La donna del mio amico - Parte terza
di
Etienne de la Fere#
genere
tradimenti
Non ci vedemmo, dopo quella sera, per quasi un mese. Poi, un venerdì pomeriggio ricevetti un messaggio da parte di Luca che mi invitava ad andare a trovarli nella loro casa in Liguria. Ovviamente accettai, perché il desiderio che provavo nei confronti di Serena era una sete inestinguibile. Partii il sabato pomeriggio ed arrivai per cena. Serena mi aspettava sulla porta; indossava una canottierina bianca e una gonna di jeans cortissima. Luca era in cucina. Un bacio veloce e furtivo sulle labbra e mi portò da lui. Fu una serata tranquilla. Avevamo concordato che mi sarei fermato a dormire per la notte nella loro stanzetta degli ospiti. Avevano una villetta grande e con molte stanze. Al momento di darci la buonanotte, mentre Luca era di spalle, Serena, senza parlare, formò con le labbra la parola "palestra". Avevano infatti una piccola sala con attrezzi al piano terra con una magnifica vista sul mare. Capii al volo. Seduto sul letto nella stanza che mi avevano destinato aspettai per un'oretta circa finché non sentii dei passi leggeri. Qualcuno a piedi nudi stava scendendo le scale. Uscii anche io. In palestra trovai Serena con indosso una maglietta e i pantaloncini del pigiama. Nella sua semplicità era bellissima. Un attimo dopo le nostre lingue si cercavano avide accarezzandosi sguaiatamente e con avidità. Nella stanza buia, illuminata solo dal lampioni e dalla luna la feci stendere su un tappetino e le sfilai i pantaloncini e gli slip. Quante notti avevo sognato di vedere il suo sesso! Ora era lì di fronte a me, con una piccola corona di peli neri, le labbra lucide per l'eccitazione e dischiuse. Aveva un odore buonissimo: dolcissimo sotto l'aura di sapone appena usato. Cominciai a leccargliela come une assetato a una fonte. Volevo restituirle il piacere immenso che le volte precedenti mi aveva donato. Min interruppe:" Scopami" mi sussurrò. Glielo spinsi dentro, scivolando dentro il suo corpo umido e caldo. Serena aprì ancora di più le gambe. Si leggeva nei suoi gesti un'urgenza animale di essere penetrata. Spingevo con forza, schiacciato fino in fondo dentro di lei con i miei testicoli che toccavano la pelle sopra il suo ano, affondando con rabbia e fame. Ogni colpo sembrava farle sfuggire fra le braccia e le strappava dalla gola dei gemiti soffocati di piacere. Venne schiacciando la bocca sul mio collo per non urlare e fare rumore. Stavo per venire anche io e feci per uscire da lei ma Serena incrociò le gambe sulla mia schiena e mi sussurrò all'orecchio:" Vienimi dentro". Indescrivibile il piacere di marcare un territorio che non era il mio, schizzavo nel suo calore svuotandomi. Volevo riempirla di me del mio seme, quasi in un oltraggio colpevole al mio amico Luca. Dopo, mentre riprendevo fiato steso ancora fra le sue cosce sentii un rumore. Era Luca che si era svegliato. Serena scappò in cucina con i vestiti in mano, io mi rivestii in fretta e mi sedetti alla finestra facendo finta di guardare il cielo. "Ehi, tutto bene?" Mi disse Luca accendendo la luce." Si, tranquillo. Non riuscivo a dormire, sono sceso qui a guardare il mare". Serena arrivò poco dopo tenendo in mano un bicchiere d'acqua."Possibile che voi due anche di notte dovete fare casino" ci disse sorridendo. Io e Luca ridemmo. Intanto io mi accorgevo che dal bordo del pantaloncini di Serena una lacrima brillante del mio sperma le colava silenzioso lungo la coscia.
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