Profumi Africani
di
rafaellita
genere
gay
Avevo 30 anni quando l’azienda dove lavoravo mi offri un’esperienza lavorativa a Casablanca, Marocco, che accettai con qualche dubbio, ma l’occasione era troppo grande per rifiutarla.
Le prime settimane mi servirono per ambientarmi, per capire quella strana società, affascinante e contraddittoria, e man mano che mi rilassavo le attenzioni per il sesso maschile erano sempre più forti.
L’hotel dove alloggiavo era frequentato quasi totalmente da uomini d’affari, qualche francese ma generalmente uomini africani ed arabi. All’ultimo piano un piccolo ristorante ed una grande zona bar, con comode poltrone e musica rilassante, dove andavo spesso la sera per bere qualcosa. Chiaramente mi guardavo attorno e tutte le settimane, per qualche giorno, vedevo un signore sui 50anni, sempre impeccabile nel vestire ed una pelle color ebano che lo rendeva ancor più affascinante. Con le settimane iniziammo a salutarci ma la sera che vi racconto la sala era praticamente semivuota, entro e guardandomi mi fece un segno di saluto e venne verso me. Con un francese perfetto mi chiese se mi andava di bere qualcosa assieme e chiaramente accettai, alzandomi e porgendogli la mano per presentarmi. Da vicino era ancora più affascinante, una voce calda, tranquilla e ci mettemmo a presentarci meglio. Lo guardavo e lo trovavo cosi attraente, un uomo sul 185 ben messo ma non grasso, originario del Kenya ma ormai residente da anni in Marocco. I suoi atteggiamenti decisi ed eleganti insinuavano in me una folle curiosità e un atteggiamento di ammirazione e rispetto per il ruolo che ricopriva nel mondo lavorativo. Ci bevemmo più di un bicchiere di vino rosso fino a quando il cameriere venne a dirci che avrebbero chiuso il bar in anticipo quella sera. Immediatamente lui chiese il conto e volle con insistenza pagare il conto. Uscimmo dal bar per tornare nelle nostre stanze e davanti all’ascensore, molto vicino a me guardandomi negli occhi mi disse. “che dici se ci beviamo l’ultimo bicchiere nella mia stanza?”. In quel momento lui aveva ben chiaro cosa voleva, e dal mio atteggiamento aveva ben chiaro cosa volevo anch’io da quell’uomo stupendamente maschio e risposi con un semplice…. Con piacere! In ascensore il silenzio, l’imbarazzo, il cuore a mille e penso che ero totalmente rosso in faccia. Apri la porta della sua stanza, entrammo e mi invito a sedermi in una piccola zona bar. Lui mi guardava e mi disse che se non mi scocciava si sarebbe messo un po in libertà. Si tolse la giacca, la cravatta, la camicia! Rimase a petto nudo, virile, quel colo ebano stupendo che non mi faceva togliere lo sguardo da lui, mentre mi parlava. Si avvicino, prese una bottiglia di vino rosso già stappata e verso due bicchieri e dopo un piccolo brindisi, un piccolo sorso si tolse i pantaloni. La situazione diciamo era imbarazzante, una sua vistosa erezione non mi fece più capire nulla. Si avvicino e mettendomi una mano sulla spalla mi disse: “ti piace?”. Lo guardai da sotto con l’espressione chiara del si e posai la mano su quella asta che usciva dagli slip da quanto era enorme. Non avevo mai visto una cosa del genere, un cazzo sui 25cm, grosso, con una cappella spettacolare. La frenesia che mi stava ormai prendendo tutto il corpo mi fece iniziare a leccarlo, a cercare di imboccare la cappela che con fatica mi entrava in bocca. La sua mano sulla testa decisa, le mia labbra che lo baciavano su tutta la sua lunghezza. Non capivo più nulla, aveva un sapore unico, animale, afrodisiaco e non riuscivo a smettere di leccarlo e toccarlo. Di tenerlo in mano mentre gli succhiavo la cappella. Mi alzo, mi tolse la camicia e inizio a baciarmi in modo passionale. Mi slaccio i pantaloni e mi disse spogliati. Lui si sedette sul letto e mi guadava con sguardo deciso. La mia pelle bianchissima, il mio mini pisello lo rendeva curioso. Mi fece rimanere cosi, nudo in piedi davanti a lui, facendomi girare e mostrarmi. Sorrideva e nello stesso tempo mi diceva che sono stupendo, derideva il mio pisellino micro, ma nello stesso tempo lo attraeva. Mi mostravo, dolcemente mi giravo lentamente fino a che mi pese per un braccio e mi trascino a lui. Mi guardo e mi disse… “se proprio una bella femminuccia” afferrando il culetto bianco con le mani. Mi fece inginocchiare e allargo le gambe, facendosi leccare quell’asta impressionante, le palle, lo chiedeva proprio ed io eseguivo senza esitare. Non capivo più nulla e pensavo solo al suo cazzo, una frenesia che mi rendeva totalmente sottomesso e il pensiero fisso di farmi scopare come mai prima.
Mi prese con forza, mi fece mettere sul letto a pecorina e si mise a leccarmi il buchetto con decisione, con il solo scopo di bagnarlo, mentre mi diceva “adesso ti faccio provare una forte emozione tesoro”. Lui in piedi, io completamente inarcato, voglioso, sottomesso che gli sussurravo di fare piano. Non saprei come definire la sua entrata, quel cazzo che mi stava aprendo come mai prima, che mi stava dilatando. Lo fece un po alla volta, nella mia più completa estasi. Riuscivo a dire solo “oh mio dio”, mentre lui uscendo e rientrando sempre più mi prendeva i fianchi con decisione e mi continuava a dire “ ti piace vero femminuccia” sentendo i miei gemiti e le mie ammissioni che mi piaceva. Mi stava aprendo in un modo spettacolare e avetti un primo orgasmo, di cui lui si accorse perché gli stringevo il cazzo e avevo come delle contrazioni. Sentendovi venire cosi inizio a scoparmi più velocemente, sbattendomi, entrando finche poteva, mi stava spaccando tutto ma con un piacere mai provato mi senti riempire il culo di sperma. Lui mentre veniva era come avere un animale selvaggio che mi sottometteva, pazzesco che mi fece venire un’altra volta.
Si svuoto totalmente e usci dopo essersi calmato. Si sdraio a letto con quel cazzo pazzesco ancora duro e mi disse. Leccalo che ne ha bisogno adesso e mi mise a leccarlo come un cagnolino, pulendolo e adorandolo per più di 10 minuti. Avrei fatto tutto, non avevo più nessuna inibizione, mi sentivo come un suo schiavetto, che fortunatamente ho fatto per più di un anno tutte le volte che arrivava in hotel.
Le prime settimane mi servirono per ambientarmi, per capire quella strana società, affascinante e contraddittoria, e man mano che mi rilassavo le attenzioni per il sesso maschile erano sempre più forti.
L’hotel dove alloggiavo era frequentato quasi totalmente da uomini d’affari, qualche francese ma generalmente uomini africani ed arabi. All’ultimo piano un piccolo ristorante ed una grande zona bar, con comode poltrone e musica rilassante, dove andavo spesso la sera per bere qualcosa. Chiaramente mi guardavo attorno e tutte le settimane, per qualche giorno, vedevo un signore sui 50anni, sempre impeccabile nel vestire ed una pelle color ebano che lo rendeva ancor più affascinante. Con le settimane iniziammo a salutarci ma la sera che vi racconto la sala era praticamente semivuota, entro e guardandomi mi fece un segno di saluto e venne verso me. Con un francese perfetto mi chiese se mi andava di bere qualcosa assieme e chiaramente accettai, alzandomi e porgendogli la mano per presentarmi. Da vicino era ancora più affascinante, una voce calda, tranquilla e ci mettemmo a presentarci meglio. Lo guardavo e lo trovavo cosi attraente, un uomo sul 185 ben messo ma non grasso, originario del Kenya ma ormai residente da anni in Marocco. I suoi atteggiamenti decisi ed eleganti insinuavano in me una folle curiosità e un atteggiamento di ammirazione e rispetto per il ruolo che ricopriva nel mondo lavorativo. Ci bevemmo più di un bicchiere di vino rosso fino a quando il cameriere venne a dirci che avrebbero chiuso il bar in anticipo quella sera. Immediatamente lui chiese il conto e volle con insistenza pagare il conto. Uscimmo dal bar per tornare nelle nostre stanze e davanti all’ascensore, molto vicino a me guardandomi negli occhi mi disse. “che dici se ci beviamo l’ultimo bicchiere nella mia stanza?”. In quel momento lui aveva ben chiaro cosa voleva, e dal mio atteggiamento aveva ben chiaro cosa volevo anch’io da quell’uomo stupendamente maschio e risposi con un semplice…. Con piacere! In ascensore il silenzio, l’imbarazzo, il cuore a mille e penso che ero totalmente rosso in faccia. Apri la porta della sua stanza, entrammo e mi invito a sedermi in una piccola zona bar. Lui mi guardava e mi disse che se non mi scocciava si sarebbe messo un po in libertà. Si tolse la giacca, la cravatta, la camicia! Rimase a petto nudo, virile, quel colo ebano stupendo che non mi faceva togliere lo sguardo da lui, mentre mi parlava. Si avvicino, prese una bottiglia di vino rosso già stappata e verso due bicchieri e dopo un piccolo brindisi, un piccolo sorso si tolse i pantaloni. La situazione diciamo era imbarazzante, una sua vistosa erezione non mi fece più capire nulla. Si avvicino e mettendomi una mano sulla spalla mi disse: “ti piace?”. Lo guardai da sotto con l’espressione chiara del si e posai la mano su quella asta che usciva dagli slip da quanto era enorme. Non avevo mai visto una cosa del genere, un cazzo sui 25cm, grosso, con una cappella spettacolare. La frenesia che mi stava ormai prendendo tutto il corpo mi fece iniziare a leccarlo, a cercare di imboccare la cappela che con fatica mi entrava in bocca. La sua mano sulla testa decisa, le mia labbra che lo baciavano su tutta la sua lunghezza. Non capivo più nulla, aveva un sapore unico, animale, afrodisiaco e non riuscivo a smettere di leccarlo e toccarlo. Di tenerlo in mano mentre gli succhiavo la cappella. Mi alzo, mi tolse la camicia e inizio a baciarmi in modo passionale. Mi slaccio i pantaloni e mi disse spogliati. Lui si sedette sul letto e mi guadava con sguardo deciso. La mia pelle bianchissima, il mio mini pisello lo rendeva curioso. Mi fece rimanere cosi, nudo in piedi davanti a lui, facendomi girare e mostrarmi. Sorrideva e nello stesso tempo mi diceva che sono stupendo, derideva il mio pisellino micro, ma nello stesso tempo lo attraeva. Mi mostravo, dolcemente mi giravo lentamente fino a che mi pese per un braccio e mi trascino a lui. Mi guardo e mi disse… “se proprio una bella femminuccia” afferrando il culetto bianco con le mani. Mi fece inginocchiare e allargo le gambe, facendosi leccare quell’asta impressionante, le palle, lo chiedeva proprio ed io eseguivo senza esitare. Non capivo più nulla e pensavo solo al suo cazzo, una frenesia che mi rendeva totalmente sottomesso e il pensiero fisso di farmi scopare come mai prima.
Mi prese con forza, mi fece mettere sul letto a pecorina e si mise a leccarmi il buchetto con decisione, con il solo scopo di bagnarlo, mentre mi diceva “adesso ti faccio provare una forte emozione tesoro”. Lui in piedi, io completamente inarcato, voglioso, sottomesso che gli sussurravo di fare piano. Non saprei come definire la sua entrata, quel cazzo che mi stava aprendo come mai prima, che mi stava dilatando. Lo fece un po alla volta, nella mia più completa estasi. Riuscivo a dire solo “oh mio dio”, mentre lui uscendo e rientrando sempre più mi prendeva i fianchi con decisione e mi continuava a dire “ ti piace vero femminuccia” sentendo i miei gemiti e le mie ammissioni che mi piaceva. Mi stava aprendo in un modo spettacolare e avetti un primo orgasmo, di cui lui si accorse perché gli stringevo il cazzo e avevo come delle contrazioni. Sentendovi venire cosi inizio a scoparmi più velocemente, sbattendomi, entrando finche poteva, mi stava spaccando tutto ma con un piacere mai provato mi senti riempire il culo di sperma. Lui mentre veniva era come avere un animale selvaggio che mi sottometteva, pazzesco che mi fece venire un’altra volta.
Si svuoto totalmente e usci dopo essersi calmato. Si sdraio a letto con quel cazzo pazzesco ancora duro e mi disse. Leccalo che ne ha bisogno adesso e mi mise a leccarlo come un cagnolino, pulendolo e adorandolo per più di 10 minuti. Avrei fatto tutto, non avevo più nessuna inibizione, mi sentivo come un suo schiavetto, che fortunatamente ho fatto per più di un anno tutte le volte che arrivava in hotel.
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