Monica assaggia il suo piscio

di
genere
pissing

"Carlo, cosa cazzo stai facendo?"

Beccato. Erano ormai mesi che non riuscivo a togliermela dalla testa. La mia ossessione per il pissing e tutto ciò che esso comporta era nata, come spesso accade con questo genere di passioni, grazie a qualche escursione più avventurosa nel solito in questo o quell'altro sito porno. Da allora, non era passato un solo giorno senza che io pensassi a cosa si potesse provare nell'assaporare il liquido dorato di Monica, o nel sentirlo, caldo sulla mia pelle, coprirmi e inebriarmi. Ancora più eccitante era l'idea di vedere Monica riceverlo da me, gustarlo, ingoiarlo, e soddisfare così il mio più intimo dei desideri.

Monica, la mia ragazza, mi stava ora guardando sbigottita, ancora seduta sul water. Mi aveva appena visto mentre sbirciavo attraverso la porta socchiusa del bagno, con il cazzo durissimo in mano. Sentirla e, soprattutto, guardarla di nascosto mentre faceva pipì era diventato il mio segreto e più eccitante fetish.

"Monica, io..."

"Lo sai che non mi vergogno a pisciare mentre sei in bagno anche tu. Ma ripeto, cosa cazzo stai facendo?"

Monica si era alzata e stava velocemente tirando su le mutandine, in fretta, senza badare ad asciugarsi dalla pipì che ora le aveva lasciato una piccola macchia scura sull'intimo color pesca. Poiché si stava preparando per andare a dormire, non indossava null'altro, per cercare di resistere al meglio al caldo estivo. Io, rosso di vergogna ed eccitazione, ero rimasto paralizzato per qualche secondo, ancora con il cazzo pulsante in mano. Il suo corpo seminudo era dolcemente illuminato dalla luce giallastra dello specchio del bagno, che metteva in risalto le sue curve delicate. Il piccolo seno sodo e i fianchi rotondi sovrastavano due gambe toniche, risultato di anni di pattinaggio su rotelle.

"Monica, scusa," le dissi mentre a mia volta mi rivestivo aggiustandomi a fatica le mutande. Il tessuto era ora spinto con forza dal mio turgore, affatto celato.

Il mio sconforto e la mia vergogna devono essere stati così evidenti che Monica si avvicinò a me quasi allarmata, forse temendo di essere stata eccessivamente aggressiva nel rivolgersi a me.

"Amore, scusa se ti ho aggredito così. Ma vederti così, segarti e spiarmi mentre faccio pipì. Lo sai che non ho nessun problema a mostrarti tutto di me, ma non me l'aspettavo e ho reagito d'impulso."

Mentre mi diceva questo, con voce dolce, fece scivolare la sua mano sul mio pacco, tastandomi attraverso le mutande. Il mio cazzo, che pure non aveva per un attimo accennato ad afflosciarsi, rispose al tocco irrigidendosi ancor di più, se possibile.

"Monica, la verità è che da qualche tempo sentirti e vederti fare pipì mi eccita da morire. Solo l'idea mi fa impazzire!"

"Amore mio, tutto qui? Perché non me lo hai detto? Non avrei avuto nessun problema a mostrarmi, figurati."

"Mi imbarazzava dirtelo. Intravedere la tua fichetta mentre sei sul water è un afrodisiaco per me. Il rumore della tua pipì mi fa perdere la testa e mi fa pensare che vorrei essere io, sotto di te, a riceverla."

Monica mi abbassò di scatto le mutande e, entrambi in piedi sotto la porta del bagno, inizio una lenta sega mentre mi guardava negli occhi. Anche la mia mano aveva trovato, con naturalezza, la sua figa ancora nascosta dalle mutandine di cotone bagnate. Ora, però, alla pipì si univano i succhi della sua crescente eccitazione.

"Sapere che ti eccita vedermi vulnerabile sul water mi sta facendo bagnare tantissimo. Carlo, siamo una coppia da anni e non devi aver alcun timore. Devi sempre sentirti libero di dirmi cosa ti eccita. Se posso, voglio sempre soddisfarti."

Le mie dita erano scivolate dietro il tessuto delle sue mutandine e ora strofinavano con intensità sempre maggiore il suo clitoride. Monica era un lago, e la sua figa depilata amplificava l'effetto. Rassicurato dalle sue parole e dalla presa decisa della sua mano sul mio cazzo, decisi che non avrei più posto alcun freno ai miei desideri. Se lei era disposta a darmi ciò che volevo, io lo avrei preso.

Facendola indietreggiare la feci sedere con decisione sul water e le sfilai le mutande. Lei non reagì, almeno finché, dopo essermi inginocchiato, la mia lingua non iniziò a tormentare la sua figa umida. Il miscuglio tra l'aroma dolce dei suoi umori e il retrogusto pungente della sua pipì era elettrizzante.

"Ahh," gemette lei, che ora aveva la testa reclinata all'indietro e con una mano si stuzzicava un capezzolo, "non fermarti ti prego!"

Dopo meno di un minuto la sentii contrarsi spasmodicamente: "Carlo sto per venire... più veloce... vengo! Aahhh!"

Dal suo volto sereno era sparita ogni traccia di aggressività, sostituita dalle note rosso fuoco della passione che ora scaldavano le sue gote.

"Carlo, mi sento così porca, la mia fica era un lago, è stato davvero fantastico. Non avere mai nessun timore a lasciarti andare con me. Ora mi scappa di nuovo la pipì, e questa volta voglio che tu ti goda lo spettacolo dalla prima fila."

Monica aprì ancora di più le gambe e, con un piccolo gemito, iniziò a liberare un getto chiaro avvicinandolo al bordo del water. Senza bisogno di ulteriori inviti, avvicinai la lingua e assaggiai il liquido caldo. Il nettare che usciva dalla sua figa era avvolgente, e io risalii fino al clitoride, colpendolo velocemente. Il sapore della sua urina mi tolse qualsiasi inibizione.

Senza attendere che avesse finito, mi alzai e la sollevai di fretta.

"Carlo un attimo non ho ancora..."

Lei non fece in tempo ad interrompere il getto che finì sulle mie gambe sulle piastrelle del bagno.

"Non fermarti, poi puliamo."

Temendo di arrivare troppo tardi e perdere le ultime, sacre gocce la voltai con velocità e la misi a novanta, piantandole con forza il cazzo nella figa mentre il getto iniziava a diminuire.

"Oddio Carlo sì, prendimi da dietro mentre piscio! Trattami come la cagna che sono!"

"Sei la mia troia, guarda che macello che hai fatto, hai bagnato tutto il pavimento!"

Il mio cazzo entrava e usciva dalla sua figa stretta con forza, facendole vibrare le tette sode ad ogni colpo. Lei lasciò andare il capo all'indietro, guardando verso il soffitto con gli occhi chiusi mentre spingevo dentro di lei con forza sempre maggiore. Dalla sua bocca semi aperta uscivano mugolii di piacere. Abbassando di nuovo la testa, gettò uno sguardo al pavimento.

"Ho sporcato tutto, sono proprio una troia pasticciona."

"E meriti una punizione per questo," le dissi mentre uscivo da lei. Prendendole con decisione la coda le guidai la testa verso il mio cazzo.

"Succhia, assaggia il sapore della tua figa!"

Lei prese prima la cappella in bocca, sfiorandola tutt'intorno con la lingua per essere sicura di non perdere nemmeno un poco dei suoi umori. Poi si spinse più a fondo, ingoiando quasi tutto il mio cazzo mentre mi guardava con gli occhi della lussuria. Quando si staccò per prendere fiato, la allontanai dal cazzo.

"A quattro zampe, cagna. Così, e ora pulisci il pavimento. Lecca il suo piscio e fammi vedere che brava puttana che sei."

Se in un primo istante la proposta, o meglio l'ordine, la lasciò interdetta, lei sembrò lasciarsi subito andare al degrado e all'erotismo della situazione e, con un sorriso malizioso mi provocò: "Una cagna senza coda però non è una cagna vera. Bisogna che ci sia qualcosa qui dietro perché io sia davvero una cagna."

Nel dirlo, si abbassò con il petto verso terra, fino quasi a toccare col volto il pavimento bagnato che già inumidiva i suoi capelli. Inarcando la schiena, sollevò il culo rotondo e, con una mano, lo raggiunse dopo essersi succhiata un dito. Il dito inumidito spinse sul buco del culo e, con un suo gemito, entrò con facilità. Il mio cazzo, di roccia dopo la veloce visita nella sua figa e nella sua bocca, non aveva bisogno di altri suggerimenti.

Lei tolse subito il dito. Dopo aver lubrificato il buchetto stretto sputandoci sopra, puntai la mia cappella gonfia.

"Sei pronta a diventare una vera cagna?"

"Oh sì, trasformami in una vera cagna, nella tua cagna."

Spinsi gradualmente, facendomi strada nel suo buco stretto che accoglieva a fatica il mio cazzo durissimo.

"Aahh, così, non ti fermare!"

"Inizia a leccare il pavimento, cagna!" le urlai.

Lei inizio a gemere mentre il mio cazzo entrava nel suo culo in tutta la sua lunghezza e lei, obbediente, iniziò a leccare il suo piscio dal pavimento. La visione era idilliaca, ed ero sicuro non avrei resistito molto.

"Il tuo cazzo mi riempie tutta, così, più forte e non ti fermare!"

Con una guancia sul pavimento bagnato e il culo all'insù continuava a leccare, tra un gemito e l'altro, la sua pipì.

"Ti piace il tuo piscio?"

"Sì, è buonissimo e il tuo cazzo mi sta sfondando il culo, mi stai facendo impazzire."

Dopo pochi secondi, sentii il suo culo stringere sempre più forte sul mio cazzo, fino a farmi male.

"Oddio Carlo sto per venire, sto per venire mentre mi scopi il culo! Voglio essere la tua troia, voglio venire dal culo come una cagna! Ahh, più dentro, lo voglio tutto dentro! AAAHHH!"

Inarcando ancora di più la schiena lei spinse contro il mio cazzo, fino a far sbattere le mie palle sulla sua figa. Sconvolta da un orgasmo, strinse ancora di più, portandomi al mio limite.

"Stringi così, sto per venire!"

La fissai mentre, con la testa piegata e i capelli umidi della sua pipì, mi guardava all'indietro mentre continuava a dare qualche leccata al pavimento.

"Sborrami nel culo, voglio che mi riempi della tua sborra. Guardami, guardami mentre bevo il mio piscio dal pavimento. Sono tutta tua, la tua troia. Riempimi la pancia con la tua sborra!"

Mentre lo diceva sentii ancora il suo buco che si stringeva sul mio cazzo e lei che veniva nuovamente. Con un ultimo colpo le esplosi nel culo, riempiendolo con la mia sborra calda. Dopo alcuni secondi feci uscire il mio cazzo dal suo culo, e subito un rivolo di sborra bianca iniziò ad uscirle. Stravolto, mi distesi accanto a lei sul pavimento bagnato. Lei ebbe solo le forze di raggiungere il suo culo con una mano per prendere un po' della mia sborra e portarselo, insaziabile, alla bocca, prima di lasciar scivolare le ginocchia all'indietro e distendersi accanto a me.
di
scritto il
2022-01-23
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