Green Pass con pompino
di
La Segretaria Porca
genere
etero
Giuseppe mi stava ancora sodomizzando quando in ufficio entrò in tutta fretta una delle altre segretarie. Sconvolta in viso ci disse che le forze dell'ordine avevano appena suonato al citofono dello stabile e stavano arrivando per un controllo.
Giuseppe si rivestì in fretta, non era venuto e aveva il pisello ancora bello dritto e io non avevo il tempo materiale per finire con un lavoretto di mano o di bocca. Il suo cazzone avrebbe dovuto ammosciarsi da solo, passando dalla libido di mettermelo in culo all'ansia per un controllo delle forze dell'ordine.
Lavoro con Giuseppe da anni. Mi ha assunta che ero poco più di una scolaretta. Ero una ventenne prosperosa e anche un po' mignotta. Sin dai primi giorni di lavoro ho cercato di sedurlo, non è mai stato bello o interessante fisicamente ma è pur sempre il mio datore di lavoro e quale miglior rapporto con un capo se non succhiargli ogni tanto il cazzo per avere privilegi o aumenti salariali?
Gli ultimi anni sono stati difficili per entrambi. Io non ho un ragazzo stabile e mi sono messa a scopare in giro con chi capita. In ufficio sembro una donna di classe, una raffinata e piena di cultura e interessi, fuori da queste quattro mura mi faccio sbattere come una cagna. Mi piace fare i pompino, adoro quando i maschietti mi umiliano. Bevo la piscia, ingoio la sborra, mi faccio venire in faccia. Ho provato a fare sesso con più uomini e mi son sempre divertita.
Giuseppe era chiuso agli inizi, molto riservato. Pensavo fosse per timidezza invece la colpa era della sua religione. Ho scoperto per caso del suo credo, stavamo parlando di aborto ed eutanasia e viene fuori che è Testimone di Geova. Chi l'avrebbe mai detto?
Il mio capo è uno di quelli che va a citofonare alle persone alle otto del mattino la domenica!
Questo mi eccitava. Volevo conquistare la sua fiducia e turbare la sua anima innocente.
Ho iniziato a vestirmi sempre più sexy e notavo il suo interesse nei miei confronti. Non guardava più le altre segretarie, non si interessava più solo del lavoro. Aveva attenzioni per il mio corpo. Verso primavera non portavo il reggiseno e le mie grosse tette strabordavano dalla maglietta.
Giuseppe rimaneva in fissa sui miei meloni e sentivo il suo cazzo indurirsi da dietro la zip dei pantaloni. Vedevo i jeans gonfiarsi e ogni tanto bagnarsi per la mia presenza.
Un giorno non ho resistito e senza pensarci due volte ho avvicinato la bocca al suo pacco e ho iniziato a strusciare la mia lingua sui pantaloni.
Giuseppe non si è ritratto anzi mi ha chiesto di non fermarmi.
Ho tirato giù la zip e ho portato il suo uccello fuori dai jeans. Ho fatto un pompino che ancora oggi mi sembra di avere il suo sperma caldo in bocca.
Era la prima volta che una donna gli faceva un pompino. Nella sua religione era proibito fare queste cose e la moglie non si era mai azzardata a succhiargli l'uccello.
Mi ero fatta venire in bocca, volevo assaporasse l'esperienza per intero, doveva ricordare quella mattina come fosse un nuovo inizio, l'alba di una nuova vita.
La nostra non era una relazione clandestina. Non scopavamo tanto per scopare e non c'era nulla di programmato nelle nostre intenzioni.
Nei momenti di magra per entrambi capitava di sentirsi più vicini emotivamente e allora ci scappava un bacio a lavoro oppure un pompino o una scopata veloce in bagno. Le altre segretarie non osavano parlare di questa situazione anche se erano a conoscenza del nostro rapporto.
Capitava di dover lavorare in trasferta e Giuseppe prendeva una stanza per due persone, non mi faceva dormire da sola e a lui non piaceva dormire da solo.
Alla moglie nascondeva tutti i dettagli del viaggio soprattutto quelli piccanti.
Facevamo contratti con i clienti e io facevo pompini al mio principale-amante.
Prima della pandemia il nostro mondo era perfetto. Lui con me si sentiva vivo, nuovamente giovane. Io con lui potevo confidarmi, avere il sostegno di un uomo più maturo senza dover mettere radici o sentirmi ingabbiata in una relazione. La mia figa era calda e vogliosa e Giuseppe col tempo si era trasformato da ingenuo testimone di Geova a porcello senza freni inibitori.
Ora era lui a comandare il gioco. Voleva provare tutto, andare oltre i limiti che si era sempre imposto.
La moglie era una scorbutica bigotta e non gli avrebbe mai dato soddisfazioni sessuali, non le stesse soddisfazioni che potevo fare io.
Quando ha scoperto il pissing gli si è aperto un mondo. Era eccitato all'idea di potermi pisciare in bocca. Voleva fare queste porcate solo con me. Non si è mai esposto con una puttana o una escort. Ero io la sua puttana, la sua escort, la sua fuga da una famiglia e una religione tossica.
In cambio mi dava amore, soldi e libertà. Il lavoro non era più un obbligo ma un passatempo e il fare pompini o dare il culo al capo non era più un dare ma un volere. Io volevo lui mi scopasse il culo almeno una volta a settimana. Volevo farmi sbrodolare in bocca una bella sborrata calda. La nostra vita era in simbiosi.
Il covid ci ha divisi per una questione etica. Lui si è vaccinato, io da stupida ho preferito fare la NoVax. Il motivo? Mi piace andare contro le regole, fare quella che si distingue. Non ho fatto il vaccino e mi son rifiutata di fare i tamponi per andare a lavorare. Giuseppe non ha opposto resistenza. Io ho la possibilità di ricattarlo, se lui mi lascia senza lavoro o mi da una multa vado subito dalla moglie per raccontarle anni di pompini e scopate in ufficio.
La mattina Giuseppe passa col suo smartphone a controllare i QR del green pass, quando arriva il mio turno sbottono la patta dei pantaloni, succhio il cazzo e mi bevo la sborra. Questo è il nostro controllo green pass in ufficio. Ci sono giorni che Giuseppe passa due o tre volte per controllare il mio QR e ogni volta guadagna un bel bocchino.
Ho messo su qualche chilo negli anni, a furia di bere sperma chissà quante proteine. Mi piace e voglio continuare a spompinare Giuseppe per il resto dei miei giorni.
...
Le forze dell'ordine sono appena andare via, in ufficio c'è ansia e rabbia. Hanno fatto un controllo per vedere se venivano controllati i QR dei dipendenti. Giuseppe ha dovuto confessare la mia presenza e ha dovuto dire alle forze dell'ordine che sono mesi che mi permette di venire in ufficio senza green pass in cambio di un bocchino.
Che vergogna.
Mi hanno fatto una ramanzina, mi è stata data una multa e pure una denuncia.
Giuseppe è distrutto, si sente in colpa, ha dovuto tradire la sua puttana con le forze dell'ordine.
Ci siamo abbracciati, ho tirato nuovamente fuori il suo cazzo e ho fatto il più godurioso dei pompini, mi son fatta inondare la bocca e pure la faccia.
Domani verrò non ufficio col tampone negativo, non posso creare altri problemi a Giuseppe. Ho promesso a Giuseppe che le cose non cambieranno per noi, tutti i giorni oltre al controllo QR ci sarà un bel pompino con ingoio.
Forse mi farò il vaccino, ingoio sborra da anni e dovrei avere paura di un vaccino?
Giuseppe si rivestì in fretta, non era venuto e aveva il pisello ancora bello dritto e io non avevo il tempo materiale per finire con un lavoretto di mano o di bocca. Il suo cazzone avrebbe dovuto ammosciarsi da solo, passando dalla libido di mettermelo in culo all'ansia per un controllo delle forze dell'ordine.
Lavoro con Giuseppe da anni. Mi ha assunta che ero poco più di una scolaretta. Ero una ventenne prosperosa e anche un po' mignotta. Sin dai primi giorni di lavoro ho cercato di sedurlo, non è mai stato bello o interessante fisicamente ma è pur sempre il mio datore di lavoro e quale miglior rapporto con un capo se non succhiargli ogni tanto il cazzo per avere privilegi o aumenti salariali?
Gli ultimi anni sono stati difficili per entrambi. Io non ho un ragazzo stabile e mi sono messa a scopare in giro con chi capita. In ufficio sembro una donna di classe, una raffinata e piena di cultura e interessi, fuori da queste quattro mura mi faccio sbattere come una cagna. Mi piace fare i pompino, adoro quando i maschietti mi umiliano. Bevo la piscia, ingoio la sborra, mi faccio venire in faccia. Ho provato a fare sesso con più uomini e mi son sempre divertita.
Giuseppe era chiuso agli inizi, molto riservato. Pensavo fosse per timidezza invece la colpa era della sua religione. Ho scoperto per caso del suo credo, stavamo parlando di aborto ed eutanasia e viene fuori che è Testimone di Geova. Chi l'avrebbe mai detto?
Il mio capo è uno di quelli che va a citofonare alle persone alle otto del mattino la domenica!
Questo mi eccitava. Volevo conquistare la sua fiducia e turbare la sua anima innocente.
Ho iniziato a vestirmi sempre più sexy e notavo il suo interesse nei miei confronti. Non guardava più le altre segretarie, non si interessava più solo del lavoro. Aveva attenzioni per il mio corpo. Verso primavera non portavo il reggiseno e le mie grosse tette strabordavano dalla maglietta.
Giuseppe rimaneva in fissa sui miei meloni e sentivo il suo cazzo indurirsi da dietro la zip dei pantaloni. Vedevo i jeans gonfiarsi e ogni tanto bagnarsi per la mia presenza.
Un giorno non ho resistito e senza pensarci due volte ho avvicinato la bocca al suo pacco e ho iniziato a strusciare la mia lingua sui pantaloni.
Giuseppe non si è ritratto anzi mi ha chiesto di non fermarmi.
Ho tirato giù la zip e ho portato il suo uccello fuori dai jeans. Ho fatto un pompino che ancora oggi mi sembra di avere il suo sperma caldo in bocca.
Era la prima volta che una donna gli faceva un pompino. Nella sua religione era proibito fare queste cose e la moglie non si era mai azzardata a succhiargli l'uccello.
Mi ero fatta venire in bocca, volevo assaporasse l'esperienza per intero, doveva ricordare quella mattina come fosse un nuovo inizio, l'alba di una nuova vita.
La nostra non era una relazione clandestina. Non scopavamo tanto per scopare e non c'era nulla di programmato nelle nostre intenzioni.
Nei momenti di magra per entrambi capitava di sentirsi più vicini emotivamente e allora ci scappava un bacio a lavoro oppure un pompino o una scopata veloce in bagno. Le altre segretarie non osavano parlare di questa situazione anche se erano a conoscenza del nostro rapporto.
Capitava di dover lavorare in trasferta e Giuseppe prendeva una stanza per due persone, non mi faceva dormire da sola e a lui non piaceva dormire da solo.
Alla moglie nascondeva tutti i dettagli del viaggio soprattutto quelli piccanti.
Facevamo contratti con i clienti e io facevo pompini al mio principale-amante.
Prima della pandemia il nostro mondo era perfetto. Lui con me si sentiva vivo, nuovamente giovane. Io con lui potevo confidarmi, avere il sostegno di un uomo più maturo senza dover mettere radici o sentirmi ingabbiata in una relazione. La mia figa era calda e vogliosa e Giuseppe col tempo si era trasformato da ingenuo testimone di Geova a porcello senza freni inibitori.
Ora era lui a comandare il gioco. Voleva provare tutto, andare oltre i limiti che si era sempre imposto.
La moglie era una scorbutica bigotta e non gli avrebbe mai dato soddisfazioni sessuali, non le stesse soddisfazioni che potevo fare io.
Quando ha scoperto il pissing gli si è aperto un mondo. Era eccitato all'idea di potermi pisciare in bocca. Voleva fare queste porcate solo con me. Non si è mai esposto con una puttana o una escort. Ero io la sua puttana, la sua escort, la sua fuga da una famiglia e una religione tossica.
In cambio mi dava amore, soldi e libertà. Il lavoro non era più un obbligo ma un passatempo e il fare pompini o dare il culo al capo non era più un dare ma un volere. Io volevo lui mi scopasse il culo almeno una volta a settimana. Volevo farmi sbrodolare in bocca una bella sborrata calda. La nostra vita era in simbiosi.
Il covid ci ha divisi per una questione etica. Lui si è vaccinato, io da stupida ho preferito fare la NoVax. Il motivo? Mi piace andare contro le regole, fare quella che si distingue. Non ho fatto il vaccino e mi son rifiutata di fare i tamponi per andare a lavorare. Giuseppe non ha opposto resistenza. Io ho la possibilità di ricattarlo, se lui mi lascia senza lavoro o mi da una multa vado subito dalla moglie per raccontarle anni di pompini e scopate in ufficio.
La mattina Giuseppe passa col suo smartphone a controllare i QR del green pass, quando arriva il mio turno sbottono la patta dei pantaloni, succhio il cazzo e mi bevo la sborra. Questo è il nostro controllo green pass in ufficio. Ci sono giorni che Giuseppe passa due o tre volte per controllare il mio QR e ogni volta guadagna un bel bocchino.
Ho messo su qualche chilo negli anni, a furia di bere sperma chissà quante proteine. Mi piace e voglio continuare a spompinare Giuseppe per il resto dei miei giorni.
...
Le forze dell'ordine sono appena andare via, in ufficio c'è ansia e rabbia. Hanno fatto un controllo per vedere se venivano controllati i QR dei dipendenti. Giuseppe ha dovuto confessare la mia presenza e ha dovuto dire alle forze dell'ordine che sono mesi che mi permette di venire in ufficio senza green pass in cambio di un bocchino.
Che vergogna.
Mi hanno fatto una ramanzina, mi è stata data una multa e pure una denuncia.
Giuseppe è distrutto, si sente in colpa, ha dovuto tradire la sua puttana con le forze dell'ordine.
Ci siamo abbracciati, ho tirato nuovamente fuori il suo cazzo e ho fatto il più godurioso dei pompini, mi son fatta inondare la bocca e pure la faccia.
Domani verrò non ufficio col tampone negativo, non posso creare altri problemi a Giuseppe. Ho promesso a Giuseppe che le cose non cambieranno per noi, tutti i giorni oltre al controllo QR ci sarà un bel pompino con ingoio.
Forse mi farò il vaccino, ingoio sborra da anni e dovrei avere paura di un vaccino?
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Commenti dei lettori al racconto erotico