Un buco da usare - Finale 1
di
Orestes de Lonvall
genere
incesti
Mi premo il tessuto sul viso, e l'odore di donna mi manda in estasi. La mia eccitazione sale a livelli estremi: mi avvolgo le mutandine di mamma intorno al cazzo, sento il cotone che accarezza la mia virilità mentre mi masturbo con foga.
Sento la porta che si apre di scatto.
"Puoi almeno smettere di usare quelle di mamma? Guarda che se n'è già accorta che ci sborri dentro." Camilla non suona molto convinta nell'accusarmi, sa che non posso farci niente.
"E comunque puoi smetterla per un attimo? È una cosa seria."
Capisco immediatamente cosa intende.
Apre la borsa e mi mostra il suo ultimo acquisto: un test di gravidanza.
L'euforia è stata così grande dopo la nostra prima volta che ci abbiamo pensato solo il giorno dopo: sono venuto dentro Camilla a secchiate, e lei era in pieno periodo fertile. Non ci siamo preoccupati molto per i primi giorni, finché lei non ha cominciato a notare un ritardo. A quel punto abbiamo capito che la cosa era seria, e lei ha deciso di andare a comprare il test in farmacia (il più lontano possibile da casa, ovviamente).
"Vado in bagno a fare il test. Tu aspettami qui," mi dice lei.
Rimango da solo, sdraiato sul letto, ancora con le mutande di mamma avvolte intorno al cazzo. Decido di smaltire un po' di tensione completando la sega lasciata a metà: aumento il ritmo, sempre di più, fino a schizzare dentro l'intimo. Mi pulisco con dei fazzoletti e vado a buttare le mutandine inzuppate di sperma nel cesto dei panni sporchi.
Torno a sedermi sul letto, e dopo un tempo che mi sembra interminabile Camilla rientra in camera con il test in mano. Non mi sono mai sentito così in ansia come adesso.
Camilla mi guarda negli occhi, con un'espressione indecifrabile. Poi sorride, e capisco che è tutto a posto.
"Abbiamo avuto fortuna, questa volta!" mi dice facendomi vedere il test negativo.
Sono sollevato. L'idea di mettere incinta mia sorella, per quanto le voglia bene, non mi alletta un granché.
"E visto che siamo stati fortunati," continua lei, "è meglio stare attenti, d'ora in poi."
Detto questo mi lancia uno sguardo libidinoso, e mi pianta un bacio sulle labbra. Lo assaporo per quel poco che dura: Camilla mi spinge subito via.
"Meglio di no: non è il modo di baciare tua sorella" mi dice con un sorrisetto provocatorio. Si alza dal letto e prende qualcosa dalla borsa, ma non capisco bene cos'è finché non me lo lancia e lo prendo al volo: è una bottiglietta di lubrificante.
"Stavo pensando," mi dice, stendendosi sul pavimento, "visto che l'abbiamo scampata, potremmo festeggiare."
Mentre lo dice si gira, mettendosi a quattro zampe e agitandomi il culo davanti.
"Prendendo però qualche precauzione per evitare brutte sorprese, stavolta."
Capisco subito cosa intende.
Ho sborrato da meno di venti minuti e sono già duro un'altra volta, mentre mi tolgo i pantaloni e mi inginocchio davanti a Camilla. Infilo le mani nei leggings per abbassarli, poi ci ripenso: afferro il tessuto sulle chiappe e lo squarcio, denudandole il culo.
"Madonna, quanto sei stupido!" protesta Camilla. Non fa quasi in tempo a finire la frase che le arriva un vigoroso schiaffo sul culo: le scappa un urletto, mentre le cosce tremolano tutte.
"Mmmmmh, sei fortunato che oggi sono d'umore giusto" dice lei mordendosi il labbro. Presto le mutande fanno la stessa fine dei leggings, e mi si presenta lo spettacolo dell'ano di Camilla, uno splendido buchino vergine in mezzo alle sue chiappe. Apro la bottiglia di lubrificante e le cospargo generosamente il culo d'olio. Comincio a massaggiare quel fondoschiena burroso, poi lentamente mi soffermo sull'orifizio dei miei desideri. Lo accarezzo, lo penetro lentamente con le dita. Sento lo sfintere che mi si contrae intorno al medio, mentre Camilla geme a metà tra il piacere ed il timore.
Decido che non è il momento di aspettare ancora. Lubrifico abbondantemente il mio arnese, ungendo bene la cappella. Lo metto sopra l'ano di Camilla e comincio a spingere. Ormai la cappella è tutta dentro: sento lei che si irrigidisce, con la faccia ormai per terra, che batte i pugni sul pavimento.
"Non ti fermare, sennò ti ammazzo" mi dice con le lacrime agli occhi.
Mi sembra molto convincente, e decido di spingere di più, cominciando a fare avanti e indietro lentamente con quei pochi centimetri di cazzo che sono riuscito ad infilare. Allungo la mano e comincio a massaggiarle la figa: è un lago, sarebbe bastata quella come lubrificante. Il massaggio ha l'effetto che spero: il suo culo comincia a rilassarsi, posso spingere più a fondo e più velocemente. Riesco ad infilarle più di metà cazzo, e Camilla sembra apprezzare. La stanza si riempie del rumore del nostro amplesso, degli schiaffi che ogni tanto le assesto sul culo e dei gemiti di Camilla. Gemiti che si trasformano ben presto in urla di godimento. Ormai il gioco è fatto, non ho nessun problema a scoparle il culo, e lei sembra apprezzare. Decido di concludere in bellezza: mi allungo sopra di lei, appoggiandomi con una mano per terra. Con l'altra le afferro i capelli e comincio a tirarli, mentre la mia bocca le raggiunge il collo inizia a baciarlo delicatamente, mentre il mio cazzo rimane le ben piantato dentro le interiora. Il suo orgasmo mi coglie impreparato: il suo respiro aumenta, le sue gambe diventano come gelatina, scosse da spasmi incontenibili, e il suo ano si stringe come una morsa intorno al mio cazzo. È troppo: vengo anche io, riempiendole le budella di sborra, e crollo sopra di lei, stremato.
"Alzati, cretino, sei pesante!" mi fa lei, ancora col fiato corto.
Mi alzo e le tiro fuori il cazzo ancora piuttosto turgido dal culo. "Fwop", quasicome il rumore di una bottiglia stappata: tutto il clistere che le ho fatto si riversa sul pavimento. Non ho né tempo né voglia di preoccuparmene. Mi stendo accanto a Camilla, mentre i nostri respiri rallentano. Restiamo per quasi mezz'ora ad accarezzarci sul pavimento, sporchi e stremati, nella pozza d'olio, sudore e sperma che abbiamo creato.
Finalmente ci alziamo, e andiamo a farci una doccia per pulirci a fondo dopo questa esperienza: sia io che Camilla abbiamo scoperto qual è il buco migliore da usare per divertirci ed evitare brutte sorprese.
Sento la porta che si apre di scatto.
"Puoi almeno smettere di usare quelle di mamma? Guarda che se n'è già accorta che ci sborri dentro." Camilla non suona molto convinta nell'accusarmi, sa che non posso farci niente.
"E comunque puoi smetterla per un attimo? È una cosa seria."
Capisco immediatamente cosa intende.
Apre la borsa e mi mostra il suo ultimo acquisto: un test di gravidanza.
L'euforia è stata così grande dopo la nostra prima volta che ci abbiamo pensato solo il giorno dopo: sono venuto dentro Camilla a secchiate, e lei era in pieno periodo fertile. Non ci siamo preoccupati molto per i primi giorni, finché lei non ha cominciato a notare un ritardo. A quel punto abbiamo capito che la cosa era seria, e lei ha deciso di andare a comprare il test in farmacia (il più lontano possibile da casa, ovviamente).
"Vado in bagno a fare il test. Tu aspettami qui," mi dice lei.
Rimango da solo, sdraiato sul letto, ancora con le mutande di mamma avvolte intorno al cazzo. Decido di smaltire un po' di tensione completando la sega lasciata a metà: aumento il ritmo, sempre di più, fino a schizzare dentro l'intimo. Mi pulisco con dei fazzoletti e vado a buttare le mutandine inzuppate di sperma nel cesto dei panni sporchi.
Torno a sedermi sul letto, e dopo un tempo che mi sembra interminabile Camilla rientra in camera con il test in mano. Non mi sono mai sentito così in ansia come adesso.
Camilla mi guarda negli occhi, con un'espressione indecifrabile. Poi sorride, e capisco che è tutto a posto.
"Abbiamo avuto fortuna, questa volta!" mi dice facendomi vedere il test negativo.
Sono sollevato. L'idea di mettere incinta mia sorella, per quanto le voglia bene, non mi alletta un granché.
"E visto che siamo stati fortunati," continua lei, "è meglio stare attenti, d'ora in poi."
Detto questo mi lancia uno sguardo libidinoso, e mi pianta un bacio sulle labbra. Lo assaporo per quel poco che dura: Camilla mi spinge subito via.
"Meglio di no: non è il modo di baciare tua sorella" mi dice con un sorrisetto provocatorio. Si alza dal letto e prende qualcosa dalla borsa, ma non capisco bene cos'è finché non me lo lancia e lo prendo al volo: è una bottiglietta di lubrificante.
"Stavo pensando," mi dice, stendendosi sul pavimento, "visto che l'abbiamo scampata, potremmo festeggiare."
Mentre lo dice si gira, mettendosi a quattro zampe e agitandomi il culo davanti.
"Prendendo però qualche precauzione per evitare brutte sorprese, stavolta."
Capisco subito cosa intende.
Ho sborrato da meno di venti minuti e sono già duro un'altra volta, mentre mi tolgo i pantaloni e mi inginocchio davanti a Camilla. Infilo le mani nei leggings per abbassarli, poi ci ripenso: afferro il tessuto sulle chiappe e lo squarcio, denudandole il culo.
"Madonna, quanto sei stupido!" protesta Camilla. Non fa quasi in tempo a finire la frase che le arriva un vigoroso schiaffo sul culo: le scappa un urletto, mentre le cosce tremolano tutte.
"Mmmmmh, sei fortunato che oggi sono d'umore giusto" dice lei mordendosi il labbro. Presto le mutande fanno la stessa fine dei leggings, e mi si presenta lo spettacolo dell'ano di Camilla, uno splendido buchino vergine in mezzo alle sue chiappe. Apro la bottiglia di lubrificante e le cospargo generosamente il culo d'olio. Comincio a massaggiare quel fondoschiena burroso, poi lentamente mi soffermo sull'orifizio dei miei desideri. Lo accarezzo, lo penetro lentamente con le dita. Sento lo sfintere che mi si contrae intorno al medio, mentre Camilla geme a metà tra il piacere ed il timore.
Decido che non è il momento di aspettare ancora. Lubrifico abbondantemente il mio arnese, ungendo bene la cappella. Lo metto sopra l'ano di Camilla e comincio a spingere. Ormai la cappella è tutta dentro: sento lei che si irrigidisce, con la faccia ormai per terra, che batte i pugni sul pavimento.
"Non ti fermare, sennò ti ammazzo" mi dice con le lacrime agli occhi.
Mi sembra molto convincente, e decido di spingere di più, cominciando a fare avanti e indietro lentamente con quei pochi centimetri di cazzo che sono riuscito ad infilare. Allungo la mano e comincio a massaggiarle la figa: è un lago, sarebbe bastata quella come lubrificante. Il massaggio ha l'effetto che spero: il suo culo comincia a rilassarsi, posso spingere più a fondo e più velocemente. Riesco ad infilarle più di metà cazzo, e Camilla sembra apprezzare. La stanza si riempie del rumore del nostro amplesso, degli schiaffi che ogni tanto le assesto sul culo e dei gemiti di Camilla. Gemiti che si trasformano ben presto in urla di godimento. Ormai il gioco è fatto, non ho nessun problema a scoparle il culo, e lei sembra apprezzare. Decido di concludere in bellezza: mi allungo sopra di lei, appoggiandomi con una mano per terra. Con l'altra le afferro i capelli e comincio a tirarli, mentre la mia bocca le raggiunge il collo inizia a baciarlo delicatamente, mentre il mio cazzo rimane le ben piantato dentro le interiora. Il suo orgasmo mi coglie impreparato: il suo respiro aumenta, le sue gambe diventano come gelatina, scosse da spasmi incontenibili, e il suo ano si stringe come una morsa intorno al mio cazzo. È troppo: vengo anche io, riempiendole le budella di sborra, e crollo sopra di lei, stremato.
"Alzati, cretino, sei pesante!" mi fa lei, ancora col fiato corto.
Mi alzo e le tiro fuori il cazzo ancora piuttosto turgido dal culo. "Fwop", quasicome il rumore di una bottiglia stappata: tutto il clistere che le ho fatto si riversa sul pavimento. Non ho né tempo né voglia di preoccuparmene. Mi stendo accanto a Camilla, mentre i nostri respiri rallentano. Restiamo per quasi mezz'ora ad accarezzarci sul pavimento, sporchi e stremati, nella pozza d'olio, sudore e sperma che abbiamo creato.
Finalmente ci alziamo, e andiamo a farci una doccia per pulirci a fondo dopo questa esperienza: sia io che Camilla abbiamo scoperto qual è il buco migliore da usare per divertirci ed evitare brutte sorprese.
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