Mya cap,2
di
Miss Serena
genere
trans
Capitolo dedicato a "verificatore" anche se gli piace vincere facile.
"Cosa ti sei dimenticato razza d’imbranato…"
Non faccio in tempo ad aprire la porta, che vengo travolta da una donna fin troppo chiaramente furibonda.
“Voglio proprio vedere cos’ha la puttana che si scopa mio mar….”
Si blocca solo perchè spingendomi, ha fatto sì che mi si aprisse la vestaglietta, col mio pene che finisce in bella vista.
La donna sta quasi per svenire, così chiudo la porta, anche per non dare scandalo, e riesco con un po’ di fatica a portarla sul divano.
“Ti porto dell’acqua, credo proprio che tu ne abbia bisogno, Ale se non sbaglio ?”
“Si mi chiamo Alessandra.” riesce a rispondermi con un filo di voce.
“Quindi sei la moglie di Stefano, pensa l’hai mancato di un soffio.”
“Ho aspettato che uscisse perchè già sapevo che mi tradiva, solo non sapevo con chi.”
La sua voce ora è ferma, il tono deciso, anche se è chiaro che è ancora sconvolta. Nonostante ciò iniziamo a parlare come se ci conoscessimo da tempo, lei mi racconta dei suoi primi dubbi, di come questi siano diventati certezze, sino al pedinamento che l’ha portata a casa mia.
“Così sai tutta la storia.” conclude quasi con le lacrime agli occhi “Ho sposato un maiale, ma non sapevo che lo fosse sino a questo punto.”
“Lui sarà anche un porco, ma tu mi sembri un po’ troppo santa.” le dico con malcelata ironia
In realtà tanto santa non è, se ogni tanto mi guarda in basso, come se volesse rivedere il mio pene, che è certamente più grande di quello del marito.
“Ma cosa dici !”
“Vedi quasi tutti gli uomini che hanno delle amanti, ma anche quelli che vanno con delle prostitute, lo fanno per cercare quello che non trovano in casa. Per esempio sono sicura che sono anni che non gli fai un pompino e che hai ancora il culo vergine.”
“Veramente il porco ha provato a mettermelo dietro, ma ho sentito solo del gran dolore e quindi è finita li. Però il resto è vero, ma non è solo colpa mia, insomma lui….”
“Non ti fa sentire desiderata.” le dico sfiorandole il viso con una carezza, che però ha l’effetto di una frustata.
"Inoltre non so se è l’unico uomo a cui non piace regalare lingerie alla moglie, o se davvero non gli sono mai realmente piaciuta.” per concludere come ultima difesa d’ufficio. “Senza considerare che con te e lui che fa i pompini e lo prende nel culo.”
“E’ vero ma solo perchè non gli bastavano più le puttane senza cazzo.”
Quando la mia mano scivola dal suo viso a dietro la testa, lei ha solo una gran voglia di dimostrare a se stessa di non essere una fica di legno, ed io sono come il suo esame di maturità.
Le nostre labbra si sfiorano a lungo, prima di poggiarsi l’una contro l’altra, all’inizio in un casto bacio, poi aprendosi per permettere alle lingue d’intrecciarsi in giochi senza fine. Non mi piace baciare i miei clienti, ma lei in fondo non lo è, quindi mi concedo con tutta me stessa.
Le afferro una mano per portarla, quasi con forza, sul mio cazzo, che lei inizia a toccare fin troppo timidamente. Comprendo che in lei c’è sì la voglia di scoprire nuovi orizzonti, ma è anche ben forte il perbenismo nel quale s’è nascosta per tutta la vita. Così mi alzo e faccio scivolare a terra la vestaglia, rimanendo davanti a lei completamente nuda.
Prendo il mio pene con una mano e inizio a sbatterglielo in faccia, avvicinandomi sempre di più alla bocca.
“Scommetto che vorresti baciarmi il cazzo, non è vero signora mia bella ? Ma devi guadagnartelo, quindi apri le gambe e infilati una mano dentro le mutandine, il resto spero non ci sia bisogno di dirlo.”
Lei non apre solo le gambe, ma si alza quel tanto che basta per sfilarsi la gonna e le mutandine, per poi portarsi una mano sulla passera mentre con l’altra mia afferra il pene.
“Così vado bene ?” mi chiede con una voce da finta ingenua che mi fa impazzire “Ora posso baciarti il cazzo o devo andare a trovarmene uno disponibile ?”
La lascio giocare col mio gingillo, ma ben presto mi rendo conto che è una vera disgrazia ad usare la bocca, tant’è vero che quasi me lo graffia coi denti.
“Ma che cazzo fai !” le urlo in faccia spingendola indietro “Non è che devi morderlo o piantarci i denti ! Ci credo che tuo marito non voglia farsi fare un pompino da te, non sei capace ! Adesso vieni qui.” le dico mentre mi siedo sul divano Inginocchiati e inizia col leccarmi le palle per poi farmi sentire solo la lingua sul cazzo.”
Alessandra è chiaramente risentita dal mio rimprovero, ma nonostante ciò s’accuccia fra le mie gambe ed inizia a leccarmi i testicoli.
Le ricordo in continuazione che non deve avere fretta, anzi che parte del piacere è anche nella lentezza con cui si compiono certi movimenti. Così quando ritorna ad occuparsi del mio pene, è molto meno aggressiva, facendomi uscire dalla bocca qualche mugolio di piacere.
“Ora riprendilo in bocca, ma sempre con calma perché non è un gelato che se non sei veloce si squaglia. E fai girare sempre la lingua intorno al cazzo oppure tienila premuta contro la parte inferiore, perché così mi farai godere molto di più.”
La donna, dopo un inizio incerto ma del resto nessuno è nato imparato, dimostra di prenderci un certo gusto nello spompinarmi. Ben presto la mia asta è nuovamente in piena erezione, ma nonostante ciò non ho nessuna intenzione di scopare Alessandra, almeno non subito. Così faccio sì che ci alziamo, e dopo esserci scambiate un bacio carico di passione, le sfilo la camicetta e il reggiseno, e la porto in camera da letto.
“Mettiti sopra di me.” le dico mentre mi sdraio al centro del letto “Voglio leccarti la fica mentre continui a succhiarmi il cazzo.”
La donna non è certo un fulmine di guerra nel muoversi sul letto, anzi è quasi goffa quando alza una gamba per mettersi carponi sopra di me, ma nessuna delle due ha fretta. Mi disturba certamente di più la sua depilazione vecchia di almeno un paio di mesi, senza considerare che a occhio non hai mai toccato il cespuglio che ha sulla passera. Di contro tutti quei peli emanano un forte odore di sesso, pregni come sono delle sue voglie, e mi basta aprile le labbra intime per essere avvolta dai suoi abbondanti umori che le colano sulle cosce.
Non appena Alessandra sente la mia lingua correre nel suo spacco, inizia a gemere ma soprattutto non riesce più a stare ferma. La lascio libera di godere senza dover badare in alcun modo anche al mio piacere, i suoi gemiti diventano quasi urla sino a quando non si blocca in preda all’orgasmo per poi crollare vicino a me. Non le voglio però dare alcuna tregua, così le afferro le cosce le poterle dare qualche ulteriore leccata sulla passera, prima di prenderla mettendomi sopra di lei.
Il mio cazzo non incontra nessuna difficoltà nel penetrarla completamente, così non mi rimane che scoparla, ma senza nessuna fretta, anzi assaporando ogni singolo affondo fra le sue gambe.
Lei mi stringe a se come se volesse donarsi con tutta se stessa, ed io ogni tanto mi fermo col pene ben piantato in lei per darle dei baci in bocca o succhiarle i lobi delle orecchie.
Alessandra ha un nuovo orgasmo ancora più violento del precedente, ma questa volta non mi fermo, anzi accelero quel tanto che basta per toglierle ogni residua energia.
“Ora se vuoi capire cosa prova tuo marito quando lo fotto non hai che da dirlo, altrimenti andiamo avanti così.” le sussurro all’orecchio quasi avendo paura che altri ci possano sentire.
“Fammi tutto quello che vuoi.”
“Allora girati e alza il culo.”
Mentre lei si mette carponi, io prendo un tubetto di lubrificante che lascio vicino ad un suo polpaccio. Con calma le apro le chiappe per osservarle da vicino l’orifizio anale, che è tanto stretto da sembrare impenetrabile. Usando i pollici cerco di aprirle l’ano per poi tuffarci la lingua, e subito sento che le sue chiappe si rilassano.
“Toccati la fica così pensi ad altro.”
Lei ubbidisce ed inizia a masturbarsi, ma smette non appena cerco d’infilarle un dito nel culo.
“Ahi mi fai male !”
“Scusami ma non avevo mai visto un culo così stretto !” le rispondo con un sorriso “Comunque adesso ti ungo per bene così dopo il dolore sarà solo un momento.”
Prendo il gel e ne lascio cadere una striscia di diversi centimetri proprio sul buchetto, poi con calma ne spingo piccole parti all’interno del retto, per ammorbidire la zona. Ripeto l’operazione più volte, sino a quando non ho raggiunto il massimo della lubrificazione.
“Ora rilassati, sentirai forse del dolore, ma giusto un attimo, poi è tutto in discesa.”
Ho messo tanto di quel gel che la mia cappella è dentro in un meno di un secondo, poi però mi devo fermare ad ogni piccolo affondo per far sì che lei smaltisca il dolore trasformandolo poi in piacere.
“E’ tutto dentro.” le dico non appena sento che la sodomizzazione è completa “Adesso pensa solo a godere.”
Le afferro i fianchi per poterla stantuffare completamente e senza alcuna difficoltà, ma anche per poterla sentire in mio possesso, perchè in fondo quello che mi piace di più è il totale controllo di chi sto scopando. Ma anche il solo vederla in totale balia del piacere mi fa godere, soprattutto perchè so che quella donna solo qualche ora prima era per me irraggiungibile, preda com’era delle convenzioni sociali e del suo perbenismo.
La vedo irrigidirsi per la terza volta, preda di un nuovo orgasmo, mentre io godo come lei ma senza avvicinarmi mai al picco del piacere.
“Voglio che tu goda.” mi dice quasi dispiacendosi di aver provato tutto quel piacere.
“Allora fammi un pompino ‘con lo stimolo’”.
Lei capisce al volo, così non faccio quasi in tempo a sdraiarmi, che lei ha il mio pene in bocca, ma soprattutto un paio di dita che preme sul mio buchetto.
Il pompino non è granché, ma le sue dita non mi danno tregua, entrando e uscendo dal mio culo con sempre maggior velocità e forza. Per un attimo mi passa per la testa di darle un strap-on per farmi scopare, ma poi mi ricordo di quanto sia inesperta in tutto ciò che non è ‘sesso banale’, così desisto lasciando che mi faccia godere con bocca e dita.
Sento che il piacere mi avvolge come un calda coperta, non sono abituata a gemere a voce alta, né tanto meno ad urlare, così penso solo a godere sino a quando non sono ad un passo dall’orgasmo.
Vorrei toglierle il pene dalla bocca, ma lei comprende le mie intenzioni e me lo impedisce, così le vengo direttamente in bocca, senza però schiacciarla contro di me.
“Lo sai stavo pensando di tornare con mio marito, sempre che non lo lasci prima, anche per vedergli fare la donna.” mi dice mentre cerca i suoi vestiti.
“Per me va bene, ma credo che tu lo mandi a quel paese non appena lo vedi, e credimi hai ben più d’una ragione.”
“Perchè ?”
“Perchè è il classico uomo che vuole la moglie santa e l’amante puttana, mentre tu sei una donna a cui si deve solo lasciare un po’ di carta bianca, insomma il sesso ti piace solo devi scoprirlo.”
Una volta che si è rivestita l’accompagno alla porta, ben sapendo che la rivedrò e non da sola, per poterla iniziare a nuovi giochi magari in compagnia di qualche bell’uomo.
Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
"Cosa ti sei dimenticato razza d’imbranato…"
Non faccio in tempo ad aprire la porta, che vengo travolta da una donna fin troppo chiaramente furibonda.
“Voglio proprio vedere cos’ha la puttana che si scopa mio mar….”
Si blocca solo perchè spingendomi, ha fatto sì che mi si aprisse la vestaglietta, col mio pene che finisce in bella vista.
La donna sta quasi per svenire, così chiudo la porta, anche per non dare scandalo, e riesco con un po’ di fatica a portarla sul divano.
“Ti porto dell’acqua, credo proprio che tu ne abbia bisogno, Ale se non sbaglio ?”
“Si mi chiamo Alessandra.” riesce a rispondermi con un filo di voce.
“Quindi sei la moglie di Stefano, pensa l’hai mancato di un soffio.”
“Ho aspettato che uscisse perchè già sapevo che mi tradiva, solo non sapevo con chi.”
La sua voce ora è ferma, il tono deciso, anche se è chiaro che è ancora sconvolta. Nonostante ciò iniziamo a parlare come se ci conoscessimo da tempo, lei mi racconta dei suoi primi dubbi, di come questi siano diventati certezze, sino al pedinamento che l’ha portata a casa mia.
“Così sai tutta la storia.” conclude quasi con le lacrime agli occhi “Ho sposato un maiale, ma non sapevo che lo fosse sino a questo punto.”
“Lui sarà anche un porco, ma tu mi sembri un po’ troppo santa.” le dico con malcelata ironia
In realtà tanto santa non è, se ogni tanto mi guarda in basso, come se volesse rivedere il mio pene, che è certamente più grande di quello del marito.
“Ma cosa dici !”
“Vedi quasi tutti gli uomini che hanno delle amanti, ma anche quelli che vanno con delle prostitute, lo fanno per cercare quello che non trovano in casa. Per esempio sono sicura che sono anni che non gli fai un pompino e che hai ancora il culo vergine.”
“Veramente il porco ha provato a mettermelo dietro, ma ho sentito solo del gran dolore e quindi è finita li. Però il resto è vero, ma non è solo colpa mia, insomma lui….”
“Non ti fa sentire desiderata.” le dico sfiorandole il viso con una carezza, che però ha l’effetto di una frustata.
"Inoltre non so se è l’unico uomo a cui non piace regalare lingerie alla moglie, o se davvero non gli sono mai realmente piaciuta.” per concludere come ultima difesa d’ufficio. “Senza considerare che con te e lui che fa i pompini e lo prende nel culo.”
“E’ vero ma solo perchè non gli bastavano più le puttane senza cazzo.”
Quando la mia mano scivola dal suo viso a dietro la testa, lei ha solo una gran voglia di dimostrare a se stessa di non essere una fica di legno, ed io sono come il suo esame di maturità.
Le nostre labbra si sfiorano a lungo, prima di poggiarsi l’una contro l’altra, all’inizio in un casto bacio, poi aprendosi per permettere alle lingue d’intrecciarsi in giochi senza fine. Non mi piace baciare i miei clienti, ma lei in fondo non lo è, quindi mi concedo con tutta me stessa.
Le afferro una mano per portarla, quasi con forza, sul mio cazzo, che lei inizia a toccare fin troppo timidamente. Comprendo che in lei c’è sì la voglia di scoprire nuovi orizzonti, ma è anche ben forte il perbenismo nel quale s’è nascosta per tutta la vita. Così mi alzo e faccio scivolare a terra la vestaglia, rimanendo davanti a lei completamente nuda.
Prendo il mio pene con una mano e inizio a sbatterglielo in faccia, avvicinandomi sempre di più alla bocca.
“Scommetto che vorresti baciarmi il cazzo, non è vero signora mia bella ? Ma devi guadagnartelo, quindi apri le gambe e infilati una mano dentro le mutandine, il resto spero non ci sia bisogno di dirlo.”
Lei non apre solo le gambe, ma si alza quel tanto che basta per sfilarsi la gonna e le mutandine, per poi portarsi una mano sulla passera mentre con l’altra mia afferra il pene.
“Così vado bene ?” mi chiede con una voce da finta ingenua che mi fa impazzire “Ora posso baciarti il cazzo o devo andare a trovarmene uno disponibile ?”
La lascio giocare col mio gingillo, ma ben presto mi rendo conto che è una vera disgrazia ad usare la bocca, tant’è vero che quasi me lo graffia coi denti.
“Ma che cazzo fai !” le urlo in faccia spingendola indietro “Non è che devi morderlo o piantarci i denti ! Ci credo che tuo marito non voglia farsi fare un pompino da te, non sei capace ! Adesso vieni qui.” le dico mentre mi siedo sul divano Inginocchiati e inizia col leccarmi le palle per poi farmi sentire solo la lingua sul cazzo.”
Alessandra è chiaramente risentita dal mio rimprovero, ma nonostante ciò s’accuccia fra le mie gambe ed inizia a leccarmi i testicoli.
Le ricordo in continuazione che non deve avere fretta, anzi che parte del piacere è anche nella lentezza con cui si compiono certi movimenti. Così quando ritorna ad occuparsi del mio pene, è molto meno aggressiva, facendomi uscire dalla bocca qualche mugolio di piacere.
“Ora riprendilo in bocca, ma sempre con calma perché non è un gelato che se non sei veloce si squaglia. E fai girare sempre la lingua intorno al cazzo oppure tienila premuta contro la parte inferiore, perché così mi farai godere molto di più.”
La donna, dopo un inizio incerto ma del resto nessuno è nato imparato, dimostra di prenderci un certo gusto nello spompinarmi. Ben presto la mia asta è nuovamente in piena erezione, ma nonostante ciò non ho nessuna intenzione di scopare Alessandra, almeno non subito. Così faccio sì che ci alziamo, e dopo esserci scambiate un bacio carico di passione, le sfilo la camicetta e il reggiseno, e la porto in camera da letto.
“Mettiti sopra di me.” le dico mentre mi sdraio al centro del letto “Voglio leccarti la fica mentre continui a succhiarmi il cazzo.”
La donna non è certo un fulmine di guerra nel muoversi sul letto, anzi è quasi goffa quando alza una gamba per mettersi carponi sopra di me, ma nessuna delle due ha fretta. Mi disturba certamente di più la sua depilazione vecchia di almeno un paio di mesi, senza considerare che a occhio non hai mai toccato il cespuglio che ha sulla passera. Di contro tutti quei peli emanano un forte odore di sesso, pregni come sono delle sue voglie, e mi basta aprile le labbra intime per essere avvolta dai suoi abbondanti umori che le colano sulle cosce.
Non appena Alessandra sente la mia lingua correre nel suo spacco, inizia a gemere ma soprattutto non riesce più a stare ferma. La lascio libera di godere senza dover badare in alcun modo anche al mio piacere, i suoi gemiti diventano quasi urla sino a quando non si blocca in preda all’orgasmo per poi crollare vicino a me. Non le voglio però dare alcuna tregua, così le afferro le cosce le poterle dare qualche ulteriore leccata sulla passera, prima di prenderla mettendomi sopra di lei.
Il mio cazzo non incontra nessuna difficoltà nel penetrarla completamente, così non mi rimane che scoparla, ma senza nessuna fretta, anzi assaporando ogni singolo affondo fra le sue gambe.
Lei mi stringe a se come se volesse donarsi con tutta se stessa, ed io ogni tanto mi fermo col pene ben piantato in lei per darle dei baci in bocca o succhiarle i lobi delle orecchie.
Alessandra ha un nuovo orgasmo ancora più violento del precedente, ma questa volta non mi fermo, anzi accelero quel tanto che basta per toglierle ogni residua energia.
“Ora se vuoi capire cosa prova tuo marito quando lo fotto non hai che da dirlo, altrimenti andiamo avanti così.” le sussurro all’orecchio quasi avendo paura che altri ci possano sentire.
“Fammi tutto quello che vuoi.”
“Allora girati e alza il culo.”
Mentre lei si mette carponi, io prendo un tubetto di lubrificante che lascio vicino ad un suo polpaccio. Con calma le apro le chiappe per osservarle da vicino l’orifizio anale, che è tanto stretto da sembrare impenetrabile. Usando i pollici cerco di aprirle l’ano per poi tuffarci la lingua, e subito sento che le sue chiappe si rilassano.
“Toccati la fica così pensi ad altro.”
Lei ubbidisce ed inizia a masturbarsi, ma smette non appena cerco d’infilarle un dito nel culo.
“Ahi mi fai male !”
“Scusami ma non avevo mai visto un culo così stretto !” le rispondo con un sorriso “Comunque adesso ti ungo per bene così dopo il dolore sarà solo un momento.”
Prendo il gel e ne lascio cadere una striscia di diversi centimetri proprio sul buchetto, poi con calma ne spingo piccole parti all’interno del retto, per ammorbidire la zona. Ripeto l’operazione più volte, sino a quando non ho raggiunto il massimo della lubrificazione.
“Ora rilassati, sentirai forse del dolore, ma giusto un attimo, poi è tutto in discesa.”
Ho messo tanto di quel gel che la mia cappella è dentro in un meno di un secondo, poi però mi devo fermare ad ogni piccolo affondo per far sì che lei smaltisca il dolore trasformandolo poi in piacere.
“E’ tutto dentro.” le dico non appena sento che la sodomizzazione è completa “Adesso pensa solo a godere.”
Le afferro i fianchi per poterla stantuffare completamente e senza alcuna difficoltà, ma anche per poterla sentire in mio possesso, perchè in fondo quello che mi piace di più è il totale controllo di chi sto scopando. Ma anche il solo vederla in totale balia del piacere mi fa godere, soprattutto perchè so che quella donna solo qualche ora prima era per me irraggiungibile, preda com’era delle convenzioni sociali e del suo perbenismo.
La vedo irrigidirsi per la terza volta, preda di un nuovo orgasmo, mentre io godo come lei ma senza avvicinarmi mai al picco del piacere.
“Voglio che tu goda.” mi dice quasi dispiacendosi di aver provato tutto quel piacere.
“Allora fammi un pompino ‘con lo stimolo’”.
Lei capisce al volo, così non faccio quasi in tempo a sdraiarmi, che lei ha il mio pene in bocca, ma soprattutto un paio di dita che preme sul mio buchetto.
Il pompino non è granché, ma le sue dita non mi danno tregua, entrando e uscendo dal mio culo con sempre maggior velocità e forza. Per un attimo mi passa per la testa di darle un strap-on per farmi scopare, ma poi mi ricordo di quanto sia inesperta in tutto ciò che non è ‘sesso banale’, così desisto lasciando che mi faccia godere con bocca e dita.
Sento che il piacere mi avvolge come un calda coperta, non sono abituata a gemere a voce alta, né tanto meno ad urlare, così penso solo a godere sino a quando non sono ad un passo dall’orgasmo.
Vorrei toglierle il pene dalla bocca, ma lei comprende le mie intenzioni e me lo impedisce, così le vengo direttamente in bocca, senza però schiacciarla contro di me.
“Lo sai stavo pensando di tornare con mio marito, sempre che non lo lasci prima, anche per vedergli fare la donna.” mi dice mentre cerca i suoi vestiti.
“Per me va bene, ma credo che tu lo mandi a quel paese non appena lo vedi, e credimi hai ben più d’una ragione.”
“Perchè ?”
“Perchè è il classico uomo che vuole la moglie santa e l’amante puttana, mentre tu sei una donna a cui si deve solo lasciare un po’ di carta bianca, insomma il sesso ti piace solo devi scoprirlo.”
Una volta che si è rivestita l’accompagno alla porta, ben sapendo che la rivedrò e non da sola, per poterla iniziare a nuovi giochi magari in compagnia di qualche bell’uomo.
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