Elisa

di
genere
bondage

- E queste?
La voce di Patrizia, la mia amica del cuore, mi riscosse dalla selezione dei vestiti da impacchettare per il trasloco in corso.
Alzai lo sguardo per incontrare quello indagatore di Patty che mi fissava, la testa piegata e la riprovazione che mi dimostrava quando mi beccava a fare qualcosa che lei avrebbe follemente voluto, ma che non si sarebbe mai permessa di provare a fare. Riconobbi l'album delle foto di e con Filippo, il mio grande amore, ancora protagonista della mia vita, con cui stavo andando a convivere.

Lo avevo visto al mio ingresso al liceo, ragazzina goffa e spaurita che entrava per la prima volta in un'istituzione per grandi. Già in mezzo alle mie compagne di classe mi sentivo la più sfigata, forse perché venivo da un paesino e mi ero vestita in modo assolutamente semplice. Molte di loro erano vestite molto meglio di come mi preparavo io per uscire al sabato sera, e per truccarmi come loro e riuscire a prendere il treno avrei dovuto alzarmi alle 5. Lui era seduto sulla ringhiera dello scalone che portava al piano alto, circondato da alcuni amici. Era bellissimo, e sentii alcune ragazze parlarne come di un essere mitologico fino all'ingresso in classe. Io ero rimasta folgorata
- Chi é quello? - chiesi ad una delle starlet con cui mi incamminavo verso la nostra classe
- Il più figo del pianeta?
- Quello seduto sul corrimano
- Filippo Gavioli - scandendo il nome con sussiego - senza offesa, non sei nella sua categoria.
Grazie tante, ragazza di cui ancora non so il nome. Non penso sia nemmeno tu nella sua categoria, anche se le tue scarpe costano come due stipendi di mio padre, e dimostri venticinque anni invece di quattordici.
- Ho solo chiesto come si chiamava...
- Lo vedo da quando andavo alle medie, finalmente sono nella stessa scuola
Lasciai la ragazza ai suoi sogni impossibili, catalogandola tra quelle con cui forse non sarei diventata amica. E in quello mi sbagliavo
Filippo rimase il mio sogno proibito per tutto quell'anno scolastico. Dopo la sua maturità lo persi di vista, incrociandola saltuariamente nei locali. L'incontro avvenne all'università. La mia auto era rimasta bloccata da un deficiente che aveva parcheggiato in doppia fila, e per essere sicura di non perdermi l'arrivo mi ero seduta a gambe incrociate sul cofano dell'auto e aperto il portatile.

Senza diventare una snob sofisticata come Patrizia mi ero evoluta, e anche la mia autostima era cresciuta parecchio, grazie anche alle lezioni impartitemi dalla mia amica, che non potendo darmi il cattivo esempio mi elargiva ottimi consigli, trasformandomi in una sorta di suo alter ego. Mi aveva confessato questa cosa mentre in una serata di consolazione reciproca da storie andate male ci eravamo viste Gattaca
- Io e te siamo come quei 2, sedia a rotelle a parte.
- Adesso esageri Pat
- Sto cazzo esagero. Io ti dico come farti notare da quelli che vorrei farmi io, e io vivo nel tuo riflesso
- Esageri! Non é che tu non ti faccia storie, ne hai appena chiusa una
- Si, certo. Tutti mi cercano! Per i soldi però
- Io no...
- Che c'entri tu, country girl. I ragazzi dico. D'accordo che sono un cesso, ma mi ferisce non riuscire a trovare un cristo che non mi veda come un bancomat su gambe.
- Tu smetti di andare in giro vestita così, e a cercare di farti volere bene facendo regali. Non si può piacere a tutti, non ti chiami Nutella
- Tu piaci a tutti invece
- Non faccio niente per essere simpatica a nessuno
- Sì dai, con quel culo e quel faccino fai presto a parlare. Ti cadono addosso boyz and gals. Credo di essere l'unica a non averti mai chiesto di fare sesso. E credimi, se non tenessi di rovinare la mia amicizia lo farei
- Con te non riuscirei a fare sesso. Mi verrebbe da ridere!
- Vedi? Tu quoque...
- Se vuoi lo facciamo, cretina! Ma mi metterò a ridere, tu sei come una sorella per me.
Mi sfilai la t-shirt e mi avvicinai seminuda a lei, che arretrò mettendo le mani sulle spalle per fermarmi
- Vedi? Lanci il sasso e nascondi la mano!
Scoppiai a ridere
- Lo sai che non faccio cose strane...
- Lasciati andare un po', vivrai meglio
- Non ci riesco, lo sai...

Una voce mi distolse dai miei ricordi
- Ragazza, fai un picnic? Hai il culo sul mio cofano sai
Riconobbi la voce senza voltarmi.Di tutta la gente che poteva parcheggiare l'auto dietro alla mia, Filippo Gavioli. Calma Ely...
- Scusa, hai sentito? Sei sedut...Elisa! Ma che ci fai qui?
E come faceva a sapere il mio nome il mitico Filippo Gavioli?
- Ma con tutto il posto che c'è proprio qui dovevi parcheggiare? - guardai l'orologio - sono qui da un'ora che aspetto. Ti rendi conto che c'è un mondo intorno a te?
- Senti, scusami davvero tanto. Contavo di sbrigarmi in un minuto, sono stato bloccato
- Anche io...
- Davvero, sono dispiaciuto. Ma sono contento di averti incrociata
- Anche di avermi fatto perdere un appuntamento di lavoro che ho dovuto rinviare?
- Oddio davvero?
Era davvero dispiaciuto.
- Vabbè dai, l'ho potuto rinviare, niente di irreparabile. Ora mi lasci uscire però?
- Non se ne parla, devo rimediare. E non ti vedo da un sacco di tempo, potremmo andare da qualche parte a fare 2 chiacchiere
- Veramente non ci siamo nemmeno mai parlati! Io ti conosco di vista perché eri nel mio liceo quando ho iniziato.
- in giro per locali ti avevo già vista, e avevo chiesto informazioni, lo confesso
- potevi chiederle a me, ti pare?
- diciamo che...non potevo
- problema tuo
Rise di gusto. Come faceva ad avere denti così belli?
- concedimi una chance.
Gli presi il telefonino che sbucava dalla tasca dei jeans, lasciandolo lievemente turbato, e digitai il mio numero sulla tastiera. Feci fare uno squillo e lo restituii.
- vedremo. Ora mi lasci uscire o serve un riscatto?
Mi alzai dal cofano fermandomi davanti a lui. Filippo guardò il telefono e fece ripartire la telefonata. Stetti al gioco
- vorrei davvero sdebitarmi - disse nel telefono fissandomi con i suoi occhioni verdi e penetranti - se non hai altri impegni, anche stasera. Cena, informale, da me
- cucini anche?
- forse
- quindi posso presentarmi con la tutona da casa?
- avresti caldo, è maggio
- sono freddolosa, sai com'è, noi ragazze
- nessun problema, basta che ti presenti
Si ma non farti idee strane, pensai, anche se gliel'avrei data anche lì, sul cofano
- vada per la cena. Dove e quando?
- ti scrivo più tardi l'indirizzo. Alle nove stasera è tardi?
- si può fare
- allora a dopo
- a dopo. Ora togli questa cosa dal culo della mia auto?
- mi farò perdonare

La mossa successiva fu di avvisare Patty del programma per la serata
- non ci credo! Giura che è tutto vero
- croce sul cuore. Visto che forse adesso ci entrò nella sua categoria?
- per quanto mi rinfaccerai quella frase?
- dai, sto scherzando, lo sai. Non ti sarei amica se ce l'avessi ancora con te
- adesso non ti presenterai davvero vestita da casa, vero?
- matitone nei capelli, zero trucco e tutto...
- non scherzare su queste cose con me! So che ne saresti capace
- oh sì
- passo alle sei, sei e mezza massimo. Ti trucco e ti vesti io, e non accetto rifiuti
- va bene, va bene...ci vediamo dopo
Non finimmo la cena, e fui io a saltare addosso a lui. La casa era una villa appena fuori città. Enorme. Durante la visita alla casa, che doveva essere della famiglia da secoli a giudicare dai decori e dagli arredi, notai una frusta allungata sopra la mensola di un caminetto. Mi ci avvicinai e la impugnai, soppesandola. Sembrava una cosa piuttosto dolorosa. Feci quella che pensavo fosse una battuta
- La usi tu, o tu piace che la usino su di te?
- Solo la prima che hai detto. Ma mai al primo appuntamento
- Mi sembra giusto. Troppo impegnativa
- Infatti. E che fai al primo appuntamento? Ti limiti alle sculacciate?
- dipende...ma sono un po' arrugginito sui primi appuntamenti
- nel senso che?
- nel senso che il tuo è il primo "primo appuntamento" da cinque anni in qua
Aha?
- non posso crederti, ma bel tentativo
- giuro. La mia ultima storia è finita sei mesi fa, ed era iniziata al liceo
E io che lo credevo uno sciupafemmine incallito
- e proprio con me hai deciso di ricominciare?
- così ha voluto il fato. Per fortuna
- poteva andarti meglio! A me tra l'altro non piace essere frustata
- non puoi saperlo. L'hai mai fatto?
Mi prese la frusta dalle mani e me la giró attorno alla nuca
- veramente no. Ma l'idea non mi attira. Almeno non ancoram vuoi convincermi?
- mai al primo appuntamento. Ricordi?
- già. Forse nemmeno al secondo
Baciami, cazzo, pensai...poi forse mi faccio anche togliere la prima pelle
- posso chiederti come mai è finita?
- beh ovvio. Non voleva più essere frustata...
Scoppiammo a ridere. Io avrei voluto leccargli quei denti, e anche tutto il resto. Ma mi sfilai dalla frusta e andai verso la cucina. Guardati il mio lato B, e fatti venire un po' di ispirazione Filippo, su...
- È previsto qualcosa da bere prima di cena?
- non vorrei che pensassi che voglio farti ubriacare per approfittare di te.
- non lo penserò
Dopo il primo ero abbastanza sazia per fermarmi
- C'è solo un carpaccio, e poi il dolce
- fatto tu con le tue manine?
- certo che sì. E sono bravino
- sì ma proprio non ce la faccio
- vuoi sgranchirti un po? Passeggiata nel parco con sigaretta?
- fosse una nuotata direi di sì. Ma non ho portato il costume
- per la nuotata si può fare. Per il costume non saprei, dovrei darti qualcosa di mia madre,nda qualche parte forse ce n'è qualcuno, ma non credo sarebbe di tuo gusto
- è anche un po' freddo per un bagno però
- vieni, ti mostro una cosa
- la sala delle torture?
- nooo, quella mai fino al terzo appuntamento
Mi prese per mano e scendemmo per una scala dopo aver girato mezza casa. Arrivati nel seminterrato accese le luci e rimasi sconvolta.
Una piscina che sembrava uscita da un film, con la vasca circondata da colonne e mosaici alle pareti.
- hai rubato un set cinematografico?
- ti piace?
- non c'era bisogno di fare colpo. Non così tanto, sai?
- ti piace o no?
- certo che mi piace! A chi non piacerebbe?
- hai menzionato la nuotata...se vuoi, mi casa es tu casa
- ma non ho il costume
- non serve. Ti porto un accappatoio, io salgo e quando hai nuotato abbastanza ti asciughi e risalì
Davvero così gentiluomo?
- Ci sono telecamere nascoste allora - dissi guardandomi intorno alla ricerca di oggetti sospetti. Filippo finse di offendersi
- non so con chi sei abituata ad accompagnarti, ma non ho bisogno di sotterfugi per far spogliare una ragazza
- Lo so, scherzavo. Ma visto che la serata è in compagnia, starei in compagnia
- Ma non c'è un costume. Non se ne esce
- se prometti di non approfittare di me e ti va di nuotare insieme...
- aspettami qui
Mi lasciò lì e lo sentii armeggiare in una stanza attigua. Prima di tornare si fermò a spegnere le luci, lasciando accese solo quelle immerse nell'acqua. L'atmosfera era stupendamente sensuale, ed iniziai a spogliarmi, buttando gli abiti sopra un lettino. Lui arrivó ancora vestito con due fagotti di spugna sul braccio. Trovandomi nuda non si scompose, anche se la voce gli tremava leggermente
- Il vestito non ti rendeva giustizia.
- meglio così?
Girai su me stessa per mostrarmi da ogni punto di vista
- molto. Ma non approfittare della parola di un gentiluomo
Mi tuffai nell'acqua, riemergendo dall'acqua calda al punto giusto con un sorriso a sessantaquattro denti
- woooo, é fantastica! Che aspetti?
Si spogliò, e rimasi delusa dal costume che diede mostra di sé quando si sfilò i pantaloni? Ma come?
Si tuffò anche lui e mi raggiunse in mezzo alla piscina.
- togliti quel costume o devo pensarci io
- non volevo metterti in imbarazzo sembrando un esibizionista, ecco tutto
- e allora lasci a me l'onore? No no, non se ne parla. Nudo anche tu
Sfiló il costume e lo lanció sul pavimento oltre il bordo vasca. Aveva un corpo asciutto e muscoloso. Sbirciai verso il basso, dove le increspature dell'acqua non riuscivano a nascondere alla vista un cazzo decisamente interessante.
- sei molto bella. Stupenda!
- nuotiamo!
Ormai avevo deciso, ma volevo giocare ancora un po'. Resistetti per quattro vasche, con lui che mi seguiva a breve distanza. Arrivata al bordo mi attaccai con le mani al bordo e pinneggiai un po' con le gambe. Filippo fece altrettanto. Davvero non avrebbe fatto la prima mossa
- Questo fa benissimo alla cellulite
- Non ne ho notata
- Bugiardo
- Tutto ma non bugiardo
- perché sei così bello? Dentro intendo
- tutta una finta. Sono un mostro
Mi staccai dal bordo e mi immersi per sbucare in mezzo alle sue braccia
- dovrai dimostramelo.
Lo baciai avvinghiandomi con le gambe ai suoi fianchi. Tutto il suo corpo rispose al mio bacio. Lo volevo come se fosse sempre stato mio. Senza una parola mi sollevò le braccia portando i miei polsi sul bordo vasca e prese in bocca un capezzolo alla volta succhiandolo avidamente
- odio come le tette prendono una forma a cono in acqua
- zitta - disse lui sollevando un attimo la bocca e chiudendo una mano sul seno - hai due tettine deliziose. Piccole ma deliziose
- preferisci le tette grosse... - lo sapevo, non ero perfetta per lui - dovrai accontentarti - risposi mentre aveva ripreso a giocare con la lingua e i denti su un capezzolo
- non ho mai visto tette più belle di queste - sussurró stringendo il capezzolo fra due dita - credo che adorerò farci un sacco di cose con queste qui...e anche con il resto di te.
Mi sollevò mettendomi a sedere sul bordo vasca e si immerse con la testa fra le mie cosce. Ci sapeva fare il ragazzo. Volevo assolutamente il suo cazzo, ma non volevo essere ancora più spudorata e per il momento la bocca andava più che bene. Mi regalò il primo orgasmo prima di issarsi sul bordo vasca ed entrarmi dentro. Osservai il suo corpo atletico mentre mi esplorava l'anima con gli occhi ed il ventre con il cazzo. Le sue braccia potenti ma non esagerate, il ventre piatto e definito...dio che cazzo. Venni di nuovo.
- a cosa pensi?
- a niente, vengo e basta
- non è vero. Pensi alla frusta
Era vero. Mi era rimasta in testa quella cosa
- Non ti frusterò oggi
Non sapevo se essere sollevata o frustrata dalla cosa
- perchè no?
- te l'ho promesso, mai al primo. E poi vorrei che fossi eccitata mentre lo faccio. È un prima, un durante. Dopo è solo una punizione. Però ora potrei legarti, quello mi piacerebbe
- Se continui a scoparmi così puoi fare quello che vuoi...
Mi prese in parola. Sfiló le cinture degli accappatoi e mi aiutò a sollevarmi. La sua erezione era bellissima, e mi incantai a guardare quel cazzo duro che ballonzolava al ritmo dei suoi passi
- sei tutto bellissimo...anche il cazzo
- adulatrice
- no, è vero
- mh
Mi legó tra due colonne, con i polsi all'altezza dei fianchi, poi mi tiró i fianchi all'indietro. Le corde mi penetrarono nella pelle dei polsi, ma quel leggero fastidio era tremendamente eccitante. Sul pavimento sotto ai miei occhi apparvero i suoi piedi, e sollevando la testa mi ritrovai a fissare da molto vicino il suo glande quasi completamente scoperto. Istintivamente allungai il collo aprendo la bocca, e giocai con la lingua restituendo il favore che mi aveva fatto poco prima, e lasciai che mi entrasse dentro come voleva, rimanendo passiva ed accettando che mi usasse con il suo ritmo. Fu delicato, anche quando ad un certo punto raccolse i miei capelli per usarli come un manico con cui muovermi la testa come gli veniva in mente. Lo volevo di nuovo, ma avrei capito se mi avesse lasciato a secco. Invece lo sentii sfilarsi per tornarmi dietro e riprendere a martellarmi con forza. Io pensavo che stesse per venirmi in bocca, e invece aveva ancora margine per il mio piacere. Io continuavo a venire, sentirmi usata così era inebriante.
- riesci ad inginocchiarsi?
Senza dire una parola scivolai verso il basso fino ad appoggiare le ginocchia a terra. Le spalle erano stiracchiate verso l'alto dalle corde, le braccia iniziavano a dolermi e non sapevo se i polsi sarebbero stati presentabili l'indomani, ma chi se ne frega. Troppo bello
Sentii che stava per venire, io avevo perso il conto. Se possibile si era gonfiato ancora di più
- vienimi dentro
- pillola?
- si, non voglio inguaiarti
- e chi ci pensava?
Aumentó il ritmo con dei grugniti di gola fino a quando lo sentii liberarsi, ed anche i gemiti che udivo da dietro le mie spalle mi fecero pensare ad una sofferenza che finalmente volgeva al termine, a una liberazione da un fardello, e per qualche motivo mi sentii orgogliosa di essere stata il mezzo grazie a cui sinl era tolto chissà quale peso da dosso. Ansimavo come sentivo lui respirare come dopo una prova atletica. Uscí da me e sentii i suoi occhi su di me. Avrei voluto voltarmi, come avrei voluto vederlo venire. Ma non mi girai, per non rovinargli la vista di cui evidentemente stava godendo
- non sai quanto mi costi mantenere la promessa. Sei troppo bella ed eccitante, ma ho promesso
- stavamo scherzando. Fallo
- adesso no, ti farei solo male
Mi spaventai da sola alle mie parole, ma sentivo che era la cosa giusta anche per me
- ti prego, fallo.
- perché?
- non lo so. Fallo e basta
Ti fidi fino a questo punto? Mi chiesi tra me e me. Poi sentii la sua voce ripetere le stesse esatte parole
- ti fidi fino a questo punto?
E dovetti ammettere che sí, mi fidavo fino a quel punto, e oltre
- le telecamere non ci sono, però vorrei fissarti così come sei, e non solo nella memoria. Posso?
- vuoi farmi una foto?
- più di una
- non sono fotogenica però
- non ci credo e te lo dimostreró
Mi lasciò sola per qualche minuto. Osservai la frusta che teneva in una mano , e mi sembrò molto più minacciosa di quando l'avevo presa per gioco prima della cena.
- prima le foto
- ok
Mi ritrasse lasciandomi legata facendomi cambiare posizione varie volte, da un sacco di angoli. Nonostante l'orgasmo continuava ad essere semieccitato, e la cosa non poteva che farmi piacere. Mi lasciò in piedi e appoggiò la fotocamera.
- sei sicura?
- sì
Partì con circospezione, come per saggiare la mia reazione, e non notando reazioni di sorta rincaró la dose ad ogni nuovo colpo.
- non lo avevi mai fatto?
- scherzi? - il dolore cominciava a farsi sentire, ma era una sensazione non del tutto spiacevole - una volta un ragazzo mi ha chiesto se poteva legarmi al letto, l'ho buttato fuori a calci...
Era vero, non avrei mai pensato di potermi sottomettere ad una cosa del genere. Con Filippo mi era sembrata una conseguenza quasi naturale. Una scudisciata sul culo più forte delle precedenti mi fece inarcare la schiena. Sospirai mentre il bruciore si insinuava nell'anima
- posso fermarmi quando vuoi, non devi dimostrarmi niente
- fermati quando senti che è giusto. Posso sopportare
Filippo riprese. La punta della frusta inizió a lambirmi il petto quando atterrava sulla mia schiena. Il dolore era forte soprattutto quando il colpo arrivava a sovrapporsi ad uno precedente, e Filippo si fermò quando vide che le braccia e le gambe iniziavano a tremarmi.
- un ultimo sforzo riesci a farlo? Basta frusta però
- ok
Ero esausta, ma non volevo nemmeno che quel delizioso tormento finisse.
Prese di nuovo la macchina, ritraendomi la schiena, e finalmente da davanti
- sarò un disastro, devi proprio?
- queste le faccio anche per te, per farti vedere quello che sto vedendo io.
- io vedo che ti è tornato su...
- non distrarti. Tieni quell' espressione
- va bene. Tu tieni quel coso duro
- tranquilla
- solo slegami
- uhm...devo proprio?
- no ma mi piacerebbe
Posò la macchina e mi liberò dalle corde. Mi portó ad un lettino e mi stese su un fianco, con il culo oltre il bordo. Si inginocchiò accanto a me e mi prese di nuovoz eccitato da quello che mi aveva fatto. Fu molto meno belluino, ma decisamente più lungo della prima scopata. Filippo mi accarezzó tutto il corpo, percorrendo delicatamente con le dita i solchi che aveva scavato sulla mia pelle. Assaporavo quei disegni attraverso il suo contatto, domandandomi senza avere ancora una risposta fino a che punto mi avessero inciso nel profondo del mio essere. Non sapevo quanto, ma sentivo con certezza che quella notte mi aveva cambiato profondamente. Alla fine eravamo entrambi sfiniti.
- vuoi fermarmi per la notte?
Basta che non cerchi altro sesso, sono morta...potrò vedere le foto?
- solo quando le avrò sistemate. Sono fissato su questa cosa
- ce la farò. Forse
- perdonami per non aver mantenuto la promessa
- per la frusta? Te l'ho chiesta io, non preoccuparti. Ma giurami che sarà la sola promessa che non manterrai.
- te lo giuro. Sono un uomo di parola. Però ora devo dirti un'altra cosa.
- vai
- quando ho parcheggiato sapevo che quella era la tua macchina
- ma sei uno stronzo! - finsi una rabbia che non riuscii a simulare, e lo colpii ridendo su una spalla
- pensavo davvero di metterci cinque minuti, e ti avrei aspettato in auto fino a notte. Ma sei stata più veloce tu
- ma non ci eravamo mai parlati!
- io stavo con un'altra, ma ti avevo messo gli occhi addosso sei mesi fa, a una festa. Ma dovevo riprendermi.
- per quello io ti avevo notata il primo giorno di liceo, ma tu non mi hai mai nemmeno intravista
- cucciola...dovevi essere in incognito
- ero semplicemente insignificante
- diciamo che eri piccolina e inesperta. Ora sei una vera donna, e che donna.
Mi accucciai addosso a lui, inalando il suo odore.
- andiamo a dormire?
- e il dolce?
- già avuto...
- il tortino, puoi farcela
- ok

Mi regaló quelle foto stampate ed inserite in un album, in cui le foto
di tutti i generi si aggiunsero. Non le guardavo spesso, anche se le tenevo sempre nel cuore, ed erano rimaste nel cassetto aperto da Patty
- Non ti facevo così perversa. Forse lui si, ma tu...
- io sono peggio. Quella è solo la prima sera che abbiamo passato insieme
scritto il
2022-03-12
4 . 4 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto sucessivo

Michelle
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.