Le sue puttanelle! Prima parte. La prima esperienza.

di
genere
tradimenti


Sono Marina, ho 51 anni e da 28 sono sposata con Marco. Sono alta 1,70, capelli scuri, non troppo lunghi, occhi scuri, una terza di seno e un bel fisico con un bel culo, che attrae molto gli sguardi dei maschi. Ho partorito due volte, ma questo non ha intaccato il mio fisico, anzi, mio marito è convinto che le gravidanze mi abbiano reso ancor più bella. Lavoro come insegnante di storia e italiano alla scuola media e, per tanti aspetti, la nostra è stata per anni una vita tranquilla. Marco un maschio alto 1,73, capelli brizzolati, magro, fra le gambe non è molto dotato. Esercita la professione di commercialista e qualche anno fa, complice la noia, la routine di una vita matrimoniale troppo ripetitiva, ha cominciato a cercare in rete un po’ di svago ed è rimasto colpito dal mondo cuckold.
Leggendo racconti ed annunci di quel genere, capiva che ne era incuriosito ed immaginava me presa, davanti a lui, da un uomo deciso ed autoritario e questo lo eccitava non poco. Ha cominciato a parlarne con me, che subito mi son arrabbiata e l’ho considerato al pari di un maiale, un pervertito, ammonendolo che, qualora non gli bastassi più, potevamo chiudere la nostra storia.
Eravamo assieme da quando avevo sedici anni e lui venti. È stato il mio primo e, fino ad un anno fa, unico uomo, a parte un po’ di petting con un altro ragazzo, inteso come fidanzatino. Fino a quel momento, il nostro sesso rientrava tra i normali canoni di coppia: oltre a scopare, gli facevo dei pompini e, in quella pratica, ero anche diventata alquanto brava, ma il culetto non glielo avevo mai concesso. Conoscendo il mio carattere, Marco ha quindi cominciato un lento lavoro di persuasione, che mi ha, man mano, fatto cambiare idea.
È riuscito ad incuriosirmi facendomi leggere, assieme a lui, dei racconti e visitare siti, e questo ha fatto sì che cominciassi ad apprezzare ciò che vedevo e leggevo, commentando anche ciò che mi veniva proposto e riflettendo su ipotesi, avanzate a Marco, di poter assistere a momenti in cui la sua donna potesse abbandonarsi al languore provocato dal corteggiamento di un altro maschio. Ovvio che tutto questo mi riempiva di piacere ed orgoglio e, spesso, mi induceva a mostrarmi civettuola, dicendo:
«Accidenti, questo me lo farei proprio - oppure - Questo me lo faresti fare?» o, ancora, commentando ironicamente sulle dimensioni di certi membri visionati:
«Certo che sono proprio grossi! Cavolo, allora mi son persa davvero tanto in tutti questi anni?»
Così, leggendo e cercando tra gli annunci presenti su vari siti, di cui eravamo diventati esperti navigatori, e io sempre più curiosa di vedere fin dove si sarebbe spinto mio marito, sinceramente cominciai ad accarezzare l'idea di provare qualche esperienza nuova. Ovviamente quel continuo stato di eccitazione nel considerare le varie ipotesi, ci induceva a fare del buon sesso, cominciando anche ad immaginare la presenza di un estraneo tra noi. Ben presto abbiamo affinato idee e gusti. Di comune accordo, abbiamo deciso di non tener conto dei ragazzi troppo giovani e di scarso affidamento sul piano della riservatezza, per cui focalizzavamo l'attenzione su maschi non liberi e più grandi di età. Nel mentre proseguiva la ricerca del soggetto idoneo e per rendere più realistica la nostra fantasia, avevamo acquistato in rete un dildo di gomma, cui davamo, di volta in volta, il nome di uno di quei maschi come se fosse presente fra noi e, quando giocavamo, lo baciavamo assieme e ci eccitavamo moltissimo.
Il fatto che anche Marco baciasse e prendesse in bocca quel dildo eccitava ancor più la mia fantasia, in quanto lo sentivo e vedevo particolarmente coinvolto nel gioco che avremmo voluto tradurre in realtà.
Tra i molteplici annunci visionati, ci ha colpito quello di Massimo, un uomo attraente di 59 anni, sposato, di professione ortopedico. Le foto lo ritraevano come un uomo poderoso, munito di un membro notevole: sì, abbiamo guardato anche questo. Con lui abbiamo avuto un primo contatto a carattere epistolare, per poi passare alla chat e, infine, direi dopo circa tre mesi, al telefono: lui si è mostrato molto paziente nel rispettare i nostri tempi. Marco l'aveva contattato al telefono e ne era rimasto affascinato al punto da masturbarsi al solo sentirlo. Sentire quell'uomo che, con assoluta schiettezza gli diceva che prima gli avrebbe scopato la moglie, per poi permettergli di farsi ripulire il cazzo, gli metteva le farfalle allo stomaco. In un secondo momento, ho voluto parlargli anch'io e, devo dire, è stato molto gentile, anche se risoluto, sul come realizzare il suo e nostro obbiettivo, facendomi già intravedere come sarebbe stato il nostro incontro. Mi sono eccitata così tanto che, una settimana dopo, eravamo da lui. Quando l’ho avuto davanti, mi sono subito resa conto che sapeva bene come dominare una donna e, da uomo esperto, mi ha fatto subito sentir femmina e troia, come mai mi ero sentita prima. Entrambi siamo stati conquistati dal suo fascino e lui ne ha approfittato per svezzarci e sottometterci. Ci siamo ritrovati suoi ospiti in una villetta con vista sul lago e lui, in piedi, davanti a noi, ci ha detto, con voce pacata ma decisamente risoluta, quali erano le condizioni del gioco da lui condotto e cosa si sarebbe aspettato da una coppia come noi, che aveva deciso di avventurarsi in questo insolito modo di gestire il rapporto sessuale e, soprattutto, vivere nuove emozioni.
«Voglio essere molto chiaro con voi due, perché il gioco che state per intraprendere, sicuramente cambierà molte cose tra voi. Nulla sarà più come prima. Questo deve essere subito ben chiaro, perché se avete delle riserve mentali, delle incertezze, sarebbe meglio per voi lasciar perdere. Ma se ciascuno riuscirà ad interpretare il ruolo che gli sarà affidato, allora il piacere che ne deriverà sarà forte ed intenso. Io, per voi, sarò il vostro padrone e tu, Marina, diventerai la mia devota schiavetta, mentre tu Marco, sarai l’umile cornuto sottomesso, che dovrà, in tutto e per tutto, assecondare le mie necessità, i bisogni di Marina e, soprattutto, ubbidire ad ogni nostro singolo ordine. Fin da subito ho intuito che hai un forte desiderio di vedere tua moglie trattata come una troia e, in questo, sarai esaudito, ma questo comporterà, da parte tua, qualche sacrificio, soprattutto comporterà la cieca obbedienza ad ogni mio singolo comando.
Quanto a te, Marina, dovrai accettare che io abbia il totale dominio sul tuo corpo, sul tuo piacere, su ogni tua singola sensazione e dovrai accettare di vedere Marco umiliato e sottomesso ai miei voleri, senza mai dubitare che ciò che farò non sia teso alla ricerca del piacere totale che ognuno di noi tre riceverà, interpretando il proprio ruolo. Naturalmente pretendo da te una devozione assoluta, una totale ubbidienza, in tutto e per tutto. Aggiungo che, al di fuori del gioco, anche se dovessimo incontrarci in posti o luoghi diversi da questo, io posso anche fingere di non conoscervi, oppure manterrò un atteggiamento che nulla lasci immaginare su ciò che accade nella nostra intimità. Ora vorrei che, per qualche momento, riflettiate su quanto appena detto, così da dare la giusta interpretazione ad ogni parola, perché, al mio ritorno, dovrete dirmi se ciò che io vi ho proposto è esattamente ciò che volete, anche perché da quel momento si comincerà, senza più poter tornare indietro.»
Ho provato un certo batticuore nell’udire quelle parole e, rimasti soli, ho fissato Marco negli occhi, cercando di capire quali fossero le sue intenzioni.
«Credo che sia stato estremamente chiaro. Vorrei però essere certa che tu sia convinto che quello che lui ci ha proposto sia davvero quello che desideri.
Pensaci bene, perché io, con te, sto bene e non mi sono mai lamentata di nulla; però ti confesso anche che tutta questa storia suscita in me reazioni contrastanti: una parte di me vorrebbe fuggire, mentre l’altra, al pensiero di trovarmi tra le braccia di Massimo con il tuo consenso, mi fa avvertire le farfalle allo stomaco con conseguente umidore nelle mutandine. Quindi, se non sei convinto al 100%, lasciamo perdere e andiamocene.»
Nel sentire le mie parole, gli occhi di Marco hanno preso a brillare come due carboni ardenti e, dopo avermi abbracciato e baciato con passione, le sue parole hanno sciolto ogni mio dubbio come neve al sole.
«Lo voglio. Voglio vederti godere fra le braccia di Massimo e, se questo comporterà essere umiliato e sottomesso da lui, lo accetto ben volentieri, perché corrisponde esattamente a ciò che desidero da tempo. Dopo tanti anni, la nostra vita è diventata monotona ed ora ha bisogno di un reale scossone. Mi rendo conto che abbiamo davanti una persona che, in maniera chiara, si propone a farci vivere un’esperienza unica che cambierà sicuramente la nostra vita, ma, in tutto questo, ricordati che io ti amo da impazzire e l’idea di vederti fra le sue braccia, sapendo che proverai tanto piacere, mi eccita al punto che quasi vengo, senza toccarmi.»
Poco dopo è riapparso Massimo, e avuta la nostra totale disponibilità, si è seduto su di una poltrona, mentre noi due eravamo ancora in piedi davanti a lui, nella trepida attesa di quello che sarebbe stato l’inizio del gioco. Lui ci ha osservato per un istante, poi, sempre con voce pacata, ha iniziato ad impartire ordini.
«Marco offrimi tua moglie. Immagina di dovermi spronare a scopare tua moglie, a farla diventare la mia puttana, a godere di lei a mio piacimento e, per far questo, prova ad enumerare i suoi pregi e le sue migliori qualità. Spogliala lentamente, mentre parli di lei.»
Sono rimasta basita, mentre, nella mia mente, si configurava l'immagine di me messa all'incanto da mio marito; quel maschio mi stava osservando con la stessa attenzione che si presta quando, ad una fiera, si è pronti ad acquistare una "vacca" o un animale per la propria fattoria.
Questa sensazione ha aumentato ancora più l’umidità nelle mie mutandine. Poi Marco si è posizionato dietro di me e, con una voce lievemente incerta, direi proprio tremolante, ha iniziato a tessere le mie lodi.
«Marina è una splendida cinquantenne, che ha avuto due gravidanze, ma questo non ha intaccato il suo aspetto fisico che, come vedi, è privo di qualsiasi difetto. Il suo seno, che ora ti mostro, è ancora sodo e florido ed il suo ventre piatto, sovrasta il monte di Venere, che è uno dei punti più sensibili di questa donna. Come vedi è perfettamente depilata e la sua splendida fica non è molto usata, perché io non ho una grossa dotazione. Lei ama succhiare il cazzo, ma non so dirti quanto sia veramente brava, perché in bocca a preso solo il mio. Non ama molto ingoiare sborra ed il suo culetto è inviolato.»
Mentre parlava, mio marito mi ha completamente denudato e io mi sono trovata per un attimo in imbarazzo, quando lui, dopo avermi esposto al suo sguardo, mi ha chiesto di girarmi e di piegarmi per mostrare meglio i miei orifizi.
«Non sono molto soddisfatto del tuo giudizio, perché, da aspirante cornuto, non sei stato sufficientemente umile e rispettoso nei miei confronti di Marina. Per prima cosa avresti dovuto rivolgerti a me, chiedendo umilmente di ammirare la tua donna, che tu vuoi io trasformi in puttana. Per questo sarai punito. Quanto a lei, il suo aspetto è abbastanza provocante e mal le di addice farle indossare, al mio cospetto, dei pantaloni; questo indumento, a partire da oggi, sarà bandito in mia presenza. Inoltre, il suo abbigliamento intimo è quanto di più dozzinale si possa trovare in qualunque mercato. Avresti dovuto farle indossare dell’intimo di pregio, sexy ed accattivante, come dovrebbe vestire una vera puttana. In ogni caso vedremo di rimediare. Ora, però, chiedimi di istruire tua moglie affinché diventi la mia puttanella.»
Tremavo per le tante sensazioni che stavo provando. Inoltre le sue parole incidevano sulla mia psiche in maniera da farmi vibrare di piacere, ma anche di paura temendo di non esser all’altezza delle sue aspettative. Sentivo, dentro di me, che questo maschio era completamente diverso da ogni altra persona da me conosciuta, ma, soprattutto, il suo comportamento me lo rendeva come qualcosa di veramente speciale, per cui, a deluderlo, mi sarebbe dispiaciuto moltissimo.
«Padrone, perdona il tuo servo ignorante e, ti supplico, rendi questa donna degna di essere la tua puttana personale, così che la tua immensa bontà, possa rendere me un vero cornuto, sottomesso ed ubbidiente.»
Massimo l’ha guardato abbastanza compiaciuto, poi, mi ha preso per mano e, insieme, ci siamo avviati verso la camera da letto, ma, prima di entrare, ha bloccato Marco, con un ordine secco e stentoreo.
«No! Come ti ho anticipato, ti avrei punito per la tua insolenza, quindi, per ora, resterai qui e quello che succederà qui dentro, potrai solo ascoltarlo. Se sarò soddisfatto del comportamento di questa aspirante troia, ti farò assistere alla monta.»
Ho osservato lo sguardo dispiaciuto di Marco che si è seduto su una panchetta nei pressi dell'uscio, mentre Massimo entrava guidandomi in camera e, lasciata la porta aperta, mi ha avvicinato al letto.

«Troia, renditi utile e spoglia il tuo padrone.»

Sentirmi umiliare, insultare, mi appariva davvero strano: in fin dei conti ero una madre di famiglia, che ha sempre amato parole dolci e romantiche durante il rapporto, ma ora, stranamente, mi sono avvicinata a lui ed ho iniziato a sbottonare la sua camicia, ma lui mi ha bloccato di colpo, fissandomi con uno sguardo severo.
«Troia! Come osi fissare il tuo sguardo nel mio? Dovresti tenere gli occhi bassi, in segno di umiltà, perché ancora non ho deciso se farò di te la mia schiava o una semplice puttanella: devo stabilire se ti riterrò degna di godere del mio cazzo.»
Ho tremato. Dentro di me, per un attimo, ho avuto la sensazione di essere rifiutata e questo mi faceva sentire più che umiliata e, nello stesso tempo, mi ha spronato ad essere la pietra grezza che lui avrebbe reso un lucente diamante. Ho abbassato subito lo sguardo e, con movimenti veloci, l'ho spogliato. Quando mi sono inginocchiata davanti a lui ed ho abbassato i pantaloni, attraverso la stoffa degli slip era visibile la notevole dimensione del suo membro che, già teso e duro, gonfiava il tessuto. Lo avevo visto in foto, ma, dal vivo e a due passi dalla mia faccia, mi sembrava ancora più grosso. Lui è rimasto in silenzio, in attesa, ed io, indecisa sul da farsi, ho timidamente abbassato l’indumento. Mi è subito sbattuta in faccia quella splendida colonna di carne viva e dura, che svettava imperiosa. Ho avvertito il suo forte odore di maschio, misto al profumo di chi ha appena fatto la doccia. Mi ha eccitato quel mix di odori e, soprattutto, la mia fica ha preso a colare in maniera impensabile. Lui mi ha preso la mano destra e mi ha fatto impugnare quella verga poderosa. Sono rimasta stupita dalla pomposità delle sue palle e, soprattutto, dal fatto che, stringendolo alla base, le mie quattro dita non riuscivano a congiungersi, mentre, sopra di esse, spuntava ancora tanta parte di quel fallo. Quando, al contrario, stringo quello di mio marito, sparisce dentro la mia mano e solo una minima parte ne spunta fuori, mentre di quello di Massimo ne avanzava almeno il doppio, sopra le dita. La cappella, non troppo grossa, rossa e profumata, era a poca distanza dalle mie labbra e, quando stavo per aprire la bocca ed infilarlo tutto dentro, lui mi ha sollevato e mi ha baciato in bocca con estrema passione. La sua lingua è entrata prepotentemente nella mia bocca ed ha giocato con la mia e poi, dopo aver limonato a lungo, lui si è sdraiato sul letto e mi ha fatto mettere di lato a lui e, di nuovo, la sua voce ha tuonato.

«Bacia e lecca ogni centimetro del mio corpo. Se sarò soddisfatto, ti permetterò di prendere in bocca il mio cazzo, che dovrai, non leccare o succhiare, ma adorare.»

Ho iniziato a percorrere quello splendido corpo, coprendolo di baci e leccate. Ho succhiato i suoi capezzoli, poi sono scivolata giù e ho ignorato quello splendido membro e, su sua indicazione, ho proseguito lungo quelle splendide cosce e via, ancor giù fino ai piedi, dove ho preso a leccare ogni singolo dito, soffermandomi sull’alluce. Dopo che mi ha permesso di risalire, lentamente ho iniziato ad accarezzare quelle due grosse palle piene e, con la punta della lingua, ho iniziato a risalire quell’asta meravigliosa, lucidandola con la mia saliva e, dopo averla afferrata, prima di infilarla in bocca, ho sollevato lo sguardo e, avuto un cenno d’assenso, ho cercato di infilarlo in bocca il più possibile. Egli ha emesso un lieve gemito e poi ha appoggiato la mano sulla mia testa e, senza forzare, mi ha imposto di pompare quella splendida mazza, cercando però di farne entrare il più possibile dentro la mia gola. Mi sentivo trapanare la bocca da quel palo di carne durissima e, con insistenza cercavo di spingerlo il più possibile dentro la bocca. Lui era immobile, si deliziava per ciò che gli stavo facendo e, compiaciuto, ha fatto una cosa che mi ha un po’ stupito.
«Cornuto, vieni, entra nella stanza e vieni a vedere come quella troia di tua moglie mi sta lucidando il cazzo.»
Un attimo dopo, è comparso Marco e Massimo lo ha obbligato a mettersi nudo. Una volta completamente spogliato, Massimo gli ha permesso di salire sul letto ed inginocchiarsi con la faccia accanto alla mia.
«Guarda cornuto, come mi sta lucidando bene il cazzo e sono convinto che la cosa la renda veramente felice, perché, nel vedere quella minima dotazione che ti ritrovi tra le gambe, mi fa capire l’impegno che questa zoccola deve mettere nel farmi godere. Sta tranquillo che farò in modo che, quando lo avrà assaggiato, sicuramente vorrà fare a meno del tuo.»
Ho girato lo sguardo per incrociare quello di Marco ed ho visto i suoi occhi veramente felici nell’ammirare quello che stavo facendo a quella splendida verga. Sentivo, dentro di me, sensazioni divergenti che spaziavano dalla vergogna di godere tra le braccia di un altro, fino ad avvertire un piacere immenso, che vedevo era lo stesso di quello che provava Marco, che amo e, quindi, ho abbandonato ogni ritegno ed ho cercato di cogliere il massimo del piacere da questa nuova esperienza. Lui ha allungato la mano e, appoggiatala sul capo di Marco, lo ha fatto avvicinare ancora di più a me e le sue parole hanno confermato quello che avevo già intuito.
«Bravo cornuto e guarda bene come questa puttanella di tua moglie mi sta lucidando il cazzo. Poiché sono convinto che anche tu muori dalla voglia di assaggiarlo, aiutala a farmi godere di più. Leccami anche tu, lucida bene il mio cazzo, le mie palle e, poiché sei un cornuto sottomesso, voglio sentire anche la tua lingua che lambisce il mio buchetto.»
Marco, senza un attimo di esitazione, si è messo subito all'opera e, ben presto, ho visto Massimo che godeva come un porco. Poi si è sollevato e, dopo avermi fatto girare e inginocchiare davanti a lui, ha ordinato a Marco di distendersi sotto di me.
«Cornuto, sdraiati sotto di lei e osserva in prima fila come monto questa vacca di tua moglie.»
Ho incrociato lo sguardo di Marco ed ho appurato che quell'ordine era quanto si aspettava: era oltremodo inebriato e pronto ad eseguire ciò che gli veniva imposto. Si è disteso sotto di me e, nello stesso tempo, ho sentito la punta di quella splendida mazza appoggiarsi alle labbra della mia fica che, fradicia di umori, aspettava solo l’attimo di esser penetrata. Lui ha continuato a spennellare lo spacco della fica con la cappella del cazzo, mentre io fremevo nell'attesa di sentirla dentro e, così l’ho implorato:
«Padrone, ti prego, spingilo dentro, fino in fondo; fa che questa lurida puttanella possa ospitare il tuo splendido membro nel suo ventre. Mostra a quel cornuto di marito, che sta sdraiato sotto di me, come si monta una vera vacca, che è ciò che desidero essere per te. Dimostrami quanto riesco ad eccitare la tua potenza taurina, così da farmi godere come mai è accaduto in vita mia.»
Io stessa ero stupita dalle parole che erano uscite dalla mia bocca, mentre lui, con un sorriso, ha dato seguito alla mia implorazione, affondando nel mio ventre. Ho subito sentito i muscoli vaginali tendersi, mentre quella vigorosa asta di carne mi apriva e dilatava in maniera incredibile. Mi sembrava quasi di perdere di nuovo la verginità perché, avendo partorito con due tagli cesarei, la mia fica non era mai stata sottoposta a nessuna eccessiva dilatazione. Ora, invece, mi sentivo aprire e riempire, nello stesso tempo, da quella fantastica colonna che, inesorabilmente, mi stava sventrando. Ha spalancato la bocca e ho emesso un lungo gemito di piacere, mentre anche Marco, sdraiato sotto di me, ha potuto godere di ciò che stava avvenendo sotto i suoi occhi.
«Padrone, è stupendo ciò che vedo: questa tua splendida verga sta letteralmente sventrando la fica di mia moglie e ciò mi fa impazzire di piacere. Ero certo che un maschio come te l’avrebbe fatta godere come non sono mai stato capace, in tutti questi anni. Ti prego, padrone, montala come merita questa vacca.»
Ormai le sensazioni, che si avvicendavano dentro di me, avevano assunto una dimensione di incredulità su quanto sentivo pronunciare da mio marito. Sentivo quel membro arrivarmi fino in fondo, sbattere la punta con forza contro la bocca dell’utero, non senza provocarmi fitte di dolore, ma, nello stesso tempo, un orgasmo incredibile. Ho gridato il mio piacere e questo è stato motivo di vanto per Massimo, che lo ha subito esternato dicendo:
«Brava, la mia puttanella! Così ti voglio! Calda e vogliosa, pronta a godere ogni volta che ti sfondo la fica con la mia poderosa mazza. Adesso godi fino in fondo, perché più in là avrò modo di farti provare anche altre piacevolezze.»
Ero in estasi, quanto mai sconvolta dal piacere appena provato: con Marco avevo fatto sesso tantissime volte ed avevo sempre pensato che in quello consistesse il piacere, mentre, ora che quel membro mi stava letteralmente spaccando in due, mi sembrava di vivere in un sogno. Ho preso a godere un orgasmo dopo l’altro, senza soluzione di continuità, e più volte abbiamo cambiato posizione, sempre con Marco che ci osservava da vicino e, spesso e volentieri, leccava le palle e il culo di Massimo, che ha proseguito a pomparmi per oltre un’oretta. Quando, sfinita, mi sono girata verso di lui e l’ho supplicato di inondare il mio ventre con il suo piacere, ho notato, negli occhi di quel maschio, il massimo della contentezza.
«Ti prego, padrone, vienimi dentro. Ti supplico, inonda il mio ventre con il tuo seme, perché un toro come te mi ha letteralmente stremata.»
Eravamo sdraiati di lato e lui mi stava scopando da dietro, mentre Marco teneva la mia gamba destra alzata, con il suo viso a poca distanza dai nostri sessi. Massimo ha intensificato il ritmo e, dopo alcuni affondi decisi, è rimasto immobile dentro di me e, con un grido da vero maschio dominante, ha iniziato a svuotare quelle sue splendide palle dentro la mia fica. Ho sentito un’ondata di calore riversarsi nel mio ventre e anche Marco, nello stesso tempo, dopo essersi masturbato velocemente, riempiva la sua stessa mano. Massimo è rimasto, per lunghi istanti, immobile dentro di me, poi è uscito e immediatamente mi ha presentato alla bocca la sua mazza ancora intrisa dei miei e suoi umori.
«Puttana, lecca e pulisci tutto; quanto a te, cornuto, aiutala.»
Ci siamo letteralmente avventati su di lui e le nostre lingue hanno raccolto ogni singola traccia di seme presente su quel membro. Ripetutamente Marco l’ha preso in bocca, succhiandolo così bene da ricevere i complimenti di Massimo.
«Sei una magnifica puttanella, esattamente come quella che ho appena inondato. Poiché intendo anche farle provare quanto sia bello prenderlo in culo e poiché una puttanella come te mi eccita per davvero, ho deciso che, dopo aver rotto il culo a tua moglie, farò lo stesso trattamento anche a te, così anche tu diventerai la mia puttanella.»
Ho visto lo stupore dipingersi sul volto di Marco. Le parole di Massimo, lo avevano decisamente colpito, ma nello stesso tempo, dentro di me, sentivo che questo strano gioco, di certo, ci avrebbe coinvolti più di quanto avevamo inizialmente immaginato. Ero convinta di dover scopare con un altro maschio, di goderne ad essere trattata da puttana e di vedere quanto ne avrebbe goduto il mio uomo ad osservare con quanto trasporto avrei realizzato il suo sogno. Ora, invece, nel sentire le parole di Massimo, mi stavo rendendo conto che saremmo andati ben oltre quello che avevamo immaginato. Dopo averlo ripulito, lui è andato in bagno a farsi una doccia, mentre Marco, dietro suo ordine, ha dovuto inginocchiarsi tra le mie cosce e leccare tutta la sborra che sgorgava dalla mia fica. È stata una sensazione bellissima, sublime, quella di sentire la sua lingua raccogliere scrupolosamente, ma anche con ingordigia, il seme che sgorgava dalla mia fica, oscenamente dilatata. Quando lui è tornato nella stanza, ci ha ordinato di andarcene e ci ha dato appuntamento dopo una trentina di giorni.
scritto il
2022-05-04
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