L'idraulico (muscoloso e tatuato)
di
Freek 1977
genere
gay
L'anno scorso, nella gelateria dove lavoro, abbiamo avuto un problema con i tubi dell'acqua e siamo stati costretti a chiamare un idraulico: poiché il nostro di fiducia era in ferie, ne abbiamo preso uno a caso da una pubblicità e, visto come sono andate le cose, direi che è stato un gran colpo di fortuna.
Appena Antonio varcò la soglia della gelateria, ebbi un tuffo al cuore: alto almeno un metro e 80, abbronzato, muscoloso e tatuato, faccia da furbetto, riuscì a mandarmi subito in tempesta ormonale; appena lo vidi pensai "Porca miseria, che figo! Quanto me lo farei!" e, sicuramente, cominciai a guardarlo con il solito sguardo da cagna vogliosa.
Il problema che avevamo era una perdita d'acqua, ma siccome non sapevamo in che punto, Antonio dovette passare in rassegna praticamente tutto l'impianto idraulico: dato che poco dopo avremmo dovuto aprire il negozio al pubblico, ci disse che sarebbe tornato il giorno dopo, prima dell'orario di apertura, ovvero quando c'ero solo io di sotto in laboratorio a fare il gelato.
Non vi dico la mia gioia nell'apprendere la notizia che io e Antonio saremmo stati soli il giorno successivo! Era l'occasione per squadrarlo bene da capo a piedi, rifarmi gli occhi coi suoi muscoli tatuati e, se avessi superato la mia timidezza, magari anche qualche battutina.
Venne l'indomani: quando arrivai al lavoro, Antonio era già lì davanti che mi aspettava "Ciao! E' tanto che sei arrivato? Mi spiace averti fatto aspettare sotto il sole... forse non avevi capito che sarei arrivato alle 9 e mezza?" "No, tranquillo, sapevo l'orario. Sono qui da 5 minuti... e poi sono abituato a sudare" subito pensai "ti farei sudare io... se ti acchiappo!".
Gli mostrai dove erano i contatori e cominciai il mio lavoro, ricordandogli che se avesse avuto bisogno di qualsiasi cosa, ero a sua disposizione; dopo un po' lo sentii chiamare "Andry, vieni un attimo qua, mi sa che ci siamo!": forse aveva trovato la perdita? Mi affrettai ad andare verso di lui e lo trovai nel sottoscala.
"Senti qui come scorre l'acqua" e, indicando i tubi che passavano sopra le nostre teste, chiuse la porta a soffietto e mi ritrovai in uno spazio di circa due metri quadrati con quel gran pezzo di manzo: era troppo per i miei ormoni e cominciai a sudare "Andry, che c'è? Ti senti male?" "Forse un po' di claustrofobia... meglio che esca da qui" ed uscii di fretta, rintanandomi nel laboratorio.
Stare a così stretto contatto con lui mi aveva fatto uno stranissimo effetto, era evidente che lui mi piacesse davvero tanto, ma non potevo fare cazzate al lavoro e feci finta di nulla; lui trovò la perdita: si era rotta una valvola, poco prima che i tubi passassero nel sottoscala, e il guasto fu riparato.
Visto che aveva fatto un bel lavoro in gelateria, qualche mese fa l'ho chiamato anche a casa: dovevo fargli sostituire il rubinetto della cucina e, visto che oltre a essere idraulico, Antonio è anche falegname ed elettricista, gli feci guardare i faretti del mobile di uno dei due bagni, che si spegnevano da soli, senza che nessuno premesse l'interruttore.
Ovviamente, per non fargli prendere la scossa, staccai la corrente e, mentre Antonio armeggiava con i fili al buio, gli chiesi se dovessi andare a prendere una torcia per fargli luce "No, non serve... certe cose è meglio farle al buio, non credi?" stavolta giocavo in casa, mi sentivo più spudorato "Beh, ma ci sono cose molto più divertenti da fare al buio, che attaccare dei fili" "No, ma sei matto? Se devo dare una bella leccata di figa, voglio la luce, così posso vederla bene!".
La sua risposta mi spiazzò completamente: avrei voluto dirgli qualcosa come "Su questo argomento mi trovi impreparato, visto che a me piace leccare cazzi", ma non ci riuscii, e ancora una volta Antonio finì il suo lavoro senza che accadesse nulla.
Il mese scorso si è rotto un tubo nella stalla (sì, io abito in campagna e ho una mucca) e chi potevo chiamare, se non il muscoloso e tatuato Antonio? Stavolta, però, appena lo vidi, notai che il suo sguardo era diverso: non era il solito ragazzo spavaldo di sempre, aveva una luce diversa negli occhi, un velo di tristezza, e appena gli chiesi se andasse tutto bene, diventò un fiume in piena.
Mi raccontò di come le cose con sua moglie non andassero più bene, di quanto fosse gelosa e di tutte le scenate che gli faceva ogni volta che andasse a fare lavori in casa di qualcuna, che puntualmente finivano in litigate con urla e offese reciproche "Tu mi vedi, Andry, io scherzo, gioco, ma io non l'ho mai tradita. Io l'amavo così tanto, ma dopo che abbiamo avuto la bambina lei è cambiata: non una carezza, non una coccola" e mentre diceva queste parole mi portò una mano al viso "mai una volta che mi chiedesse come sto, ormai non mi abbraccia più".
Essere sfiorato dalla sua mano mi fece scendere un brivido lungo tutta la schiena, non capivo bene perché quel ragazzo, che avevo visto tre o quattro volte al massimo, mi stesse raccontando tutti i suoi problemi coniugali, ma quel gesto fece scattare in me un senso di protezione e di affetto che non avrei mai pensato di provare con un tipo del genere e, senza quasi rendermene conto, lo abbracciai, cercando di farlo sentire al sicuro.
Proprio mentre Antonio era arrivato a dirmi che lui e sua moglie non facevano più l'amore da molti mesi, lo strinsi fra le mie braccia: a quel punto smise di parlare e lo sentii tremare, poi i nostri sguardi si incrociarono e vidi due calde lacrime solcare il suo volto; istintivamente gliele asciugai con la mano e lo abbracciai ancora più forte.
A quel punto successe l'imprevedibile: sentii qualcosa di duro premere contro la mia pancia... Antonio aveva avuto un'erezione! "Scusami Andry, io... io non volevo" e si staccò dal mio abbraccio "Ehi, vieni qui, non è successo nulla... anzi, a me fa piacere" e prima ancora che potesse parlare di nuovo lo baciai e lo strinsi a me ancora più forte.
Dovevo cogliere l'attimo: Antonio era vulnerabile, se volevo provarci, quello era il momento. Cominciai a baciarlo dietro le orecchie, poi lungo il collo, sentivo i suoi brividi, ma lui non mi fermava, gli alzai la maglietta e cominciai a baciargli i capezzoli, li succhiai e stavolta lo sentii gemere, era il segnale che potevo andare fino in fondo e cominciai a scendere, continuandolo a baciare e a leccare lungo tutto il corpo.
Arrivai ai pantaloni, che abbassai piano insieme alle mutande, Antonio restò in silenzio, senza protestare e mi trovai davanti una bella asta di carne, che cominciai a succhiare e a leccare con voracità "Oddio, Andry, sei bravissimo!" e, mentre ero intento a leccargli anche le palle, mi prese le braccia e mi fece cenno di alzarmi; per un attimo pensai che volesse che tutto ciò finisse, invece voleva andare fino in fondo.
Mi tolse la maglietta e mi invitò a togliermi pantaloni e tutto il resto, anche lui rimase nudo e alla vista di quel corpo così attraente pensai "certo che tua moglie è propria stupida... io se fossi al tuo posto, mi farei chiavare tutti i giorni!"; a quel punto ero sicuro che volesse scoparmi, quindi mi appoggiai a una delle mangiatoie, chinandomi in avanti e offrendogli la visione del mio culo, su cui Antonio si fiondò, dandomi piccoli morsi e leccandolo a fondo.
Dopo averlo insalivato bene, Antonio appoggiò la cappella al mio buchetto e cominciò a spingere con delicatezza: io ero così eccitato dall'idea di farmi un così bel ragazzo che subito lo accolsi in me, fino in fondo "Oh Andry, come sei morbido, caldo" e indugiò un po' dentro di me, quasi come a cercare un rifugio sicuro, poi però sentii le sue mani possenti afferrarmi per i fianchi, e cominciò a stantuffarmi con colpi ben assestati "Caspita, sei proprio un toro da monta!" pensai, ma non lo dissi ad alta voce, per non rovinare il momento magico che stavamo vivendo quel pomeriggio.
Eravamo lì, nella stalla, fuori da tutti i suoi problemi e dalla realtà che ciascuno di noi due viveva: c'eravamo solo noi in quel momento e le sensazioni di piacere che ognuno stava donando all'altro; come tutte le cose belle, avrei voluto che quell'amplesso non finisse mai, ma dopo una decina di minuti di colpi energici e profondi, Antonio mi disse che stava per venire "Ti prego, fammi un ultimo regalo: sborrami nel culo" "Oh, sì, Andry... sei dolcissimo... è tutta per te!" e stringendomi nell'abbraccio più tenero che qualcuno mi avesse mai dato fino ad allora, venne dentro di me, riempendomi del suo caldo seme.
Con il suo corpo completamente riverso sulla mia schiena, venni anche io e godetti così tanto che mi ritrovai senza energie, accasciandomi sul pavimento della stalla: Antonio venne giù con me, abbracciandomi di nuovo "Non credevo che fare l'amore con un altro uomo potesse essere così bello" presi il suo volto tra le mie mani e lo guardai dritto negli occhi "Potremmo rifarlo ogni volta che vorrai, tu mi piaci molto", lui mi baciò e mi guardò di nuovo con grande dolcezza "Devo prima sistemare le cose con mia moglie. Soprattutto capire se c'è ancora un matrimonio da portare avanti" "Va bene, è giusto che sia così. Se avessi voglia di vedermi, sai dove trovarmi".
Appena Antonio varcò la soglia della gelateria, ebbi un tuffo al cuore: alto almeno un metro e 80, abbronzato, muscoloso e tatuato, faccia da furbetto, riuscì a mandarmi subito in tempesta ormonale; appena lo vidi pensai "Porca miseria, che figo! Quanto me lo farei!" e, sicuramente, cominciai a guardarlo con il solito sguardo da cagna vogliosa.
Il problema che avevamo era una perdita d'acqua, ma siccome non sapevamo in che punto, Antonio dovette passare in rassegna praticamente tutto l'impianto idraulico: dato che poco dopo avremmo dovuto aprire il negozio al pubblico, ci disse che sarebbe tornato il giorno dopo, prima dell'orario di apertura, ovvero quando c'ero solo io di sotto in laboratorio a fare il gelato.
Non vi dico la mia gioia nell'apprendere la notizia che io e Antonio saremmo stati soli il giorno successivo! Era l'occasione per squadrarlo bene da capo a piedi, rifarmi gli occhi coi suoi muscoli tatuati e, se avessi superato la mia timidezza, magari anche qualche battutina.
Venne l'indomani: quando arrivai al lavoro, Antonio era già lì davanti che mi aspettava "Ciao! E' tanto che sei arrivato? Mi spiace averti fatto aspettare sotto il sole... forse non avevi capito che sarei arrivato alle 9 e mezza?" "No, tranquillo, sapevo l'orario. Sono qui da 5 minuti... e poi sono abituato a sudare" subito pensai "ti farei sudare io... se ti acchiappo!".
Gli mostrai dove erano i contatori e cominciai il mio lavoro, ricordandogli che se avesse avuto bisogno di qualsiasi cosa, ero a sua disposizione; dopo un po' lo sentii chiamare "Andry, vieni un attimo qua, mi sa che ci siamo!": forse aveva trovato la perdita? Mi affrettai ad andare verso di lui e lo trovai nel sottoscala.
"Senti qui come scorre l'acqua" e, indicando i tubi che passavano sopra le nostre teste, chiuse la porta a soffietto e mi ritrovai in uno spazio di circa due metri quadrati con quel gran pezzo di manzo: era troppo per i miei ormoni e cominciai a sudare "Andry, che c'è? Ti senti male?" "Forse un po' di claustrofobia... meglio che esca da qui" ed uscii di fretta, rintanandomi nel laboratorio.
Stare a così stretto contatto con lui mi aveva fatto uno stranissimo effetto, era evidente che lui mi piacesse davvero tanto, ma non potevo fare cazzate al lavoro e feci finta di nulla; lui trovò la perdita: si era rotta una valvola, poco prima che i tubi passassero nel sottoscala, e il guasto fu riparato.
Visto che aveva fatto un bel lavoro in gelateria, qualche mese fa l'ho chiamato anche a casa: dovevo fargli sostituire il rubinetto della cucina e, visto che oltre a essere idraulico, Antonio è anche falegname ed elettricista, gli feci guardare i faretti del mobile di uno dei due bagni, che si spegnevano da soli, senza che nessuno premesse l'interruttore.
Ovviamente, per non fargli prendere la scossa, staccai la corrente e, mentre Antonio armeggiava con i fili al buio, gli chiesi se dovessi andare a prendere una torcia per fargli luce "No, non serve... certe cose è meglio farle al buio, non credi?" stavolta giocavo in casa, mi sentivo più spudorato "Beh, ma ci sono cose molto più divertenti da fare al buio, che attaccare dei fili" "No, ma sei matto? Se devo dare una bella leccata di figa, voglio la luce, così posso vederla bene!".
La sua risposta mi spiazzò completamente: avrei voluto dirgli qualcosa come "Su questo argomento mi trovi impreparato, visto che a me piace leccare cazzi", ma non ci riuscii, e ancora una volta Antonio finì il suo lavoro senza che accadesse nulla.
Il mese scorso si è rotto un tubo nella stalla (sì, io abito in campagna e ho una mucca) e chi potevo chiamare, se non il muscoloso e tatuato Antonio? Stavolta, però, appena lo vidi, notai che il suo sguardo era diverso: non era il solito ragazzo spavaldo di sempre, aveva una luce diversa negli occhi, un velo di tristezza, e appena gli chiesi se andasse tutto bene, diventò un fiume in piena.
Mi raccontò di come le cose con sua moglie non andassero più bene, di quanto fosse gelosa e di tutte le scenate che gli faceva ogni volta che andasse a fare lavori in casa di qualcuna, che puntualmente finivano in litigate con urla e offese reciproche "Tu mi vedi, Andry, io scherzo, gioco, ma io non l'ho mai tradita. Io l'amavo così tanto, ma dopo che abbiamo avuto la bambina lei è cambiata: non una carezza, non una coccola" e mentre diceva queste parole mi portò una mano al viso "mai una volta che mi chiedesse come sto, ormai non mi abbraccia più".
Essere sfiorato dalla sua mano mi fece scendere un brivido lungo tutta la schiena, non capivo bene perché quel ragazzo, che avevo visto tre o quattro volte al massimo, mi stesse raccontando tutti i suoi problemi coniugali, ma quel gesto fece scattare in me un senso di protezione e di affetto che non avrei mai pensato di provare con un tipo del genere e, senza quasi rendermene conto, lo abbracciai, cercando di farlo sentire al sicuro.
Proprio mentre Antonio era arrivato a dirmi che lui e sua moglie non facevano più l'amore da molti mesi, lo strinsi fra le mie braccia: a quel punto smise di parlare e lo sentii tremare, poi i nostri sguardi si incrociarono e vidi due calde lacrime solcare il suo volto; istintivamente gliele asciugai con la mano e lo abbracciai ancora più forte.
A quel punto successe l'imprevedibile: sentii qualcosa di duro premere contro la mia pancia... Antonio aveva avuto un'erezione! "Scusami Andry, io... io non volevo" e si staccò dal mio abbraccio "Ehi, vieni qui, non è successo nulla... anzi, a me fa piacere" e prima ancora che potesse parlare di nuovo lo baciai e lo strinsi a me ancora più forte.
Dovevo cogliere l'attimo: Antonio era vulnerabile, se volevo provarci, quello era il momento. Cominciai a baciarlo dietro le orecchie, poi lungo il collo, sentivo i suoi brividi, ma lui non mi fermava, gli alzai la maglietta e cominciai a baciargli i capezzoli, li succhiai e stavolta lo sentii gemere, era il segnale che potevo andare fino in fondo e cominciai a scendere, continuandolo a baciare e a leccare lungo tutto il corpo.
Arrivai ai pantaloni, che abbassai piano insieme alle mutande, Antonio restò in silenzio, senza protestare e mi trovai davanti una bella asta di carne, che cominciai a succhiare e a leccare con voracità "Oddio, Andry, sei bravissimo!" e, mentre ero intento a leccargli anche le palle, mi prese le braccia e mi fece cenno di alzarmi; per un attimo pensai che volesse che tutto ciò finisse, invece voleva andare fino in fondo.
Mi tolse la maglietta e mi invitò a togliermi pantaloni e tutto il resto, anche lui rimase nudo e alla vista di quel corpo così attraente pensai "certo che tua moglie è propria stupida... io se fossi al tuo posto, mi farei chiavare tutti i giorni!"; a quel punto ero sicuro che volesse scoparmi, quindi mi appoggiai a una delle mangiatoie, chinandomi in avanti e offrendogli la visione del mio culo, su cui Antonio si fiondò, dandomi piccoli morsi e leccandolo a fondo.
Dopo averlo insalivato bene, Antonio appoggiò la cappella al mio buchetto e cominciò a spingere con delicatezza: io ero così eccitato dall'idea di farmi un così bel ragazzo che subito lo accolsi in me, fino in fondo "Oh Andry, come sei morbido, caldo" e indugiò un po' dentro di me, quasi come a cercare un rifugio sicuro, poi però sentii le sue mani possenti afferrarmi per i fianchi, e cominciò a stantuffarmi con colpi ben assestati "Caspita, sei proprio un toro da monta!" pensai, ma non lo dissi ad alta voce, per non rovinare il momento magico che stavamo vivendo quel pomeriggio.
Eravamo lì, nella stalla, fuori da tutti i suoi problemi e dalla realtà che ciascuno di noi due viveva: c'eravamo solo noi in quel momento e le sensazioni di piacere che ognuno stava donando all'altro; come tutte le cose belle, avrei voluto che quell'amplesso non finisse mai, ma dopo una decina di minuti di colpi energici e profondi, Antonio mi disse che stava per venire "Ti prego, fammi un ultimo regalo: sborrami nel culo" "Oh, sì, Andry... sei dolcissimo... è tutta per te!" e stringendomi nell'abbraccio più tenero che qualcuno mi avesse mai dato fino ad allora, venne dentro di me, riempendomi del suo caldo seme.
Con il suo corpo completamente riverso sulla mia schiena, venni anche io e godetti così tanto che mi ritrovai senza energie, accasciandomi sul pavimento della stalla: Antonio venne giù con me, abbracciandomi di nuovo "Non credevo che fare l'amore con un altro uomo potesse essere così bello" presi il suo volto tra le mie mani e lo guardai dritto negli occhi "Potremmo rifarlo ogni volta che vorrai, tu mi piaci molto", lui mi baciò e mi guardò di nuovo con grande dolcezza "Devo prima sistemare le cose con mia moglie. Soprattutto capire se c'è ancora un matrimonio da portare avanti" "Va bene, è giusto che sia così. Se avessi voglia di vedermi, sai dove trovarmi".
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