Scoprire qualcosa di nuovo : la fine ?

di
genere
etero

Partii alla ricerca della via che mi era stata indicata. Era un poco decentrata.
L’auto davanti a me inchiodò improvvisamente e ci mancò poco che non la tamponassi. Gli sparai un colpo di claxon e sgommò allontanandosi. Capii solo un attimo dopo il perché, quando abbagliò una donna, probabilmente una puttana, accostata al bordo della strada. Restai a gustarmi lo spettacolo pure io. Una volgare puttana con un soprabitino rosso,forse di lattex, slacciato, che le arrivava a metà coscia lasciando calze e reggicalze in bella mostra essendo.
Sotto un baby doll di pizzo e ma….. porca puttana era Marina. Accostai e scesi repentinamente.
“ma cosa fai, sei ammattita?” le gridai.
Mi inveii contro.
“brutto stronzo tu e i tuoi giochetti.Sarai contento era quello che volevi.”
Le chiesi di smetterla , di risalire in auto che ce ne saremmo tornati a casa.
“Credi che mi stia divertendo? Non posso fare diversamente,mi ha in mano, ha capito tutto, io sono solo la sua cagnetta che deve solo ubbidire altrimenti offre le mie foto a volto scoperto al mio bidello ed ai miei allievi”
Ero confuso eppure allo stesso tempo eccitato nel vedermela davanti in mezzo ad una strada ad atteggiarsi come una puttana.
“ma non può farlo, ti rovinerebbe la reputazione, e ci sconvolgerebbe la vita” il terrore di quella prospettiva mi paralizzò.
“sconvolgere la vita, se non l’hai ancora capito l’ha già fatto io ora dipendo dalle sue voglie che ti piaccia o no mi permetterà di vivere riservatamente solo se continuerò a soddisfare le sue voglie. Ti ho supplicato la dentro di aiutarmi e di trovare una via di fuga,tu no, Ed io stupida a venirti dietro e poi mi sono trovata con questo al collo – si tirò il collare al collo - senza che tu dicessi niente”
Non riuscivo a dire nulla.
“sono la sua serva, la sua schiava, il suo giocattolo, la sua puttana e non più la tua. Devo accettare tutto quello che mi chiede per evitare di essere svergognata a chi mi conosce.”.

“Te la sei portata dietro quella maledetta digitale?” mi chiese.
Risposi affermativamente.
“E’ una vita che ti aspetto qui ed ora sai cosa vuole che faccia?” .
Scossi la testa . Mi raccontò le richieste che Aldo le aveva avanzato: avrebbe dovuto rimettersi a passeggiare cercando di adescare qualcuno mentre io dovevo restarmene li e fotografare le sue performance. Avrei dovuto fotografarla mentre mostrava ai passanti le sue grazie fino a salire su un’auto . Ed ancora alla fine dopo essersi prostituita mentre scendeva mostrando un profilattico colmo che avrebbe testimoniato il suo prostituirsi. In questo modo lei sarebbe stata completamente nelle mani del suo padrone.
“non ci penso nemmeno, ora ce ne torniamo a casa e tutto finisce li” dissi con piglio deciso.
“e domani Aldo – si fermò si guardò intorno e riprese – il mio padrone, mostra le foto a tutti quelli che mi conoscono”
Mi aveva sconcertato quel termine detto da lei per la prima volta.
“ma cosa stai dicendo” la ripresi “non è il padrone di nessuno e tanto meno di te”.
Mi spiega che potrebbe essere li a spiarla e che le aveva imposto di chiamarlo sempre così.
”Hai capito, p a d r o n e. – scandì la parola – sono una sua cosa e non si può fare diversamente”
Restai ancora senza parole.
“allora che cosa si prova a sapere che tua moglie è la schiava di un padrone che le chiede di prostituirsi e per umiliarla ancora di più le chiede di farlo davanti a te ?“
“ non posso credere che tu stia facendo sul serio”.
Ma lei mi girò le spalle “arriva un’auto, dai scatta quelle dannate foto”. Si mise sul bordo del marciapiede e riaprì il soprabito in offrendosi alla vista dell’auto. Mio malgrado le scattai le foto che voleva mentre l’auto iniziava ad abbagliarla; la trovai volgarmente incantevole, una situazione umiliante e perversa ma troppo eccitante.
L’auto passò senza fermarsi tirando solo qualche colpo di claxon.
Ritornò sui suoi passi vicino a me.
“E se l’auto si fosse fermata ti saresti veramente prostituita?”
“Avrei altre scelte?”

Una voce dietro di noi “Sei un disastro come puttana” era di nuovo Aldo.
La resa dei conti pensai che un compromesso avrebbe potuto porre termine alla storia “…. e poi basta , non potete chiederle di prostituirsi, non è una puttana”
“perché cosa ti sembra vestita in questo modo ed in mezzo ad una strada . Ti piace anche il nuovo soprabito, mi sembra più adatto, anche se penso che una puttana dovrebbe essere più convincente e calarsi meglio nel ruolo”

La pregai di ricoprirsi e di risalire in auto con me.

“Tuo marito non ha capito.Vuoi ripetergli chi sono”. Si rivolse a lei quasi io non esistessi
“Il mio padrone” rispose senza nessuna forzatura.
“quindi se ti dico di toglierti il tuo spolverino e passeggiare qua davanti come una battona tu lo fai vero?”
Restai inchiodato davanti alla scena. Marina si sfilò quel grossolano spolverino rosso e lo passò alla mano tesa di Aldo.
In mezzo ad una strada con un baby doll di pizzo a mezza coscia che non nascondeva gran che. Una laida figura da puttana di strada. Aldo la avvicinò le accarezzò il collo e con una mano affondò lungo la schiena sganciandole il reggiseno.
Lei succube restò immobile assecondando i movimenti del suo “padrone” lasciandosi sfilare il reggiseno . In quella manovra le abbassò anche la spallina del baby doll scoprendole interamente un seno. Anche nella penombra il capezzolo sembrava ritto e sodo.
“Ho freddo” disse con un filo di voce
“scommetto che invece tuo marito sta sudando”.
Marina fece per sollevare la spallina lui glielo vietò e le chiese di iniziare a camminare davanti a noi “…ma voglio che tu lo faccia sculettando come una puttana”

Marina non tentò neppure di ribellarsi e dopo avermi guardato iniziò a passeggiare lungo il marciapiede come le aveva chiesto .
La trovavo perfettamente calata nel suo ruolo.

Passano delle auto e lei esegue docilmente quella pantomima. Fortunatamente non si fermano ed io sono costretto a scattarle altre foto.
“solleva di più il bordo del baby doll e scopriti le gambe, fatti vedere come sei fatta”.

Passa ancora qualche auto e probabilmente in preda ad un sentimento di pudore lascia cadere il bordo della gonna.
“Non ci riesco, non posso….” dice quasi piagnucolando.
Altri fari in lontananza.
“dai riprovaci , arriva un’altra auto, dai incomincia a battere il marciapiede ” le ordina Aldo impietoso.
Lei ora è chiaramente impaurita “ o fai la troia questa sera perché te lo chiedo io o domani perché te lo chiederà il tuo bidello”

“no, la prego, lo faccio “
Si solleva di nuovo la gonna e resta immobile.
“avanti cammina lo stavi facendo bene, lo sai bene come cammina una puttana?”
Marina riprende a muoversi e lui la incita a sollevarsi di più la gonna. Lei come un automa lo fa. Scosciata calze e reggicalze a vista.
E’ irriconoscibile se la penso alla donna titubante ad entrare nel sexy shop ad inizio serata
E’ oscena e continua a sculettare avanti e indietro senza più alcun ritegno.
Cade anche l’altra spallina ed ora è praticamente con tutte e due le tette esposte.
Mentre tenta di ricoprirsela “che fai - le grida Aldo - sei perfetta, e questa sera facevi la ritrosa quando sei entrata da me,; continua e fatti vedere, sta arrivando dai che è la volta buona”.
“Avanti ,guarda che arriva la tua prima marchetta …e tu fotografa tua moglie che batte “ mi ordina categoricamente.
Io non riesco a fare diversamente. Scatto le foto con le mani che mi sudano ed il sesso che mi fa male tanto e spasmodicamente teso.

L’auto che stava arrivando la abbaglia , rallenta. Nella perversità della situazione mi sento troppo eccitato non so fare diversamente la fotografo ancora. L’auto si ferma davanti a lei. Abbassa il finestrino . Marina sembra paralizzata ed io ho smesso di fotografarla. Lascia cadere il bordo della gonna e si rialza le spalline. Aldo mi ruba la digitale dalle mani e si avvicina pure lui all’auto. L’intervento di Aldo penso sia risolutivo. Ma è peggio di quanto pensassi.
“e’ la prima volta la dovete scusare”
L’auto potrebbe andarsene ma resta ferma.
Aldo le scatta qualche foto e chiede qualcosa al passeggero mentre il conducente resta sempre immobile .

“Allora puttana il signore non ha tempo da perdere, ti spogli e sali con lui”
Ormai ero certo che non stesse scherzando e Marina completamente in sua balia tremante abbassa una spallina facendo scivolare fuori il braccio . Fa lo stesso con l’altra ed inizia lentamente a spogliarsi completamente mentre Aldo continua a fotografarla.
Come ad un mercato Aldo si rivolge al conducente chiedendo se è di suo gradimento e poi aggiunge quasi a volerla ulteriormente umiliare che non è una puttana qualunque ma la moglie esibizionista di un suo conoscente che ha accettato di pervertirla fino all’eccesso.
Intanto Marina muta ed inizia a sfilare il baby doll che fa scivolare lungo i fianchi.
Ormai è nuda solo con il reggicalze e calze nere offerta ai due sconosciuti dell’auto.
Aldo non smette un attimo di umiliarla
“Ora mettiti davanti all’auto e cammina fatti vedere per bene”
Un gelo perverso mi accompagna e ormai neppure se lo volessi riuscirei a fermarla.
Mi passa davanti ed abbassa gli occhi senza dire una parola e si espone davanti ai fari dell’auto.
“cammina sino all’angolo, voglio che vedano bene il tuo magnifico culo, poi ti giri e ci mostri il resto”
Qualche passo poi ancora l’ordine sempre categorico di girarsi.
Il conducente la abbaglia e lei per istinto si copre il sesso e le tette come un atavico istinto di pudore. Aldo non smette di fotografarla .
Il conducente dell’auto apre in quel momento la portiera e scende.
Le sue parole mi gelano e penso siano un trauma per mia moglie.
“Marina”
Riconosco la voce , è quella di Alex.
Ormai il suo destino era segnato ed avrebbe scoperto ben poco di nuovo.

La storia avrà un seguito? o forse potrebbe essere lasciato alla fantasia dei lettori come Marco e Giulia ad esempio, se lei sarà pronta a calarsi nel ruolo della protagonista. Per tutti comunque sempre anche se ormai ……..
A rivederci , asmodeo@live.it
scritto il
2021-12-07
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