Ventenne incontra dei maturi in discoteca

di
genere
gay

Attenzione: le scene descritte potrebbero urtare la vostra sensibilità. Se vi ritenete sensibili a scene forti, violenza, linguaggio scurrile, contenuto sessualmente estremo, non proseguite.

Un sabato sera decido di andare nella discoteca gay che si trova vicino a Trieste, città dove frequento l’università. Ho 21 anni, e ho cominciato da poco tempo a frequentare saltuariamente alcuni locali nel Triveneto.

Arrivo tardi, per evitare la coda all’ingresso: quelle poche lire di differenza entrando prima di mezzanotte non valgono la pena, dato che solitamente si riempie dopo l’una di notte. Ci sono stato solo una volta, entrando intorno alle 23:30, ma ho passato due ore di pura noia, essendoci a malapena trenta persone, per cui mi ero ripromesso di non tornarci mai più così presto.
In effetti questa sera c’è davvero tanta gente, e la musica è molto ballabile, tanto che la pista è decisamente affollata. Mi butto anch’io in pista, scatenandomi e ballando per almeno un’ora senza sosta. Quando mi fermo, vado in bagno per lavarmi il viso e poi passo al bar a prendermi una Coca Cola.
Rimango un po’ ai bordi della pista e poi faccio un giro di sopra, dove non ero stato l’altra volta.
Credevo ci fosse un’altra pista, magari più piccola, e invece è la zona dove si avvicinano altri ragazzi per fare conoscenza, o magari qualcosa di più.
Appoggiato al muro, osservo l’andirivieni di ragazzi, quasi tutti in gruppi di tre o quattro, ridere e chiacchierare, senza davvero lo scopo di fermarsi a parlare con qualcuno.
Mi sposto anch’io, facendo un giro verso la parte più interna, dove fa più buio e c’è meno gente. Da subito noto uomini in media più grandi di età, qualcuno sulla trentina, qualcuno anche ben oltre i cinquanta, ma non ci do troppa importanza – in fondo, sto solo facendo un giro di perlustrazione, per riposarmi dopo i balli intensi.
Mentre sono intento a sorseggiare la mia bibita, mi passa a fianco un uomo più basso di me, muscoloso, con una t-shirt attillata che esalta i suoi pettorali e i suoi bicipiti. Ha il cranio rasato e un filo di barba, e porta dei pantaloni della tuta grigio chiaro, in cui si nota che non porta le mutande.. Mi fissa intensamente e a lungo, girandosi almeno un paio di volte, e va verso un angolo, nascosto dietro una paratia, dove sono accatastati dei divanetti.
Ogni tanto sporge dalla paratia e mi fissa, e io con la coda dell’occhio ne controllo i movimenti.
Ad un certo punto si toglie la maglietta, mostrando nella penombra un torace peloso. Vedendolo così, rasato e muscoloso e peloso, sento un fremito nello stomaco, che mi spinge ad avvicinarmi – mi masturbo spesso pensando a uomini più grandi di me, rasati e pelosi, per cui mi sembra di vivere un mio sogno erotico.
Mi metto al suo fianco, osservando quel bel petto peloso, sentendo al contempo la salivazione azzerarsi o quasi dall’eccitamento perverso che sto provando per questo uomo.
Essendo da sempre curioso di conoscere l’età, attacco bottone con quel pretesto.
“Scusa se ti chiedo, ma quanti anni hai? Perché hai davvero un fisico eccezionale!”
Lui si volta verso di me e sorride, dicendomi che si chiama Toni, 54 anni, e che pur non avendo più i capelli, compensa col pelo sul corpo e con un fisico ben allenato, e pure con un bel palo, prendendosi il pacco con una mano, evidenziando un cazzo barzotto.
Mi sento ipnotizzato dalla visione di quel petto muscoloso e peloso, e quel pacco che si gonfia sempre di più.
“E tu invece devi essere piuttosto giovane ed inesperto”, mi dice ridendo.
Gli rispondo che, pur giovane ed inesperto, ho comunque voglia di imparare e di esplorare, tanto al limite posso sempre smettere di fare ciò che non mi piace.
“Giusto… da giovane devi avere un approccio aperto, di curiosità, di esplorazione, senza paura di provare cose nuove che ti intrigano. Se poi scopri che non ti piacciono, ti fermi.. se invece ti piacciono, allora puoi godertele fino in fondo, e farle ancora”.
“Vero… però a volte le cose che piacciono fanno male!”
“Basta andarci piano… senza fretta… ed usare molta saliva, molto lubrificante, molto popper…”
L’unico popper che conosco è il filosofo, per cui gli chiedo a cosa si riferisca con quel termine, e lui estrae dalla tasca una boccetta cilindrica di vetro piuttosto alta, con un tappo bianco.
“Non hai mai provato popper?”
“Ehm no… ma è una droga? Cioè, se lo prendo, mi crea dipendenza? Che effetti collaterali provoca? Dopo posso guidare senza problemi?”, domande tipiche di un ventunenne quasi innocente!
“Ahahah, l’unica dipendenza che ti dà è quella di volere tanto cazzo, solo cazzo, molto cazzo” ghigna lui “se vuoi provalo, fai una sniffata breve così capisci se ti può piacere o meno. Ad alcuni fa venire mal di testa e basta, ad altri invece fa rilassare il buco del culo, ad altri ancora invece fa scattare il lato più porco in loro. Ognuno vive un’esperienza diversa”.
Svita la boccetta e me la mette sotto una narice, tappandomi l’altra con un dito, dicendomi di inalare profondamente. Mentre inalo, sento il mio cazzo indurirsi, e quando mi mette il popper anche sotto l’altra narice, allungo la mano sul suo pacco, sentendo un cazzo grosso già duro.
Mi sposta dietro la paratia, sui divanetti, togliendomi la maglietta ed abbassandomi i pantaloni. Mi siedo per togliermeli del tutto, e lui si abbassa i pantaloni della tuta mettendomi davanti il suo cazzo: è lungo sui 20 centimetri, venoso, ma soprattutto è grosso, con un gran cappellone.
Mi prende la nuca e mi avvicina la testa al suo cazzone, dicendomi di aprire per bene la bocca.
Me lo mette lentamente in bocca, fino alla gola, dicendomi di muovere la lingua per leccare tutta la cappella e tutta l’asta. Quasi mi soffoca, spingendolo giù per la gola, ed io cerco di respirare solo col naso, per non soffocare.
Lo tira fuori e mi appoggia la cappella sulla lingua, che faccio girare vorticosamente su tutto quel membro così grosso e duro.
Ad un certo punto mi spinge giù, disteso sulla schiena, e mi appoggia il popper sulla pancia, lasciandolo a mia disposizione.
Tiro ancora un po’, senza esagerare, ed appena lo richiudo lui mi alza le gambe e infila la sua lingua nel mio buco, esplorandolo e leccandolo, infilandoci anche l’indice e poi il medio della mano destra, tenendoli dentro allo stesso tempo per poi tirarli fuori e rinfilarli di nuovo a fondo.
“Tira ancora a fondo, troia”. Eseguo e appena sento il mio buco rilassarsi mi infila anche l’anulare: ora ho tre dita in culo, che me lo scopano a ritmo serrato.
Le estrae e mi prende le braccia per attirarmi a sé, spingendomi in ginocchio e facendosi spompinare a fondo.
Poi mi prende sotto le ascelle e mi alza, sussurrandomi all’orecchio di distendermi e di tirare tanto popper, e di lasciarmi completamente andare alle mie porcate più estreme.
Mi dice che il mio culo è ben umettato e che si è allargato molto col popper e con le sue dita, simbolo che ho proprio una gran voglia di cazzo in culo.
Seguo le sue istruzioni, distendendomi sulla schiena e tirando un bel po’ di popper, ben tre volte per narice, e quando richiudo la boccetta lui mi alza le gambe mettendosele sulle spalle, infilandomi di nuovo tre dita e ruotandole dentro il buco, e comincia a dirmi porcate che aumentano la mia sensazione di essere una troia.
“Ora ti spano un po’ il buco con tre dita, e quando le tiro fuori ti metto subito dentro la cappella, per fartela sentire dentro e per allargarti ancor di più il buchetto. Quando la tiro fuori, me la devi leccare e succhiare. Il culo non mi sembra sporco, ma se lo fosse, mi dovrai pulire il cazzo dei tuoi umori, capito troia?”
Annuisco con la testa, completamente perso nel piacere del momento.
“Se sei pulito, ti farò tirare ancora di più di popper e te lo metterò più a fondo in culo, facendoti sentire questo cazzone grosso che ti sfonda il culetto come si deve”.
Dopo avergli leccato nuovamente la cappella, mi fa tirare altro popper, bloccandomi la boccetta sotto al naso per almeno un minuto.
Quando mi distendo, Toni mi dice che vuole mettermelo tutto in culo a pelle, perché sono una troia e devo comportarmi da troia fino alla fine, cominciando già a entrare nel mio culo col suo cazzone. Non riesco a resistere, per cui mi lascio andare e rilasso il buco del culo, così da accogliere tutto il suo cazzone dentro di me. Ogni tanto si ferma per farmi tirare del popper così da essere sempre su di giri e avere il culo abbastanza elastico per accogliere i suoi affondi. Mi pianta il cazzone fino ai coglioni, e poi lo tira fuori del tutto, ci sputa sopra e lo riaffonda dentro al mio culo, mentre io sono completamente stregato da questo movimento dentro di me.
Ad un certo punto mi accorgo di un’ombra vicino a noi: mi spavento e lo fermo, facendolo anche un po’ arrabbiare per avergli interrotto il ritmo.
“Tranquillo… qui tanti passano anche solo per guardare. Quello è un tizio che conosco di vista, a lui di solito piace guardare e farsi una sega… A meno che non lo si coinvolga nell’azione…”. Cerco di mettere a fuoco l’ombra, ma sembra immobile, confusa nella semioscurità.
Mi rimette il popper sotto il naso e riprende a scoparmi di brutto, stantuffandomi il culo senza sosta. Quando lo tira fuori del tutto, mi fa spostare così da farmelo succhiare a quattro zampe, mentre mi infila di nuovo tre dita nel culo, cercando di metterne una quarta. Con la coda dell’occhio noto che l’ombra sta armeggiando coi pantaloni. Continuo a succhiare a fondo, alternando movimenti veloci, quasi a scatto, a leccate più lente che partono dalle palle fino alla cappella. Infilo la lingua anche nell’orifizio uretrale mentre gli massaggio le palle.
Nel frattempo, l’ombra si avvicina, abbassandosi un po’ i pantaloni e tirandosi giù anche le mutande, mettendo in mostra un cazzo molto grosso già duro. Si sbottona la camicia, mostrando un petto coperto di peli scuri, in parte grigi, e una pancia prominente, ma mai quanto il cazzo.
Toni continua ad allargarmi il buco con le dita, mettendone tre o quattro a seconda di quanto me lo voglia dilatare, mentre mi scopa la gola tenendomi la nuca per evitare che il cazzone mi esca dalla bocca, finché non avverto che rallenta l’intensità… alzo gli occhi e vedo che sta parlottando con l’ombra.
Si abbassa verso di me, mi mette di nuovo il popper sotto il naso e mi ordina di inspirarne un bel po’. Quando sento la testa rimbombare, me ne fa tirare ancora, e poi avvicina la bocca al mio orecchio.
“Adesso devi fare la troia con questo che ha un gran cazzone: glielo succhi a fondo mentre riprendo a scoparti il culo”. Non riesco nemmeno a rispondere che mi ritrovo col cazzone del tipo in bocca e le sue mani che mi bloccano la testa in una morsa, obbligandomi a succhiarlo e a leccarlo tutto. Ha un cazzo grosso come una lattina, che mi sta spalancando la mandibola. Il cazzone di Toni mi sta di nuovo inculando, ma sento meno attrito, forse per il popper, o forse perché ormai mi ha svangato di brutto il culo. Sento il cazzone uscire dal culo e poi me lo ritrovo davanti alla bocca: devo fare uno sforzo enorme per cercare di prendere entrambi in bocca, ma riesco a succhiare solo le cappelle contemporaneamente, perché sento i muscoli del viso contrarsi e far male.
Toni mi piazza di nuovo il popper sotto il naso, a lungo, e me lo tiene anche mentre mi infila il cazzo in bocca. A quel punto sento qualcosa spingere contro il mio buco: è il tizio che sta cercando di mettermelo nel culo. Avendo la cappella più grossa di quella di Toni, mi sta aprendo ancora di più, e Toni mi mette di nuovo il popper per farmi rilassare meglio.
Cominciano a scoparmi uno in gola e l’altro in culo, alternandosi tra i due buchi, facendomi assaggiare gli umori del mio culo e allargandomi sempre di più il buco.
Sono molto resistenti e vanno avanti a lungo, tanto che ormai prendo poco popper, perché sono ben dilatato… o forse dovrei dire sfondato, dato che riescono a scivolare dentro al mio culo con 20 centimetri di cazzo senza problemi.
Quando Toni rallenta la cavalcata, si avvicina al mio orecchio ma non sento bene cosa sta dicendo.
“Ho detto… tra poco sborro, e ti farcisco il culo, perché sono sei giorni che non vengo. Dopo che ho sborrato, me lo devi pulire a fondo con la lingua, hai capito? E se mi scappa da pisciare, devi ingoiare tutto il mio piscio caldo, chiaro?”
Gli rispondo che non ho mai provato il piscio, e che non so se mi piace. Mi tira un ceffone e mi dice di continuare a fare la troia come so fare. Poco dopo, avverto che sta ansimando ed allora cerco di stringere il buco così da intensificare la sua goduria.
“Aaah troia vengo! Ti vengo tutto in culo diocan! Aaah che culo da favola!” Si accascia su di me, mi dà un bacio sul collo, e poi si alza, uscendo molto lentamente dal mio culo.
“Girati, troia, così me lo pulisci con la bocca”. Mi mette di nuovo il popper sotto il naso e io lecco tutto il cazzone, ripulendolo della sua sborra, ancora tanta che cola lungo l’asta, e qualche mio umore sulla cappella. Intanto il tizio mi ha piantato il suo cazzone nel culo e, aiutato dalla sborrata copiosa, scivola ancor meglio dentro il mio culo, aprendo di più il canale e godendoselo fino in fondo.
Poco dopo, sborra anche lui, quasi in silenzio, ma ne deve fare tanta di sborra, perché mi sento inondare di liquido dentro il culo, e quando lo tira fuori me ne cola un po’ lungo le gambe.
Anche lui me lo mette in bocca per farselo pulire, mentre Toni si riveste e mi lascia il popper.
“Magari dopo ne hai bisogno di nuovo… se trovi altri cazzoni scopaci, non tirartela, che quando il treno passa non torna più! Se più tardi mi scappa da pisciare, vengo a cercarti”.
Adesso vedo meglio il tizio: ha pochi capelli, la pancia, parecchio peloso, coi peli grigi sul petto e neri altrove. Non capisco quanti anni possa avere, ma di sicuro più grande di Toni.
Quando finisco di pulirlo, si inginocchia davanti a me, e mi fa cenno di tirare ancora di popper. Eseguo, e gli chiedo quanti anni abbia.
“Ne ho 62, e tu hai una bocca e un culo da favola… sei veramente un bel ragazzo, e non è facile trovare un ragazzo così maschile e così troia allo stesso tempo. Ispiri un sacco di porcate… solo che qui è difficile farne”.
“Cosa intendi? Mi sono fatto scopare bocca e culo da due cazzoni maturi, che poi mi hanno farcito il culo come una torta! Più porcata di così…”.
“Certo, ma qui non c’è una sling dove mettermi, dove poterti lavorare il culo con calma, dove inserirti oggetti, dildo, dita… e poi bisogna stare attenti a non sporcare se si fanno certe cose…”.
“Beh mi sa che un po’ di sborra sia finita sui divanetti…”
“La sborra si rinsecca velocemente, il piscio invece va asciugato…”.
“Ah, ti riferivi al piscio quindi…”.
“Eh sì, con una troia come te sarebbe un peccato non farlo…”.
“Veramente non l’ho mai fatto...”.
“Ma non ci credo! Mi piacerebbe un sacco fartelo… tu in ginocchio, con la bocca aperta e la lingua di fuori, fatto di popper, ed io che ti piscio addosso…” mentre me lo dice mi spinge a tirare di popper, così da eccitarmi con l’immaginazione di questa scena.
Quasi automaticamente mi metto in ginocchio in un angolo, fissandolo negli occhi mentre tiro di popper, e lui si avvicina, col cazzo ancora barzotto, sempre bello grosso, e mi dice di aprire bene la bocca e di tirare fuori la lingua.
Il popper mi fa battere all’impazzata il cuore ed il cervello, e sono lì in attesa che mi pisci addosso, quando lui mi fa segno di tirare ancora – io eseguo.
“Solo che se ti piscio addosso qui, non solo faccio un macello per terra, ma non c’è nulla per asciugarti… tra l’altro ho davvero tanto piscio da svuotare… se solo tu lo prendessi almeno un po’ in bocca, sarebbe meglio”.
Istintivamente mi prendo il suo cazzone in bocca e gli faccio cenno di cominciare a pisciare.
Sento i primi fiotti intermittenti, che ingoio facilmente, e poi arriva un’onda costante di piscio caldo, che ingoio in maniera automatica, senza pensarci, direttamente in gola, mandando giù tutto il liquido che il suo cazzone produce. Sta facendo tantissimo piscio, ed io lo ingoio velocemente per non doverlo sputare.
“Oh cazzo, che troia, bevi tutto il mio piscio caldo porcodio, dai bevilo troia…”.
Quando finisce di pisciare, tengo ancora il suo cazzone in bocca e lo lecco piano… sento che si sta indurendo e quindi comincio a succhiarglielo a fondo, facendolo diventare di marmo. Lo spompino per un po’, fino a quando lui me lo toglie dalla bocca e mi dice che per stasera può bastare.
Comincio a ruttare senza sosta, e lui ride, dicendomi che è normale farlo, perché il piscio fa ruttare.
Mi rivesto in parte, perché vorrei andare in bagno ad asciugarmi il culo che ormai cola sborra. Lui mi fa stendere di nuovo e comincia a leccarmi il buco, assaporando la sua stessa sborra e quella di Toni, e poi mi gira e mi bacia, passandomi la sborra in bocca.
Adesso posso rimettermi anche le mutande e i pantaloni, e lui mi allunga un biglietto col suo numero:
“Chiamami, così ti faccio venire a casa mia e ti faccio provare la sling… ti distendi comodo mentre ti lavoro il culo con le dita e con dei dildo… ti piacerà un sacco, ne sono convinto”.
Me lo metto in tasca, e penso proprio che lo chiamerò, perché sono giovane e devo vivere appieno la mia gioventù, senza rimpianti e senza trattenermi, godendo al massimo ogni singolo giorno.
scritto il
2022-04-05
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