Le puzzette di Alexandra

di
genere
feticismo

Il racconto è destinato a chi ha una passione erotica nei confronti delle scoregge femminili (tipo di "fetish" molto conosciuto e largamente diffuso).
Quanto narrato in questo racconto è opera di fantasia. Ogni riferimento a cose, persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale.
Buona lettura.

Conobbi Alexandra a scuola. Era una ragazza i piuttosto alta ma non troppo magra. Aveva un sedere un po' più grosso del profilo del resto del corpo, un sedere "alla Kim Kardashian" potrei dire. Il suo seno era molto generoso ed invitante, quasi come un seno materno. Il tutto contriibuiva quindi a crearle un corpo molto formoso ma tutto sommato invitante dal mio punto di vista. Aveva un carnagione chiara, occhi di un blu marino e capelli scuri. Era molto simpatica ed estroversa, amava molto parlare. L'evento che più mi è rimasto impresso di lei fu un evento piuttosto strano che si svolse a scuola. Eravamo in un giorno d'inizio primavera; l'ambiente cominciava a scaldarsi dal freddo inverno appena passato e i fiori cominciavano a sbocciare lasciando fiutare qualche buon effluvio primaverile. Mi ricordo bene che eravamo a lezione di latino poiché a quell'età anche la profesoressa -pur essendo piuttosto severa- mi aveva provocato qualche "risveglio" sessuale. Comunque sia ricordo che a venti minuti dopo l'inizio della lezione Alexandra aveva alzato la mano;
"Posso andare in bagno prof?", aveva chiesto con voce piuttosto fioca.
"Sai che se dovevi potevi andare venti minuti fa. A lezione non vi permetto di lasciare l'aula."
"Ma..."
"Nessun ma, lo sapevi."
Mi trovavo nel banco dietro di lei ed avevo notato il suo imbarazzo fin da subito. Non ero per niente d'accordo con l'eccessiva severità di una profesoressa nei confronti di un bisogno fisiologico.
Cinque minuti dopo, ad un tratto, sentì il rumore di una scoreggia molto rumorosa provenire dal sedere di Alexandra. La puzzetta aveva un suono molto forte e grave (basso), simile al barrire di un elefante o al suono di un clacson. Oltre che per la localizzazione del suono c'erano anche diversi altri indicatori che mi fecero capire che fu lei a lasciar scappare il peto; prima di tutto era diventata rossa come un pomodoro. Poi si poteva notare -dal fatto che aveva una piccola parte del sedere che fuoriusciva dai suoi pantaloni aderenti che faceva quindi sporgere le sue sode natiche-, che il suo sedere si contraeva nel tentativo di trattenere le puzzette. Inoltre stava arrivando verso di me l'odore delle sue puzzette. In un primo momento l'odore mi apparì un po' fastidioso, ma poi, con la consapevolezza che usciva da quellle belle natiche, cominciò a piacermi molto. Tutti si accorsero dell'incidente imbarazzante di Alexandra e si misero a ridere. Di conseguenza la profesoressa zittì la classe e cercò di andare avanti con la lezione. E fu allora che si sentì di nuovo quel rumoroso suono di clacson provenire dal un po' grosso ma sodo sedere di Alexandra. Di nuovo quel piacevole effluvio mi si scaraventò addosso. La professoressa allora decise di rimproverare Alexandra -pensando che lo facesse apposta-:
"La vuoi smettere di spingere fuori quei peti? Siamo in classe non a casa tua!"
"Non gli spingo fuori, mi scappano, non riesco a trattenerli!", rispose con voce tremolante ed imbarazzata Alexandra. E mentre lo diceva si sentivono ancora i suoi peti che in modo consecutivo dominavano il campo sonoro ed olfattivo della classe.
"Non ce la faccio più", disse allora Alexandra e si diresse velocemente verso la porta.
Quando si alzò non smesse mai un attimo di fare peti e si poteva notare che il suo sedere si allargava quando si sentiva il rumore e si richiudeva contraendosi alla fine di esso. Si poteva inoltre notare un rivolo di urina che scendeva dalla sua rotonda e generosa vulva lungo la sua gamba sinistra. Terrò con me sempre il dolce ricordo di Alexandra, sempre.
scritto il
2012-07-10
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