Suor Dana, mia zia (1)

di
genere
incesti

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A 25 anni e dopo otto anni di fidanzamento sono stato lasciato da Valentina, la ragazza di cui sono ancora innamoratissimo e che, ne ero certo, sarebbe stato l'unico amore della mia vita. Un giorno però, dopo una banale lite per una sciocchezza, lei mi ha lasciato. E' stato uno shock tremendo per me, mi sono odiato perché mi sono preso io la colpa della nostra rottura, quando poi ho saputo che lei stava con un altro sono caduto in depressione, per mesi non sono uscito di casa, ho perso il lavoro, mi sono allontanato dagli amici, ho abbandonato ogni attività. Le mie giornate le passavo in totale apatia e anche con i miei la comunicazione si è ridotta a semplici cenni col capo per dire "sì" o "no". Mio padre e mia madre erano disperati, mi hanno chiesto di andare in terapia ma ho sempre rifiutato perché ero arrivato al punto che non mi interessava neanche guarire. Un giorno mia madre mi avvisa che sua sorella viene a passare due settimane da noi. Questa mia zia è una suora missionaria a Cuba e, dopo diversi anni, torna in Italia in visita e tocca a noi ospitarla. A me la cosa non va proprio, non voglio vedere nessuno tantomeno una suora che sta in casa nostra, ma per evitare questioni con i miei lascio perdere e dico che, per tutto il tempo, mi limiterò ad ignorarla e a farmi ignorare. Arriva mia zia, suor Dana, lei è felicissima di rivederci, sgrana sorpresa gli occhi quando si trova davanti un ragazzone di 1,90 e mia madre le dice: "Questo è Mauro."

"Mauro? L'ultima volta che sono stata in Italia avevi 5 anni ed eri quanto un soldo di cacio! Madonna quanto sei cresciuto! Eh, e io quanto sono invecchiata!"

Zia mi guarda dal basso verso l’alto, ha lo sguardo ammirato, le mani giunte e un'espressione estatica e ammirata, come se stesse contemplando la statua di un dio.

"Io di te ho il vago ricordo di una signora con una buffa veste lunga e la testa coperta da un lungo velo, ma ora che ti vedo devo dire che sei una bella donna, zia."

"Eeeeeh sei troppo buono, Mauro. Ti ringrazio ma ho 55 anni e mi sento già vecchia!"

Quel mio complimento fatto a zia Dana ha sorpreso anche me che mi ero ripromesso di ignorarla del tutto. Dopo quel saluto sono ripiombato nel mutismo e nell'apatia, un giorno zia ha chiesto a mia madre il motivo della mia forte depressione e poi ho sentito bussare in camera mia. E' entrata senza aspettare il mio "avanti", faceva caldo e mi ha trovato sdraiato sul letto, con indosso soltanto i boxer. Io mi sono vergognato e lei, quando ha capito il mio disagio, si è messa a ridere.

"Non mi scandalizzo mica! Vengo da Cuba, lì fa caldo tutto l'anno e un sacco di ragazzi girano in boxer e a torso nudo per le strade. E poi lasciamelo dire... sei venuto su un bel ragazzo, che bel corpo, che muscoli hai!"

Abbasso lo sguardo, sorrido imbarazzatissimo e divento rosso.

"Sei anche timido e arrossisci! Lo sai che alle ragazze piacciono i ragazzi così? Sei bello come un Dio greco e sei pure sensibile!"

Quel suo insistere a farmi complimenti stava iniziando a infastidirmi, lei poi si è seduta accanto a me ed ha assunto un'aria più seria e da lì ho capito che mamma l'aveva messa al corrente della mia depressione.

"Mauro, puoi avere tutte le ragazze che vuoi, non devi chiuderti in te stesso e stare male per una sola che non ti vuole. Peggio per lei!"

"Posso avere tutte le ragazze che voglio? Zia, non mi aspetterei mai una cosa così detta da una suora..."

"Ma perché ti scandalizzi tanto? Guarda che essere suora non significa non avere pensieri umani come tutti, mica viviamo in perenne estasi mistica! Dico solo che, bello e giovane come sei, è giusto che ti faccia le tue esperienze, suvvia!"

Zia mi dà due pacche sul petto nudo come per invitarmi a reagire, a uscire dalla depressione. A me quella donna inizia a piacere, fisicamente è una bella donna, matura e affascinante nonostante sia una suora. Credevo che le suore fossero perennemente contristate, austere, severe oppure che fossero delle fanatiche intente a pregare incessantemente, invece la trovo una donna piacevole e affabile, con lei parlo con disinvoltura, una volta mi dice che lei è una donna sposata, uguale a tutte le altre donne sposate che conosco, precisa poi che è sposata con il Signore e sorride dopo che l'ho guardata perplesso.

Dopo qualche giorno mi chiede se l'accompagno ad un santuario a 30 km da casa nostra, mia madre le sconsiglia di chiedermelo pensando che depresso e intrattabile come sono non accetterò mai invece, sorprendendo sia lei che me stesso, accetto e partiamo. La depressione però è un male perfido, sempre in agguato. Un momento prima trovo piacevole conversare con zia mentre guido, un momento dopo piombo nel mutismo e smetto di darle retta. Lei se ne accorge e mi chiede se preferisco fare dietrofront e tornare a casa, io ho un moto di orgoglio, mi faccio forza e le dico di no. Zia, contenta di vedermi reagire così, mi dà una lunga carezza sul braccio. Indosso una maglietta smanicata e sento la sua mano calda e morbida scorrermi lungo i bicipiti e arrivare lentamente fino alla mano appoggiata sul cambio.

Cazzo, se questa suora non la smette con questa mania di toccarmi!, penso tra me e me trattenendo il fastidio. In realtà sentirmi toccare da una donna non mi lascia indifferente, seppure sia mia zia, con il doppio della mia età e per giunta una consacrata, è pur sempre una donna. Oltretutto sto passando un periodo delicato e quel suo modo caloroso e languido di accarezzarmi mi turba. Lei lo fa senza malizia, ci mancherebbe altro, però sono un maschio virile nell'età in cui gli ormoni sono a mille e da quando Valentina mi ha lasciato non ho più toccato una donna...

Continuo a guidare ma la carezza della zia suora mi ha scosso. Sentire il suo profumo nell'auto, ripensare a quando in camera mia, trovandomi in boxer, mi ha accarezzato il petto nudo... Insomma, nonostante cerco di distrarmi pensando ad altro, sento il cazzo farsi duro e noto io stesso il gonfiore sollevare la tuta. Deglutisco e spero che zia non se ne accorga, il silenzio che cala dentro la macchina si fa imbarazzante, per fortuna siamo arrivati al convento.

Usciamo dall'auto e dopo una scalinata ci troviamo davanti al portone. Zia ha un incontro festoso e commovente con la madre superiore e altre suore, si abbracciano, sono raggianti e felici, tutte si mettono a chiederle della missione a Cuba e lei inizia a raccontare. Io mi sento a disagio e mi allontano da quel vociare festante, passeggio per il grande giardino e in un angolo, seduta su una panca vedo una suora che se ne sta in disparte, tutta sola, intenta a piegare e ripiegare abilmente fogli di carta, creando delle forme. Resto ad osservarla, mi incanto a vedere quelle dita bianche, lunghe, delicate muoversi agilmente e con maestria creare un fiore. Quando si accorge di me solleva il capo e mi sorride, ha un viso angelico, luminoso e pulito, due occhi neri e profondi che li sento trafiggermi. Credo che lei percepisca l'oscurità che ho dentro, la sofferenza che mi porto appresso e mi parla come a un bambino diffidente. Inizio a sentirmi a mio agio con lei, si chiama Camilla e ha la mia età, chiacchieriamo piacevolmente, tanto che perdiamo la cognizione del tempo poi quando lei sente uno scampanellio si fa il segno della croce, arrossisce e si scusa ma deve rientrare per la recita delle preghiere. Anche mia zia si unisce a loro per pregare e per un'ora resto in quel magnifico giardino. E' un'oasi di tranquillità e, per la prima volta da tanto tempo, sono sereno. Se ne accorge anche mia zia quando mi raggiunge dopo aver salutato le consorelle.

"E' stata una bella mattinata, sono proprio contenta di aver rivisto tante mia amiche e sorelle. Scusa Mauro, tu ti sarai annoiato parecchio. Mi hanno caldamente invitato a tornare da loro ma non voglio approfittare troppo della tua bontà, mi organizzerò prendendo una corriera."

"Ma no zia, nessun disturbo. Ti accompagno io, tanto non ho altro da fare!"

"Davvero? Che caro ragazzo sei."

Mi parla inclinando il capo, guardandomi con la coda dell'occhio e con un eloquente sorrisetto malizioso stampato sulle labbra, capisco che il suo era un tranello per vedere quanto ci tenessi a incontrare di nuovo suor Camilla e, in effetti, ci tengo tanto. Non ci credo, eppure per tutto il tempo in cui sono stato con lei non ho pensato a Valentina né mi sono sentito depresso. Nei giorni seguenti mi ritrovo spesso a pensare a lei e nei momenti in cui non lo faccio ci pensa zia a fare battutine e ricordare quella bella oretta che ho passato con quella ragazza nei giardini del convento. Una volta esagera arrivando a fare una battuta durante il pranzo, quando siamo tutti a tavola.

"Ma sapete che Mauro è stato proprio bene nel convento? Ha conosciuto e fatto amicizia con il fiore più bello di quel giardino, una suora molto timida e bella..."

Lo dice guardando i miei genitori che, a loro volta, si guardano straniti poi zia Dana scoppia in una risata. Io resto in silenzio a capo chino sul piatto e dentro di me gliene dico di tutti i colori. Sono taciturno per tutto il pranzo poi mi alzo e vado nella mia camera, rabbuiato e infastidito. Mi butto sul letto e fisso il soffitto quando ecco entrare la zia suora, ancora in vena di stuzzicarmi, fa così caldo in questo torrido luglio che ormai ho preso l'abitudine di restare con solo i boxer addosso. Rifletto per un attimo, zia sa che ho questa abitudine eppure non disdegna di entrare in camera mia senza nemmeno bussare, si è giustificata con le solite scuse ma intanto è sempre qui in camera e poi quel continuo accarezzarmi...

"Dovresti anche capire che adesso sono un uomo ed essere accarezzato da una donna non mi lascia indifferente!" Sbotto contro mia zia quando si siede sul bordo del letto. Lei tenta di ripetere il solito pretesto e io la interrompo.

"Sì sì, certo, lo so che sono il tuo amato nipotino che rivedi dopo 20 anni, però che fai? Fingi di non vedere cosa mi provochi, come hai finto in macchina, eh?"

Finalmente mi sfogo, voglio farle pagare l'atteggiamento stuzzicante di questi giorni, le frecciatine, le battutine, soprattutto quella davanti ai miei. Odio il fatto che abbia messo di mezzo suor Camilla e che la usi per i suoi giochetti. Sono abbastanza furioso ed eccitato da volergliela fare pagare e fissandola sprezzante poggio la mano sul suo ginocchio, lei mi guarda curiosa come per sapere che cosa mi stia passando per la testa, io faccio scorrere la mano sul suo interno coscia, lei a quel punto trasalisce e vuole fermarmi, mi afferra il polso.

"Ma, Mauro! Che fai!"

"Sto al tuo gioco, zia. Solo tu puoi divertirti a mettermi addosso le tue mani e mangiarmi con gli occhi? Ti sembra giusto?"

"Oh Maria Vergine ma... sono tua zia, sono una suora!"

Per tutta risposta affondo di più la mano ormai sparita sotto la sua gonna e spingo le dita fino a toccarle le mutande. Premo, sento il bagnato impregnarle il tessuto e lei sussulta, la sua mano non fa più resistenza sul mio polso, sospira e sussurra "Oh Maria Vergine, oh Maria Vergine!"

E' diventata rossa come un peperone e gira il volto dall'altra parte, sussurra che non si può, che non si può, che è una enorme pazzia ma non oppone resistenza e si lascia baciare sul collo. Io non voglio più fermarmi, finalmente posso scatenare la libido repressa da mesi, posso sfogarmi su una bella donna che ne ha altrettanta voglia.

Zia allarga le cosce e molla la presa sul mio polso per lasciarmi campo libero, le sposto l'orlo delle mutande, ci infilo le dita sotto, sento i peli della fica e sono già inzuppate dei suoi umori. Adesso prendo io la sua mano e la porto sul gonfiore dei miei boxer, le faccio tastare la durezza della verga da sopra la stoffa, sono arrapatissimo, prendo anche a leccarle il collo e la guancia, cerco avidamente la sua bocca, bacio le sue labbra e infilo la lingua che trova la sua dandosi ad un lungo e morboso strofinarsi.

"Dio santo, che pazzia... che pazzia!" Sussurra la zia suora che è ormai arresa a ciò che ci sta travolgendo. Il mio cazzo è liberato dalla costrizione dei boxer e le pulsa davanti la faccia.

"Ammiralo, zia! Chissà quanta voglia hai avuto di accarezzarlo, eh?" Sono in piedi, lei seduta sul letto, mi lecca l'asta con cura poi imbocca la cappella e la succhia con una maestria che mi lascia sorpreso. Anche lei non ha freni, mi tiene per i fianchi e con gli occhi chiusi succhia avidamente, io metto mani sulla sua testa avvolta dal velo bianco per accompagnare il suo osceno avanti e indietro. Quando, dopo diversi minuti, mi ravvedo della porta della camera aperta e dei miei in casa sfilo il cazzo dalla bocca di zia e mi fiondo a chiuderla, lancio per aria il boxer che tenevo abbassato sulle cosce e resto tutto nudo. Ritorno poi verso la zia suora, col cazzo dritto, brandito come un'arma minacciosa, torno davanti a lei puntandoglielo in faccia, lei lo afferra, lo tiene stretto e riprende a leccarlo dalla base alla punta poi lo imbocca e prende a pomparlo voracemente.

"Non ti facevo così brava a fare bocchini, zia. Sei fantastica."

"Oh santa vergine, che pazzia! Che mi stai portando a fare, sei un demonio sei!"

"Sì eh, ma a quanto vedo ti piace un sacco succhiargli la verga a 'sto demonio. Adesso sdraiati che ho voglia anch'io di slinguare un po'!"

La faccio distendere sul mio letto, le raccolgo la gonna portando l'orlo in su fino a vederle la bella potta ammantata di pelo, butto la testa fra le sue cosce, la bocca affonda nella fica che inizio a leccare smodatamente.

Zia si lascia slappare e, tra sospiri, mugolii e ansimi, sgrana invocazioni alla madonna. La sento implorare perdono e allo stesso tempo esternare tutto il suo godimento e questo mi eccita in maniera spasmodica. Le sue gambe tornite mi imprigionano la testa, sento i suoi polpacci pieni spingere sulle mie spalle, anche le sue mani mi passano fra i capelli, li afferrano e spingono la mia testa addosso al suo pube. Alla zia suora piace sentire la mia lingua guizzante nella fica, piace la mia bocca appiccicata alle labbrone della sua vagina. Restiamo a slinguarci nelle parti intime a lungo ma quando propongo una chiavata lei non ne vuole sapere.

"Non si può ragazzo mio, non posso, sono una suora sposa di cristo e poi con te sarebbe incesto! Oh santa vergine ma che abbiamo fatto!"

"Sarai sposata con cristo ma il pompino l'hai fatto a me ed è stato favoloso. Wow, non immaginavo avessi questo talento!"

Zia Dana reagisce con una smorfia a quelle mie parole. "Non essere blasfemo!" Mi lancia un'occhiata da incenerire poi ricorda che ha appena fatto la troia e il viso si contrista, si ricompone aggiustandosi il velo sulla testa e abbassando la gonna. È tutta rossa, agitata e trafelata e sta per uscire dalla camera.

"Sarai mia zia, sarai una suora, ma io ti amo." Le dico prima che sparisca dalla mia vista. Lei per tutta risposta alza lo sguardo al cielo, come a dire: ma guarda che devo sentire, ci manca solo questo!

(Continua)
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2022-04-05
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