La mia troia parte 1
di
Davide autore
genere
etero
Questo racconto è frutto di fantasia, pertanto ogni riferimento è puramente casuale.
Ero appena uscito dall’ufficio e mi dirigevo verso casa, per tutta la giornata di lavoro avevo pensato a Jessica.
Jessica è una ragazza con cui mi frequento e con cui scopo quando voglio. Ha i capelli ricci di color miele, due occhi celesti e un culo che fa eiaculare soltanto guardandolo, non ha un seno grande, porta la seconda.
Arrivato a casa decisi di farmi una doccia nel mentre il cellulare prese a vibrare, era Jessica.
- ehi… Cucciola
- Ciao Daniele, stavo pensando.. Ti andrebbe di passare la serata a casa mia?
Sapevo cosa mi aspettava, accettai senza nessun indugio.
Mi lavai, mi misi il miglior completo che avevo e mi diressi a tutta velocità a casa sua, bramavo la sua vagina.
Arrivato fuori dal suo appartamento vidi una luce accesa, mi stava aspettando, feci le scale correndo.
- Amore sei arrivato… - Mi aprì la porta in sottoveste color viola.
- Certo cucciola, vedo che ti sei messa comoda.
- Già ora mettiti comodo tu…
Mi prese la mano e mi diresse verso la camera da letto, mi sbottonò i pantaloni, il mio cazzo non era ancora in erezione lei notando questo disse:
- Rimediamo subito. - Prese a baciarlo e leccarlo, in poco tempo raggiunsi l’erezione completa.
Iniziò il vero pompino, era gassata, con una mano teneva l’asta ben ferma e con le sue labbra andava su e giù. Ero eccitatissimo metteva talmente tanta passione che dopo qualche minuto dovetti fermarla, o sarei scoppiato, tanto ero eccitato.
Era giunto il momento… Volevo entrare dentro di lei e sentirne il calore, la presi con forza sbattendola contro il materasso, strappai quella sottoveste e presi a baciarle i seni, i capezzoli si erano induriti, il mio cazzo aveva fame era giunta l’ora, con la mano percorrevo la linea del suo addome
fino ad arrivare nella figa. Sentivo le sue labbra sulle mie dita iniziai a farle un ditalino e con l’altra mano massaggiavo il clitoride, lei impazziva.
- Dammi il cazzo, o dio si cosi bastardo.
- Sei la mia troia? Rispondimi.
- Si lo sono, sono la tua troia… - Gemeva e si sentiva.
Tolsi le mie mani da quella fantastica figa e iniziai a leccarla, sentivo che le piaceva, con le sue mani spingeva il mio volto verso l’interno come se non volesse farmi staccare da essa.
Leccai tutti gli umori che aveva perso. - Ora basta, mettimelo dentro devi possedermi. Mi disse.
Si mise sopra di me, iniziò a cavalcarmi, facendomi entrare molto lentamente dentro di lei. Muovendosi con tutta la calma del mondo, ma non mi bastava.
Le diedi uno sculaccione, ne chiedeva un altro, l’accontentai subito.
- Figlio di puttana, non sai scopare? Forza fammi vedere.
- Ah si? Bene.
Sollevai il mio corpo e invertii la posizione, lei sotto e io sopra. Mentre le guardavo gli occhi presi a sputarla e insultarla, andavo sempre più veloce, l’attrito prodotto dal mio cazzo e dalla sua figa mi fecero provare sensazioni mai vissute prima, non mi resi conto che le sue unghie stavano lasciando graffi sulla mia schiena, stavo per sborrare quando mi chiese di ingoiare.
Non riuscivo neanche a muovermi da quanto stavo in estasi, le sborrai in gola… Le sporcai un po’ il viso… La mia troia è la migliore.
Fine prima parte.
Ero appena uscito dall’ufficio e mi dirigevo verso casa, per tutta la giornata di lavoro avevo pensato a Jessica.
Jessica è una ragazza con cui mi frequento e con cui scopo quando voglio. Ha i capelli ricci di color miele, due occhi celesti e un culo che fa eiaculare soltanto guardandolo, non ha un seno grande, porta la seconda.
Arrivato a casa decisi di farmi una doccia nel mentre il cellulare prese a vibrare, era Jessica.
- ehi… Cucciola
- Ciao Daniele, stavo pensando.. Ti andrebbe di passare la serata a casa mia?
Sapevo cosa mi aspettava, accettai senza nessun indugio.
Mi lavai, mi misi il miglior completo che avevo e mi diressi a tutta velocità a casa sua, bramavo la sua vagina.
Arrivato fuori dal suo appartamento vidi una luce accesa, mi stava aspettando, feci le scale correndo.
- Amore sei arrivato… - Mi aprì la porta in sottoveste color viola.
- Certo cucciola, vedo che ti sei messa comoda.
- Già ora mettiti comodo tu…
Mi prese la mano e mi diresse verso la camera da letto, mi sbottonò i pantaloni, il mio cazzo non era ancora in erezione lei notando questo disse:
- Rimediamo subito. - Prese a baciarlo e leccarlo, in poco tempo raggiunsi l’erezione completa.
Iniziò il vero pompino, era gassata, con una mano teneva l’asta ben ferma e con le sue labbra andava su e giù. Ero eccitatissimo metteva talmente tanta passione che dopo qualche minuto dovetti fermarla, o sarei scoppiato, tanto ero eccitato.
Era giunto il momento… Volevo entrare dentro di lei e sentirne il calore, la presi con forza sbattendola contro il materasso, strappai quella sottoveste e presi a baciarle i seni, i capezzoli si erano induriti, il mio cazzo aveva fame era giunta l’ora, con la mano percorrevo la linea del suo addome
fino ad arrivare nella figa. Sentivo le sue labbra sulle mie dita iniziai a farle un ditalino e con l’altra mano massaggiavo il clitoride, lei impazziva.
- Dammi il cazzo, o dio si cosi bastardo.
- Sei la mia troia? Rispondimi.
- Si lo sono, sono la tua troia… - Gemeva e si sentiva.
Tolsi le mie mani da quella fantastica figa e iniziai a leccarla, sentivo che le piaceva, con le sue mani spingeva il mio volto verso l’interno come se non volesse farmi staccare da essa.
Leccai tutti gli umori che aveva perso. - Ora basta, mettimelo dentro devi possedermi. Mi disse.
Si mise sopra di me, iniziò a cavalcarmi, facendomi entrare molto lentamente dentro di lei. Muovendosi con tutta la calma del mondo, ma non mi bastava.
Le diedi uno sculaccione, ne chiedeva un altro, l’accontentai subito.
- Figlio di puttana, non sai scopare? Forza fammi vedere.
- Ah si? Bene.
Sollevai il mio corpo e invertii la posizione, lei sotto e io sopra. Mentre le guardavo gli occhi presi a sputarla e insultarla, andavo sempre più veloce, l’attrito prodotto dal mio cazzo e dalla sua figa mi fecero provare sensazioni mai vissute prima, non mi resi conto che le sue unghie stavano lasciando graffi sulla mia schiena, stavo per sborrare quando mi chiese di ingoiare.
Non riuscivo neanche a muovermi da quanto stavo in estasi, le sborrai in gola… Le sporcai un po’ il viso… La mia troia è la migliore.
Fine prima parte.
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