Un migrante da soccorrere

di
genere
dominazione

Come al solito avevo dimenticato di fare la spesa ed il mio frigorifero era completamente vuoto. Indossai velocemente una felpa, un paio di leggins ed il piumino più pesante che avevo poiché la temperatura in quel giorno di dicembre era prossima allo zero. Andai in auto al centro commerciale e, mentre parcheggiavo, vidi Mohamed, il ragazzo senegalese che di solito mi aiutava a trasportare le buste della spesa ma quel giorno, oltre a lui, c’era anche un’altro ragazzo di colore, carino, alto, magro e giovane. Scendendo dall’auto salutai Mohamed e, con la coda dell’occhio, notai che l’altro ragazzo mi stava fissando insistentemente il culo. Entrai nel supermercato e comprai tutto il necessario. Quando uscii mi venne subito incontro quel ragazzo, dato che Mohamed era impegnato ad aiutare un’altra signora e mi chiese in inglese se poteva aiutarmi ed io, sorridendo, gli consegnai le mie due buste piene. Mentre stavamo camminando, arrivò nel parcheggio un’auto dei Carabinieri che si diresse subito verso Mohamed. A quel punto, il ragazzo che mi stava aiutando a trasportare la spesa si impanicò e, cominciando a parlare in francese, mi disse che non poteva essere controllato in quanto, se gli agenti lo avessero scoperto, lo avrebbero sicuramente rispedito nel suo Paese poiché non aveva nessun documento. Provai molta compassione per lui e gli dissi di non preoccuparsi poiché lo avrei aiutato io. Lo feci salire sulla mia auto, misi in moto e mi allontanai. Il ragazzo mi ringraziò un’infinità di volte e mi disse di essere congolese, di chiamarsi Edo e di essere arrivato in Italia con un barcone circa tre mesi prima, al termine di un viaggio difficile e pieno di pericoli. Dissi ad Edo di parlare tranquillamente nella sua lingua, il francese, in quanto lo capivo abbastanza bene avendolo studiato a scuola e lui mi raccontò che, da quando era arrivato in Italia, viveva alla giornata con i soldi che riusciva ad elemosinare ed il suo obiettivo era quello di raggiungere la Francia, dove viveva un suo zio che lo avrebbe ospitato e gli avrebbe trovato un lavoro. Il ragazzo però aveva paura di prendere il treno senza biglietto poiché c'erano molti controlli e se lo avessero scoperto, sicuramente lo avrebbero rispedito in Congo. Mentre Edo mi parlava notai che, in effetti, i suoi vestiti, oltre che sporchi, logori e maleodoranti, erano molto leggeri ed inadatti alle rigide temperature di quel periodo. Intenerita dai suoi trascorsi, dissi ad Edo che lo avrei aiutato io a raggiungere i confini con la Francia promettendogli di comprare il biglietto del treno. Lui mi ringraziò con le lacrime agli occhi e mi chiese se avessi del cibo poiché era molto affamato, perciò decisi di ospitarlo a casa e preparargli un bel pasto caldo. Arrivati a casa Edo mi aiutò a sistemare la spesa poi, avendo bisogno di un po’ di tempo per cucinare e dato che lui non emanasse proprio un “buon odore” gli dissi che poteva riscaldarsi con una bella doccia mentre io mi occupavo del pranzo e mi proposi anche di lavare i suoi indumenti. Lui accetto di buon grado e, pertanto, lo accompagnai in bagno, gli consegnai un telo da mare con cui asciugarsi ed avvolgersi una volta terminato ed alzai di un paio di gradi la temperatura dei termosifoni per non farlo infreddolire. Avevo quasi terminato di preparare il pranzo quando Edo usci dal bagno con il telo da mare che lo copriva dall’addome in giù. Era molto magro ma la sua muscolatura era ben definita ed aveva anche delle belle spalle. Ci sedemmo e mangiammo insieme. Durante il pasto mi raccontò un po’ del suo passato, mi disse di avere 21 anni ma di non essere ancora sposato. Ridendo gli dissi che era un po’ presto alla sua età per prendere moglie ma lui mi rispose che, nel suo paese, le cose erano diverse ed una donna della mai età sarebbe stata già sposata con almeno un figlio. Ciò che disse non mi fece per niente piacere ma non glielo diedi ad intendere. Notai che Edo aveva preso molta confidenza e si sentiva a suo agio con me, tanto da prendersi la libertà di fissarmi il sedere ogni volta che mi alzavo ed indugiare spesso con lo sguardo sulla protuberanza della mia felpa in prossimità del seno. In effetti, chissà da quanto tempo quel povero ragazzo non godeva della compagnia di una donna. Vederlo a petto nudo lì davanti, mentre mi mangiava con gli occhi, stuzzicò la mia fantasia e decisi di giocare un po’ con lui. Dicendo di sentire caldo mi tolsi la felpa e rimasi in canottiera. Edo sembrò molto turbato ed incapace di togliere gli occhi dalla mia scollatura. A quel punto gli chiesi se preferiva le donne bianche o di colore e lui mi disse di aver sempre avuto un debole per le ragazze bianche europee ma di non aver mai avuto il piacere di conoscerne una. A quel punto mi avvicinai a lui e gli dissi che per me il colore della pelle non era importante e, facendogli un complimento per il suo splendido color cioccolato, sfiorai con la mano il suo petto glabro, estendendo la mia carezza fino alla parte superiore del suo addome. Sentii sotto la mia mano tutte le fibre della sua muscolatura contrarsi ed i suoi capezzoli farsi turgidi. Cominciai a bagnarmi ed Edo parve accorgersene immediatamente facendo qualcosa che mi lasciò di stucco. Si alzò in piedi e lasciò cadere a terra il telo da mare che lo avvolgeva rimanendo completamente nudo di fronte a me. La sua audacia mi colpì molto, ma ciò che mi fece rimanere davvero a bocca aperta fu la dimensione dei suoi genitali. Edo aveva veramente un cazzo spropositato. Il suo enorme membro scuro era arcuato verso il basso e veramente grosso, di gran lunga il più largo e lungo che avessi mai visto. Un alto particolare poi attirò la mia attenzione, aveva uno scroto molto flaccido tanto che i suoi testicoli penzolavano fino a quasi la metà della coscia. Chissà da quanto tempo quegli enormi gioielli non venivano assaporati da una calda bocca pronta a svuotarli di tutto il loro seme. In un attimo mi sentii assalita da un desiderio irrefrenabile, mi avvicinai a lui e cominciai a baciare le sue carnose labbra mentre, con le mani, afferrai e stinsi i suoi glutei marmorei. Spostai una delle mani sui suoi genitali massaggiandogli dolcemente lo scroto. Fra le mani sentivo tutto il peso ed il volume della sua potenza, mentre, in pochi istanti, il suo cazzo si era fatto ancora più grosso. Mi staccai dalle sue labbra e indietreggiai un istante. Edo era quasi grottesco, nonostante fosse molto alto i suoi genitali erano talmente grandi da sembrare non appartenere a quell’esile corpo. Ormai con le mutandine zuppe e vogliosa di lui, decisi di dargli una dimostrazione di cosa sapesse fare una donna bianca europea in età da marito (quello che aveva detto a pranzo non mi era andato proprio giù). Mi girai, afferrai il suo enorme cazzo come fosse un cane al guinzaglio e lo trascinai in camera. Mi misi a sedere sul letto lasciandolo in piedi di fronte a me ancora incredulo e cominciai con la lingua ad esplorare ogni centimetro dei suoi genitali. Sentii il suo cazzo farsi sempre più duro e comiciai a masturbarlo con la mano, mentre, con la bocca, cercavo di accogliere i suoi testicoli per succhiarli. La cosa non fu affatto facile, riuscii ad infilarmi in bocca un solo testicolo date le loro eccezionali dimensioni ma, quella prospettiva, il fatto di sentire in bocca il suo sapore e la sua potenza, nonché la visuale di quell’asta enorme che si ergeva sopra di me, mi stava mandando in estasi. In un attimo mi ritrovai a mugolare di piacere mentre lo masturbavo e sentivo, il testicolo che non era nella mia bocca, sbattermi di continuo sulla guancia. Mi bagnai come poche volte nella vita mi era successo e mi dovetti affrettare a spogliarmi. Vedendomi nuda Edo rimase per un attimo incantato ed io, in preda all'eccitazione, lo spinsi sul letto e mi misi a carponi sopra di lui nella posizione del 69, cominciando a succhiare quel suo enorme cazzo che entrava con difficoltà nella mia bocca. Nonostante la posizione favorevole, non riuscivo ad accogliere in gola nemmeno la metà della sua lunghezza, nonostante mi fossi sempre vantata della mia dote di riuscire a fare dei pompini spingendomi i cazzi in gola fino a farli completamente sparire ma, con quell'attrezzo, nonostante tutta la mia esperienza ed i numerosi conati di vomito per l’impegno, rischiando anche di slogarmi la mascella, non riuscii proprio nel mio intento. Nel frattempo Edo aveva cominciato a leccarmi la figa e credo di averlo davvero inondato di umori vista la mia eccitazione. Edo era davvero bravo con la lingua e, mentre con le mani mi sorreggeva, con la lingua mi assestava delle leccate che partivano dal clitoride fino all’ano, infilando di forza la sua lingua prima nella mia vagina poi nel mio sfintere, provocandomi degli intensi brividi di piacere. Mentre ero ancora intenta a strozzarmi con il suo enorme cazzo, Edo mi spinse in avanti, mi fece sdraiare supina sul letto e, divaricandomi con le mani le grandi labbra, cominciò ad usare la lingua sul mio clitoride magistralmente, sembrava assatanato, leccava, succhiava, baciava, non so bene come facesse ma sentivo il piacere aumentare sempre di più fino a che non provai un brivido irrefrenabile di goduria che esplose in un orgasmo intensissimo che mi fece ansimare, contorcere e poi urlare di piacere. Edo a quel punto si stacco dalla mia vagina, mi guardò con aria soddisfatta e salì sopra di me nella posizione del missionario. Nonostante fossi rilassatissima e, praticamente fradicia, sentii il suo enorme membro a contatto con le mie grandi labbra e la mia vagina cominciò ad allargarsi per accoglierlo fino quasi a lacerarsi. Era un misto fra piacere e dolore, sentivo il suo sesso continuare ad entrare dentro di me poco alla volta, saliva, saliva e non finiva mai di avanzare fino a che non strillai per il dolore sentendomi il cazzo praticamente in petto. Edo sentendomi urlare si fermò, indietreggiò di poco per poi ricominciare a penetrarmi un po’ per volta. Sentivo le sue spinte che si facevano sempre più intense e profonde fino a che non divennero dei veri e propri colpi che raggiungevano punti inesplorati del mio corpo, facendomi godere e soffrire allo stesso tempo come mai mi era capitato prima. Sentivo una sensazione di pienezza e riempimento unica che mi fece dapprima arricciare i piedi e poi tremare come una foglia, regalandomi un secondo orgasmo intensissimo che mi fece bagnare completamente il letto a causa degli umori che schizzavano fuori copiosi dalla mia figa in fiamme. Chiesi ad Edo di fermarsi un attimo per darmi il tempo di riprendermi. Lui sfilò il cazzo ed in quel momento provai dolore. Purtroppo, nonostante avessi goduto tantissimo, Edo, con le sue dimensioni, mi aveva ferita. Noncurante gli chiesi come voleva continuare e lui mi disse che voleva il mio culo. Imbarazzata e preoccupata, decisi comunque di provare. Presi del lubrificante cospargendo totalmente il suo cazzo poi, dicendogli di fare molto piano, mi misi carponi sul letto esponendo il mio culo alla sua mercé. Edo fu molto delicato ma, quando assestò la prima spinta ed entrò dentro di me, provai un dolore lancinante. Strinsi con forza le coperte e, mordendo il cuscino, decisi di resistere. Quella che all'inizio sembrava una tortura cominciò a diventare piacevole. Sentivo i suoi testicoli gonfi che, ad ogni spinta, sbattevano sulla mia vagina bagnata donandomi piacere, nonostante mi sentissi devastata dalle sue dimensioni e dalla potenza dei suoi colpi. Ad un certo punto Edo allungò una mano e mi strizzò violentemente un seno poi mi tirò con forza il capezzolo facendomi urlare di dolore. Credo che quella cosa lo eccitasse molto dato che, quasi in concomitanza con il mio urlo, sfilò il suo cazzo e mi disse che stava per venire. Mi girai per guardarlo e lui, afferrandomi per i capelli mi spinse con forza verso il suo cazzo proprio mentre stava per cominciare ad eiaculare tanto che, un primo schizzo mi colpì in pieno volto. Aprii subito la bocca per accogliere quella meravigliosa cappella nera e non sprecare nulla di ciò che mi stava donando ed Edo ne approfittò per infilarmi il cazzo in gola e spingere con tutte le sue forze mentre con le mani mi teneva immobilizzata la testa. Mi stava praticamente soffocando con il suo cazzo. Sentivo scendere in gola ed uscire dai lati delle mie labbra fiotti di sperma caldo dal sapore amaro ed acidulo al tempo stesso fino a che la mia bocca, già piena del suo cazzo, non riuscì più a contenere lo sperma che fluiva copioso e che sentivo colare su tutto il mio corpo. Dovetti staccarmi per non soffocare. Edo, straordinariamente, prese a masturbarsi e continuò a sborrare ancora e ancora su di me, sul mio viso, sui miei capelli e sul mio seno mugolando di piacere. Quando finalmente ebbe finito, mi ritrovai completamente zuppa, appiccicaticcia ed esausta, ma felice di aver provato una vera e propria potenza sessuale. Mi feci una doccia e poi tenni fede alla mia promessa. Lo accompagnai al treno e, prima che salisse, baciai un’ultima volta le sue carnose labbra e gli lasciai il mio numero con la speranza un giorno di poterlo rivedere.


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scritto il
2022-02-22
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