Ci sverginiamo a vicenda io e la zia Patrizia.
di
goldenoro69$
genere
incesti
Età trentadue anni senza aver mai visto una figa dal vivo. La mia timidezza, la mia paura a non essere efficiente sessualmente, i parenti che si meravigliavano della mia situazione fatto sta che mi sono rotto il cazzo ma la situazione non cambia. La più tenace ad incalzarmi mia zia Patrizia quarantanovenne cognata di mamma, zitella, che continuava imperterrita a chiedere: "Quando ci fai conoscere la tua donna" ? Una volta non potendone più le urlai chiaramente "Mi hai rotto il cazzo cara zia Patrizia" lei con una faccia di cazzo rispose:
"Perché hai un cazzo tu? fammelo vedere" Scioccato dalla risposta aprii la zip e metto fuori il randello "Santa madonna cosa è quello"? "Questo è quello che pensavi non avessi"
"E tu con un arnese del genere non ancora trovi una donna"? Dopo essermi calmato le risposi dolcemente "Vedi zia non è che una persona va col cazzo fuori per accalappiare la donna" "Dimmi sinceramente hai mai visto una figa"? "No non l'ho mai vista e non mi vergogno di dirlo" "Caro nipote ti confesso ora che il primo cazzo che ho visto dal vivo è stato il tuo cinque minuti fa" e scoppiò a piangere. L'abbracciai e cercai di calmarla. "Zia Patrizia scusami se sono stato irruento, dal momento che siamo nella stessa situazione forse è meglio se uniamo i nostri sforzi per cercare di risolvere il problema". "Hai perfettamente ragione, se fosse per me ti porterei immediatamente a casa ma ne io ne tu viviamo soli quindi dobbiamo trovare tempo e luogo per affrontare l'argomento" "Hai ragione lasciami pensare".
Nel paese vicino c'era una locanda che a prezzi modici faceva dormire, mi armai di un coraggio incredibile e parlando sottovoce per paura che mi ascoltasse qualcuno dissi che avevo una donna per le mani e volevo approfittarne per un pomeriggio. Quello mi disse: "Perché parli piano? Hai una puttana da scopare? Bene 50 € e fate quello che cazzo vi pare. "Non è una puttana" "Stai tranquillo che ci diventerà, le donne sono tutte puttane a cominciare da mia moglie" Ambientino elegante pensai ma ero costretto ed accettai". Chiamai zia Patrizia e l'avvertii, rispose emozionata "Sei grande tesoro di zia"
Andammo nel pomeriggio e ci chiudemmo in camera sotto lo sguardo ironico del titolare della locanda. Iniziava il percorso più arduo: "Comincia tu" "No comincia tu" decidemmo di spogliarci insieme. "Zia Patrizia che figa che sei" "Armando tu hai .....ooohhhh che bello" "Quando tempo abbiamo perso zia Patrizia" "Purtroppo si, io ti spronavo perché avevo intuito cosa avevi fra le gambe, ma non pensavo tanto" "Zia da dove cominciamo"? "Intanto lo succhio, ammesso che mi entri in bocca e poi vediamo" "Che bocca calda hai" "Bagnami la figa con la saliva e mettilo subito dentro" Il verso fu uno solo e venimmo insieme subito, in un momento, eravamo fuori di testa per una sensazione mai provata. La figa di zia Patrizia, nonostante la misura del mio cazzo, si dilatò e ricevette tutta la lunghezza. "Che delizia Armando, dai ora rifacciamolo" Ormai avevamo acquistato una certa praticità capivamo l'inizio ma non la fine. C'era un grande specchio nella camera che ci fece vedere i nostri corpi avvolti e ci rendemmo conto che eravamo proprio gradevoli aumentando la nostra eccitazione. Io come prima volta riuscii a sborrare cinque volte mentre la zia Patrizia solo tre volte urlò la sua soddisfazione. Si stava facendo tardi e con la promessa di trovare una soluzione al problema, ci riavviammo per casa salutando il titolare della locanda che salutò lei con la frase "Soddisfatta signora" ? "Tanto "rispose la zia scambiata per puttana. Ci tornammo tante volte in quella locanda e mi accorsi che a mia zia faceva piacere essere chiamata puttana, ed il titolare ormai ci dava del tu. La zia era insaziabile, non potevamo esporci ma se per un attimo eravamo nascosti agli occhi della gente, approfittava per succhiarmelo. Mi raccomandò di usare solo la sua figa. Poi successe l'irreparabile, restò incinta. Scoprimmo tutte le carte. rendemmo noto la nostra situazione e con grande sorpresa tutti, ma proprio tutti erano felici della nostra relazione. Aprimmo casa nacque il bellissimo bambino(che chiamammo col nome del titolare della locanda, Attilio.
La zia, che non chiamavo più zia ma solo Patrizia. mi avvisò chiaramente "Quel cazzo è solo mio, se lo dai a qualche altra te lo taglio" Scopavamo come ricci Patrizia non perse mai la voracità verso il mio cazzo.
Un giorno mi disse "Chiamami solo Patri, non mettere la zia finale.
"Perché hai un cazzo tu? fammelo vedere" Scioccato dalla risposta aprii la zip e metto fuori il randello "Santa madonna cosa è quello"? "Questo è quello che pensavi non avessi"
"E tu con un arnese del genere non ancora trovi una donna"? Dopo essermi calmato le risposi dolcemente "Vedi zia non è che una persona va col cazzo fuori per accalappiare la donna" "Dimmi sinceramente hai mai visto una figa"? "No non l'ho mai vista e non mi vergogno di dirlo" "Caro nipote ti confesso ora che il primo cazzo che ho visto dal vivo è stato il tuo cinque minuti fa" e scoppiò a piangere. L'abbracciai e cercai di calmarla. "Zia Patrizia scusami se sono stato irruento, dal momento che siamo nella stessa situazione forse è meglio se uniamo i nostri sforzi per cercare di risolvere il problema". "Hai perfettamente ragione, se fosse per me ti porterei immediatamente a casa ma ne io ne tu viviamo soli quindi dobbiamo trovare tempo e luogo per affrontare l'argomento" "Hai ragione lasciami pensare".
Nel paese vicino c'era una locanda che a prezzi modici faceva dormire, mi armai di un coraggio incredibile e parlando sottovoce per paura che mi ascoltasse qualcuno dissi che avevo una donna per le mani e volevo approfittarne per un pomeriggio. Quello mi disse: "Perché parli piano? Hai una puttana da scopare? Bene 50 € e fate quello che cazzo vi pare. "Non è una puttana" "Stai tranquillo che ci diventerà, le donne sono tutte puttane a cominciare da mia moglie" Ambientino elegante pensai ma ero costretto ed accettai". Chiamai zia Patrizia e l'avvertii, rispose emozionata "Sei grande tesoro di zia"
Andammo nel pomeriggio e ci chiudemmo in camera sotto lo sguardo ironico del titolare della locanda. Iniziava il percorso più arduo: "Comincia tu" "No comincia tu" decidemmo di spogliarci insieme. "Zia Patrizia che figa che sei" "Armando tu hai .....ooohhhh che bello" "Quando tempo abbiamo perso zia Patrizia" "Purtroppo si, io ti spronavo perché avevo intuito cosa avevi fra le gambe, ma non pensavo tanto" "Zia da dove cominciamo"? "Intanto lo succhio, ammesso che mi entri in bocca e poi vediamo" "Che bocca calda hai" "Bagnami la figa con la saliva e mettilo subito dentro" Il verso fu uno solo e venimmo insieme subito, in un momento, eravamo fuori di testa per una sensazione mai provata. La figa di zia Patrizia, nonostante la misura del mio cazzo, si dilatò e ricevette tutta la lunghezza. "Che delizia Armando, dai ora rifacciamolo" Ormai avevamo acquistato una certa praticità capivamo l'inizio ma non la fine. C'era un grande specchio nella camera che ci fece vedere i nostri corpi avvolti e ci rendemmo conto che eravamo proprio gradevoli aumentando la nostra eccitazione. Io come prima volta riuscii a sborrare cinque volte mentre la zia Patrizia solo tre volte urlò la sua soddisfazione. Si stava facendo tardi e con la promessa di trovare una soluzione al problema, ci riavviammo per casa salutando il titolare della locanda che salutò lei con la frase "Soddisfatta signora" ? "Tanto "rispose la zia scambiata per puttana. Ci tornammo tante volte in quella locanda e mi accorsi che a mia zia faceva piacere essere chiamata puttana, ed il titolare ormai ci dava del tu. La zia era insaziabile, non potevamo esporci ma se per un attimo eravamo nascosti agli occhi della gente, approfittava per succhiarmelo. Mi raccomandò di usare solo la sua figa. Poi successe l'irreparabile, restò incinta. Scoprimmo tutte le carte. rendemmo noto la nostra situazione e con grande sorpresa tutti, ma proprio tutti erano felici della nostra relazione. Aprimmo casa nacque il bellissimo bambino(che chiamammo col nome del titolare della locanda, Attilio.
La zia, che non chiamavo più zia ma solo Patrizia. mi avvisò chiaramente "Quel cazzo è solo mio, se lo dai a qualche altra te lo taglio" Scopavamo come ricci Patrizia non perse mai la voracità verso il mio cazzo.
Un giorno mi disse "Chiamami solo Patri, non mettere la zia finale.
1
1
voti
voti
valutazione
4.1
4.1
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Lavori col 110%. Lracconto sucessivo
Figa bocca cazzo e culo, azione multipla.
Commenti dei lettori al racconto erotico