Sua proprietà
di
Kathrine Kat_yours@proton.me
genere
dominazione
Il mio Padrone e Signore mi ha ordinato di cercare una cagna femmina che possa accoppiarsi con me e che obbedisca ai suoi ordini.
Sono di sua proprietà già da 2 anni, mi ha presa dal nulla che ero, una donna ordinaria, piuttosto arrogante e sicura di sé che non comprendeva minimamente chi realmente fosse. Lui mi ha trasformata nella migliore versione di me stessa usando l’abuso, il dolore, l’umiliazione costante.
Mi rivolgo a lui solo con l’appellativo Padrone o mio Signore, ed obbedisco senza fiatare ad ogni suo ordine. Il mio corpo ed i miei pensieri gli appartengono. Il mio Padrone mi punisce sia che sbagli, sia per il puro piacere di farlo, è mio dovere ringraziarlo per ogni sofferenza che mi concede di provare. Esse sono insegnamenti preziosi per il mio animo corrotto di bestia.
Il mio Padrone mi sottopone ad ogni sorta di umiliazione, riferendosi a me con le parole peggiori che il vocabolario possa offrire ed esse non bastano a definire quanto disgustosa ed infima io sia ai suoi occhi. Un giorno forse potrò ambire ad essere la sua cagna, ma oggi sono solo una lurida e schifosa troia da monta.
Quando vuole premiarmi mi concede di indossare il suo collare, per il resto del tempo mi tiene legata con una corda e mi dà i calci che merito. Il mio Padrone mi punisce con la cinghia dei suoi calzoni, con la frusta e – ciò che preferisco – con le sue grandi e poderose mani.
Il mio Signore ha dilatato i miei buchi sfondandoli a dovere, il mio buco più stretto ha subito ogni sorta di violenza prima che il suo prezioso cazzo lo sfondasse a dovere. Appena Lui mi ordina di assumere la posizione, immediatamente allargo il mio buco per mostrargli la mia più totale sottomissione, la mia devozione, la mia gratitudine. Senza mostrargli tutte e tre queste attitudini non potrò mai neanche sognare di essere la sua cagna. Spesso mi vìola con un enorme dildo nero che mi spinge fino a farmi dilatare completamente.
La mia gola è stata usata con ogni sorta di oggetto, finchè non ho imparato ad ingoiarlo come lui desidera, accarezzandolo con la mia saliva più densa.
A volte il mio Signore non ha voglia di usarmi e mi offre ai suoi amici e conoscenti, mi fa sfondare e usare senza pietà e se non ricevo valutazioni adeguate mi punisce con crudeltà estrema. Umiliandomi davanti a loro e trattandomi come l’ultima delle bestie.
I miei capezzoli vengono pinzati e allungati quotidianamente, il mio Padrone li desidera sempre duri e ama torturarli, vederli deformati, le mie mammelle da vacca colpite, schiaffeggiate. Quando a seguito delle punizioni che merito, la mia pelle si segna con dei lividi il mio Padrone non vuole più vedermi e usarmi finchè non ritorno presentabile. Le mie insulse preghiere a nulla valgono. Sono indegna del suo sguardo.
Il mio Padrone cerca una cagna con cui farmi accoppiare per il suo piacere, potrà abusare di me se lui glie lo concederà, mi rivolgerò a lei con deferenza e la farò godere se il mio Signore lo vorrà.
Sono di sua proprietà già da 2 anni, mi ha presa dal nulla che ero, una donna ordinaria, piuttosto arrogante e sicura di sé che non comprendeva minimamente chi realmente fosse. Lui mi ha trasformata nella migliore versione di me stessa usando l’abuso, il dolore, l’umiliazione costante.
Mi rivolgo a lui solo con l’appellativo Padrone o mio Signore, ed obbedisco senza fiatare ad ogni suo ordine. Il mio corpo ed i miei pensieri gli appartengono. Il mio Padrone mi punisce sia che sbagli, sia per il puro piacere di farlo, è mio dovere ringraziarlo per ogni sofferenza che mi concede di provare. Esse sono insegnamenti preziosi per il mio animo corrotto di bestia.
Il mio Padrone mi sottopone ad ogni sorta di umiliazione, riferendosi a me con le parole peggiori che il vocabolario possa offrire ed esse non bastano a definire quanto disgustosa ed infima io sia ai suoi occhi. Un giorno forse potrò ambire ad essere la sua cagna, ma oggi sono solo una lurida e schifosa troia da monta.
Quando vuole premiarmi mi concede di indossare il suo collare, per il resto del tempo mi tiene legata con una corda e mi dà i calci che merito. Il mio Padrone mi punisce con la cinghia dei suoi calzoni, con la frusta e – ciò che preferisco – con le sue grandi e poderose mani.
Il mio Signore ha dilatato i miei buchi sfondandoli a dovere, il mio buco più stretto ha subito ogni sorta di violenza prima che il suo prezioso cazzo lo sfondasse a dovere. Appena Lui mi ordina di assumere la posizione, immediatamente allargo il mio buco per mostrargli la mia più totale sottomissione, la mia devozione, la mia gratitudine. Senza mostrargli tutte e tre queste attitudini non potrò mai neanche sognare di essere la sua cagna. Spesso mi vìola con un enorme dildo nero che mi spinge fino a farmi dilatare completamente.
La mia gola è stata usata con ogni sorta di oggetto, finchè non ho imparato ad ingoiarlo come lui desidera, accarezzandolo con la mia saliva più densa.
A volte il mio Signore non ha voglia di usarmi e mi offre ai suoi amici e conoscenti, mi fa sfondare e usare senza pietà e se non ricevo valutazioni adeguate mi punisce con crudeltà estrema. Umiliandomi davanti a loro e trattandomi come l’ultima delle bestie.
I miei capezzoli vengono pinzati e allungati quotidianamente, il mio Padrone li desidera sempre duri e ama torturarli, vederli deformati, le mie mammelle da vacca colpite, schiaffeggiate. Quando a seguito delle punizioni che merito, la mia pelle si segna con dei lividi il mio Padrone non vuole più vedermi e usarmi finchè non ritorno presentabile. Le mie insulse preghiere a nulla valgono. Sono indegna del suo sguardo.
Il mio Padrone cerca una cagna con cui farmi accoppiare per il suo piacere, potrà abusare di me se lui glie lo concederà, mi rivolgerò a lei con deferenza e la farò godere se il mio Signore lo vorrà.
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