Alice - Capitolo 5 : The Cat is on the Tree
di
MissFairyTale
genere
etero
Alice si immerse nelle acque fresche del fiume e si lavò ma una voce interruppe il suo bagno.
“Ti sei divertita?” Rabbit la osservava appoggiato ad un albero.
“Non quanto avrei voluto” rispose la ragazza senza uscire dall’acqua.
“Lo farai mia cara, sei pronta per il tuo viaggio nel piacere prima di incontrare Lady Rubin?” chiese Rabbit porgendole la mano mentre lei usciva dal fiume.
Alice si sporse e lo baciò, ma Rabbit la bloccò.
“Perché?”
“Perché io sono solo una guida”
Lei sbuffò sonoramente e si infilò il vestito e gli slip.
“Non credevo di essere così, cioè, di poter andare a letto con un completo sconosciuto, c’era anche quel tizio che ci guardava e la cosa mi ha fatta eccitare e…”
“Ne vuoi ancora” concluse Rabbit divertito, Alice annuì e lo seguì nella foresta.
“Mi sentivo sporca solo se mi toccavo, non credevo di poterlo fare e non credevo che mi sarebbe piaciuto così tanto” spiegò lei mentre camminavano fianco a fianco.
Dopo una notte all’addiaccio giunsero in una radura e Alice vide un uomo appollaiato su un ramo con grandi occhi gialli e pupille strette come quelle di un gatto. L’uomo saltò giù dal ramo con agilità.
“Alice, lui è Ches” disse Rabbit facendo le presentazioni, Ches prese la mano della ragazza e la baciò.
“Ora puoi andare Rabbit” disse l’uomo senza staccare gli occhi da Alice.
“No” disse la ragazza afferrando la mano di Rabbit.
“Sei in buone mani, torno a prenderti fra poco” disse il ragazzo.
“Ho detto che rimani” disse lei “Che cosa sta succedendo?”
Ches iniziò a girarle intorno studiandola “Non avere paura”
“Goditi la fine arte del sesso orale mia cara”
“Ma tu non te ne vai” Ches sembrava selvaggio e Alice non si sentiva molto a suo agio, continuava a girarle intorno e faceva uno strano suono che le ricordava tanto le fusa di un gatto.
“Va bene” rispose Rabbit sedendosi su un masso poco distante “Fai ciò che ti dice e tu Ches, fammi un favore, inizia per primo”.
Ches annuì poi si rivolse ad Alice “E’ un piacere incontrarti di nuovo ragazzina, ti trovo cresciuta”
“Non so di cosa tu stia parlando ma a quanto pare ho qualche problema di memoria”
“E dimmi ragazzina, cosa cerchi?” Ches le annusò il collo inspirando a pieni polmoni.
“La strada giusta… credo…” disse la ragazza.
“Sarà tanto giusta quanto tu vorrai che lo sia” rispose enigmatico Ches.
“Dovreste smetterla con i giochi di parole” si lamentò la ragazza, Ches fece scorrere la lingua sul collo di lei, arrivò al lobo dell’orecchio e iniziò a succhiarlo delicatamente poi scese e arrivò fino alla spalla scostando la spallina del vestito, Alice sentiva i brividi percorrerle la schiena, piccole scariche elettriche impadronirsi del suo corpo, era eccitata.
“Posso ancora sentire l’odore del tuo sangue di vergine, devi farti trasportare ragazzina o soccomberai”
“A cosa?” chiese Alice mentre lui le infilava le mani sotto il vestito.
“Al piacere, ma c’è tempo… ora sdraiati a terra” le tolse gli slip e Alice fece ciò che le aveva chiesto, una volta a terra l’uomo si inginocchio i fronte a lei e le sollevò il vestito sopra alla vita, le aprì le gambe e con le dita percorse il suo sesso.
“Mmm, niente peli… credevo fossi una brava ragazza”
“Non è stata proprio una libera scelta” disse lei tra un respiro e l’altro mentre le carezzava il sesso.
Ches si chinò e iniziò a baciarle il pube, Alice sentì la lingua calda e umida percorrerlo per poi spostarsi sui contorni del suo sesso e procedere sulle grandi labbra finchè non si inumidirono, con le mani Chess spalancò le cosce della ragazza per poi dischiuderle il sesso e far scorrere la lingua al suo interno, Alice iniziò a gemere piano sentendo il piacere aumentare ad ogni movimento della lingua, sentì la lingua concentrarsi sul clitoride che si inturgidì pochi istanti dopo. Ches scese dal clitoride fino alla fessura e poi ancora più giù fino ad arrivare all’ano, lentamente lo bagnò con la sua saliva e lo leccò, Alice gemeva e il respiro si faceva sempre più corto, la lingua di lui salì stendendosi sul sesso della ragazza e tornando al clitoride gonfio di piacere e bagnato degli umori di lei poi scese di nuovo, Alice sentì la punta premere sulla fessura e cercare di farsi strada al suo interno, afferrò con le mani il terreno sotto di lei mentre i leggeri gemiti diventavano sempre più rumorosi, Ches tornò sul clitoride e iniziò a succhiarlo e con due dita penetrò la ragazza che gemette forte e inarcò la schiena per il piacere. Ches succhiava e leccava il clitoride roteando le dita dentro il sesso di Alice zuppo di piacere. Alice sentì i muscoli tendersi per l’eccitazione, le gambe si irrigidirono, la schiena si inarcò ancora di più, Ches aumentò il ritmo godendo degli spasmi del sesso di lei e poi Alice urlò per l’orgasmo che la invase potente. Scossa dall’orgasmo Alice si contorceva mentre Ches continuava la sua impresa finchè il corpo della ragazza non tornò ad aderire al terreno, le leccò dolcemente i succhi mentre i brividi di piacere cessavano di scuoterle il corpo. Alice cercò di modulare il respiro e tornare padrona delle sue membra poi non sentì più Ches così si mise seduta e lo vide toccarsi il cavallo dei pantaloni a righe, poco a poco si formò una protuberanza e i pantaloni divennero stretti.
La ragazza si mise in ginocchio senza smettere di guardare l’inguine di Ches.
“Vuoi provare?” chiese Ches eccitato e divertito mentre sentiva i pantaloni troppo stretti e il sesso indurirsi.
“Non so se sono capace” ammise Alice leccandosi le labbra frementi di voglia, era curiosa ed eccitata così abbassò i pantaloni di Ches e il membro turgido si palesò ai suoi occhi, era il primo pene che vedeva dal vivo, la sua conoscenza dell’anatomia maschile si limitava a ciò che aveva studiato sui libri di biologia, ai tristi disegni dei peni afflosciati e trasparenti per mostrare la fisiologia interna, conosceva il nome delle parti ma per la prima volta poteva toccare con mano.
“Prendilo in mano” disse Ches, Alice eseguì e chiuse nel suo pugno il membro, ancora rinchiuso in parte nel suo bozzo, poteva vedere appena la punta del glande, iniziò a muovere la mano su e giù e tirando la pelle verso il basso il glande fece la sua apparizione insieme al sospiro di Ches. Più lei lo masturbava più il sesso si induriva lo poteva sentire crescere nella sua mano.
“Ora?” chiese Alice senza smettere, il sesso era eretto in tutta la sua bellezza.
“Vai ad intuito ragazzina, non morde” sorrise Ches godendosi il momento.
Alice si inumidì le labbra, credeva di provare disgusto invece l’idea di leccarlo la stimolava, timidamente iniziò a leccare il glande gonfio e bagnato, ci girò intorno continuando a masturbare Ches, più leccava la punta più si sentiva disinibita e con la lingua percorse l’asta dura e venosa, come se fosse un gustoso ghiacciolo la esplorò con leccate piene e vigorose.
“Visto? Non è difficile” ansimò Ches mentre Alice dischiudeva le labbra. La ragazza tenne fermo il sesso di lui con una mano, appoggiò le labbra sulla cappella, le aprì e lentamente la prese in bocca, la bagnò con la sua saliva e la succhiò dalla base alla punta, proprio come un ghiacciolo.
Ches gemeva piano, sarebbe bastato poco per venire ma voleva che lei continuasse, voleva che andasse più a fondo ma era la sua prima volta quindi non voleva costringerla, era un supplizio sentire entrare nella sua bocca solo il glande ma poi Alice lo stupì.
La ragazza oltrepassò con le labbra la cappella e lentamente, misurando i movimenti, vedendo fino a dove poteva spingersi iniziò ad accogliere anche parte dell’asta in bocca.
Ches respirava con affanno godendo delle labbra di lei che si muovevano sul suo membro duro, Alice scese fino a sentire la cappella che le infastidiva la gola e poi risalì sempre lentamente, senza fretta scese di nuovo e altrettanto senza fretta risalì, mentre pigramente prendeva di nuovo in bocca il membro di Ches lo guardò e si accorse che lui serrava i denti e iniziava a fremere così decise di aumentare il ritmo e questa volta iniziò a succhiarlo più veloce, con gusto dentro e fuori,succhiava e godeva del piacere che dava.
Il ragazzo si prese il sesso in mano, Alice si scostò e lo osservò, con un profondo gemito Ches venne, lo sperma defluì copioso in più zampilli che andarono a posarsi sul collo e sulle spalle della ragazza.
Alice si ripulì con gli slip che poi abbandonò a terra mentre Ches si rivestiva. Il ragazzo le diede un leggero bacio sulla fronte e lei rispose con un sorriso. Era stata un’esperienza unica, aveva amato ogni singolo istante di quell’incontro e si era dimenticata di Rabbit che li osservava da poco distante.
“Per essere stata la tua prima volta ti do un voto pieno” disse Ches divertito, Alice rispose con una riverenza prima di abbracciare Ches per salutarlo.
Ches con un salto felino raggiunse un ramo e poi, saltando da un albero all’altro si inoltrò nel fitto del bosco, solo quando le toccò la spalla Alice si ricordò di Rabbit e avvampò di un antico pudore non ancora abbandonato.
“Hai… insomma… eri qui per tutto il tempo?” chiese la ragazza.
“Non vorrai dirmi che ti vergogni, tu mi hai chiesto di restare” rispose lui osservando la schiena della ragazza per poi scendere con lo sguardo verso il suo sedere nascosto dal vestito, avrebbe voluto toccarla, fonderla con il suo corpo, era così bella che gli toglieva il fiato, ma Lady Diamond era stata chiara, non doveva averla, non lui, tutti gli altri ma lui no.
“Credevo mi avresti ignorata” ammise lei girandosi “E che te ne saresti andato”
“Sono la tua guida, se vuoi che rimanga io rimango, se vuoi che sparisca per un po’ lo farò”
“Ti sei divertita?” Rabbit la osservava appoggiato ad un albero.
“Non quanto avrei voluto” rispose la ragazza senza uscire dall’acqua.
“Lo farai mia cara, sei pronta per il tuo viaggio nel piacere prima di incontrare Lady Rubin?” chiese Rabbit porgendole la mano mentre lei usciva dal fiume.
Alice si sporse e lo baciò, ma Rabbit la bloccò.
“Perché?”
“Perché io sono solo una guida”
Lei sbuffò sonoramente e si infilò il vestito e gli slip.
“Non credevo di essere così, cioè, di poter andare a letto con un completo sconosciuto, c’era anche quel tizio che ci guardava e la cosa mi ha fatta eccitare e…”
“Ne vuoi ancora” concluse Rabbit divertito, Alice annuì e lo seguì nella foresta.
“Mi sentivo sporca solo se mi toccavo, non credevo di poterlo fare e non credevo che mi sarebbe piaciuto così tanto” spiegò lei mentre camminavano fianco a fianco.
Dopo una notte all’addiaccio giunsero in una radura e Alice vide un uomo appollaiato su un ramo con grandi occhi gialli e pupille strette come quelle di un gatto. L’uomo saltò giù dal ramo con agilità.
“Alice, lui è Ches” disse Rabbit facendo le presentazioni, Ches prese la mano della ragazza e la baciò.
“Ora puoi andare Rabbit” disse l’uomo senza staccare gli occhi da Alice.
“No” disse la ragazza afferrando la mano di Rabbit.
“Sei in buone mani, torno a prenderti fra poco” disse il ragazzo.
“Ho detto che rimani” disse lei “Che cosa sta succedendo?”
Ches iniziò a girarle intorno studiandola “Non avere paura”
“Goditi la fine arte del sesso orale mia cara”
“Ma tu non te ne vai” Ches sembrava selvaggio e Alice non si sentiva molto a suo agio, continuava a girarle intorno e faceva uno strano suono che le ricordava tanto le fusa di un gatto.
“Va bene” rispose Rabbit sedendosi su un masso poco distante “Fai ciò che ti dice e tu Ches, fammi un favore, inizia per primo”.
Ches annuì poi si rivolse ad Alice “E’ un piacere incontrarti di nuovo ragazzina, ti trovo cresciuta”
“Non so di cosa tu stia parlando ma a quanto pare ho qualche problema di memoria”
“E dimmi ragazzina, cosa cerchi?” Ches le annusò il collo inspirando a pieni polmoni.
“La strada giusta… credo…” disse la ragazza.
“Sarà tanto giusta quanto tu vorrai che lo sia” rispose enigmatico Ches.
“Dovreste smetterla con i giochi di parole” si lamentò la ragazza, Ches fece scorrere la lingua sul collo di lei, arrivò al lobo dell’orecchio e iniziò a succhiarlo delicatamente poi scese e arrivò fino alla spalla scostando la spallina del vestito, Alice sentiva i brividi percorrerle la schiena, piccole scariche elettriche impadronirsi del suo corpo, era eccitata.
“Posso ancora sentire l’odore del tuo sangue di vergine, devi farti trasportare ragazzina o soccomberai”
“A cosa?” chiese Alice mentre lui le infilava le mani sotto il vestito.
“Al piacere, ma c’è tempo… ora sdraiati a terra” le tolse gli slip e Alice fece ciò che le aveva chiesto, una volta a terra l’uomo si inginocchio i fronte a lei e le sollevò il vestito sopra alla vita, le aprì le gambe e con le dita percorse il suo sesso.
“Mmm, niente peli… credevo fossi una brava ragazza”
“Non è stata proprio una libera scelta” disse lei tra un respiro e l’altro mentre le carezzava il sesso.
Ches si chinò e iniziò a baciarle il pube, Alice sentì la lingua calda e umida percorrerlo per poi spostarsi sui contorni del suo sesso e procedere sulle grandi labbra finchè non si inumidirono, con le mani Chess spalancò le cosce della ragazza per poi dischiuderle il sesso e far scorrere la lingua al suo interno, Alice iniziò a gemere piano sentendo il piacere aumentare ad ogni movimento della lingua, sentì la lingua concentrarsi sul clitoride che si inturgidì pochi istanti dopo. Ches scese dal clitoride fino alla fessura e poi ancora più giù fino ad arrivare all’ano, lentamente lo bagnò con la sua saliva e lo leccò, Alice gemeva e il respiro si faceva sempre più corto, la lingua di lui salì stendendosi sul sesso della ragazza e tornando al clitoride gonfio di piacere e bagnato degli umori di lei poi scese di nuovo, Alice sentì la punta premere sulla fessura e cercare di farsi strada al suo interno, afferrò con le mani il terreno sotto di lei mentre i leggeri gemiti diventavano sempre più rumorosi, Ches tornò sul clitoride e iniziò a succhiarlo e con due dita penetrò la ragazza che gemette forte e inarcò la schiena per il piacere. Ches succhiava e leccava il clitoride roteando le dita dentro il sesso di Alice zuppo di piacere. Alice sentì i muscoli tendersi per l’eccitazione, le gambe si irrigidirono, la schiena si inarcò ancora di più, Ches aumentò il ritmo godendo degli spasmi del sesso di lei e poi Alice urlò per l’orgasmo che la invase potente. Scossa dall’orgasmo Alice si contorceva mentre Ches continuava la sua impresa finchè il corpo della ragazza non tornò ad aderire al terreno, le leccò dolcemente i succhi mentre i brividi di piacere cessavano di scuoterle il corpo. Alice cercò di modulare il respiro e tornare padrona delle sue membra poi non sentì più Ches così si mise seduta e lo vide toccarsi il cavallo dei pantaloni a righe, poco a poco si formò una protuberanza e i pantaloni divennero stretti.
La ragazza si mise in ginocchio senza smettere di guardare l’inguine di Ches.
“Vuoi provare?” chiese Ches eccitato e divertito mentre sentiva i pantaloni troppo stretti e il sesso indurirsi.
“Non so se sono capace” ammise Alice leccandosi le labbra frementi di voglia, era curiosa ed eccitata così abbassò i pantaloni di Ches e il membro turgido si palesò ai suoi occhi, era il primo pene che vedeva dal vivo, la sua conoscenza dell’anatomia maschile si limitava a ciò che aveva studiato sui libri di biologia, ai tristi disegni dei peni afflosciati e trasparenti per mostrare la fisiologia interna, conosceva il nome delle parti ma per la prima volta poteva toccare con mano.
“Prendilo in mano” disse Ches, Alice eseguì e chiuse nel suo pugno il membro, ancora rinchiuso in parte nel suo bozzo, poteva vedere appena la punta del glande, iniziò a muovere la mano su e giù e tirando la pelle verso il basso il glande fece la sua apparizione insieme al sospiro di Ches. Più lei lo masturbava più il sesso si induriva lo poteva sentire crescere nella sua mano.
“Ora?” chiese Alice senza smettere, il sesso era eretto in tutta la sua bellezza.
“Vai ad intuito ragazzina, non morde” sorrise Ches godendosi il momento.
Alice si inumidì le labbra, credeva di provare disgusto invece l’idea di leccarlo la stimolava, timidamente iniziò a leccare il glande gonfio e bagnato, ci girò intorno continuando a masturbare Ches, più leccava la punta più si sentiva disinibita e con la lingua percorse l’asta dura e venosa, come se fosse un gustoso ghiacciolo la esplorò con leccate piene e vigorose.
“Visto? Non è difficile” ansimò Ches mentre Alice dischiudeva le labbra. La ragazza tenne fermo il sesso di lui con una mano, appoggiò le labbra sulla cappella, le aprì e lentamente la prese in bocca, la bagnò con la sua saliva e la succhiò dalla base alla punta, proprio come un ghiacciolo.
Ches gemeva piano, sarebbe bastato poco per venire ma voleva che lei continuasse, voleva che andasse più a fondo ma era la sua prima volta quindi non voleva costringerla, era un supplizio sentire entrare nella sua bocca solo il glande ma poi Alice lo stupì.
La ragazza oltrepassò con le labbra la cappella e lentamente, misurando i movimenti, vedendo fino a dove poteva spingersi iniziò ad accogliere anche parte dell’asta in bocca.
Ches respirava con affanno godendo delle labbra di lei che si muovevano sul suo membro duro, Alice scese fino a sentire la cappella che le infastidiva la gola e poi risalì sempre lentamente, senza fretta scese di nuovo e altrettanto senza fretta risalì, mentre pigramente prendeva di nuovo in bocca il membro di Ches lo guardò e si accorse che lui serrava i denti e iniziava a fremere così decise di aumentare il ritmo e questa volta iniziò a succhiarlo più veloce, con gusto dentro e fuori,succhiava e godeva del piacere che dava.
Il ragazzo si prese il sesso in mano, Alice si scostò e lo osservò, con un profondo gemito Ches venne, lo sperma defluì copioso in più zampilli che andarono a posarsi sul collo e sulle spalle della ragazza.
Alice si ripulì con gli slip che poi abbandonò a terra mentre Ches si rivestiva. Il ragazzo le diede un leggero bacio sulla fronte e lei rispose con un sorriso. Era stata un’esperienza unica, aveva amato ogni singolo istante di quell’incontro e si era dimenticata di Rabbit che li osservava da poco distante.
“Per essere stata la tua prima volta ti do un voto pieno” disse Ches divertito, Alice rispose con una riverenza prima di abbracciare Ches per salutarlo.
Ches con un salto felino raggiunse un ramo e poi, saltando da un albero all’altro si inoltrò nel fitto del bosco, solo quando le toccò la spalla Alice si ricordò di Rabbit e avvampò di un antico pudore non ancora abbandonato.
“Hai… insomma… eri qui per tutto il tempo?” chiese la ragazza.
“Non vorrai dirmi che ti vergogni, tu mi hai chiesto di restare” rispose lui osservando la schiena della ragazza per poi scendere con lo sguardo verso il suo sedere nascosto dal vestito, avrebbe voluto toccarla, fonderla con il suo corpo, era così bella che gli toglieva il fiato, ma Lady Diamond era stata chiara, non doveva averla, non lui, tutti gli altri ma lui no.
“Credevo mi avresti ignorata” ammise lei girandosi “E che te ne saresti andato”
“Sono la tua guida, se vuoi che rimanga io rimango, se vuoi che sparisca per un po’ lo farò”
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