Il Cardinale
di
Guitarman
genere
gay
Il porporato aveva ormai più di ottant'anni e da qualche tempo viveva in un residenza per prelati anziani. La sua era stata una carriera brillante ma quando aveva capito che non sarebbe mai arrivato al soglio pontificio aveva deciso di ritirarsi a vita privata e lì, in quella splendida villa adagiata sulle sponde di un lago del centro Italia, gli era venuta l'idea di scrivere le sue memorie. Non un autobiografia, no. Solo le sue memorie sessuali che partivano da quando, diciottenne, era entrato in seminario. Voleva sfruttare le sue ultime energie per raccontare e per ricordare tutto quello che aveva fatto da allora....
"Entrai in seminario a diciotto anni per vocazione, non per opportunismo o per fare carriera, ma capii subito che non sarei mai riuscito a rispettare la regola dell'astinenza sessuale. Avevo sempre il cazzo duro ma prima del seminario mi masturbavo pensando alle donne, persino alle mie sorelle di cui avevo sempre cercato di spiare le nudità. Una volta in seminario però scoprii il sesso tra uomini. Ci vollero pochissimi giorni. Ero in una camera da tre e i miei due compagni avevano 22 e 21 anni. Teo, il maggiore, era di Torino mentre Valerio era veneto. Dopo qualche giorno, per capire chi ero, iniziarono a stare spesso nudi in camera e visto che la cosa li eccitava, giravano a cazzo eretto. Io, che mi masturbavo tutti i giorni in bagno, mi ritrovai ad avere erezioni guardando i loro giovani corpi nudi e dopo meno di una settimana ero già nel giro gay dell'istituto (giro che comprendeva praticamente tutti, anche molti insegnanti) La prima volta in camera, noi tre in piedi a massaggiarci le mazze reciprocamente, mugolando e limonando per poi passare a succhiarci e a leccarci l'ano a turno. Teo era solo passivo e già sfondatissimo: una sera provammo a incularlo mettendogli i nostri cazzi insieme e non ci riuscimmo per poco. Fu un periodo magico; la privacy non esisteva. Persino per usare il bagno della nostra camera. Facevamo i nostri bisogni con la porta aperta per farci guardare dagli altri due e provammo presto il pissing su Teo che si faceva anche pisciare in culo. Se mi concentro sento ancora il sapore dello sperma dei miei amici anche a distanza di tanti anni. Nell'istituto le cose andavano così. In tutte le camere succedevano cose simili e diversi insegnanti ti convocavano nei loro studi per colloqui fittizi e poi finivano per farsi fare un pompino o per scopare il culo a qualche studente o per farsi scopare. Quando, alla fine dei miei studi venni ordinato sacerdote, fui assegnato come coadiutore in una parrocchia in Toscana. Ero giovane, bello e brillante e provai anche il sesso etero con una ragazza che frequentava l'oratorio e con una donna che aveva il doppio della mia età e che mi permise di scopare il mio primo culo femminile. Gli uomini però mi piacevano di più e per non rischiare di combinare casini in parrocchia usavo il mio tempo libero per frequentare una spiaggetta in riva ad un fiume in cui si facevano incontri gay. Ho avuto pompini da tantissimi vecchi ma ogni tanto trovavo qualche giovane della mia età e uno di questi dopo esserselo fatto succhiare per bene mi convinse a perdere la verginità anale che avevo conservato gelosamente fino a quel momento. Mi mise a novante, si sputò sul cazzo e mi leccò bene il buchino e poi mi sfondò. Aveva un cazzo di tutto rispetto, scuro, nodoso e che sapeva davvero di maschio. Fu l'odore a farmi perdere la testa quel giorno. Gli diedi il culo con gioia, incurante del dolore, soprattutto di quello postumo, perché sul momento fu fantastico. Mi fece sentire davvero una troia. Non andai mai più con una donna. A trentacinque fui chiamato in curia come segretario di un vescovo e fui costretto a rallentare un pò. In città evitavo i posti gay ma una volta al mese, con la scusa di tornare a casa, facevo il porco nei posti di ritrovo all'aperto. Ho corso parecchi rischi; avevo timore di incontrare qualcuno che conoscevo ma temevo anche le malattie. In quei posti ho visto e ho partecipato a vere orgie con sette-otto uomini di età compresa fra i venti e i settant'anni. Alla fine di queste orgie ero imbrattato di piscio e sperma e mentre tornavo a casa in auto sentivo la sborra che mi colava dal culo bagnando le mutande. La vera svolta però arrivò anni dopo. A 50 anni ero vescovo e avevo un segretario, Mattia, un giovane sui trent'anni con un fisico possente che, ne ero certo, celava un gran cazzo sempre duro. Mi premuravo di confessarlo di persona per sentire cosa combinava nella sua vita privata e fin dalla prima confessione la cosa fu eccitante. Parlava di seghe continue e di pensieri impuri "contronatura" pensieri che tante volte si tramutavano in azioni. Lo volevo ma non ero preparato a quello che accadde in seguito. Avevo un convegno in un altra città e lui venne con me. Ci sistemarono in due stanze comunicanti in un convento di francescani. Quella sera mi misi nudo sul letto e presi a masturbarmi lentamente e poi a un certo punto lo chiamai "Mattia, puoi venire un momento?" Lui entrò e si mise la mano sulla bocca "Ma, Eminenza, che fa?" Mi chiamava spesso Eminenza anche se non ero ancora Cardinale.
"Ti voglio. E voglio fare con te le cose che mi dici in confessione" Si spogliò e in seguito mi disse che quando lo avevo chiamato si stava toccando anche lui. Nudo era uno spettacolo. Muscoloso e con un cazzo oltre i venti cm. gli feci un pompino interminabile mentre lui si allungava a toccarmi il cazzo. Poi passammo al 69 e il suo ano aveva un sapore inebriante. Odorava di maschio vero e mi face andare fuori di testa. A un certo punto si mise a novanta, convinto che il suo grado inferiore prevedesse il ruolo di passivo. Gli dissi "Non pensarci neanche. Rompi questo vecchio culo slabbrato e fai in fretta" Mi misi in posizione e quando lui entrò fu l'estasi. Andò avanti per un pezzo e quando stava per venire, fece per tirarlo fuori. Lo fermai dicendogli "vienimi dentro" la quantità di sborra fu colossale, venni senza toccarmi per la prima volta in vita mia ma ancora non gli permisi di uscire. Pensando a teo gli dissi di pisciarmi in culo, una cosa che non avevo mai fatto. Fu ancora più bello che farmi inculare. il fatto di sentirmi usato, di fare il cesso, mi mandò fuori di testa. Quella fu la prima sere. Col tempo, a volte mio malgrado, divenni la sua schiava. ci vestivamo in borghese e mi portava a feste con alcuni suoi amici che mi usavano a loro piacimento. Venivo scopato da dieci uomini nella stessa sera e una volta mi feci inculare anche da due trans. Qualche volta mi defecarono anche addosso. Poi le nostre strade si divisero. Io ero già Cardinale e fui chiamato a Roma. A sessant'anni ero una vecchia troia che ogni tanto si vestiva normalmente e cercava qualcuno che lo scopasse, ma diventava sempre più difficile. Ora sono qui, alla fine della mia vita e mi guardo indietro. Credo in Dio? Si, ci credo ma credo anche che la natura umana sia fatta anche delle cose che ho fatto io. Non sono stato abbastanza forte da resistere, ma chi lo è davvero?
"Entrai in seminario a diciotto anni per vocazione, non per opportunismo o per fare carriera, ma capii subito che non sarei mai riuscito a rispettare la regola dell'astinenza sessuale. Avevo sempre il cazzo duro ma prima del seminario mi masturbavo pensando alle donne, persino alle mie sorelle di cui avevo sempre cercato di spiare le nudità. Una volta in seminario però scoprii il sesso tra uomini. Ci vollero pochissimi giorni. Ero in una camera da tre e i miei due compagni avevano 22 e 21 anni. Teo, il maggiore, era di Torino mentre Valerio era veneto. Dopo qualche giorno, per capire chi ero, iniziarono a stare spesso nudi in camera e visto che la cosa li eccitava, giravano a cazzo eretto. Io, che mi masturbavo tutti i giorni in bagno, mi ritrovai ad avere erezioni guardando i loro giovani corpi nudi e dopo meno di una settimana ero già nel giro gay dell'istituto (giro che comprendeva praticamente tutti, anche molti insegnanti) La prima volta in camera, noi tre in piedi a massaggiarci le mazze reciprocamente, mugolando e limonando per poi passare a succhiarci e a leccarci l'ano a turno. Teo era solo passivo e già sfondatissimo: una sera provammo a incularlo mettendogli i nostri cazzi insieme e non ci riuscimmo per poco. Fu un periodo magico; la privacy non esisteva. Persino per usare il bagno della nostra camera. Facevamo i nostri bisogni con la porta aperta per farci guardare dagli altri due e provammo presto il pissing su Teo che si faceva anche pisciare in culo. Se mi concentro sento ancora il sapore dello sperma dei miei amici anche a distanza di tanti anni. Nell'istituto le cose andavano così. In tutte le camere succedevano cose simili e diversi insegnanti ti convocavano nei loro studi per colloqui fittizi e poi finivano per farsi fare un pompino o per scopare il culo a qualche studente o per farsi scopare. Quando, alla fine dei miei studi venni ordinato sacerdote, fui assegnato come coadiutore in una parrocchia in Toscana. Ero giovane, bello e brillante e provai anche il sesso etero con una ragazza che frequentava l'oratorio e con una donna che aveva il doppio della mia età e che mi permise di scopare il mio primo culo femminile. Gli uomini però mi piacevano di più e per non rischiare di combinare casini in parrocchia usavo il mio tempo libero per frequentare una spiaggetta in riva ad un fiume in cui si facevano incontri gay. Ho avuto pompini da tantissimi vecchi ma ogni tanto trovavo qualche giovane della mia età e uno di questi dopo esserselo fatto succhiare per bene mi convinse a perdere la verginità anale che avevo conservato gelosamente fino a quel momento. Mi mise a novante, si sputò sul cazzo e mi leccò bene il buchino e poi mi sfondò. Aveva un cazzo di tutto rispetto, scuro, nodoso e che sapeva davvero di maschio. Fu l'odore a farmi perdere la testa quel giorno. Gli diedi il culo con gioia, incurante del dolore, soprattutto di quello postumo, perché sul momento fu fantastico. Mi fece sentire davvero una troia. Non andai mai più con una donna. A trentacinque fui chiamato in curia come segretario di un vescovo e fui costretto a rallentare un pò. In città evitavo i posti gay ma una volta al mese, con la scusa di tornare a casa, facevo il porco nei posti di ritrovo all'aperto. Ho corso parecchi rischi; avevo timore di incontrare qualcuno che conoscevo ma temevo anche le malattie. In quei posti ho visto e ho partecipato a vere orgie con sette-otto uomini di età compresa fra i venti e i settant'anni. Alla fine di queste orgie ero imbrattato di piscio e sperma e mentre tornavo a casa in auto sentivo la sborra che mi colava dal culo bagnando le mutande. La vera svolta però arrivò anni dopo. A 50 anni ero vescovo e avevo un segretario, Mattia, un giovane sui trent'anni con un fisico possente che, ne ero certo, celava un gran cazzo sempre duro. Mi premuravo di confessarlo di persona per sentire cosa combinava nella sua vita privata e fin dalla prima confessione la cosa fu eccitante. Parlava di seghe continue e di pensieri impuri "contronatura" pensieri che tante volte si tramutavano in azioni. Lo volevo ma non ero preparato a quello che accadde in seguito. Avevo un convegno in un altra città e lui venne con me. Ci sistemarono in due stanze comunicanti in un convento di francescani. Quella sera mi misi nudo sul letto e presi a masturbarmi lentamente e poi a un certo punto lo chiamai "Mattia, puoi venire un momento?" Lui entrò e si mise la mano sulla bocca "Ma, Eminenza, che fa?" Mi chiamava spesso Eminenza anche se non ero ancora Cardinale.
"Ti voglio. E voglio fare con te le cose che mi dici in confessione" Si spogliò e in seguito mi disse che quando lo avevo chiamato si stava toccando anche lui. Nudo era uno spettacolo. Muscoloso e con un cazzo oltre i venti cm. gli feci un pompino interminabile mentre lui si allungava a toccarmi il cazzo. Poi passammo al 69 e il suo ano aveva un sapore inebriante. Odorava di maschio vero e mi face andare fuori di testa. A un certo punto si mise a novanta, convinto che il suo grado inferiore prevedesse il ruolo di passivo. Gli dissi "Non pensarci neanche. Rompi questo vecchio culo slabbrato e fai in fretta" Mi misi in posizione e quando lui entrò fu l'estasi. Andò avanti per un pezzo e quando stava per venire, fece per tirarlo fuori. Lo fermai dicendogli "vienimi dentro" la quantità di sborra fu colossale, venni senza toccarmi per la prima volta in vita mia ma ancora non gli permisi di uscire. Pensando a teo gli dissi di pisciarmi in culo, una cosa che non avevo mai fatto. Fu ancora più bello che farmi inculare. il fatto di sentirmi usato, di fare il cesso, mi mandò fuori di testa. Quella fu la prima sere. Col tempo, a volte mio malgrado, divenni la sua schiava. ci vestivamo in borghese e mi portava a feste con alcuni suoi amici che mi usavano a loro piacimento. Venivo scopato da dieci uomini nella stessa sera e una volta mi feci inculare anche da due trans. Qualche volta mi defecarono anche addosso. Poi le nostre strade si divisero. Io ero già Cardinale e fui chiamato a Roma. A sessant'anni ero una vecchia troia che ogni tanto si vestiva normalmente e cercava qualcuno che lo scopasse, ma diventava sempre più difficile. Ora sono qui, alla fine della mia vita e mi guardo indietro. Credo in Dio? Si, ci credo ma credo anche che la natura umana sia fatta anche delle cose che ho fatto io. Non sono stato abbastanza forte da resistere, ma chi lo è davvero?
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