I piedi di Beatrice
di
Matteox
genere
feticismo
La maggior parte delle giornate dell'estate scorsa le passai con la mia migliore amica, Beatrice. E' un anno più grande di me (io ho 19 anni e lei 20) e la conosco praticamente da quando sono nato in quanto le nostre case sono praticamente attaccate. Sin dai primi anni della mia adolescenza ho iniziato a provare una forte attrazione per i piedi femminili, ed ovviamente quelli di Beatrice erano diventati per me un oggetto del desiderio. Lei ha sempre avuto dei piedi abbastanza grandi, ma comunque dalle forme eleganti. Moltissime volte ho avuto la possibilità di ammirarli, da lontano e da vicino, nudi o in delle scarpe. Meno sono invece state le volte in cui ho potuto addirittura toccarli, ma si è sempre trattato di lievi e brevi carezze, niente di più. Questo fino alla scorsa estate.
E' un giorno di fine luglio, io e Beatrice eravamo appena rientrati dalla spiaggia, eravamo seduti su una panchina e parlavamo del più e del meno. Era tardo pomeriggio ed il clima era abbastanza piacevole, per questo avevamo deciso di fermarci un attimo per riposarci. In un momento di pausa nella chiacchierata, Beatrice disse: "Dio mio, quanto sono stanca" e si sdraiò sulla panchina. Inizialmente tenne le ginocchia piegate, ma poco dopo distese le gambe posando i suoi piedi, infilati in delle infradito bianche numero 39 sulle, mie cosce. La mia eccitazione salì alle stelle, sentivo il mio cuore che mi usciva dal petto. La pressione dei suoi talloni sulle mie cosce mi faceva impazzire, così come la vista della sua suola grigiastra. "Spero non ti dia fastidio" disse Beatrice, inconsapevole. "N-No, assolutamente" cercai in tutti i modi di mascherare la mia eccitazione, ma la mia voce risultò tremante ed insicura. Beatrice riprese a parlare, come se nulla fosse, ma la mia attenzione era ovviamente rivolta altrove. Il mio sguardo continuava ad abbassarsi sui suoi bellissimi piedi, ero ammaliato da come li muoveva mentre parlava. Tutte le volte che rispondevo era come se avessi un nodo in gola, non riuscivo più ad esprimermi al meglio. Inoltre la mia erezione stava iniziando a diventare visibile, di fianco al suo tallone sinistro si notava un rigonfiamento nei miei pantaloncini.
"Ehi ma... ci sei?" disse Beatrice.
"C-C-Cosa?" dissi io. Stavo nuovamente guardando i suoi piedi e sperai fortemente che non mi avesse visto.
"Ti vedo un po'... assente." Beatrice guardò prima me e poi i suoi piedi, di nuovo me e di nuovo i suoi piedi.
"Non sarà per..." Aveva capito.
"N-N-No No No, assolutamente. Ma che cosa hai capito?"
Dopo un attimo di imbarazzante silenzio, disse: "Ecco perché eri così strano...Ehi, guarda che non c'è nessun problema per me, anzi, potrebbe persino farmi piacere"
Quella frase mi stordì ancora di più, la testa iniziò a girarmi e l'erezione crebbe ancora. "Cosa? Non so veramente di cosa stai parlando" Il mio tentativo di mascherare ciò che aveva scoperto risultò ridicolo e patetico.
"Oh avanti, ho capito che stai sbavando per i miei piedi. Sei diventato bianco ed hai smesso di parlare appena ti li posati sulle gambe. Non pensavo ti facessero quest'effetto. Ma ti ripeto, non c'è nessun problema per me. Se vuoi puoi farmi un massaggio, dopo una giornata così fa solo che bene"
Non ci potevo credere. "D-Davvero?"
"Certo" detto questo si tolse le infradito scalciandole via e riposò i suoi piedi sulle mie gambe, ora nudi.
"Bleah, sono sporchi. Non ti fa schifo vero?"
"N-N-No, assolutamente" Beatrice sorrise e si mise più comoda sulla panchina. "Avanti, inizia. Non ti vergognare."
Tremando, posai le mie mani sui suoi piedi. Era come un sogno per me, si stava realizzando il desiderio di una vita. La sua suola era calda e leggermente sporca, con i pollici feci pressione su di essa e mi godetti il contatto con la sua pelle morbida. Il mio pene era ormai in fiamme. Massaggiai anche i talloni, premendo con più decisione la pelle che lì era più callosa, poi passai alle dita, lunghe ed affusolate, e le tastai una ad una come fossero gemme preziose. "Ma sei bravissimo, perché non mi hai mai detto niente?" Non ricordo se le risposi, in quel momento ero troppo preso dai suoi piedi. Erano grandi nelle mie mani, pensai a cosa avessi provato se me li avesse posati sulla faccia e dovetti trattenermi dal cominciare a leccarli.
Non so quanto tempo passò, per me sembrava passata una vita, ma il sole era ormai calato quando Beatrice mi posò dolcemente una mano sul braccio.
"Matte, è tardi dobbiamo andare"
"Oh sì. Cazzo scusa... non volevo... è solo che..." Ero in panico. Era come se mi fossi svegliato da uno svenimento, non sapevo se scusarmi o che altro fare.
"Shhhh. Non fa niente, mi ha fatto davvero piacere il tuo massaggio." Disse alzandosi e rimettendosi le infradito. Ora che non avevo più i suoi piedi sulle mie gambe mi sentivo più sciolto.
"Bene..." dissi "...ma... possiamo..."
"Cosa?"
"Beh ecco...."
"Rifarlo?"
Io annuii. "Certo che possiamo, ma non voglio più che mi nascondi le cose" disse prendendomi a braccetto a facendomi alzare. Insieme ci avviammo verso casa. "Basta che me lo chiedi e io ti farò fare tutti i massaggi che vuoi, e se proprio mi sento buona ti ci faccio dare pure un bacino" Entrambi ridemmo ed io pensai (e penso tutt'ora) a quanto era fortunato ad avere un'amica così.
Da quel giorno, che non dimenticherò mai, vi furono molte altre esperienze con i piedi di Beatrice.
E' un giorno di fine luglio, io e Beatrice eravamo appena rientrati dalla spiaggia, eravamo seduti su una panchina e parlavamo del più e del meno. Era tardo pomeriggio ed il clima era abbastanza piacevole, per questo avevamo deciso di fermarci un attimo per riposarci. In un momento di pausa nella chiacchierata, Beatrice disse: "Dio mio, quanto sono stanca" e si sdraiò sulla panchina. Inizialmente tenne le ginocchia piegate, ma poco dopo distese le gambe posando i suoi piedi, infilati in delle infradito bianche numero 39 sulle, mie cosce. La mia eccitazione salì alle stelle, sentivo il mio cuore che mi usciva dal petto. La pressione dei suoi talloni sulle mie cosce mi faceva impazzire, così come la vista della sua suola grigiastra. "Spero non ti dia fastidio" disse Beatrice, inconsapevole. "N-No, assolutamente" cercai in tutti i modi di mascherare la mia eccitazione, ma la mia voce risultò tremante ed insicura. Beatrice riprese a parlare, come se nulla fosse, ma la mia attenzione era ovviamente rivolta altrove. Il mio sguardo continuava ad abbassarsi sui suoi bellissimi piedi, ero ammaliato da come li muoveva mentre parlava. Tutte le volte che rispondevo era come se avessi un nodo in gola, non riuscivo più ad esprimermi al meglio. Inoltre la mia erezione stava iniziando a diventare visibile, di fianco al suo tallone sinistro si notava un rigonfiamento nei miei pantaloncini.
"Ehi ma... ci sei?" disse Beatrice.
"C-C-Cosa?" dissi io. Stavo nuovamente guardando i suoi piedi e sperai fortemente che non mi avesse visto.
"Ti vedo un po'... assente." Beatrice guardò prima me e poi i suoi piedi, di nuovo me e di nuovo i suoi piedi.
"Non sarà per..." Aveva capito.
"N-N-No No No, assolutamente. Ma che cosa hai capito?"
Dopo un attimo di imbarazzante silenzio, disse: "Ecco perché eri così strano...Ehi, guarda che non c'è nessun problema per me, anzi, potrebbe persino farmi piacere"
Quella frase mi stordì ancora di più, la testa iniziò a girarmi e l'erezione crebbe ancora. "Cosa? Non so veramente di cosa stai parlando" Il mio tentativo di mascherare ciò che aveva scoperto risultò ridicolo e patetico.
"Oh avanti, ho capito che stai sbavando per i miei piedi. Sei diventato bianco ed hai smesso di parlare appena ti li posati sulle gambe. Non pensavo ti facessero quest'effetto. Ma ti ripeto, non c'è nessun problema per me. Se vuoi puoi farmi un massaggio, dopo una giornata così fa solo che bene"
Non ci potevo credere. "D-Davvero?"
"Certo" detto questo si tolse le infradito scalciandole via e riposò i suoi piedi sulle mie gambe, ora nudi.
"Bleah, sono sporchi. Non ti fa schifo vero?"
"N-N-No, assolutamente" Beatrice sorrise e si mise più comoda sulla panchina. "Avanti, inizia. Non ti vergognare."
Tremando, posai le mie mani sui suoi piedi. Era come un sogno per me, si stava realizzando il desiderio di una vita. La sua suola era calda e leggermente sporca, con i pollici feci pressione su di essa e mi godetti il contatto con la sua pelle morbida. Il mio pene era ormai in fiamme. Massaggiai anche i talloni, premendo con più decisione la pelle che lì era più callosa, poi passai alle dita, lunghe ed affusolate, e le tastai una ad una come fossero gemme preziose. "Ma sei bravissimo, perché non mi hai mai detto niente?" Non ricordo se le risposi, in quel momento ero troppo preso dai suoi piedi. Erano grandi nelle mie mani, pensai a cosa avessi provato se me li avesse posati sulla faccia e dovetti trattenermi dal cominciare a leccarli.
Non so quanto tempo passò, per me sembrava passata una vita, ma il sole era ormai calato quando Beatrice mi posò dolcemente una mano sul braccio.
"Matte, è tardi dobbiamo andare"
"Oh sì. Cazzo scusa... non volevo... è solo che..." Ero in panico. Era come se mi fossi svegliato da uno svenimento, non sapevo se scusarmi o che altro fare.
"Shhhh. Non fa niente, mi ha fatto davvero piacere il tuo massaggio." Disse alzandosi e rimettendosi le infradito. Ora che non avevo più i suoi piedi sulle mie gambe mi sentivo più sciolto.
"Bene..." dissi "...ma... possiamo..."
"Cosa?"
"Beh ecco...."
"Rifarlo?"
Io annuii. "Certo che possiamo, ma non voglio più che mi nascondi le cose" disse prendendomi a braccetto a facendomi alzare. Insieme ci avviammo verso casa. "Basta che me lo chiedi e io ti farò fare tutti i massaggi che vuoi, e se proprio mi sento buona ti ci faccio dare pure un bacino" Entrambi ridemmo ed io pensai (e penso tutt'ora) a quanto era fortunato ad avere un'amica così.
Da quel giorno, che non dimenticherò mai, vi furono molte altre esperienze con i piedi di Beatrice.
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