Mario

di
genere
gay

Questo racconto è veramente accaduto negli anni sessanta.
A quel tempo facevo il garzone in un panificio e consegnavo pane a domicilio e con la gerla in spalla e il cesto e sul portapacchi anteriore rifornivo le varie rivendite servito dal rinomato panificio (che non citerò).
Non lavoravo ancora nel forno, cosa che accadrà più avanti.
Il panificio aveva due operai, il padre e il titolare che lavoravano nel forno e la moglie del titolare più una commessa al banco.
Nel forno c’era Mario, uno dei due operai, che chiamavano il russo. 44 anni e per me bellissimo. Forse lo era.
Biondo occhi azzurri molto robusto ed anche, per me, molto eccitante.
Mario era separato e aveva una figlia. Non so perché si è separato dalla moglie.
A quei tempi avevo 15 anni già troia.
Cercavo in tutti i modi di avvicinare Mario e lui forse scherzando o forse sul serio, ci stava.
Ogni tanto mi dava delle manate sul culo per farmi correre a lavorare
Un giorno non lo vedo al forno e chiedo al capo perché Mario non c’era, lui mi rispose che aveva chiesto un permesso.
Finito il mio turno di lavoro mi reco a casa di Mario che mi apre nudo solo in mutande, quelle classiche da maschio non quelle moderne KC.
Mi chiede cosa voglio e perché sono li. Al momento non sapevo cosa dire. Mi fa entrare e si sdraia sul letto dove penso fosse prima che suonassi il campanello.
Mi siedo anche io a bordo letto e vedo che lui sistema qualcosa nelle mutande.
Era una cosa grossa ma non enorme.
Premetto che io non ero più vergine, in collegio mi avevano scopato in molti soprattutto quelli più grandi di 18 anni. La maggiore età era a 21 anni.
Mentre lui si ravana il cazzo nelle mutande io lo accarezzo sul petto coperto da una bellissima peluria bionda.
A un certo punto mi attira a se e mi infila la lingua in bocca. Sempre scopato ma mai avevo baciato un uomo. A lui piaceva molto a me non troppo.
Poi mi ha appoggiato la testa sulle mutande e la sfregava come fosse la sua mano che ravanava.
Ecco che infine abbassa le mutande e mi infila il cazzo in bocca, ma senza scoparla, vuole che gli succhio la cappella bella grossa.
Sta godendo molto è un sacco di liquido trasparente mi riempie la lingua e la bocca.
Mi fa mettere in posizione testacoda e mentre io continuo a succhiare e segare il cazzo, lui mi lecca il buco del culo, divino.
Dopo un ora di questo gioco molto piacevole senza violenze mi chiede se può scoparmi che ho un bellissimo culo è un buco molto accogliente.
Mi mette a pecora e dopo avere sputato sul buco e sul suo cazzo me lo infila dolcemente ma in modo continuo. Quando il cazzo è assestato comincia a pompare facendomi uno strano solletico, poi ho capito che mi massaggiava la prostata col cazzo.
20 minuti di scopata in quella posizione e infine mi riempie il culo di sborra.
Mi sdraio al suo fianco e appoggi la testa sul petto e annuso l’ascella.
Riposiamo un paio di ore e poi decidiamo di rifarlo.
A questo punto vuole scoparmi con le gambe appoggiate alle sue spalle sputo ed entra.
Questa volta il suo viso si trasforma vuole sodomizzarmi da cattivo.
Prende le sue mutande puzzolenti e umide di sudore e me le mette in bocca.
Poi inizia a scoparmi in modo bestiale, mi sputa in faccia, e mi prende a schiaffi. Ho le guance rosse e mi viene da piangere.
Mi sta violentando, strano dato che io ho voluto che mi scopasse. Ma era veramente violento.
Finito di sborrarmi in culo per la seconda volta, mi porta in bagno e mi piscia in bocca minacciandomi di usare la cinghia dei calzoni se ne cade una goccia a terra.
Io gioco tutto.
Va in camera prende i miei vestiti e ci butta fuori di casa.
Nudo mi rivesto in fretta e mi allontano un po’ stordito.
scritto il
2022-04-28
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