Sonya & Monique - Cap. 1

di
genere
saffico

Lo schienale del divanetto di vimini scricchiola leggermente mentre Monique si appoggia ai cuscini.
Seduta sulle sue gambe d'ebano, avvolte dalla gonna a tubo al ginocchio della stessa tonalità giallo mango del suo top, c’è Sonya, vestita di un rosso sanguigno; indossa anche lei un top a fascia che, partendo dalla schiena ed incrociandosi al centro del petto per poi annodarsi dietro la base del collo, le contiene la sua quarta abbondante di seno, mentre i pantaloni di cotone a vita bassa le lasciano scoperta la pelle, leggermente abbronzata, della pancia piatta.

Monique, dopo averle messo un braccio attorno alle spalle, le accarezza sulla nuca i lunghi cappelli corvini, raccolti in un’alta coda di cavallo, mentre la mora a sua volta passa le dita sul taglio asimmetrico che divide a metà il capo della martinicana, facendo scorrere le dita della mano sinistra fra i capelli mossi, tinti di biondo, che arrivano alle spalle e sfiorando con i polpastrelli della destra la parte rasata della testa.

Le labbra sottili di Sonya, pittate di rossetto, si posano su quelle carnose, a forma di cuore e lustre di lucidalabbra, di Monique scambiandosi bacetti a stampo insieme a sguardi carichi di sottintesi, gli occhi azzurro ghiaccio dell’una, appena accentuati dall’eye-liner, che si specchiano in quelli nocciola dell’altra.

Si erano conosciute meno di tre ore prima quando una spazientita Monique, seduta al bancone di un bar dopo aver dato buca a Xavier, quello stronzo del suo fidanzato che, come aveva scoperto per puro caso quella stessa giornata, la tradiva con un’altra donna, aveva accettato la corte di Sonya.

La mora, dopo aver preso posto su uno sgabello in parte al suo ed averle offerto un drink, si era messa a flirtare con lei con naturalezza e Monique, dapprima imbarazzata, poi lusingata dagli apprezzamenti di Sonya, era stata poco a poco conquistata dalla sua spontaneitá e personalità spigliata.
Per questo, quando le aveva proposto di continuare la serata “in un posto più tranquillo”, aveva accettato al volo. Inoltre, le era sembrato intrigante ripagare quel fedifrago del suo ragazzo con la sua stessa moneta.

Ma ora quest’ultimo particolare è passato in secondo piano: le carezze e le effusioni che si stanno scambiando da quando si sono sedute nel salottino del cottage sulla spiaggia di Sonya le hanno completamente sciolto la tensione provocata dall’arrabbiatura ed i baci sono così dolci e coinvolgenti che a Monique importa solo di riceverne altri.

D’un tratto Sonya si fa più audace, passando a leccare e mordicchiare il labbro inferiore di Monique e non appena quest’ultima socchiude leggermente le labbra, ne approfitta per infilarle la lingua in bocca per darle un lungo bacio alla francese.

Monique spalanca gli occhi, inizialmente sorpresa, per poi chiuderli e rilassarsi, assaporando la piacevole, umida, sensazione delle lingue che si cercano, si intrecciano e si scambiano la saliva: non è un semplice e meccanico limonare, Sonya mette passione in quel bacio e Monique si sente avvampare in volto dall’eccitazione.

Quando finalmente si separano per prendere fiato, mettendo la fronte dell’una contro quella dell’altra e ansimando sommessamente, Monique non può trattenersi dal dire “Wow… come mio primo bacio ad una donna è stato… intenso…”.
Sonya sorride soddisfatta e risponde “Grazie tesoro ma… il meglio deve ancora venire…”.

Detto questo, si mette a cavalcioni sul divano e, fissando Monique dritta negli occhi con uno sguardo malizioso, porta entrambe le mani al collo, afferra i lembi del nodo del top e li tira lentamente finché il tessuto, libero dalla stretta, le scivola via dal petto, rimanendo a seno nudo.

Monique, come ex atleta professionista diventata allenatrice, sa riconoscere un fisico in forma ed i suoi polpastrelli, mentre percorrono il corpo della mora dalle spalle ai fianchi, confermano al tatto quel che ha già intuito con la vista: nonostante le curve generose, Sonya non ha un filo di grasso addosso ed anche il sedere a mandolino, sebbene ancora fasciato dal tessuto dei pantaloni, sembra perfetto e senza tracce di cellulite.
Resta solo un ultima cosa da verificare…

La caraibica sposta le mani sul seno di Sonya per poi stringerlo nei palmi e soppesarne forma e consistenza, strappandole un gemito.
Ancora una volta il giudizio è più che favorevole: tutto naturale, sodo quanto basta ma piacevole al tatto.

Monique non riesce a resistere alla tentazione di quell’invitante rotondità e si sporge in avanti per baciare uno dei capezzoli, per poi leccarlo, seguendo con la punta della lingua il tondo roseo dell’areola.
Quando è ben turgido, lo accoglie fra le labbra, succhiandolo e mordicchiandolo con decisione fra gli ansiti di Sonya che, nel frattempo, le accarezza le spalle e fa scivolare di lato le spalline del top, per poi abbassarlo del tutto mentre Monique sposta la bocca a titillare l’altro capezzolo.

Dopo un ultimo bacetto in mezzo ai seni, Monique alza lo sguardo sul viso di Sonya che si sta mordicchiando il labbro inferiore, fremente di eccitazione.

Senza bisogno di parole, si alzano entrambe dal divanetto e si tolgono il resto dei vestiti.
Ora sono le mani di Sonya a vagare sul corpo nudo della caraibica mentre la abbraccia da dietro le spalle, a cominciare dal seno, più piccolo di quello della mora, una seconda dalla forma “a coppa di champagne”, come si sarebbe detto una volta.
Le dita scendono quindi verso la pancia e percorrono con insistente curiosità i muscoli ben definiti degli addominali. “Mmm… senti qui che fisichino… sembri una statua…” le sussurra Sonya, mentre la sbaciucchia sul collo appena sotto l’attaccatura dell’orecchio.

Monique sorride compiaciuta ed avverte che una mano di Sonya si sta spingendo ancora più in basso, in mezzo alle sue gambe; si posa sul monte di Venere, accarezzandone la pelle depilata, e prosegue oltre per arrivare a sfiorare il clitoride con la punta del medio e dell’indice, un tocco leggero e delicato ma più che sufficiente a farla sussultare.

Quando poi le due dita si fanno strada nella sua figa e Sonya inizia a muoverle lentamente avanti ed indietro, non riesce a trattenere un urletto di piacere.
Se le carezze di prima l’avevano fatta avvampare in volto, ora una gradevole sensazione di calore, sempre più intensa, si diffonde in tutto il suo corpo a partire dall’inguine, amplificata dal sensuale contatto con i seni ed il pube di Sonya che strusciano contro la sua schiena ed il suo sedere tondo e sporgente.

Quell’erotico massaggio prosegue per diversi minuti finché Sonya scoglie l’intreccio dei loro corpi e, dopo averla presa per mano, sussurra con voce suadente un’unica parola: “Seguimi…”.

Monique si lascia guidare lungo lo stretto corridoio a L rovesciata della casa, scarsamente illuminato dai raggi lunari che filtrano dalle finestre, fino alla camera da letto.

Poggiato sopra ad un tappeto persiano, il letto a due piazze, con un’enorme testata ornamentale di legno scuro, incisa con motivi geometrici, occupa quasi metà della parete sia in larghezza che in altezza; sospese sopra al materasso, appese alle travi del soffitto, pendono tre lanterne ottogonali di foggia araba in ferro dai vetri colorati, mentre davanti al letto troneggia sulle sue quattro zampe, sopra una bassa e lunga cassapanca, una grande tigre di peluche.

Sonya si inginocchia sul bordo del letto facendo segno a Monique di sdraiarsi e, non appena questa si è accomodata, le si siede sulla pancia, strusciando la passera contro i suoi addominali ed intanto, con studiata teatralità, porta le mani sulla nuca per sciogliere la coda di cavallo.

'Beh, non si può dire che non sappia come essere provocante…’ pensa Monique mentre osserva i capelli di Sonya, da sciolti lunghi fino alle natiche, ricaderle sulla schiena; sta anche per dare voce a quel pensiero ma la mora la anticipa e la zittisce con dolcezza posandole un ditino sulle labbra.
Quindi Sonya si sposta alla sinistra di Monique, adagiandosi su di un fianco, ed allunga nuovamente la mano sul clitoride per riprendere il massaggio da dove lo aveva interrotto.

Istintivamente Monique allarga le gambe e piega le ginocchia in un muto invito a deliziare la sua vulva con nuove carezze; invito raccolto subito da Sonya che accosta le labbra alla sua guancia per sbaciucchiarla, muovendo al contempo indice e medio su e giù a stimolare la fessurina.

Monique geme quando avverte distintamente la sua figa bagnarsi, mentre le dita di Sonya le allargano le grandi labbra per poi muoversi in circolo, con metodica lentezza, proprio sopra l’orifizio della vagina; con il cuore che aumenta i battiti ed il corpo che inizia ad impelarsi di sudore, la martinicana si sente come sciogliere sotto le dita ed i bacetti della mora. Quasi senza rendersene conto, si volta di lato verso di lei e tra i gemiti le sussurra “A-ancora… n-non… fermarti…”, ricevendo in cambio un tenero sorriso ed un nuovo caldo bacio con la lingua.

Dopodiché le due dita di Sonya tornano ad insinuarsi nel suo buchino, strappandole un lungo ansito di piacere, e la sgrillettano, aumentando a poco a poco il ritmo.
Anche il respiro di Monique si fa più mano a mano pesante e la vista sfocata; il movimento, ora rapido e forsennato, delle dita le provoca brividi di goduria sempre più intensi che le attraversano tutto il corpo.
Allarga le braccia sul letto ed afferra le lenzuola nel tentativo di dominarsi e prolungare il più a lungo possibile il godimento ma ormai non riesce più a trattenersi; pochi attimi dopo, raggiunge l’orgasmo, squirtando dapprima un piccolo zampillo e poi colando copiosamente umori sulle dita di Sonya che accompagnano la sua venuta, continuando a masturbarla finché il flusso non si arresta.

Sotto lo sguardo di Monique ancora ansante per l’orgasmo, Sonya porta le dita alla bocca e le succhia con gusto. Ripulita anche la mano con la lingua, torna a sdraiarsi a fianco del corpo sudato dell’altra, accarezzandole il viso.

Monique allunga il collo verso di lei per darle bacetti a stampo sulle labbra; sentire il sapore leggermente salato dei propri umori sulle labbra della mora è per lei una nuova, strana ma piacevole sensazione. “È stato fantastico… tu sei fantastica…” le sussurra.

“E la notte è ancora lunga. Possiamo… coccolarci un altro po’, se ti va…” risponde Sonya, assumendo un’espressione furbetta mentre le sfiora con un dito l’ovale del volto.

“Prima c’è una cosa che devo assolutamente fare. Aspettami qui.” prosegue Monique alzandosi dal letto.

“Va bene, ma non metterci troppo…” dice la mora, seguendola con lo sguardo mentre imbocca il corridoio.

Tornata nel salottino, Monique recupera dalla borsetta il cellulare; come si aspettava, trova una dozzina di chiamate perse ed altrettanti messaggi di Xavier.

Ritornando verso la camera da letto, li legge velocemente con un sorriso sardonico stampato in faccia: il bastardo si permette pure di lamentarsi perché gli aveva tirato il bidone.

‘Beh, adesso ci penso io a darti il ben servito…’ pensa rientrando nella stanza, dove trova Sonya distesa sulla pancia, la testa appoggiata alle braccia incrociate, che la guarda adorante, in attesa.

Monique le fa segno con l’indice di attendere ancora un attimo e torna a posare lo sguardo sullo schermo del cellulare; scorre la rubrica fino al numero che sta cercando ed avvia la chiamata.

“Pronto, Xavier? Sì, ho visto i messaggi e… NO, piantala di gridare ed ascoltami bene: so di te e della troia che ti sbatti alle mie spalle, quindi risparmiati la parte dell’offeso! Sei un bastardo, non voglio più né vederti né sentirti! E, per la cronaca, ho già trovato un’amante migliore di te! Anzi, sai che faccio? Ti mando una sua bella foto, così ti mangi il fegato, STRONZO!!”.

Chiusa bruscamente la comunicazione, si rende conto di quanto ha appena incautamente detto e si volta verso Sonya con uno sguardo pentito “Ehm… scusami, ho parlato senza pensare sull’onda dell’emozione… perciò non sei obbligata a…”.

Senza rispondere, la mora prende la grande tigre di peluche dalla cassapanca e ci si sdraia contro, assumendo una posa provocante, in modo che il pelo del pupazzo ed i suoi lunghi capelli velino le sue forme senza nasconderle del tutto.
“Va bene così?” chiede infine.

“Mmm… perfetta, sembri una pin-up” replica divertita Monique mentre scatta una foto col cellulare, la invia per messaggio, per poi rapidamente bloccare e cancellare il numero, accompagnando le ultime due azioni con un “Eee… a mai piú… rivederci…”.

Sonya gattona sul letto verso Monique che, dopo aver posato il telefono sulla cassapanca, si è seduta al suo fianco sul materasso; le due si scambiano un sorriso complice per poi sdraiarsi sul letto, seno contro seno, il bacino dell’una adagiato contro quella dell'altra, le gambe che si sfiorano dolcemente.

“Dunque… adesso devo considerarti single? Posso… corteggiarti un altro po’?” chiede ridendo Sonya.

“Chissà… forse ho già trovato una nuova relazione” risponde Monique, mentre le liscia i capelli con tenerezza, per poi aggiungere, leccandosi con malizia le labbra “peró la… “corte” che hai in mente la accetto volentieri…”.
scritto il
2022-04-19
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