Mya cap. 1

di
genere
trans

Il mio nome è Mya e sono la trans più ricercata della città.
La mia storia è per certi versi simile a quella di molte altre trans, ma nel mio caso c’è un ‘piccolo particolare’ che fa la differenza: il mio pene. Perchè nonostante mi sia sempre sentita una donna in un corpo da uomo, c’è sempre ‘quello’ che mi ricorda chi sono. E sia chiaro non è il solito piccolo pene del tutto inutile per qualsiasi scopo, ma il mio è un gingillo di venti centimetri che sa come dare piacere.
Va anche detto che quando ho deciso di diventare una escort, non ho intrapreso nessuna cura ormonale per paura di perdere la mia virilità, rimandando la mia completa trasformazione a quando mi potrò permettere di vivere di rendita, il che con le mie tariffe non è certo un obbiettivo lontano.
In compenso grazie ad una piccola vincita, mi sono regalata un seno taglia terza praticamente perfetto, e qualche abito di classe, per iniziare la mia attività dal livello più alto. Non mi sono certo mancati gli amanti facoltosi, compresa una donna con tanto di blasone, ma del resto si sa che il proibito ha un suo fascino particolare e che certi piaceri si pagano.
Oggi vivo in un lussuoso appartamento in pieno centro, dove ho sistemata un’intera stanza per potervi contenere la mia vera passione, le scarpe.
Ho anche un armadio pieno di vestiti in grado di soddisfare ogni richiesta in fatto di giochi di ruolo, anche se quelli che uso di più sono quelli da segretaria e da infermiera, ovviamente in versione ultra sexy.
La mia clientela è composta principalmente da persone appartenenti al meglio della società, uomini che a volte vogliono ‘giocare’ a fare le puttanelle, o amano sottomettersi a chi ha un’anima dominante. Ma non mancano le coppie che desiderano passare una serata diversa, magari con un lui che vuole vedere la sua lei scopare con una come me, credendo forse che sia un normale rapporto saffico.

Quelli che non mancano mai sono gli uomini sposati in cerca del proibito.
Come Stefano, un ricco manager, che al momento è davanti a me, completamente nudo, in attesa di diventare la mia donna.
Lo guardo mentre lui è vicino alla poltrona dove sono seduta, e noto che ha il membro già duro per l’eccitazione. Mi basta il tocco di due dita sopra la cappella per vederlo fremere, ma la tortura è solo all’inizio.
Facendo finta d’essere del tutto disinteressata a lui gioco col suo pene, ora sfiorandone la base, ora accarezzandolo per tutta la sua lunghezza.
Il porco è sovreccitato, potrei anche farlo venire facendogli anche mezza sega, e buttarlo fuori dicendo che in fondo ha avuto il suo orgasmo, ma lui sa bene che non farei mai nulla del genere. Perchè il mio scopo non è il solo intascare la tariffa, ma dar sfogo ai suoi peggiori istinti, quelli che tiene bene nascosti a familiari e amici.
“Tirami giù la lampo.” gli ordino alzandomi in piedi e offrendogli la schiena.
Le sue mani quasi tremano per l’eccitazione, ma nonostante ciò il vestito è ben presto a terra, così posso tornare alla mia amata poltrona.
“Succhiami il cazzo troia.”
Stefano sa che non deve toccarmi il pene con le mani, quindi fa scivolare l’elastico delle mutandine usando i denti, liberando così l’oggetto del suo desiderio.
Non c’è bisogna che dica nulla, il mio membro è già fra sue labbra e sento distintamente la lingua che ci gira intorno. Così come non c’è alcuna necessità che gli dia il ritmo, la troia sa che prima me lo fa diventare duro, e prima glielo metterò nel didietro, facendolo gemere come una cagna in calore.
Gli passo il preservativo, che srotola sull’asta usando la bocca, per poi girarsi e allargarsi le chiappe con le mani. Riesco a sodomizzarlo senza neanche alzarmi dalla poltrona, e subito i miei pensieri corrono altrove.
Penso a sua moglie, che ogni tanto si comprerà della lingerie sexy, sperando così d’avere una serata diversa, ricercando quella passione che non vive da anni. Ma penso anche ai suoi colleghi, che lo considerano un ‘uomo tutto d’un pezzo’, dai rigidi principi morali, duro con tutti iniziando da se stesso.
Ah se lo potessero vedere adesso !
Sodomizzato peggio d’una puttana da pochi soldi, che mi prega di scoparlo come meglio credo.
“Leccami il culo, e anche le palle.” gli dico spingendolo in avanti e scivolando verso il basso, quel tanto che basta per permettergli d’eseguire i miei ordini.
Leggo nei suoi occhi la delusione per aver smesso di scoparlo, ma in fondo anche lui sa che quella non è altro che una breve interruzione, e che dopo il gioco riprenderà con ancora più vigore.
Lo lascio giocare coi testicoli e soprattutto col mio buchetto, sul quale passa la lingua con tanta forza, che quasi la fa entrare dentro.
“Brava la mia troia.” gli dico accarezzandogli la testa “Fosse per me ti terrei ore a leccarmi il culo, ma so che devi tornare da quella gran cornuta di tua moglie per recitare la parte del vero maschio.”
Non gli do il tempo di rispondere, che mi alzo e gli spingo la mazza in bocca, togliendogli il fiato.
Lo vedo sbavare, ma non sono ancora soddisfatta, voglio umiliarlo ancora di più.
Mi sfilo le mutandine e gliele infilo in bocca, per poi inginocchiarmi dietro di lui.
Questa volta sono io ad allargargli il culo, usando i pollici in modo da potergli allo stesso tempo afferrare le chiappe per avere maggior presa.
Lo penetro con tanta forza che quasi mi scivola dalle mani, ma alla fine l’asta è tutta dentro il suo retto, e dalla sua bocca non esce un gemito.
Mentre lo scopo non mancano insulti e sculacciate, ma è quello che vuole, sentirsi una puttana per mano di una donna col cazzo.
“Dimmi quello che sei.”
Lui non risponde così mi tiro indietro e gli infilo il pollice nel culo.
“Dimmi quello che sei o ti faccio venire così.”
“Sono una troia.” mi risponde a voce bassa.
“Non ho sentito cosa sei ?”
“Sono una troia, la tua troia, me ti prego fottimi ancora.”
In un attimo sono nuovamente nel suo sfintere e riprendo a scoparlo con ancora più forza di prima. Gli lascio dentro solo la cappella e faccio scorrere tutto l’asta, quando non tiro fuori tutto il pene per rimetterlo dentro lasciandolo lenza fiato.
So bene che vorrebbe masturbarsi ed avere così più orgasmi, come lui sa che non permetto che ciò avvenga, in fondo se vuole fare la donna deve farlo sino in fondo, godendo del mio cazzo e null’altro.
Sento che il suo respiro si fa sempre più affannoso, e che di conseguenza è vicino all’orgasmo.
Potrei anche farlo venire, ma in quel caso dove sarebbe il potere che ho su di lui ?
Così lo spingo nuovamente a terra, ordinandogli di girarsi mentre mi alzo.
“Toglimi le calze.” gli dico mettendogli un piede in bocca.
Nonostante sia eccitatissimo, mi sfila le calze con calma, tenendo un piede fra le labbra.
“Se mi succhi bene le dita ti permetterò di farti una sega mentre ti scopo.”
Quasi non faccio in tempo a finire la mia proposta, che tutte le cinque dita del piede sono già nella sua bocca, ed il porco non solo le succhia, ma riesce a farci passare la lingua fra una e l’altra.
Sposto la poltroncina in modo che da seduta posso tenere un piede in bocca e l’altro sul cazzo.
“Ti piace vero troia che non sei altro ?” gli chiedo sfiorandomi il pene per mantenerlo duro “Scommetto che non vedi l’ora che t’inculi, anzi dimmi come vuoi che lo faccia, così come sei o preferisci a pecora ?”
“Così va bene.” mi risponde carico d’eccitazione.
Comprendo che è giunto il momento di finire il ‘lavoro’, così m’inginocchio fra le sue gambe per possederlo per l’ultima volta.
Non appena tutto il mio membro è dentro di lui, Stefano afferra il suo e inizia a masturbarsi furiosamente, avendo così l’orgasmo in poco tempo. Io però non smetto di fotterlo, anzi a tratti rallento per prolungare il più possibile il rapporto.
Il porco capisce il mio gioco, così dopo neanche un minuto, riprende a segarsi, questa volta con più calma, assaporando così sino in fondo il piacere che gli sto donando.
Quando sento avvicinarsi il mio orgasmo mi sfilo da lui, e dopo essermi tolta il preservativo, gli infilo la mazza in bocca.
“Fammi godere e bevi tutto.”
L’uomo mi tiene per le chiappe per potermi spompinare più facilmente, mentre io penso a quando qualche vero maschio mi scopa facendomi sentire completamente donna.
Gli vengo in bocca e lui non lascia cadere una sola goccia del mio orgasmo, meritando così dell’altro piacere.
“Rimani così come sei e pensa solo a godere.”
Mi metto al suo fianco e gli prendo il bastone ancora duro in mano, ad ogni movimento della mia estremità corrisponde un suo gemito, sino a quando non s’irrigidisce completamente e mi viene fra le dita.
“Ora pulisci.” gli ordino mettendogli la mano davanti alla bocca.
La sua lingua passa su ogni poro della mia mano, ripulendola dal suo orgasmo.
“Vai a casa ?” gli chiedo mentre si riveste.
“Si, passo a prendermi qualcosa da mangiare perchè mia moglie è fuori con una sua amica.”
“E non hai paura che la sua amica sia un bel ragazzo ?”
“Chi Ale ? Lascia perdere mia moglie sfiora la santità in fatto di sesso, pensa che non mi ha mai permesso d’avvicinarmi al suo culo, figuriamoci se va in giro a scopare.”
Cerco d’immaginare sua moglie, avrà più o meno la stessa età di Stefano, sicuramente sarà una donna curata e di classe, ma faccio fatica ad immaginare una femmina senza stimoli sessuali.
Lo vedo uscire dopo che mi ha dato appuntamento per un nuovo incontro, e chiudendo la porta penso solo alla doccia che andrò a fare, ma ho messo una vestaglietta giusto per non restare nuda quando sento suonare il campanello.
“Cosa ti sei dimenticato razza d’imbranato…”


Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
scritto il
2022-04-22
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