrivarmi in pancia
Godevo da morire
Provai tanti di quegli orgasmi
Il letto era pregno di umori
Era zuppo
Ero sfinita
Ma stavo in paradiso
Luì sfilò il cazzo dalla mia passera completamente devastata,ma appagata
Succhia,succhia veloce che sborro,disse
Ubbidì e cominciai a pompare bene
Lui urlò e mi sentì inondare la bocca e gola,ne aveva tantissimo da sversare,mi teneva ferma la testa e per non soffocare ingoiai tutto
Ne provai piacere
Ti è piaciuto? Disse lui
Sincera però
Sei stato meraviglioso, più di quanto avessi immaginato nelle mie fantasie,sono felice di averlo fatto con te, davvero,sto in paradiso,non so spiegarlo
Ne sono davvero felice anche io,mi hai fatto stare bene,per essere la prima volta sei stata bravissima
Lo abbracciai e ci baciammo
Un bacio caldo e passionale
Non pensavo neanche più al fratello ormai
Cazzo, è tardi, perderò l'autobus ora..
Ti porto io a casa, disse
Davvero?? Grazie tante
Ma tua moglie?
Sta tranquilla, dirò che ho avuto da fare
Salimmo in auto e ci avviammo verso casa
Mio padre vide l'auto e ci venne incontro,poi venne anche mia mamma
Silvano disse loro che l'autobus era in ritardo e luì era di strada e vedendomi da sola si era offerto di accompagnarmi
I miei non smettevano più di ringraziarlo per il bel pensiero
Così gli chiesero di fermarsi a cena
Lui inizialmente rifiutò,ma dovette cedere all insistenza dei miei
Una sciacquate veloce e ci ritrovammo a cena
Il nostro tavolo era di legno,al posto delle sedie c'erano due panche
Una rivolta verso la parete e l'altra verso la cucina
Silvano e io eravamo dalla parte del muro
Iniziò la cena, io ero appoggiata con entrambi i gomiti sul tavolo, Silvano era alla mia sinistra,mia mamma mi riprese dicendo di tenere giù i gomiti
Così mentre mangiavo con la destra,con la sinistra,da sotto il tavolo riuscivo a segarlo fino a farlo sborrare ancora
Mi stavo piano piano trasformando in troia
E non mi dispiaceva affatto
Passarono alcune ore,mentre io aiutavo mamma a rimettere un po'a posto,mio padre e Silvano giocavano a carte e dopo diversi litri di vino, iniziarono con la grappa,mio padre era già parecchio brillo, Silvano invece reggeva ancora,cosa che notò anche mia mamma, quando mai come quella sera si lasciò andare a diversi apprezzamenti verso quel grosso uomo
Poi la vidi sparire per alcuni minuti
Quando scese di nuovo era in vestaglia da notte trasparente,non credo di averla mai vista così
Sapendo che mio padre ormai era totalmente ubriaco e quindi non rischiava nulla
Silvano,mi faresti felice se restassi qui stanotte,starei più tranquilla,poi domani mattina presto vai via
Avete alzato il gomito,starei con il pensiero,ti prego
Silvano accettò, puoi dormire di la,ti preparo la camera dopo,
Poi insieme a lei, Silvano portò su mio padre
Aveva tutta la vestaglia tirata su, aveva il culo scoperto
Che puttana,pensai
Ero gelosa,si
Lo ammetto
Dopo alcuni minuti scesero entrambi, Carmelina,vai a letto, altrimenti domani non ti svegli
Salutai e andai a letto, attendendo che andasse anche lei per infilarmi nel letto di Silvano
Ma passarono minuti, diversi minuti e lei era sempre li, sentivo la sua voce...che improvvisamente si stoppò,sentii dei passi felpati avvicinarsi
Feci finta di dormire,con occhi leggermente aperti
Vidi mia mamma venire verso di me e assicurandosi che stessi dormendo tornò di là
Attesi alcuni minuti e mi alzai per vedere cosa stesse accadendo
Sporgo la testa appena per non farmi vedere
La troia era a pecora,oiegata sul tavolo
Lui le teneva i capelli e la inculava,fa piano che fa male il culo
Lui però la stantuffava con foga
Mi salì il sangue alla testa,ero arrabbiata,ero davvero delusa
Andai su,in camera di mio padre
Provai a scuoterlo,ma nulla
Levai il lenzuolo e vidi che era nudo
Ma come fa ad averlo duro se dorme e ubriaco per giunta?!
Papà sveglia, cazzo
Lui senza aprire gli occhi,mi afferrò, vieni Teresa,
Papà non sono la mamma sono Carmelina
Mi tirò a sé senza ascoltare nulla
Cercai di sfuggire a quella presa,ma fu inutile
Succhiamelo Teresa
Mi spinse con la testa e non riuscì a non farlo dopo alcune pompate luì si insinuò tra le mie cosce e mi iniziò a leccare
Un sessantanove da Dio, mollò la presa,ma a quel punto ero io a non voler più andare via
Sentivo la puttana che gemeva giù e questo mi fece ancora di più darci dentro
Montai sopra di luì,che aveva gli occhi aperti
Era coscente e sapeva che stesse accadendo sia con la moglie che con me
Mi abbassai sopra di lui e lo baciai
Voglio che mi inculi, papà
Come Silvano sta facendo con la mamma
A queste parole sentii il cazzo indurirsi di più
Mettiti così,a novanta
Venne dietro e mi spaccò letteralmente il culo quella notte
Mi addormentai e la mattina mi svegliai nel mio letto
Chiesi di Silvano e mio padre disse che ieri era andato via poco dopo che mi aveva accompagnata
Ma come, dissi io,la cena? Non ha dormito qui? E io e te?
Io e te cosa? Sei strana stamattina,non stai bene? Forse è meglio se non vai a scuola e ti riposi
Farò così, tornerò a letto
Mentre ero sdraiata sul letto pensai..
Possibile abbia sognato tutto? E perché mi bruciava ancora il culo?! ...
Per puro caso ho scoperto questo sito e mi è piaciuto molto
Mi hanno affascinato e piacevolmente eccitata alcuni racconti, tanto che ho deciso di condividere una mia storia ai tempi della scuola nella metà degli anni 80
Vivevo,ai tempi in un paese abbastanza distante da Caserta, sulle montagne circostanti
Per andare a scuola dovevo fare molta strada in autobus, distante anni luce dalla tecnologia di oggi, GLI unici passatempi che avevo durante il viaggio era un walkman e spesso qualche rivista
A quei tempi ero poco più che sedicenne
Ero una ragazza nella media, nulla di che
Figlia unica di genitori contadini
Qualche piccolo approccio sessuale lo avevo avuto con mio cugino, vicino di casa
Nulla di che insomma, solo qualche sega
Quando tornavo da scuola, l'unico posto sempre libero era il penultimo
Accanto ad un signore sulla settantina, abbastanza distinto,ma non parlava mai, metteva quasi soggezione
Io ero sempre la penultima a scendere e lui restava ancora li, seduto a guardare fuori
Chissà dove andrà tutti i giorni,pensai
Un giorno la professoressa mi fermò per dirmi alcune cose, così feci tardi e mi toccò prendere l'autobus dopo
Il giorno dopo, l'uomo era sempre li,ma incredibilmente mi rivolse parola,non sei andata a scuola ieri? Non ti ho vista sull'autobus
Incredibile,mi parla..
Spiegai il perché della mia assenza e così iniziammo a parlare
Era vedovo e andava a trovare la moglie al cimitero tutti i giorni, ecco perché faceva quel tragitto
Mi chiamo Vincenzo ho 71 anni
Io Carmelina,ho 16 anni
Sei molto bella sembri una di quelle donne che fanno la pubblicità
Arrossì un po'e ringraziai
Scesi alla mia fermata e salutai
I giorni trascorrevano più o meno uguali,solite cose, insomma
Eccetto la conferenza con Vincenzo
Scherzavo con lui durante in tragitto per casa,era simpatico
Fin quando un giorno mentre parlavamo del più e del meno
Mi prese la mano, ormai nell'autobus non c'era nessuno oltre a noi e al conducente,che era abbastanza distante
Prima la accarezzò
Poi la portò verso la sua patta che aveva slacciata già
La infilò dentro e la muoveva su e giù
Io ero terrorizzata e pietrificata perché non mi aspettavo nulla di ciò
Sentivo il cazzo moscio
Minuti che sembravano ore e finalmente arrivò la fermata
Corsi fuori e scappai verso casa
C'era mio padre fuori, volevo raccontare tutto a lui,ma poi decisi di non dire nulla a nessuno
Decisi di cambiare autobus, anche se questo mi portava a rientrare più tardi
Lo feci per circa una settimana
Eppure pensavo sempre a quell'uomo,ma non con disgusto,ma con eccitazione
Specialmente la sera al letto,era oggetto dei miei desideri
Mi toccavo pensando a lui
Così il giorno dopo decisi di tornare su quell autobs
Il cuore mi batteva forte
Salgo i primi due scalini e il mio sguardo cercava l'uomo che non era lì, c'era un'altra persona e così i giorni a seguire
Quando ormai non ci speravo più, finalmente lo ritrovai li
Ma non era più tanto amichevole,mi salutò a stento
Poi disse, come mai non sei più salita su questo autobus?
No,ho avuto la febbre, dissi mentendo
Più nulla fino alla fermata
Il giorno dopo decisi di indossare una gonnellina
Appena messa a sedere noto che lui mi fissa le gambe
Le allergo un po'
Lui è titubante, bloccato quasi
Appena l'ultimo uomo scende,lui con la mano sinistra si appoggia alla mia gamba, questa volta però accenno un sorrisino e lui prende più coraggio
Entra sotto la gonna e cerca subito la fessurina facendo entrare due dita
Ti piace,mi fa?
Non rispondo,ma annuisco con la testa
Muove velocemente le dita fino a farmi godere tanto
Lo saluto sorridendo e scendo
È stato meraviglioso continuavo a pensare,ero infoiata
Mi aveva fatto godere molto e non vedevo l'ora di rivederlo
Finalmente il giorno dopo era arrivato, l'autobus è li, salgo e a passo veloce vado a sedermi accanto a lui
Sceso l'ultima persona, allungai La mano e la infilai dentro i suoi pantaloni
Lo stringevo e accarezzavo il suo cazzo che iniziava a indurirsi
Ma dovetti smettere perché ero arrivata
A casa dissi ai miei che il giorno dopo avrei fatto più tardi perché con alcune amiche dovevo fare una ricerca scolastica
Misi la solita gonnellina, stavolta senza mutandine, andai sull'autobus e chiesi a Vincenzo dove abitasse e se fosse solo
Lui disse poco più avanti da dove scendo io e vive solo,ma sotto il suo appartamento c'è suo fratello con la moglie
Posso venire da te?
Certo che puoi
Scendiamo così dall'autobus,ci incamminammo verso casa sua
Fortuna non è distante
Saliamo su, vuoi qualcosa da bere?
No grazie
Accomodati
Mi siedo su una grande poltrona in pelle
Si abbassa anche un po'lo schienale,prova pure
Lo abbasso un po'e oltre ad essere comoda,sono in una posizione che mi si vede tutto li sotto,figa senza mutandine con la gonna che si è alzata
Lui strabuzza gli occhi
Si inginocchia piano
Mi viene vicino
Porta la testa tra le cosce e un brivido mi trapassa improvvisamente al tocco della sua lingua che lecca la mia passera
Cerco di fermarlo però perché mi vergognavo, credevo puzzasse e in più avevo fatto diverse volte pipì
Ma lui disse che era molto meglio, sentiva più l'odore di femmina
Leccava senza stancarsi mai
Muoveva la lingua fantasticamente
Venni molte volte
Mi tremavano le gambe
Poi tirò su lo schienale e si mise in piedi davanti a me
Aveva il cazzo duro, credevo volesse farsi segare,ma avvicinò la mia testa e lo spinse dentro la mia bocca
Mi muoveva la testa avanti e indietro e mi chiedeva di leccare e succhiare senza usare denti,mi spiegava come fare e devo dire, almeno da come godeva,che apprendevo abbastanza velocemente
Lo vedevo tremare e ansimare
Sentivo pulsare il cazzo e improvvisamente mi sborrò in bocca
Sputai tutto fuori perché mi fece un po'schifo inizialmente
Lui era sfinito e si scusò,ma doveva riposare altrimenti stava male
Ero delusa, volevo scopare con lui
Facciamo la prossima volta, disse lui, anche volendo non mi si indurisce più ora, così,delusa,salutai lui gia semi addormentato sulla poltrona e esci di casa
Aprendo la porta, vidi un uomo,che io conoscevo già,ha un piccolo negozio di frutta e verdura e viene spesso a comprare da mio padre, Silvano!!
Allora non mi sono sbagliato, ho visto bene,sei Carmelina
Lui è mio fratello,sai!?
Non lo sapevo,ma l'ho accompagnato perché doveva farmi vedere alcuni libri
Lui mi rispose,sto qui fuori ad origliare da quando siete entrati,ho sentito tutto
Ti prego, non dirlo ai miei,non lo dirai a nessuno, vero?
Silvano era un omone grosso, più di 180cm robusto e con la pancia, molto peloso pure, aveva 65 anni
Lui mi guardò dalla testa ai piedi,si voltò e scese giù senza dire nulla
Arrivò davanti al portone di ingresso di casa sua, aprì e entrò dentro, stava chiudendo la porta,lo fermai,ti prego,giura che non dirai nulla
Non rispose...un altra volta
Tua moglie non c'è? Chiesi?
No è fuori per la spesa
Prese una birra e si sedette sul divano,aveva dei pantaloni di una tuta e canottiera bianca
Mi sedetti accanto a lui,ti prego altrimenti la passo molto male
Iniziai a toccargli il cazzo da sopra i pantaloni
E subito gli venne duro
Lo stringevo afferrandolo dal tessuto felpato della tuta,era molto largo e lungo, quasi il doppio del fratello
Lo dirai a qualcuno?
Ok,non dirò nulla dai
Grazieeee,lo abbracciai,ero felicissima, tieni, bevi,mi offrì la birra,la buttai giù tutta di colpo
Ero strafelice
Lasciai la bottiglia
Abbassai i suoi pantaloni, è molto grande, dissi
Non come quel ramoscello di mio fratello, vero? Sorrisi e dissi che il suo a confronto era una quercia
Facevo fatica a prenderlo in bocca
Era enorme
Ma me lo gustavo anche leccandolo tutto
Lui respirava affannato e mi diceva che ero bravissima
Lo vuoi sentire dentro? Disse lui
Presa dalla voglia,dal momento, dalla felicità che non avrebbe parlato
Dissi di si
Ma l'hai già fatto?
No,
Allora forse è meglio se aspetti e ci pensi prima
No, voglio sentirti dentro ora, voglio farlo con te
Mi prese in braccio come una piuma
Mi portò in camera,mi sdraiò sul letto
Me la leccò Ben bene tutta,ero pronta
Lo pregai di chiavarmi perché non ne potevo più ero arrappata
Puntò il cazzo
Spinse la cappella,mi sentivo squarciare,ma riuscivo a resistere
I suoi movimenti erano così delicati che era completamente dentro e non mi aveva fatto più male, dentro e fuori, lentamente, c'era sangue sulla sua mazza turgida, intensificò i movimenti che dal dolore iniziale passarono a un piacere che non potevo neanche minimamente immaginare
Sentivo il suo bastone arrivarmi in pancia
Godevo da morire
Provai tanti di quegli orgasmi
Il letto era pregno di umori
Era zuppo
Ero sfinita
Ma stavo in paradiso
Luì sfilò il cazzo dalla mia passera completamente devastata,ma appagata
Succhia,succhia veloce che sborro,disse
Ubbidì e cominciai a pompare bene
Lui urlò e mi sentì inondare la bocca e gola,ne aveva tantissimo da sversare,mi teneva ferma la testa e per non soffocare ingoiai tutto
Ne provai piacere
Ti è piaciuto? Disse lui
Sincera però
Sei stato meraviglioso, più di quanto avessi immaginato nelle mie fantasie,sono felice di averlo fatto con te, davvero,sto in paradiso,non so spiegarlo
Ne sono davvero felice anche io,mi hai fatto stare bene,per essere la prima volta sei stata bravissima
Lo abbracciai e ci baciammo
Un bacio caldo e passionale
Non pensavo neanche più al fratello ormai
Cazzo, è tardi, perderò l'autobus ora..
Ti porto io a casa, disse
Davvero?? Grazie tante
Ma tua moglie?
Sta tranquilla, dirò che ho avuto da fare
Salimmo in auto e ci avviammo verso casa
Mio padre vide l'auto e ci venne incontro,poi venne anche mia mamma
Silvano disse loro che l'autobus era in ritardo e luì era di strada e vedendomi da sola si era offerto di accompagnarmi
I miei non smettevano più di ringraziarlo per il bel pensiero
Così gli chiesero di fermarsi a cena
Lui inizialmente rifiutò,ma dovette cedere all insistenza dei miei
Una sciacquate veloce e ci ritrovammo a cena
Il nostro tavolo era di legno,al posto delle sedie c'erano due panche
Una rivolta verso la parete e l'altra verso la cucina
Silvano e io eravamo dalla parte del muro
Iniziò la cena, io ero appoggiata con entrambi i gomiti sul tavolo, Silvano era alla mia sinistra,mia mamma mi riprese dicendo di tenere giù i gomiti
Così mentre mangiavo con la destra,con la sinistra,da sotto il tavolo riuscivo a segarlo fino a farlo sborrare ancora
Mi stavo piano piano trasformando in troia
E non mi dispiaceva affatto
Passarono alcune ore,mentre io aiutavo mamma a rimettere un po'a posto,mio padre e Silvano giocavano a carte e dopo diversi litri di vino, iniziarono con la grappa,mio padre era già parecchio brillo, Silvano invece reggeva ancora,cosa che notò anche mia mamma, quando mai come quella sera si lasciò andare a diversi apprezzamenti verso quel grosso uomo
Poi la vidi sparire per alcuni minuti
Quando scese di nuovo era in vestaglia da notte trasparente,non credo di averla mai vista così
Sapendo che mio padre ormai era totalmente ubriaco e quindi non rischiava nulla
Silvano,mi faresti felice se restassi qui stanotte,starei più tranquilla,poi domani mattina presto vai via
Avete alzato il gomito,starei con il pensiero,ti prego
Silvano accettò, puoi dormire di la,ti preparo la camera dopo,
Poi insieme a lei, Silvano portò su mio padre
Aveva tutta la vestaglia tirata su, aveva il culo scoperto
Che puttana,pensai
Ero gelosa,si
Lo ammetto
Dopo alcuni minuti scesero entrambi, Carmelina,vai a letto, altrimenti domani non ti svegli
Salutai e andai a letto, attendendo che andasse anche lei per infilarmi nel letto di Silvano
Ma passarono minuti, diversi minuti e lei era sempre li, sentivo la sua voce...che improvvisamente si stoppò,sentii dei passi felpati avvicinarsi
Feci finta di dormire,con occhi leggermente aperti
Vidi mia mamma venire verso di me e assicurandosi che stessi dormendo tornò di là
Attesi alcuni minuti e mi alzai per vedere cosa stesse accadendo
Sporgo la testa appena per non farmi vedere
La troia era a pecora,oiegata sul tavolo
Lui le teneva i capelli e la inculava,fa piano che fa male il culo
Lui però la stantuffava con foga
Mi salì il sangue alla testa,ero arrabbiata,ero davvero delusa
Andai su,in camera di mio padre
Provai a scuoterlo,ma nulla
Levai il lenzuolo e vidi che era nudo
Ma come fa ad averlo duro se dorme e ubriaco per giunta?!
Papà sveglia, cazzo
Lui senza aprire gli occhi,mi afferrò, vieni Teresa,
Papà non sono la mamma sono Carmelina
Mi tirò a sé senza ascoltare nulla
Cercai di sfuggire a quella presa,ma fu inutile
Succhiamelo Teresa
Mi spinse con la testa e non riuscì a non farlo dopo alcune pompate luì si insinuò tra le mie cosce e mi iniziò a leccare
Un sessantanove da Dio, mollò la presa,ma a quel punto ero io a non voler più andare via
Sentivo la puttana che gemeva giù e questo mi fece ancora di più darci dentro
Montai sopra di luì,che aveva gli occhi aperti
Era coscente e sapeva che stesse accadendo sia con la moglie che con me
Mi abbassai sopra di lui e lo baciai
Voglio che mi inculi, papà
Come Silvano sta facendo con la mamma
A queste parole sentii il cazzo indurirsi di più
Mettiti così,a novanta
Venne dietro e mi spaccò letteralmente il culo quella notte
Mi addormentai e la mattina mi svegliai nel mio letto
Chiesi di Silvano e mio padre disse che ieri era andato via poco dopo che mi aveva accompagnata
Ma come, dissi io,la cena? Non ha dormito qui? E io e te?
Io e te cosa? Sei strana stamattina,non stai bene? Forse è meglio se non vai a scuola e ti riposi
Farò così, tornerò a letto
Mentre ero sdraiata sul letto pensai..
Possibile abbia sognato tutto? E perché mi bruciava ancora il culo?! ...
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Commenti dei lettori al racconto erotico