Paralleli

di
genere
masturbazione

Era da cinque giorni ormai che lei era a Torino, alla Fiera Internazionale del Libro. Gestiva uno stand con le sue colleghe e non sarebbe tornata a casa fino alla fine del weekend.
Lui, nel frattempo, aveva avuto una settimana lavorativa intensa e piena di impegni. Avevano avuto in generale poca occasione di scriversi o telefonarsi e lui iniziava a sentirne la mancanza.
Finalmente arrivò il tanto atteso venerdì sera. Aveva soltanto voglia di farsi una doccia, cambiarsi e mettersi sul divano a rilassarsi. Per comodità e pigrizia decise di non cucinare e di ordinarsi una pizza. Un'ora di attesa, classico venerdì sera.
Decise di approfittarne per farsi la doccia con più calma, senza dover correre.
Dopo essersi goduto per un po' il getto d'acqua bollente, iniziò ad insaponarsi petto e braccia fin sopra le spalle, per poi scendere sull'addome e sulle gambe.
Quando iniziò a insaponarsi tra di esse, si accorse che il suo pene rispondeva con grande sensibilità al suo tocco. Era da più di una settimana che non veniva. Tra i preparativi per la fiera di lei e gli impegni di lui, non avevano avuto tempo di salutarsi come si deve, anche se entrambi lo avrebbero voluto, a giudicare dall'intensità dei baci che si erano scambiati alla stazione, quando lui l'aveva accompagnata.
Ripensando a quei baci mentre si insaponava, sentì il proprio pene rispondere e indurirsi. Era questione di un paio di giorni, domenica sera si sarebbero visti e magari sarebbe stata l'occasione giusta per provare un paio di cose di cui avevano parlato prima che lei partisse.
Finì la doccia abbassando decisamente la temperatura dell'acqua, per scacciare i pensieri, e poi si asciugò e si vestì più comodamente per stare in casa.
Mancavano ancora 40 minuti all'arrivo della pizza.
Avrebbe voluto scriverle, ma a quell'ora sicuramente lei sarebbe stata a cena con le sue colleghe, dopo una lunga giornata allo stand e a contatto coi clienti, e non voleva disturbarla in alcun modo.
Così decise di accendere la TV e cercare qualcosa da guardare su Netflix. Tra le varie serie TV che avevano iniziato, ce n'era una di cui avevano visto solo la prima puntata e poi avevano lasciato lì. La serie parlava di otto personaggi che, per un motivo ancora oscuro, avevano delle connessioni, provando talvolta l'uno le emozioni dell'altro, o dell'altra. La serie aveva un che di interessante, probabilmente l'avevano scartata perché avevano scoperto che il finale era stato tagliato.
Decise di provare a riprenderla da solo, per vedere se valesse comunque la pena proseguirla, a prescindere da come sarebbe o non sarebbe andata a finire.
In queste prime puntate i personaggi non erano ancora consapevoli delle loro connessioni e non controllavano questo potere, quindi queste apparivano loro sotto forma di sensazioni.
Dopo una ventina di minuti in cui le storyline dei personaggi iniziavano a incrociarsi attraverso questa sensazione, arrivò una scena in cui uno di loro stava facendo sesso con una donna. Inizialmente era lei a prendere lui a un ritmo forsennato, standogli sopra. Dopodiché era lui che, sdraiandola sul letto, iniziava a sbatterla forte finché entrambi non venivano. Nello stesso momento, uno dei personaggi femminili, una ragazza indiana, a una festa con le amiche, sentiva forti vampate di calore e il respiro le si faceva corto. Nella scena successiva, il primo personaggio, sdraiato nudo insieme alla ragazza, le confessava di avere una particolare voglia di cibo indiano.
Lui, guardando la scena, oltre a pensare che invece aveva voglia di pizza, si stava chiedendo come sarebbe se lui e la sua ragazza fossero in qualche maniera connessi, di modo da sentire l'uno l'eccitazione dell'altro, senza essere in alcun modo a contatto. Si chiese come si sarebbe sentita lei, se avesse percepito la sua eccitazione, poco prima, sotto la doccia, se si sarebbe bagnata così come lui aveva avuto un'erezione.
Il pensiero, inevitabilmente, lo portò a eccitarsi nuovamente. La voglia latente spenta poco prima sotto l'acqua fredda, ora non poteva essere trattenuta e divenne evidente così come evidente era il suo pene, di nuovo duro e stretto dentro i pantaloni della tuta e le mutande.
Tornò a dirsi che nel giro di due giorni si sarebbero rivisti, ma la sua mano stava già giocando con l'elastico dei pantaloni e accarezzando la pancia. Non gli ci volle molto a scendere e ad accarezzarsi, seguendo tutta la lunghezza del proprio pene e stringendo leggermente una volta arrivato alla punta. Quest'ultimo contatto venne accompagnato da un lungo sospiro, che stava a significare che il momento di non ritorno era giunto.
Pensando alla sua ragazza che gli montava sopra lì sul divano, iniziando a strusciarsi contro la sua erezione, iniziò a toccarsi con più decisione. Si sentiva sensibile, ma non come si era sentito sotto la doccia. Presto sollevò l'elastico dei pantaloni e con esso quello delle mutande per potersi sentire meglio. Il contatto con la sua pelle gli portò un forte senso di calore e si accorse di avere la punta leggermente bagnata.
Con l'altra mano si stava accarezzando il collo, anch'esso bollente, e iniziò a gemere mentre se lo stringeva muovendo lentamente la mano dentro le mutande.
Aveva voglia di farsi godere subito, ma pensò che lei avrebbe iniziato lentamente, sia con se stessa sia con lui, e il pensiero gli fece venire voglia di farsi smaniare un po', toccandosi con lentezza.
Quando trovò la forza di fermarsi, ne approfittò per togliersi il maglione. Sollevando leggermente il sedere dal divano si sfilò anche pantaloni e mutande, restando completamente nudo. Il suo pene, finalmente liberato dalla costrizione dei vestiti, svettò verso l'alto, la punta scoperta e lucida di umori. Scese nuovamente con la mano e ci passò un dito sopra, bagnandoselo. Adorava quando lei, prima di succhiarglielo, giocava con la punta della lingua sul suo buchino, portando via gocce di quello che era un anticipo del piacere che di lì a poco sarebbe arrivato.
Ed era a questo che pensava mentre la sua mano riprendeva a fare su e giù lungo la sua asta, stavolta a un ritmo ben più sostenuto.
Pensava alla lingua della sua ragazza e a quanto avrebbe voluto appoggiare la propria tra le cosce di lei, leccando via il suo sapore intenso. Sarebbe stato bello se lei avesse potuto provare le conseguenze fisiche di quel suo pensiero, trovandosi a gemere e a sudare senza motivo, magari proprio durante la cena con le sue colleghe.
Chi sudava e gemeva invece era lui, sempre più preso dal proprio tocco e dal proprio ritmo.
Scese con la mano sinistra a massaggiarsi i testicoli e se lo strinse più forte con la mano destra, accelerando ulteriormente e iniziando a gemere ad alta voce, senza più controllarsi, con versi gutturali che sembravano partire dal centro del petto. Ad accompagnare questi, il suono della sua mano sul suo pene che perdeva umori.
L'ultimo pensiero che fece in tempo a prenderlo fu quello della sua ragazza che, sentendo quei rumori, si accorgeva della sua masturbazione e, entrando in salotto, si sedeva di fronte a lui, cuscino sul pavimento, a guardarlo mentre si faceva venire. A questo pensiero sentì il proprio respiro accorciarsi e i suoi glutei contrarsi.
"Eccomi, amore, sto venendo" si lasciò sfuggire, tra un gemito e l'altro, mentre i primi spasmi dell'orgasmo lo facevano tremare sul divano e mentre sentiva la propria pancia bagnarsi dopo il primo caldo schizzo, mentre il secondo, più forte, lo colpì sul mento, colandogli lungo il collo. Continuò a muovere velocemente la mano, venendosi anche sul petto e sporcandosi le cosce e la mano. Alcune gocce bagnarono persino il divano e il pavimento. Sembrava non finire più, l'attesa lo aveva portato a un orgasmo lungo e fortissimo. Quando rallentò, anche i suoi gemiti scesero d'intensità e, continuando a massaggiarsi il pene completamente lucido di sperma e che stava perdendo lentamente tono, pur mantenendo grande sensibilità, si accorse del disastro che aveva combinato venendosi addosso.
Appoggiò la testa sulla tastiera del divano e, ripensando a quando questi disastri li combinava da ragazzino, ridacchiò rilassato. Decise di immortalare il momento, per poterne ridere insieme alla sua ragazza.
DRIIIIIIIN
"Cazzo, la pizza!"
Erano le 20.45. Aveva perso la cognizione del tempo. Il pizzaiolo, per fortuna, era addirittura in ritardo di un quarto d'ora. Lanciò via il telefono, si asciugò come poteva sacrificando le proprie mutande, che già presentavano una macchia nella zona anteriore, e corse in bagno a infilarsi l'accappatoio, per poi affrettarsi verso la porta a pagare e ritirare la pizza.
Pizza, nuova doccia e lavatrice, questo era il programma.
Dopo avere infilato l'accappatoio e le mutande in lavatrice insieme al telo del divano, si sedette nuovamente in salotto e riprese a guardare la serie TV che aveva stoppato in precedenza. Con lo stomaco pieno e rilassato dalla seconda doccia in poche ore, recuperò il telefono e si sorprese di vedere che erano già le 22.30. Tra le varie notifiche e le mail, vide anche che c'erano due messaggi della sua ragazza, che con gioia aprì.
"Ti ho pensato. Buon appetito." Ore 21.00.
Allegata al messaggio, una foto che si affrettò a scaricare. Indice e medio della sua ragazza, completamente madidi dei suoi umori e con un velo biancastro alla base.
Un fremito tra le gambe lo fece sospirare. Domenica non era poi così lontana.
scritto il
2021-12-07
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