Giovanni
di
Paolo Pvt
genere
bisex
Giovanni è un 45enne originario del Sud, ma vive a Vicenza.
Ha un fisico asciutto e muscoloso, piuttosto peloso.
Anche con lui abbiamo scambiato un po' di chat, credo per qualche mese, poi lui ha deciso che avremmo dovuto vederci assolutamente.
Lo invitai una sera a venirmi a trovare in ufficio, sul tardi.
Mi raggiunse e rimase ad aspettare al buio nel parcheggio che tutti se ne fossero andati.
Quando la via si fece libera lo feci sgattaiolare dentro e chiusi la porta dietro di lui.
Non ci volle molto per passare ai fatti: appena varcata la soglia mi accarezzò la patta che si stava ingrossando, lo accompagnai a stento verso il divano e quando ci fummo davanti mi cacciò la lingua in bocca; rimanemmo un po' in piedi a limonare e poi mi sussurrò: .
Io eseguii l'ordine, in un attimo ero nudo difronte a lui che nel frattempo si era spogliato ed era già in ginocchio.
Mi afferrò le natiche, spalancò la bocca e mi trasse a se. Mi teneva stretto per le natiche e mi pompava ripetutamente tenendo la testa ferma e ficcandosi in gola il mio cazzo. Questo però mi faceva barcollare e perdere l'equilibrio, allora appoggiai le mani alla sua testa;dapprima un semplice appoggio per mantenere l'equilibrio, ma pian piano gli afferravo la testa sempre più saldamente e mi trovai ad usarla come un masturbatore umano.
Gli stavo dando tutto il mio cazzo, ma ne volevo anch'io del suo. Mentre gli scopavo la testa notavo che si stava masturbando di gusto, allora gli feci cenno di sdraiarsi sul divano.
Aveva il cazzo durissimo, lo stringeva con la mano, io gliela tolsi e la sostituii con la mia bocca.
Fu lui allora ad afferrarmi per la nuca e premere la mia testa sul suo cazzo.
Mi sentivo soffocare, ma mi piaceva un mondo; gli stavo ricoprendo il cazzo di bava e di saliva, in rivoletto caldo gli colava giù dalle palle fino al buco del culo, mentre lui si sussultava di piacere.
Ad un tratto si girò, si mise in ginocchio sul divano, col culo all'insù e mi ordinò:
il suo buco del culo grondava della mia saliva, gli appoggiai la cappella al buchino e lo massaggiai. Un diavolo in me mi diceva “fallo!”, un altro diceva “non farlo!”. La mia cappella pulsava al ritmo del suo buco, si faceva sempre più calda, sempre più rossa....
Alla fine confesso che non varcai quella soglia, forse non ero pronto, forse era quella sua irruenza accompagnata da sottomissione che mi spiazzava un po'.
Rimasi a giocare con la cappella sul suo culo, tanto desiderato ed ora temuto.
Allora, forse spazientito, si distese supino sul divano, mi afferrò il cazzo duro con la mano, e mi trasse a sé e si infilò il mio cazzo in bocca, a me non rimase che cadere a bocca spalacata sul suo cazzo.
Ci trovammo cosi a 69, io sopra e lui sotto. Mentre gli scopavo la bocca mi facevo impalare la gola dalla sua verga.
Rimanemmo così a lungo fino a farci mancare il fiato, poi ci sedemmo sul divano uno a fianco dell'altro, con i cazzi duri l'uno nella mano dell'altro, a masturbarci.
Si sentiva solo il nostro ansimare ritmico mentre i nostri corpi si contorcevano sotto l'incalzare ritmico sempre più veloce dei nostri polsi.
Siamo esplosi quasi all'unisono schizzando il nostro sperma sul pavimento del mio ufficio.
Alla fine siamo rimasti così, con la mano grondante di sperma sul cazzo dell'altro.
Ci siamo sentiti ancora in chat, mi ha chiesto più volte di andarlo a trovare a casa sua (vive solo il fortunato), ma io non l'ho ancora fatto, e quando lo farò non dovrà più supplicarmi.
Ha un fisico asciutto e muscoloso, piuttosto peloso.
Anche con lui abbiamo scambiato un po' di chat, credo per qualche mese, poi lui ha deciso che avremmo dovuto vederci assolutamente.
Lo invitai una sera a venirmi a trovare in ufficio, sul tardi.
Mi raggiunse e rimase ad aspettare al buio nel parcheggio che tutti se ne fossero andati.
Quando la via si fece libera lo feci sgattaiolare dentro e chiusi la porta dietro di lui.
Non ci volle molto per passare ai fatti: appena varcata la soglia mi accarezzò la patta che si stava ingrossando, lo accompagnai a stento verso il divano e quando ci fummo davanti mi cacciò la lingua in bocca; rimanemmo un po' in piedi a limonare e poi mi sussurrò: .
Io eseguii l'ordine, in un attimo ero nudo difronte a lui che nel frattempo si era spogliato ed era già in ginocchio.
Mi afferrò le natiche, spalancò la bocca e mi trasse a se. Mi teneva stretto per le natiche e mi pompava ripetutamente tenendo la testa ferma e ficcandosi in gola il mio cazzo. Questo però mi faceva barcollare e perdere l'equilibrio, allora appoggiai le mani alla sua testa;dapprima un semplice appoggio per mantenere l'equilibrio, ma pian piano gli afferravo la testa sempre più saldamente e mi trovai ad usarla come un masturbatore umano.
Gli stavo dando tutto il mio cazzo, ma ne volevo anch'io del suo. Mentre gli scopavo la testa notavo che si stava masturbando di gusto, allora gli feci cenno di sdraiarsi sul divano.
Aveva il cazzo durissimo, lo stringeva con la mano, io gliela tolsi e la sostituii con la mia bocca.
Fu lui allora ad afferrarmi per la nuca e premere la mia testa sul suo cazzo.
Mi sentivo soffocare, ma mi piaceva un mondo; gli stavo ricoprendo il cazzo di bava e di saliva, in rivoletto caldo gli colava giù dalle palle fino al buco del culo, mentre lui si sussultava di piacere.
Ad un tratto si girò, si mise in ginocchio sul divano, col culo all'insù e mi ordinò:
il suo buco del culo grondava della mia saliva, gli appoggiai la cappella al buchino e lo massaggiai. Un diavolo in me mi diceva “fallo!”, un altro diceva “non farlo!”. La mia cappella pulsava al ritmo del suo buco, si faceva sempre più calda, sempre più rossa....
Alla fine confesso che non varcai quella soglia, forse non ero pronto, forse era quella sua irruenza accompagnata da sottomissione che mi spiazzava un po'.
Rimasi a giocare con la cappella sul suo culo, tanto desiderato ed ora temuto.
Allora, forse spazientito, si distese supino sul divano, mi afferrò il cazzo duro con la mano, e mi trasse a sé e si infilò il mio cazzo in bocca, a me non rimase che cadere a bocca spalacata sul suo cazzo.
Ci trovammo cosi a 69, io sopra e lui sotto. Mentre gli scopavo la bocca mi facevo impalare la gola dalla sua verga.
Rimanemmo così a lungo fino a farci mancare il fiato, poi ci sedemmo sul divano uno a fianco dell'altro, con i cazzi duri l'uno nella mano dell'altro, a masturbarci.
Si sentiva solo il nostro ansimare ritmico mentre i nostri corpi si contorcevano sotto l'incalzare ritmico sempre più veloce dei nostri polsi.
Siamo esplosi quasi all'unisono schizzando il nostro sperma sul pavimento del mio ufficio.
Alla fine siamo rimasti così, con la mano grondante di sperma sul cazzo dell'altro.
Ci siamo sentiti ancora in chat, mi ha chiesto più volte di andarlo a trovare a casa sua (vive solo il fortunato), ma io non l'ho ancora fatto, e quando lo farò non dovrà più supplicarmi.
1
voti
voti
valutazione
6
6
Commenti dei lettori al racconto erotico