Ting Ting: la triste storia di una schiava del sesso asiatica. Le amiche.
di
mpt
genere
dominazione
Dopo qualche ora di viaggio, che a me sembrò un'eternità, il furgone finalmente si fermò.
Trascorso un certo tempo, che non saprei quantificare finalmente il portellone si aprì. Si era fatta sera e dunque questa volta non ebbi problemi ad adattarmi alla nuova condizione di luminosità.
Memore dell'esperienza precedente scattai in ginocchio, nonostante le spalle indolenzite ed i lividi - che ora potevo vedere - che si erano formati un pò ovunque sulla mia pelle.
Tuttavia nessuno mi ordinò di uscire questa volta. Al contrario vidi tre ragazze che venivano bruscamente invitate a salire sul dannato furgone.
Immaginai che anche loro fossero state prelevate da qualche villaggio. Mi ritrovai a chiedermi se il loro prezzo era stato maggiore od inferiore al mio. Iniziavo già a percepirmi come un oggetto. Speravo almeno di essere un oggetto di valore.
Poi trasalì e venni presa da un dubbio. E se fossero state altre aguzzine?
Salirono sul mezzo e nel vedermi in quello stato pietoso sbiancarono. Si misero vicine tra loro, sussurrandosi qualcosa all'orecchio che non riuscii a capire.
La porta si chiuse, lasciandoci di nuovo nell'oscurità ed il mezzo ripartì.
"Cosa ti è successo?" mi domandò la più coraggiosa delle tre, comunque con la voce tremante.
Ma io ricordavo bene l'ordine ricevuto, non dovevo parlare.
"E' questo che faranno anche a noi?" iniziò a singhiozzare un'altra.
Qualcuna provò ad avvicinarsi.
"Che puzza!" esclamò.
"Oddio che schifo" fecero in coro le altre, quasi che l'odore di urina le avesse raggiunte tutte ansime solo ora.
"Che cosa sei?" iniziarono ad urlare ed a dimenarsi, come se fossero rinchiuse con un mostro.
Io mi rannicchiai in un angolo e cercai di non sentire le loro parole ed i loro commenti.
Iniziai a pensare che avevo sete e fame. Sopratutto sete erano ore che non bevevo. Improvvisamente venni presa dal panico. Quando mi avrebbero dato da bere?
Trascorso un certo tempo, che non saprei quantificare finalmente il portellone si aprì. Si era fatta sera e dunque questa volta non ebbi problemi ad adattarmi alla nuova condizione di luminosità.
Memore dell'esperienza precedente scattai in ginocchio, nonostante le spalle indolenzite ed i lividi - che ora potevo vedere - che si erano formati un pò ovunque sulla mia pelle.
Tuttavia nessuno mi ordinò di uscire questa volta. Al contrario vidi tre ragazze che venivano bruscamente invitate a salire sul dannato furgone.
Immaginai che anche loro fossero state prelevate da qualche villaggio. Mi ritrovai a chiedermi se il loro prezzo era stato maggiore od inferiore al mio. Iniziavo già a percepirmi come un oggetto. Speravo almeno di essere un oggetto di valore.
Poi trasalì e venni presa da un dubbio. E se fossero state altre aguzzine?
Salirono sul mezzo e nel vedermi in quello stato pietoso sbiancarono. Si misero vicine tra loro, sussurrandosi qualcosa all'orecchio che non riuscii a capire.
La porta si chiuse, lasciandoci di nuovo nell'oscurità ed il mezzo ripartì.
"Cosa ti è successo?" mi domandò la più coraggiosa delle tre, comunque con la voce tremante.
Ma io ricordavo bene l'ordine ricevuto, non dovevo parlare.
"E' questo che faranno anche a noi?" iniziò a singhiozzare un'altra.
Qualcuna provò ad avvicinarsi.
"Che puzza!" esclamò.
"Oddio che schifo" fecero in coro le altre, quasi che l'odore di urina le avesse raggiunte tutte ansime solo ora.
"Che cosa sei?" iniziarono ad urlare ed a dimenarsi, come se fossero rinchiuse con un mostro.
Io mi rannicchiai in un angolo e cercai di non sentire le loro parole ed i loro commenti.
Iniziai a pensare che avevo sete e fame. Sopratutto sete erano ore che non bevevo. Improvvisamente venni presa dal panico. Quando mi avrebbero dato da bere?
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