Sonya & Monique - Cap. 2

di
genere
saffico

Sonya avverte sulla guancia il calore dei raggi del sole dei Caraibi che filtrano attraverso le tendine della finestra.
Di solito chiudeva sempre gli scuri prima di coricarsi in modo che la luce non la svegliasse troppo presto, specialmente dopo le notti al lavoro passate a distribuire carte da gioco al tavolo verde (la professione della croupier le piaceva ma non si può certo dire che avesse orari comodi!).

Ma stavolta se ne è dimenticata ed il motivo è sotto le lenzuola, lí in parte a lei: Monique, ancora addormentata, giace nuda e sdraiata sulla pancia, le mani infilate sotto il cuscino su cui poggia il lato rasato della testa, il respiro regolare appena percettibile.

Con gli occhi appena socchiusi, Sonya si gira su un fianco, dando la schiena alla finestra, ed allunga una mano per accarezzarle teneramente i capelli mossi, tinti di biondo, dell’altra metà del capo, stando ben attenta a non destarla.

Un caso fortunato aveva voluto che la giornata di riposo cadesse per entrambe nello stesso giorno, 24 ore in cui potevano trovarsi, vedersi, amarsi.

Si frequentavano ormai da diverse settimane ma Sonya non avrebbe saputo ancora dare una definizione esatta della loro relazione.
Del resto, non le importava nemmeno farlo: sia sul piano emotivo che su quello sessuale avevano un’ottima intesa anche senza bisogno di etichette e le andava benissimo così.

Un ottimo esempio della dinamica del loro rapporto era l'uscita della sera precedente: erano andate al cinema a vedere “Assassinio sul Nilo” di Kenneth Branagh; quando durante l’intervallo aveva chiesto a Monique chi secondo lei era più bella tra Gal Gadot, Emma Mackey e Letitia Wright, lei le aveva risposto sorridendo “Sei più bella tu…”.

Un complimento un po’ smielato ed anche scontato a ripensarci col senno di poi, ma in quel momento la dolcezza e la spontaneità con cui era stato pronunciato da quelle labbra a forma di cuore glielo avevano fatto apprezzare infinitamente di più, tanto che aveva dovuto dominarsi per non saltarle addosso lí fra le poltroncine e si era limitata a limonarla con gusto fino all’inizio del secondo tempo; in compenso, una volta tornate a casa, aveva praticamente trascinato Monique in camera da letto ed avevano fatto l’amore con trasporto fino a tarda notte quando, esauste, avevano ceduto al sonno.

Ormai sveglia, Sonya lascia che il ricordo del tonico corpo d’ebano di Monique adagiato contro il suo le solletichi la fantasia, invogliandola a titillarsi i capezzoli con gli indici.

Sentire le punte delle sue mammelle che si irrigidiscono sotto il tocco delle dita ha l’effetto di una scintilla che accende la sua voglia ed una sensazione di calore inizia a diffondersi dal suo pube in tutto il corpo, segno che anche la sua passera si è svegliata e reclama di essere soddisfatta.

Assecondando ció che l’eccitazione le suggerisce, Sonya sposta la mano dal capezzolo, ormai turgido, ed afferra con delicatezza un lembo della coperta, facendola scivolare via dalla schiena di Monique poco a poco.

La pelle scura della caraibica, emerge da sotto il tessuto a cominciare dalle spalle, seguite dal busto, con i seni premuti contro il materasso, ed infine dalla curva del dorso.

Sonya resta per qualche attimo a contemplare quella che, nell’intimità, aveva preso a chiamare scherzosamente “la mia amazzone di cioccolato”: in genere le atlete le erano sempre apparse un po’ troppo androgine per i suoi gusti ma in Monique, ex lunghista e triplista professionista, la muscolatura allenata e le forme femminili si fondevano, a suo giudizio, in un perfetto ed armonioso insieme che trovava tremendamente attraente.

Dopo aver ripreso con trepidazione a spostare ancora un po’ più in basso il lenzuolo, Sonya scopre dapprima i lombi e subito dopo la parte del corpo di Monique che preferiva: il sedere. Indugia di nuovo, con sguardo ammirato, su quella invitante collinetta, piccola, tonda, sporgente e talmente soda da sembrare di marmo, che adorava stringere fra le dita ogni volta che vedeva Monique con addosso un perizoma od un paio di shorts.

Non sapendo piú resistere alla tentazione, si libera dalla coperta che le copre le gambe e gattona sul lettone, per poi abbassare il viso su quei glutei scolpiti, sfiorandoli con le labbra. Ecco un’altra cosa che adorava di Monique: l’odore ed il sapore della sua pelle d’ebano, fragranze che non sa identificare con precisione ma di cui va ugualmente matta.

Incapace di contenersi di fronte all’onda di desiderio che la invade, Sonya comincia a stampare bacetti sul culetto di Monique, risalendone lentamente la curva delle natiche; contemporaneamente si infila una mano in mezzo alle sue cosce e, scoprendosi già bagnata, si sditalina con l’indice ed il medio.

Il contatto delle labbra sulla pelle, per quanto tenue, è sufficiente a destare Monique che si rende subito conto di cosa sta accadendo alle sue spalle.
“Mmhhh tesoro… non ti è bastato ieri notte? Sei una ninfomane…” mormora ad occhi chiusi ancora assonnata.

Sonya riprende a gattonare sul letto, fino a posare i polsi sul cuscino, ai lati del capo di Monique, per poi abbassarsi nuovamente a darle un lungo bacio appassionato sul collo.
“No, non mi basti mai…” le sussurra ridendo “…e come faccio a resistere con te sdraiata nuda al mio fianco? Lo sai come si dice, guardare e non toccare…”.

Monique sorride mentre si gira per sdraiarsi sulla schiena ed attira a sé il viso della mora; quindi le sue mani si spostano sui lunghi capelli corvini di Sonya e fa scorrere le dita affusolate fra le ciocche, lisciandole ed accarezzandole mentre le loro lingue si uniscono in un intenso bacio alla francese.

Quando infine si separano per prendere fiato, Monique ne approfitta per stiracchiarsi; “Hhhmmm… che ore sono?” chiede mentre sgranchisce collo e spalle.

“Sono le 8.35…” risponde Sonya dopo aver controllato lo schermo di uno dei loro cellulari posati sul comodino; “abbiamo tutto il tempo per divertirci ancora un po’…” aggiunge poi con tono malizioso.

“Tesoro, sai quanto adori le tue carezze ma… ho meno di un’ora e mezza per farmi una doccia, fare colazione, passare da casa a prendere una tuta ed andare al campo di atletica per organizzare gli allenamenti…”
“E che problema c’è? La doccia puoi farla qui da me, poi ti accompagno io in macchina. Ed in quanto alla colazione…”.

Sonya struscia la passera giá umida sugli addominali di Monique, all’altezza dell’ombelico, ed aggiunge con un sussurro “…ho qui qualcosa di caldo pronto da farti assaggiare…”

“Hmm, un po’ scontato come doppiosenso, non ti pare? Sai inventare di meglio” replica Monique per cercare di cambiare argomento e resistere alla tentazione di stringere fra i palmi delle mani la voluttuosa quarta di seno abbondante che la mora le sta furbescamente dondolando a pochi cm dal volto.

“Ha parlato la ragazza dei complimenti originali…” le risponde ridacchiando Sonya, lanciandole subito dopo uno sguardo seducente dei suoi magnetici occhi azzurro ghiaccio e facendo scorrere sensualmente la punta della lingua lungo il contorno delle labbra sottili.

Monique, compreso che ogni tentativo di sottrarsi alle avances della mora è inutile, solleva gli occhi al cielo con un sorriso divertito.
“E va bene Miss Femme Fatale, hai vinto. Chissà perché ci casco tutte le volte che fai questi spettacolini…”

Prima che la martinicana possa ripensarci, Sonya si solleva per cambiare posizione: sposta il bacino un po’ più in su, proprio sopra la bocca della caraibica sdraiata sotto di lei, ed infila le dita delle mani negli intagli della grande testata del letto per reggersi.

Quindi chiude gli occhi e si gode la piacevole sensazione delle labbra soffici di Monique che le schioccano bacetti sul suo monte di Venere e del suo respiro caldo che le solletica la pelle del pube, accrescendo il desiderio.

Ai baci segue qualcosa di umido che si fa strada nella sua figa: Monique ha iniziato a leccarla a lingua larga, facendola scivolare tra le grandi labbra dal basso verso l’alto.
Nello stesso istante, le sue dita si posano sulle natiche della mora e le massaggiano, scendendo dalle fossette sulla schiena fino alla parte inferiore dei glutei.

In preda ad un’eccitazione ormai incontenibile, Sonya serra la presa intorno al pannello ligneo della testata e geme a bassa voce mentre si abbandona al piacere delle lente leccate di Monique che le stimolano il clitoride e le fanno imperlare le piccole labbra della rugiada dei suoi umori.

I gemiti lasciano il posto a mugolii sempre più forti, accompagnati da brividi di goduria che le fanno tremare braccia e gambe quando Monique, dopo un’ultima leccata alle grandi labbra, ormai dischiuse davanti alla sua bocca, decide di cambiare ritmo e concentrarsi sul clitoride, alternando leccate rapide e frenetiche a pressioni con la punta della lingua.

In estasi, Sonya reclina all’indietro la testa, lanciando un lungo ansito di piacere verso il soffitto, e, bramosa di aumentare il suo godimento, abbassa di scatto il bacino per farlo aderire completamente alla bocca di Monique che, assecondandola, esplora le profondità della fessurina, penetrandola con la lingua e muovendola in tondo lungo le pareti interne del suo sesso; al contempo le allarga le natiche e nel loro solco fa scorrere il medio della mano sinistra per titillarle anche la rosellina dell’ano, senza penetrarla ma limitandosi a stuzzicarla con il polpastrello.

Gli urletti di Sonya, stimolata da entrambe i buchi, si fanno sempre più acuti finché, raggiunto l’apice della libidine, la sua figa squirta copiosi zampilli di umori direttamente nella bocca di Monique.

Ancora tremante per l’orgasmo, la mora si accascia rilassando il corpo contro quello della martinicana; i loro sguardi si incrociano ed in un ultimo impeto di eccitazione si scambiano saliva ed umori da una bocca all’altra.

Le due ragazze indugiano sul letto ancora per qualche altro minuto, continuando a limonare strette l’una all’altra, le mani di Monique che vagano con dolcezza lungo la schiena della mora e quelle di Sonya che accarezzano la nuca della caraibica.

È Monique la prima a spezzare quell’idillio fatto di baci e carezze: “Tesoro, è stato stupendo ma ora devo proprio…”.
La frase le resta mozza sulle labbra dopo che ha controllato l’ora sullo schermo del cellulare strabuzzando gli occhi; un secondo dopo sposta Sonya di peso e schizza fuori dal letto, infilando rapidissima il corridoio in direzione del bagno accompagnata da un “OMIODDIOARRIVERÓINRITARDOO!!” pronunciato tutto d’un fiato.

Sonya raccoglie il cellulare rimasto abbandonato sulle coperte e preme il tasto laterale per illuminare lo schermo: le cifre bianche dell’orologio svettano sulla luce azzurrina dello sfondo indicando le 9.22.

“Opss…” sussurra la mora fra sé e sé, mentre si mordicchia la punta della lingua con un’espressione furbetta dipinta in volto. Quella che doveva essere una sveltina di pochi minuti è durata circa tre quarti d’ora senza che se ne rendessero conto.

Dopo essersi alzata anche lei dal letto ed essersi infilata la vestaglia di seta, imbocca il corridoio diretta in cucina ma si blocca quando avverte il rumore dell’acqua corrente provenire dal bagno.

Con la schiena poggiata contro la porta si infila due dita sotto il tessuto per sfiorarsi la passera ancora fradicia di umori, portandole poi alla bocca per assaporarne il gusto, mentre fantastica nuovamente sull’immagine del corpo nudo di Monique sotto la doccia, fortemente tentata di svestirsi, girare la maniglia della porta ed infilarsi sotto il getto d’acqua assieme a lei è forte.

Ma, alla fine, Sonya decide di resistere e prosegue oltre: molto probabilmente Monique, di fretta ed ansiosa di non fare tardi, l’avrebbe buttata fuori senza troppe cerimonie.
Inutile provarci quindi, avrebbe aspettato con pazienza il loro prossimo incontro.
E per allora avrebbe pensato a qualcosa di speciale per ricambiare lo splendido orgasmo di questa mattina…
scritto il
2022-06-25
2 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Sonya & Monique - Cap. 1
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.