Il figlio-figlia troia e il papà arrapato

di
genere
incesti

Capirete, non è affatto semplice per un padre vedere ogni giorno un ragazzo, in tutto una ragazza, che gira per casa con la gonnellina, le calze, il perizoma di pizzo, i tacchi a spillo, girare disinibita e libera senza pudori. Ancora di più se quel ragazzo-ragazza è tuo figlio, sangue del tuo sangue. Ma in casa, in ogni casa, si sa, comandano le donne, e sua moglie l'aveva convinto che quella era la natura di Antonello, anzi Antonella, e doveva fare di tutto per assecondarla.
Da adolescente vi era stato un fatto rivelatore: di notte, un episodio di sonnambulismo. Antonello, senza esserne cosciente, aveva lasciato il letto, indossato i vestiti e le scarpe della mamma e sculettato per la stanza dei genitori fino a quanto era ricascato nel sonno. Ne parlarono allo psicologo che non aveva avuto dubbi: quell'episodio di sonnambulismo aveva svelato la vera natura, da femminuccia, del loro Antonello. Inoltre, poiché aveva un cazzetto minuscolo e nessuna traccia di peluria, i genitori si erano recati da uno ginecologo che gli aveva spiegato che il loro figliolo aveva predominanti componenti ormononali femminili. Giorgio si era rassegnato: avrebbe voluto un figlio macho come era lui, ma la natura e la psiche glielo avevano negato. Mery, sua moglie, glielo aveva spiegato meglio dello psicologo e del ginecologo.
Fatto sta che per un uomo come Giorgio, dal cazzo sempre in tiro, ritrovarsi una figlia ogni giorno vestita da femminuccia con movenze da femminuccia, era sconvolgente. Quando la vedeva, non poteva farci niente, il suo cazzone sempre pronto a esplodere, si drizzava e se era in pigiama doveva nascondere quella naturale vulcanica erezione. Ne aveva parlato con Mery confessandogli tutti i suoi disagi. La moglie gli aveva detto consolandolo con un pompino riparatorio che Antonella era adesso maggiorenne, aveva da poco compiuto i diciotto anni e semmai doveva finalmente provare un cazzo, di quelli buoni, per soddisfare le sue legittime voglie.
Un giorno però che cosa succede? Antonella indossa dei leggins rosa sex da morire e una maglietta scollata, ha il rossetto, è truccata da troia e, sculettando, con delle zoccolette con un po' di tacco, lo avvicina e gli dice: "Papà, ti voglio tanto bene, sei un vero uomo, oltre a essere bello, sei comprensivo e per questo devo ringraziarti". Con naturalezza gli dà un bacino innocente sulle guance. E' innocente, il gesto gentile di una ragazza al papà protettivo. Ma Giorgio, o meglio il suo cazzo - 20 cm da fare spavento - ha una reazione inaspettata. Si gonfia e s'indurisce. Pietro abbraccia la figlia e, mentre a lei commossa per il gesto affettuoso sfugge una lacrimuccia, la stringe forte forte a sé. Lei si lascia andare in preda al languore e sente il suo cazzo che pulsa. Giorgio perde il controllo, la stende sul letto e comincia a palparla. La spoglia e, ammirando il suo corpo liscio e femminile, gli infila il cazzo tra le gambe dopo avergli leccato il buchino. Lei, quando il suo cazzo, s'incunea nel buchino emette un gridolino. Lui perde ogni controllo e la sbatte forte, lei alza le gambe e l'incula come una cagna. Antonella gode come mai aveva goduto. Poi si fa cavalcare, posiziona il suo cazzo dentro culetto e, gemendo, lo sente vibrare mentre la penetra. Giorgio la gira, la mette a pecora e glielo ficca dietro, Antonella, estasiata, si fa possedere. Alla fine è lei a implorarlo: "Voglio il tuo seme" gli dice. Si piega in ginocchio, insaliva il suo cazzo e lo prende in bocca stimolandogli i coglioni con la mano fino a quando papà schizza la sua sborra calda e bianca sul suo viso e sulla sua bocca. Antonella è stremata ma paga, finalmente ha conosciuto che cosa vuol dire prendere un cazzo e bere il suo seme.
L'indomani, Antonella si reca in un sex shop per comprare un dildo. Non passa inosservata, un uomo di colore la nota e quando esce la ferma. "Sei bellissima", le dice, lei arrossisce. "Vieni, con me, ti voglio fare un regalo". Lei non dice nulla e lo segue. E' troppo bello, un fisico statuario. La fa entrare in un negozio di scarpe e le fa provare dei sandali col tacco. Lei va pazza per le scarpe, le indossa e Karim, così si chiama, gliene compra due paia. Quindi la porta a casa sua e, mentre prova le scarpe, sente squillare il cellulare di Karim. Sente tutto: ha il cell a viva voce. "Karim, dobbiamo vederci - una voce di donna gli dice quasi piangendo - quel porco di mio marito ha sverginato la mia povera Antonella. Devo parlarti, ho bisogno di te, ti prego raggiungimi a casa". "Sì, Mery, sarò d te, ma tra un'oretta, ho una faccenda da sbrigare, scusami".
Karim sbriga la faccenda con dovizia: il corpo di Antonella è un incanto e lei si lascia sbattere da autentica troia. Alla fine non le basta solo la sua sborra, vuole pure il suo piscio. Karim l'accontenta. Poi Karim va dalla mamma. Ha bisogno di sfogarsi, Mery, e Karim sa come farla sfogare. Mentre la martella col suo cazzo durissimo si chiede: "Chi è più troia tra la figlia e la madre?".
Difficile stabilirlo, perché quando Antonella torna a sua volta a casa, c'è un uomo che l'aspetta. Suo padre. E mentre si fa inculare, Antonella si chiede: "Meglio il cazzo di Karim o quello di papà?".
scritto il
2022-05-31
7 . 9 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.