Di amicizie, mutandine e pipì pt2
di
chicken1973
genere
feticismo
Il mio dito indugia sulla sua fica, seguendo le linee delle labbra, muovendosi indietro verso l’ano e avanti a sfiorare il clitoride, disegnano cerchi attorno all’ingresso.
La guardo in viso, lei con gli occhi chiusi dietro le lenti degli occhiali retti dal nasino elegante, i capelli rossi ad incorniciare il suo viso tondo e dolce, lei che si mordicchia le labbra.
Una mano mi afferra il polso, l’altra poggiata sulla tavoletta del water per reggersi e non cadere.
“cazzo, Paolo, che fai? Fermati…” mi sussurra senza credere troppo alle proprie parole.
Guardo la mia mano nascosta sotto il suo monte di venere invaso dai suoi ricci peli fulvi, scorgo il suo clitoride in mezzo alla peluria, lo sguardo mi cade sulle sue mutandine di cotone attorno alle caviglie, la mia mano ancora umida della sua calda pipì, non ci capisco più nulla.
Alla sua richiesta, reagisco inserendo dolcemente un altro dito nella sua vagina, che si allarga per accogliermi; i suoni delle mie dita che esplorano la sua fica si aggiungono a tutti gli altri stimoli, non so a cosa dare retta, la mia attenzione salta da uno all’altro e intanto posso sentire sotto i miei polpastrelli un cuscinetto morbido dentro di lei.
Lei inspira di colpo e trattiene il fiato, aprendo gli occhi; la mano poggiata sulla tavoletta del water sale lungo la mia schiena e mi afferra dietro al collo. Io non ho più parole né pensieri, sono tutto nelle mie dita, neanche do retta al piacere che sale dal mio pisello stretto nelle mutande: è secondario, c’è solo la fica di Laura, la sua pipì sul fondo del water e le sue mutandine attorno alle caviglie.
E c’è la sua pancia morbida, le curve della sua carne e dei suoi fianchi e la corta maglietta verde non può nascondere: poggio la mia mano libera tra l’ombelico e i peli della sua fica, premo un pochino come a cercare la punta delle mie due dita dentro di lei, con il pollice comincio a massaggiarle il clitoride.
Un altro mugolio, porta il bacino in avanti, la sua fica più vicino alla mia faccia, odori e sudori e umori e rumori di risucchio mentre le mie dita entrano ed escono da lei.
Non so quanto sia durato, ci troviamo fronte a fronte.
Poi lei viene.
Sento le contrazioni attorno alle mie dita, e lei si abbandona all’indietro, appoggiando la schiena al muro. “Cazzo cazzo cazzo…..”.
Sono pietrificato: Laura è venuta sulla mia mano, masturbata dal marito della sua amica mentre stava pisciando. Io, marito di Claudia, ho masturbato Laura, due dita nella sua fica mentre stava facendo pipì.
Ci guardiamo negli occhi, lei intuisce qualcosa.
“niente da fare: a noi uomini è il cazzo a guidarci.”
Preparo il prevedibile viaggio in un universo di ipocriti sensi di colpa: stavi con il naso nelle mutandine sporche di Laura, pensi che quello fosse meno grave?
Vorremmo baciarci, ma uno strano pudore ci frena.
Poi è la sua risata a venire a salvarci. “Ok, ma ora mi toglieresti le dita dalla fica?”
Guardo la mia mano e anche a me viene da ridere. Tiro via la mano bagnata da dentro di lei, lo stupido senso di colpa mi impedisce di portarmela al viso per odorare la sua fica e la sua pipì sul mio palmo, mi giro al lavandino cercando il sapone, invece. Il tutto mentre il mio pisello spinge nelle mutande.
Laura si alza in piedi, decide di togliersi fuseaux e slip e gettarli nel mucchio di panni sporchi al centro del bagno. Tira un sospirone soddisfatto. “Cazzo, ci voleva proprio!”
Intuisce la supernova esplosa nella mia testa, mi prende per mano; nuda dalla vita in giù, scalza: la guardo e mi rendo conto di quanto la trovi attraente, in ogni caso. E che Claudia non potrebbe che darmi ragione vedendola così, forse resa ancor più luminosa dal ditalino e dall’orgasmo.
Mi lascio guidare fuori dal bagno, mi porta in camera da letto e ci buttiamo tutti e due distesi, di traverso.
“Ok, il passo è fatto, 25 anni di fedeltà, e un mucchio di mutandine usate hanno fatto crollare il castello di carte”
“ma è sempre stato così per te?” mi chiede Laura, slacciandomi i pantaloni e liberando il pisello dalle mutande. La lascio fare inebetito e perso nei miei pensieri “cioè, hai sempre avuto questa attrazione per le mutandine sporche?”
“sono sempre stato molto timido da ragazzo, non ho baciato una ragazza fino ai 21 anni, puoi immaginare il resto. Ma allo stesso tempo ho incrociato il sesso e la pornografia per caso quando ero molto piccolo. La mia testa ha preso una strana strada: in ogni casa in cui andassi cercavo mutandine usate da odorare” Laura mi afferra dolcemente il pisello e comincia a masturbarmi mentre chiacchieriamo.
“e le mie le avevi mai cercate?”
“no, una volta rimasi da voi a casa da solo, ma per qualche motivo non venni a cercare le tue mutandine: me ne sono pentito per un sacco di tempo, fantasticando su cosa avrei trovato”
La sua mano si muoveva su e giù dolcemente, il mio cazzo duro.
“Senti, io lo so che tu ami Claudia e che le sei sempre stato fedele. Anche questa situazione, be’…è capitata, non è che l’hai fatto volutamente”
“guarda, una parte di me sapeva che sarebbe finita così: la prospettiva di mettere mano alle tue mutande mi ha trascinato fuori casa”
“sì, ma non penso che avevi già previsto di sditalinarmi” mi parla lentamente, a voce bassa, mentre il piacere sale dalla base del mio cazzo ad ogni suo massaggio
“no: il ditalino non era nei piani”
Rimaniamo in silenzio, lei muove la mano su e giù, sento che sto per venire, lei mi guarda fissa, si è tolta gli occhiali con la mano libera mentre l’altra continua a masturbarmi lentamente e dolcemente, sono in un incantesimo. Poi si ferma, al limite del mio orgasmo.
Il mio cazzo pulsa, il piacere fermo alla base del pisello, una galassia che rotea nelle mie palle, io che contraggo i muscoli cercando di superare l’ultimo ostacolo davanti a cui mi ha lasciato lei con la sua mano.
Poi si tira su, seduta, si gira verso di me disteso sulla schiena, si mette in ginocchio, solleva una gamba di lato, vedo la sua fica pelosa aprirsi, il suo clitoride fare occhiolino in mezzo ai peli, alla convergenza delle sue labbra sporche di umori, mi si mette a cavalcioni.
Con la punta delle dita indirizza il mio pisello verso la sua vagina, sapendo bene dove toccare per evitare che l’orgasmo arrivi troppo preso.
La punta del mio glande incontra l’umidità delle sue labbra e i bordi del buco della sua fica, si fa strada tra la carne e lentamente sono dentro, le pareti umide della sua vagina attorno al mio pisello, a chiuderlo come in una stretta di mano, i peli della sua fica che si uniscono ai peli in fondo alla mia pancia.
Sono dentro di lei, spingo un poco, lei si schiaccia sulle mie pelvi, allargando di più la vagina e strusciando il clitoride sui miei peli.
Poi lei afferra i pantaloni del suo pigiama che avevo trovato abbandonati sul letto, li rigira in maniera da portare alla luce la striscia giallina della sua pipì sul tessuto morbido. E me la porta dolcemente al naso.
Di nuovo quell’odore irresistibile.
La punta del mio cazzo tocca finalmente il fondo della sua vulva: e sborro.
Una contrazione, e due, e tre, le vengo dentro e lei non si muove. Mi abbandono esausto, i pantaloni del pigiama a nascondermi la faccia.
“senti, ho un’idea”
Non so se voglio ascoltarla, non so se ho la forza di ascoltarla: tutta la mia attenzione è concentrata sul mio cazzo nella sua vagina, io che sono venuto alle porte della sua vulva. Ma lei prosegue, incurante.
“domani Claudia ed io andremo insieme alle terme, una roba tra donne. Coglierò l’occasione per….”
“non vorrai mica raccontarle tutto? Non mi farai questo! Non capirebbe!” mi tolgo i pantaloni odorosi dalla faccia e mi tiro su: sgrano gli occhi fissandola, non può veramente voler fare questo!
“ma che sei scemo? Ma non ci penso proprio!” ride, e la sua risata la fa muovere attorno al mio pisello ora anche sporco del mio sperma dentro di lei, che sembra non accorgersi di nulla, come se non fosse la sua fica quella attorno al mio cazzo,
“Senti: domani farò in modo che sia lei ad avere qualcosa di cui farsi perdonare: domani sarà lei a tradire te con me”
La guardo sospettoso. Non posso credere abbia architettato un piano del genere.
“e tu pensi che lei ci starà?”
“la conosco a sufficienza, e già altre volte siamo state vicine al fattaccio. Sai quando veniva da me e andavamo a ballare e tornavamo tardi all’una. Troppe pipì fatte di nascosto dietro la macchina sbirciandoci. Era evidente che c’era qualcosa che andava oltre l’incontinenza. E io amo la sua scura fica pelosa sotto quella pancetta: tua moglie è stupenda, Claudia è stupenda. E intelligente. Ed io sogno di leccarle la fica”
“Laura, ma veramente vuoi imbarcarti in questo casino? Tutto perché mi hai scoperto con il naso nelle tue mutande sporche?”
“non prendiamoci in giro: stavo solo cercando la scusa per farlo accadere. Ora ce l’ho. Se vuoi saperla tutta, già immagino la sua mano nelle mutande del mio costume e, cazzo…non so come descriverti quello che provo a riguardo”
Il mio pene purtroppo si sta ammosciando, per quanto l’immagine di Laura con la mano nelle mutande della mia Claudia sia un ulteriore colpo alla mia sanità mentale in questo giorno folle.
“affare fatto?” mi guarda in attesa della mia risposta.
Resto titubante. Poi rispondo.
“ok, ad un patto”
“dimmi”
“che poi mi racconti nei dettagli quello che avete fatto. Nei dettagli”
“vecchio maiale. Ci sto: lo faccio per la nostra amicizia!”
In altri contesti ci si sarebbe stretti la mano. Ma io sono ancora con il pisello nella sua vagina.
E la sento stringere i muscoli della parete della sua fica, attorno al mio cazzo sporco di sperma e dei suoi umori.
A sugellare il patto.
L’umido della pipì sui nostri peli intrecciati, che nessuno di noi due ha pensato di asciugare prima.
La guardo in viso, lei con gli occhi chiusi dietro le lenti degli occhiali retti dal nasino elegante, i capelli rossi ad incorniciare il suo viso tondo e dolce, lei che si mordicchia le labbra.
Una mano mi afferra il polso, l’altra poggiata sulla tavoletta del water per reggersi e non cadere.
“cazzo, Paolo, che fai? Fermati…” mi sussurra senza credere troppo alle proprie parole.
Guardo la mia mano nascosta sotto il suo monte di venere invaso dai suoi ricci peli fulvi, scorgo il suo clitoride in mezzo alla peluria, lo sguardo mi cade sulle sue mutandine di cotone attorno alle caviglie, la mia mano ancora umida della sua calda pipì, non ci capisco più nulla.
Alla sua richiesta, reagisco inserendo dolcemente un altro dito nella sua vagina, che si allarga per accogliermi; i suoni delle mie dita che esplorano la sua fica si aggiungono a tutti gli altri stimoli, non so a cosa dare retta, la mia attenzione salta da uno all’altro e intanto posso sentire sotto i miei polpastrelli un cuscinetto morbido dentro di lei.
Lei inspira di colpo e trattiene il fiato, aprendo gli occhi; la mano poggiata sulla tavoletta del water sale lungo la mia schiena e mi afferra dietro al collo. Io non ho più parole né pensieri, sono tutto nelle mie dita, neanche do retta al piacere che sale dal mio pisello stretto nelle mutande: è secondario, c’è solo la fica di Laura, la sua pipì sul fondo del water e le sue mutandine attorno alle caviglie.
E c’è la sua pancia morbida, le curve della sua carne e dei suoi fianchi e la corta maglietta verde non può nascondere: poggio la mia mano libera tra l’ombelico e i peli della sua fica, premo un pochino come a cercare la punta delle mie due dita dentro di lei, con il pollice comincio a massaggiarle il clitoride.
Un altro mugolio, porta il bacino in avanti, la sua fica più vicino alla mia faccia, odori e sudori e umori e rumori di risucchio mentre le mie dita entrano ed escono da lei.
Non so quanto sia durato, ci troviamo fronte a fronte.
Poi lei viene.
Sento le contrazioni attorno alle mie dita, e lei si abbandona all’indietro, appoggiando la schiena al muro. “Cazzo cazzo cazzo…..”.
Sono pietrificato: Laura è venuta sulla mia mano, masturbata dal marito della sua amica mentre stava pisciando. Io, marito di Claudia, ho masturbato Laura, due dita nella sua fica mentre stava facendo pipì.
Ci guardiamo negli occhi, lei intuisce qualcosa.
“niente da fare: a noi uomini è il cazzo a guidarci.”
Preparo il prevedibile viaggio in un universo di ipocriti sensi di colpa: stavi con il naso nelle mutandine sporche di Laura, pensi che quello fosse meno grave?
Vorremmo baciarci, ma uno strano pudore ci frena.
Poi è la sua risata a venire a salvarci. “Ok, ma ora mi toglieresti le dita dalla fica?”
Guardo la mia mano e anche a me viene da ridere. Tiro via la mano bagnata da dentro di lei, lo stupido senso di colpa mi impedisce di portarmela al viso per odorare la sua fica e la sua pipì sul mio palmo, mi giro al lavandino cercando il sapone, invece. Il tutto mentre il mio pisello spinge nelle mutande.
Laura si alza in piedi, decide di togliersi fuseaux e slip e gettarli nel mucchio di panni sporchi al centro del bagno. Tira un sospirone soddisfatto. “Cazzo, ci voleva proprio!”
Intuisce la supernova esplosa nella mia testa, mi prende per mano; nuda dalla vita in giù, scalza: la guardo e mi rendo conto di quanto la trovi attraente, in ogni caso. E che Claudia non potrebbe che darmi ragione vedendola così, forse resa ancor più luminosa dal ditalino e dall’orgasmo.
Mi lascio guidare fuori dal bagno, mi porta in camera da letto e ci buttiamo tutti e due distesi, di traverso.
“Ok, il passo è fatto, 25 anni di fedeltà, e un mucchio di mutandine usate hanno fatto crollare il castello di carte”
“ma è sempre stato così per te?” mi chiede Laura, slacciandomi i pantaloni e liberando il pisello dalle mutande. La lascio fare inebetito e perso nei miei pensieri “cioè, hai sempre avuto questa attrazione per le mutandine sporche?”
“sono sempre stato molto timido da ragazzo, non ho baciato una ragazza fino ai 21 anni, puoi immaginare il resto. Ma allo stesso tempo ho incrociato il sesso e la pornografia per caso quando ero molto piccolo. La mia testa ha preso una strana strada: in ogni casa in cui andassi cercavo mutandine usate da odorare” Laura mi afferra dolcemente il pisello e comincia a masturbarmi mentre chiacchieriamo.
“e le mie le avevi mai cercate?”
“no, una volta rimasi da voi a casa da solo, ma per qualche motivo non venni a cercare le tue mutandine: me ne sono pentito per un sacco di tempo, fantasticando su cosa avrei trovato”
La sua mano si muoveva su e giù dolcemente, il mio cazzo duro.
“Senti, io lo so che tu ami Claudia e che le sei sempre stato fedele. Anche questa situazione, be’…è capitata, non è che l’hai fatto volutamente”
“guarda, una parte di me sapeva che sarebbe finita così: la prospettiva di mettere mano alle tue mutande mi ha trascinato fuori casa”
“sì, ma non penso che avevi già previsto di sditalinarmi” mi parla lentamente, a voce bassa, mentre il piacere sale dalla base del mio cazzo ad ogni suo massaggio
“no: il ditalino non era nei piani”
Rimaniamo in silenzio, lei muove la mano su e giù, sento che sto per venire, lei mi guarda fissa, si è tolta gli occhiali con la mano libera mentre l’altra continua a masturbarmi lentamente e dolcemente, sono in un incantesimo. Poi si ferma, al limite del mio orgasmo.
Il mio cazzo pulsa, il piacere fermo alla base del pisello, una galassia che rotea nelle mie palle, io che contraggo i muscoli cercando di superare l’ultimo ostacolo davanti a cui mi ha lasciato lei con la sua mano.
Poi si tira su, seduta, si gira verso di me disteso sulla schiena, si mette in ginocchio, solleva una gamba di lato, vedo la sua fica pelosa aprirsi, il suo clitoride fare occhiolino in mezzo ai peli, alla convergenza delle sue labbra sporche di umori, mi si mette a cavalcioni.
Con la punta delle dita indirizza il mio pisello verso la sua vagina, sapendo bene dove toccare per evitare che l’orgasmo arrivi troppo preso.
La punta del mio glande incontra l’umidità delle sue labbra e i bordi del buco della sua fica, si fa strada tra la carne e lentamente sono dentro, le pareti umide della sua vagina attorno al mio pisello, a chiuderlo come in una stretta di mano, i peli della sua fica che si uniscono ai peli in fondo alla mia pancia.
Sono dentro di lei, spingo un poco, lei si schiaccia sulle mie pelvi, allargando di più la vagina e strusciando il clitoride sui miei peli.
Poi lei afferra i pantaloni del suo pigiama che avevo trovato abbandonati sul letto, li rigira in maniera da portare alla luce la striscia giallina della sua pipì sul tessuto morbido. E me la porta dolcemente al naso.
Di nuovo quell’odore irresistibile.
La punta del mio cazzo tocca finalmente il fondo della sua vulva: e sborro.
Una contrazione, e due, e tre, le vengo dentro e lei non si muove. Mi abbandono esausto, i pantaloni del pigiama a nascondermi la faccia.
“senti, ho un’idea”
Non so se voglio ascoltarla, non so se ho la forza di ascoltarla: tutta la mia attenzione è concentrata sul mio cazzo nella sua vagina, io che sono venuto alle porte della sua vulva. Ma lei prosegue, incurante.
“domani Claudia ed io andremo insieme alle terme, una roba tra donne. Coglierò l’occasione per….”
“non vorrai mica raccontarle tutto? Non mi farai questo! Non capirebbe!” mi tolgo i pantaloni odorosi dalla faccia e mi tiro su: sgrano gli occhi fissandola, non può veramente voler fare questo!
“ma che sei scemo? Ma non ci penso proprio!” ride, e la sua risata la fa muovere attorno al mio pisello ora anche sporco del mio sperma dentro di lei, che sembra non accorgersi di nulla, come se non fosse la sua fica quella attorno al mio cazzo,
“Senti: domani farò in modo che sia lei ad avere qualcosa di cui farsi perdonare: domani sarà lei a tradire te con me”
La guardo sospettoso. Non posso credere abbia architettato un piano del genere.
“e tu pensi che lei ci starà?”
“la conosco a sufficienza, e già altre volte siamo state vicine al fattaccio. Sai quando veniva da me e andavamo a ballare e tornavamo tardi all’una. Troppe pipì fatte di nascosto dietro la macchina sbirciandoci. Era evidente che c’era qualcosa che andava oltre l’incontinenza. E io amo la sua scura fica pelosa sotto quella pancetta: tua moglie è stupenda, Claudia è stupenda. E intelligente. Ed io sogno di leccarle la fica”
“Laura, ma veramente vuoi imbarcarti in questo casino? Tutto perché mi hai scoperto con il naso nelle tue mutande sporche?”
“non prendiamoci in giro: stavo solo cercando la scusa per farlo accadere. Ora ce l’ho. Se vuoi saperla tutta, già immagino la sua mano nelle mutande del mio costume e, cazzo…non so come descriverti quello che provo a riguardo”
Il mio pene purtroppo si sta ammosciando, per quanto l’immagine di Laura con la mano nelle mutande della mia Claudia sia un ulteriore colpo alla mia sanità mentale in questo giorno folle.
“affare fatto?” mi guarda in attesa della mia risposta.
Resto titubante. Poi rispondo.
“ok, ad un patto”
“dimmi”
“che poi mi racconti nei dettagli quello che avete fatto. Nei dettagli”
“vecchio maiale. Ci sto: lo faccio per la nostra amicizia!”
In altri contesti ci si sarebbe stretti la mano. Ma io sono ancora con il pisello nella sua vagina.
E la sento stringere i muscoli della parete della sua fica, attorno al mio cazzo sporco di sperma e dei suoi umori.
A sugellare il patto.
L’umido della pipì sui nostri peli intrecciati, che nessuno di noi due ha pensato di asciugare prima.
3
voti
voti
valutazione
4.7
4.7
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto sucessivo
Odore di Rosa
Commenti dei lettori al racconto erotico