Ritornano i ricordi degli anni di giardiniere.
di
Batacchiolo.
genere
etero
Girando per Roma trascorrendo così i miei primi giorni di pensionato, riconosco subito il cancello di una villa in via Nomentana, dove anni prima c'ero stato per creare un nuovo giardino e, il proprietario mi propose di stabilirmi lì per mia comodità nel procedere ai lavori. Accettai subito e non vi dico come mi avevano trattato: come un Re e la loro servitù era anche a mia disposizione perciò colazione al mattino da favola e gli altri pasti erano idillici ma andiamo ai miei lavori: dovevo realizzare una fontana con cascata di sole rocce ed un giorno di piena estate, a lavoro terminato, mi ritrovai in soli calzoncini corti immerso nella fontana ben larga ed a sponde alte, proprio a collaudarne la tenuta delle pareti senza perita di acqua, naturalmente ed ero pronto ad immergermi per verificare tutto. Mentre stavo controllandone ogni centimetro meticolosamente, vedo arrivare il figlio del proprietario con un suo amico e stavano andando alla piscina a rinfrescarsi. Terminato il mio lavoro, passo vicino alla piscina e vengo attratto da gemiti, da lamenti ed erano infatti dei due ragazzi che vedo chiaramente dietro ad un cespuglio, intenti a possedersi analmente alternandosi tra loro per poi passare ad uno scambio di baci in bocca e proprio Paolino, figlio del proprietario dell'immensa villa fa caso alla mia presenza diventando subito rosso in viso ma io ricambio l'occhiata e me ne vado via poi a continuare il lavoro. A cena sono a tavola con l'intera famiglia: Paolino, appunto, il papà Claudio, la mamma, una superfigona bionda, colma di curve con seno e culo da favola e Isabella, la figlia, non è certo da meno: capelli linghi fino ai fianchi, colore rosso fuoco ed anche lei curve pericolosissime, una gran fighetta, sui vent'anni, Paolino il più piccolo. diciannovenne. Dopo la sontuosa cena io me ne vado ad un pergolato a fumarmi un sigaro toscano in pace, allietato dagli uccellini ma poco dopo eccoti arrivare Paolino che voleva trattare il mio silenzio su quanto avevo visto mentre lui veniva inchiappettato dal suo coetaneo e, senza avermi fatto pronunciare una parola, subito si china a slacciarmi la patta dei pantaloni ed impugna il mio cazzone ma subito sgrana gli occhi e chiaramente stava pensando a prenderselo in culo in cambio del mio silenzio ma, dopo avermi fatto un piacevolissimo pompino,mi dice di non muovermi da lì che subito dopo sarebbe arrivato un altro regalo da gustarmi e scappa via subito. Passa un poco di tempo de io stavo per terminare il sigaro quando eccoti arrivare la focosissima Isabella che durante la cena, oltre a quanto stava in tavola, stava pregustando il mio batacchione che aveva notato spesso durante le giornate passate lì nel parco mentre lavoravo e mi eccitavo moltissimo a vedere il suo culetto tondo sodo da fare scoppiare i calzoncini corti e quindi si sedette al mio fianco, chiarendo subito che era lì a fare un favore a quel frocio di suo fratello e subito dopo slacciò la mia patta tirandone fuori il cazzone già ben eccitato dalle sue formine. Me lo rese assai scorrevole insalivandolo molto ma poi , date le mie preoccupanti dimensioni, aggiunse vasellina sia sul suo fighino, dopo anche sul culo e ne spalmò anche sul batacchio. Si mise sulla apnchina inginocchiata e con la sua manina me lo guidò prima in figa e, dopo che le sborrai dentro una gran quantità, se lo ciucciò per fargli riprendere vita e se lo infilò nel culetto trattenendo le urla di dolore tamponandosi la bocca con un fazzoletto che quasi ingoiò del tutto. Quando le scaricai nel culo la grande sborrata, allora si girò verso di me e m'infilò la linguetta in bocca facendola scorrere dapertutto: sul collo, poi nelle orecchie e mi disse che la avevo fatta soffrire molto, piangere tantissimo ma infine era prevalso il piacere anche per lei, quindi, se in futuro volevo scopare ancora ed inculare lei, le avrei dovuto mollare un pò di centoni di euro! Poi lei sparì andando verso casa e tornò subito paolino. Immaginando che la vita agiata la fecava anche lui, per procurarmi i soldi per scopare di nuovo la focosissima rossa, le chiesi cinquecento euro da darmi subito e lui immediatamente, timorato dal mio mancato silenzio, corse a prendere i soldoni che mi consegnò subito e mi esortò a tecere per sempre. Il giorno dopo Paolino mi chiamò in disparte per dirmi che se volevo godere un poco, il suo amico, Sergio, aveva con se una fighetta morettina, graziosa e gran puttana di nome Eva, ed io volli subito vederla. Quando la trovai intenta a gambe allargate a farsi scopare da Sergio, proposi a Paolino di di incularsi Sergio ed io avrei contemporaneamente inculato l'appetitosa Eva e fu accettato tutto. Mi misi a leccare l'ano ad Eva poi misi vasellina sul cazzo e sul suo culo, poi iniziai la dolorosissima penetrazione che fece urlare la povera bambolina che tentava di scalciare per liberarsi del gigante "tappo" intento a penetrare nel suo culetto faticando moltissimo ma soddisfattissimo di stare a sfondre un culetto parzialmente vergine, poco assai adatto ai grossi calibri come il mio batacchione. Questa è solo una parte che mi stò ricordando ma domani chissà come sarà con la memoria!
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