Fantasie di una figlia - Il giorno dopo
di
FamFantasy
genere
incesti
Il nostro secondo racconto a quattro mani continuo del primo: siamo una coppia a cui piace tanto fantasticare tra di noi di incesti e abbiamo deciso di condividere con voi le nostre fantasie. Si accettano commenti e suggerimenti soprattutto da parte del pubblico femminile (nostra nuova mail: sfamixcp@gmail.com )
Il giorno dopo.
Mi risveglio nel mio lettino tra le lenzuola in disordine e sono sola lui non c'è: ho ancora indosso ancora quel che resta dei vestiti della sera prima maltrattati, con il corpetto ancora sporco dello sperma di mio padre, gli autoreggenti che dalla violenza della sera prima sono addirittura sfilati e la brasiliana sporca dei miei umori.
Mi libero del corpetto e della gonna e resto stesa a testa in su a pensare cosa era successo la sera prima e mi sento sconvolta: non volevo ma alla fine mi era piaciuto, quasi me ne vergogno, cosa cambierà ora? sarà un inferno la nostra vita?
Prendo il telefono e inizio a vedere le notifiche del cellulare con i tanti compagni di classe che mi fanno gli auguri per il mio compleanno, il 18esimo che non ho mai festeggiato la sera prima e che mi sembra lontano anni luce dopo tutto quello che era successo quella notte.
Ad un certo punto il telefono squilla, è Lella la mia migliore amica e compagna di classe che vuole farmi gli auguri:
"Auguriiiiiii, mi dispiace per ieri sera ma dobbiamo assolutamente recuperare", Lella mi sente tentennare al telefono, sono come assorta in un altro mondo e lei come sempre mi capisce a volo quando qualcosa non va: "ho una bella notizia da darti ho fatto il tampone e sono negativa, quindi tra poco mi vesto e vengo da te per farti gli auguri come si deve e stiamo un po insieme".
Il mio umore cambia e torno quella di prima contenta della sorpresa della mia migliore amica potrò festeggiare il mio 18esimo almeno in sua compagnia: mi alzo finalmente dal letto e vado a farmi la doccia, non posso farmi vedere in quelle condizioni.
E' mattina, in casa non c'è nessuno, Mamma tornerà dal lavoro domani, papà ha lasciato un biglietto in cucina "torno tardi": la mia mente torna alla sera prima e il terrore per quello che è accaduto mi risale "non volevo, non si fa...ma alla fine mi è piaciuto", la testa torna a quei pensieri mentre mi dirigo sotto la doccia.
Mentre mi insapono e l'acqua scorre sul mio corpo i pensieri non si schiodano da ciò che è successo, sento il bisogno di parlarne con qualcuno, ma con chi? A chi chiedere consiglio? Normalmente ne avrei parlato come sempre con Lella: da sempre ci confidiamo tutti tra primi baci, primi amori e prime esperienze, ma questo come potrei dirglielo? Mi prenderebbe per matta o peggio scapperebbe via.
Il tempo passa veloce mentre la mente corre da un pensiero ad un altro, tant'è che quando esco dalla doccia è quasi passata 1 ora e Lella mi ha mandato un messaggio che è quasi arrivata: mi metto un leggings a volo e un felpa di quelle che scoprono l'ombelico giusto in tempo che suoni il campanello.
Apro la porta e non faccio neanche in tempo a dire ciao che Lella mi salta letteralmente addosso e mi abbraccia riempendomi di baci sulla guancia e facendomi gli auguri.
Siamo da sempre unite ma siamo diversissime se pur coetanee: lei più grande di me di un mese, ma molto bassa 1,50, magrissima ma con un fisico tonico e palestrato grazie ai tanti anni di ginnastica artistica che da sempre pratichiamo entrambe.
Non è venuta a mani vuote la mia Lella: cornetti e colazione per una mandria e siamo solo in due, corriamo in cucina per fiondarci sui cornetti (avevo una fame assurda dopo l'alcool e tutto quello che era successo la sera prima) e iniziamo a ridere e scherzare, ero tornata di buon umore.
Ad un certo punto Lella mi chiede cosa avessi fatto la sera prima "come hai festeggiato alla fine? che sfiga dover far saltare i festeggiamenti del proprio 18esimo compleanno la sera prima per colpa di questo maledetto covid".
Io non so cosa risponderle vorrei dirle tutto ma non posso e alla fine mi chiudo dietro a "una cena con papà", poche parole semplici ma il mio umore torna ad incupirsi e i sensi di colpa per quello che era successo tornano nella mia mente.
Lella se ne accorge mi chiede cosa c'è che non andava e io mi nascondo dietro alla tristezza della festa di compleanno saltato, però lei è la mia migliore amica e si impegna a tirarmi su di morale e la giornata passa tra risate, pettegolezzi, play station e tv: il tempo vola quando stiamo insieme e anche l'umore torna ad essere quello di sempre.
Sono le 4 del pomeriggio quando il mio cellulare vibra per una notifica è un messaggio di papà: "torno molto tardi stasera non mi aspettare sveglia", mentre lo leggo i pensieri tornano o meglio precipitano alla sera prima senza che io possa controllarli e puntuali tornano i sensi di colpa e terrore per quello che avevamo fatto la sera prima, mi sento agitata e senza che ne accorga una lacrima poi una seconda iniziano scorrere sul mio viso.
Lella davanti a me sbianca, non capisce cosa sta succedendo perchè ormai piango a dirotto con il telefono tra le mani, mi chiede "che succede"?, "che successo"? Io non riesco a rispondere ma solo a piangere ininterrottamente con il viso ormai pieno di lacrime: ai miei silenzi Lella mi abbraccia e mi stringe forte cercando di rincuorarmi anche se ignora la ragione del mio stato d'animo.
Io non riesco a calmarmi, ho bisogno di dirlo a qualcuno, di confidarmi, di capire se quello che ho fatto era sbagliato o meno, perchè alla fine mi era piaciuto, stavo per impazzire.
Era un ora che continuavo a piangere, quasi singhiozzavo tanto da far preoccupare Lella che ad un certo punto mi prepara una camomilla per farmi calmare: me la porta a letto e mi riabbraccia a quel punto non resisto più e le racconto tutto.
Sono un fiume in piena, dal vino, al locale a quello che era successo in quella camera la sera prima di me costretta da mio padre sulla scrivania, il mio non volere e il piacere che alla fine avevo provato, racconto tutto di getto non riesco a fermarmi, sono così presa dai miei pensieri e dalle mie parole che non la guardo neanche e non vedo le sue reazioni penso solo a liberarmi di un peso.
Le dico tutto, le indico anche il corpetto su cui vi è lo sperma di mio padre ancora buttato sulla sedia e alla fine crollo in un nuovo pianto stremata dalla mia stessa confessione e dalle immagini nella mente della sera prima: ho paura di cosa possa dire e tengo la testa tra le miei mani.
Ad un certo punto lei mi abbraccia, scosta le mani e con un dito mi riprende ogni lacrima e mi bacia la guancia come ad asciugare ogni singola goccia, mi sussurra di restare calma, "non ci riesco" le urlo, "cosa abbiamo fatto"...a quel punto vedo quello che non avevo ancora notato.
Mentre con una mano mi puliva il viso, Lella, la mia amica Lella, si accarezzava da sotto la tutta..."ma che stai facendo?" le chiedo quasi pietrificata, lei per tutta risposta mi salta in braccio come all'ingresso e mi bacia, ma non come prima ora non sono le lacrime il suo obbiettivo ma le mie labbra, resto sconvolta pietrificata, dopo quello che era successo la notte prima con papà ora Lella la mia migliore amica, ma come la sera prima non riesco a reagire.
Continua a baciarmi e poi inizia ad accarezzarmi: infila le sue manine sotto la corta felpa, cerca i miei seni abbondanti lei che ha una prima vuole con avidità la mia terza lo sento da come cerca i miei seni con le mani e una volta scoperti dalla felpa liberi da il reggiseno che non avevo indossato si fionda con la lingua.
Non ci capisco più nulla sto godendo nuovamente, una altra volta da qualcosa che è iniziato senza che io lo volessi: sento i miei capezzoli che diventano durissimi e le mutandine fradice mentre il mio ventre inizia a cercare il suo.
Le chiedo perchè ma continua a non rispondermi, alla quarta volta che glieloo chiedo mi sussurra nell'orecchio "amo gli incesti, li sogno da una vita e leggo racconti del genere da sempre, quando mi hai raccontato quello che ti è successo non ci ho visto più..." e a quel punto sono io che mi lascio andare e inizio a baciarla (non mi sento più sola, ho qualcuno che mi comprende).
La divoro letteralmente con la mia bocca, non avevo mai baciato una altra ragazza, mai ed è una sensazione bellissima che mi scatena sempre di più voglio il controllo: io fisicamente molto più presente di lei con il mio metro e 65 ci metto un secondo a rovesciarla e piazzarmi sopra di lei le tolgo il maglioncino in un momento e scopro il suo seno piccolissimo la sua prima in un reggiseno nero merlettato, non resisto voglio i suoi capezzoli e fiondo la mia bocca sulle sue piccole tettine mentre ormai senza alcun pudore strofino il mio ventre contro di lei come una indemoniata.
La sento tremare sotto di me sta per venire ma voglio mantenere io il controllo, mi scosto da lei e mi fermo, le togo il pantalone scoprendo il suo culetto in un perizoma nero quasi da filo interdentale: infilo la mi mano sotto al tessuto, è completamente depilata, sento il clitoride eccitato come non mai e inizio a strofinarlo per poi entrare nella sua fica con un dito è strettissima, cosa che mi invoglia ad aprirla ancora di più infilandole un altro dito mentre lei si è attaccata alla mia terza coppa b e le succhia divorandole.
Continuo a muovere le due dita dentro la sua fichetta stretta, ad un certo punto le tiro fuori le voglio leccare ma non contenta gliele fico dritte in bocca: voglio dominarla, adesso voglio comandare io e a quel punto che la violenza subita la sera prima si impossessa di me ritorno con la mano sotto al suo perizoma e invece delle due dita ne infilo prima 3 poi quattro stretta come è urla di dolore ma non mi chiede di fermarmi si concentra a succhiarmi i capezzoli fino a che non trema copiosamente, le mie dita si muovono in un lago mentre lei urla e viene.
Ma a me non basta, è il mio turno: la prendo di forza e la faccio stendere più sotto e mi piazzo a gambe aperte sulla sua bocca con la mia fica depilata e inizio letteralmente a scopargli la bocca, la uso come la sera prima ero stata usata io, dimentico quasi che sotto di me c'è una persona, ma semplicemente un oggetto dal quale trarre piacere.
Sono così eccitata che duro poco e vengo come non mai contro la sua bocca mentre finalmente mi accorgo che lei cerca di usare al meglio la sua lingua.
Fu così che crolliamo tutte e due stremate sul mio lettino dopo un tempo indefinito: entrambe abbracciate con lei con la testa sulla mia terza e io con che l'abbraccio e distrutte ci addormentiamo.
Commenti e suggerimenti soprattutto femminili sono ben graditi sfamixcp@gmail.com
Il giorno dopo.
Mi risveglio nel mio lettino tra le lenzuola in disordine e sono sola lui non c'è: ho ancora indosso ancora quel che resta dei vestiti della sera prima maltrattati, con il corpetto ancora sporco dello sperma di mio padre, gli autoreggenti che dalla violenza della sera prima sono addirittura sfilati e la brasiliana sporca dei miei umori.
Mi libero del corpetto e della gonna e resto stesa a testa in su a pensare cosa era successo la sera prima e mi sento sconvolta: non volevo ma alla fine mi era piaciuto, quasi me ne vergogno, cosa cambierà ora? sarà un inferno la nostra vita?
Prendo il telefono e inizio a vedere le notifiche del cellulare con i tanti compagni di classe che mi fanno gli auguri per il mio compleanno, il 18esimo che non ho mai festeggiato la sera prima e che mi sembra lontano anni luce dopo tutto quello che era successo quella notte.
Ad un certo punto il telefono squilla, è Lella la mia migliore amica e compagna di classe che vuole farmi gli auguri:
"Auguriiiiiii, mi dispiace per ieri sera ma dobbiamo assolutamente recuperare", Lella mi sente tentennare al telefono, sono come assorta in un altro mondo e lei come sempre mi capisce a volo quando qualcosa non va: "ho una bella notizia da darti ho fatto il tampone e sono negativa, quindi tra poco mi vesto e vengo da te per farti gli auguri come si deve e stiamo un po insieme".
Il mio umore cambia e torno quella di prima contenta della sorpresa della mia migliore amica potrò festeggiare il mio 18esimo almeno in sua compagnia: mi alzo finalmente dal letto e vado a farmi la doccia, non posso farmi vedere in quelle condizioni.
E' mattina, in casa non c'è nessuno, Mamma tornerà dal lavoro domani, papà ha lasciato un biglietto in cucina "torno tardi": la mia mente torna alla sera prima e il terrore per quello che è accaduto mi risale "non volevo, non si fa...ma alla fine mi è piaciuto", la testa torna a quei pensieri mentre mi dirigo sotto la doccia.
Mentre mi insapono e l'acqua scorre sul mio corpo i pensieri non si schiodano da ciò che è successo, sento il bisogno di parlarne con qualcuno, ma con chi? A chi chiedere consiglio? Normalmente ne avrei parlato come sempre con Lella: da sempre ci confidiamo tutti tra primi baci, primi amori e prime esperienze, ma questo come potrei dirglielo? Mi prenderebbe per matta o peggio scapperebbe via.
Il tempo passa veloce mentre la mente corre da un pensiero ad un altro, tant'è che quando esco dalla doccia è quasi passata 1 ora e Lella mi ha mandato un messaggio che è quasi arrivata: mi metto un leggings a volo e un felpa di quelle che scoprono l'ombelico giusto in tempo che suoni il campanello.
Apro la porta e non faccio neanche in tempo a dire ciao che Lella mi salta letteralmente addosso e mi abbraccia riempendomi di baci sulla guancia e facendomi gli auguri.
Siamo da sempre unite ma siamo diversissime se pur coetanee: lei più grande di me di un mese, ma molto bassa 1,50, magrissima ma con un fisico tonico e palestrato grazie ai tanti anni di ginnastica artistica che da sempre pratichiamo entrambe.
Non è venuta a mani vuote la mia Lella: cornetti e colazione per una mandria e siamo solo in due, corriamo in cucina per fiondarci sui cornetti (avevo una fame assurda dopo l'alcool e tutto quello che era successo la sera prima) e iniziamo a ridere e scherzare, ero tornata di buon umore.
Ad un certo punto Lella mi chiede cosa avessi fatto la sera prima "come hai festeggiato alla fine? che sfiga dover far saltare i festeggiamenti del proprio 18esimo compleanno la sera prima per colpa di questo maledetto covid".
Io non so cosa risponderle vorrei dirle tutto ma non posso e alla fine mi chiudo dietro a "una cena con papà", poche parole semplici ma il mio umore torna ad incupirsi e i sensi di colpa per quello che era successo tornano nella mia mente.
Lella se ne accorge mi chiede cosa c'è che non andava e io mi nascondo dietro alla tristezza della festa di compleanno saltato, però lei è la mia migliore amica e si impegna a tirarmi su di morale e la giornata passa tra risate, pettegolezzi, play station e tv: il tempo vola quando stiamo insieme e anche l'umore torna ad essere quello di sempre.
Sono le 4 del pomeriggio quando il mio cellulare vibra per una notifica è un messaggio di papà: "torno molto tardi stasera non mi aspettare sveglia", mentre lo leggo i pensieri tornano o meglio precipitano alla sera prima senza che io possa controllarli e puntuali tornano i sensi di colpa e terrore per quello che avevamo fatto la sera prima, mi sento agitata e senza che ne accorga una lacrima poi una seconda iniziano scorrere sul mio viso.
Lella davanti a me sbianca, non capisce cosa sta succedendo perchè ormai piango a dirotto con il telefono tra le mani, mi chiede "che succede"?, "che successo"? Io non riesco a rispondere ma solo a piangere ininterrottamente con il viso ormai pieno di lacrime: ai miei silenzi Lella mi abbraccia e mi stringe forte cercando di rincuorarmi anche se ignora la ragione del mio stato d'animo.
Io non riesco a calmarmi, ho bisogno di dirlo a qualcuno, di confidarmi, di capire se quello che ho fatto era sbagliato o meno, perchè alla fine mi era piaciuto, stavo per impazzire.
Era un ora che continuavo a piangere, quasi singhiozzavo tanto da far preoccupare Lella che ad un certo punto mi prepara una camomilla per farmi calmare: me la porta a letto e mi riabbraccia a quel punto non resisto più e le racconto tutto.
Sono un fiume in piena, dal vino, al locale a quello che era successo in quella camera la sera prima di me costretta da mio padre sulla scrivania, il mio non volere e il piacere che alla fine avevo provato, racconto tutto di getto non riesco a fermarmi, sono così presa dai miei pensieri e dalle mie parole che non la guardo neanche e non vedo le sue reazioni penso solo a liberarmi di un peso.
Le dico tutto, le indico anche il corpetto su cui vi è lo sperma di mio padre ancora buttato sulla sedia e alla fine crollo in un nuovo pianto stremata dalla mia stessa confessione e dalle immagini nella mente della sera prima: ho paura di cosa possa dire e tengo la testa tra le miei mani.
Ad un certo punto lei mi abbraccia, scosta le mani e con un dito mi riprende ogni lacrima e mi bacia la guancia come ad asciugare ogni singola goccia, mi sussurra di restare calma, "non ci riesco" le urlo, "cosa abbiamo fatto"...a quel punto vedo quello che non avevo ancora notato.
Mentre con una mano mi puliva il viso, Lella, la mia amica Lella, si accarezzava da sotto la tutta..."ma che stai facendo?" le chiedo quasi pietrificata, lei per tutta risposta mi salta in braccio come all'ingresso e mi bacia, ma non come prima ora non sono le lacrime il suo obbiettivo ma le mie labbra, resto sconvolta pietrificata, dopo quello che era successo la notte prima con papà ora Lella la mia migliore amica, ma come la sera prima non riesco a reagire.
Continua a baciarmi e poi inizia ad accarezzarmi: infila le sue manine sotto la corta felpa, cerca i miei seni abbondanti lei che ha una prima vuole con avidità la mia terza lo sento da come cerca i miei seni con le mani e una volta scoperti dalla felpa liberi da il reggiseno che non avevo indossato si fionda con la lingua.
Non ci capisco più nulla sto godendo nuovamente, una altra volta da qualcosa che è iniziato senza che io lo volessi: sento i miei capezzoli che diventano durissimi e le mutandine fradice mentre il mio ventre inizia a cercare il suo.
Le chiedo perchè ma continua a non rispondermi, alla quarta volta che glieloo chiedo mi sussurra nell'orecchio "amo gli incesti, li sogno da una vita e leggo racconti del genere da sempre, quando mi hai raccontato quello che ti è successo non ci ho visto più..." e a quel punto sono io che mi lascio andare e inizio a baciarla (non mi sento più sola, ho qualcuno che mi comprende).
La divoro letteralmente con la mia bocca, non avevo mai baciato una altra ragazza, mai ed è una sensazione bellissima che mi scatena sempre di più voglio il controllo: io fisicamente molto più presente di lei con il mio metro e 65 ci metto un secondo a rovesciarla e piazzarmi sopra di lei le tolgo il maglioncino in un momento e scopro il suo seno piccolissimo la sua prima in un reggiseno nero merlettato, non resisto voglio i suoi capezzoli e fiondo la mia bocca sulle sue piccole tettine mentre ormai senza alcun pudore strofino il mio ventre contro di lei come una indemoniata.
La sento tremare sotto di me sta per venire ma voglio mantenere io il controllo, mi scosto da lei e mi fermo, le togo il pantalone scoprendo il suo culetto in un perizoma nero quasi da filo interdentale: infilo la mi mano sotto al tessuto, è completamente depilata, sento il clitoride eccitato come non mai e inizio a strofinarlo per poi entrare nella sua fica con un dito è strettissima, cosa che mi invoglia ad aprirla ancora di più infilandole un altro dito mentre lei si è attaccata alla mia terza coppa b e le succhia divorandole.
Continuo a muovere le due dita dentro la sua fichetta stretta, ad un certo punto le tiro fuori le voglio leccare ma non contenta gliele fico dritte in bocca: voglio dominarla, adesso voglio comandare io e a quel punto che la violenza subita la sera prima si impossessa di me ritorno con la mano sotto al suo perizoma e invece delle due dita ne infilo prima 3 poi quattro stretta come è urla di dolore ma non mi chiede di fermarmi si concentra a succhiarmi i capezzoli fino a che non trema copiosamente, le mie dita si muovono in un lago mentre lei urla e viene.
Ma a me non basta, è il mio turno: la prendo di forza e la faccio stendere più sotto e mi piazzo a gambe aperte sulla sua bocca con la mia fica depilata e inizio letteralmente a scopargli la bocca, la uso come la sera prima ero stata usata io, dimentico quasi che sotto di me c'è una persona, ma semplicemente un oggetto dal quale trarre piacere.
Sono così eccitata che duro poco e vengo come non mai contro la sua bocca mentre finalmente mi accorgo che lei cerca di usare al meglio la sua lingua.
Fu così che crolliamo tutte e due stremate sul mio lettino dopo un tempo indefinito: entrambe abbracciate con lei con la testa sulla mia terza e io con che l'abbraccio e distrutte ci addormentiamo.
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