Amore di mamma (prima parte)

di
genere
incesti

PREMETTO che questo racconto l'ho trovato nella rete e siccome mi è piaciuto moltissimo ho deciso di postarlo non conosco il nome dell'autrice, e NON avendo il nome dell'autrice non ho potuto chiedere il permesso di trascriverlo.

N.B. susuggerimento di Aries22 ho potuto constatare che l'autore di questo bellissimo racconto è HARVEY HARE pertanto se la sopracitata persona intende far rimuovere il racconto io sono pronto a farlo
In rete il titolo con cui è presentato è "LUCA E LA SUA MAMMA"

------------------------------------------------------- PARTE PRIMA

Ogni adolescente maschio s'innamora della propria madre e ne prova attrazione sessuale prima o poi, e di solito la cosa rimane a livello di fantasie e provoca qualche innocente masturbazione giovanile. In questo, il mio Luca era perfettamente nella norma. Non so se mio figlio si masturbasse pensando a me, era carino e ben educato, mi sorrideva sempre, si comportava esattamente come un bravo figliolo della sua età farebbe con la propria mamma ma mi ero convinta, dal suo comportamento, che mi desiderasse sessualmente. Quanto all'educazione sessuale, ammetto di aver trattato raramente l'argomento con lui, ma solo perché non mi aveva mai posto domande. Luca tornò da scuola nel primo pomeriggio, come sempre, e io cercai di capire se mi sbirciava quando non lo guardavo, ma non notai nulla. Che mi fossi sbagliata?
Decisi di verificare meglio, e il pomeriggio del giorno dopo non indossai il reggiseno. I miei seni non sono molto grandi, ma sodi e di forma allungata, sormontati da due capezzoli marrone scuro e decisamente grandi. Insomma, continuai a fare la mamma-casalinga per tutto il pomeriggio, indossando un maglioncino morbido e una canottiera leggera. Il risultato fu quello che mi aspettavo. Luca non disse niente, ma non mi staccò gli occhi di dosso. "Cosa c'è, tesoro?" gli chiesi dolcemente per vedere se desiderava entrare in argomento, ma lui borbottò un "Niente, niente" un po vergognoso e io non insistetti. Poi salì in camera sua a studiare, ma prima lo sentii entrare in bagno e immaginai che stesse sfogando la sua tenera sessualità risvegliata dal mio abbigliamento. Per un paio di giorni mi vestii come sempre e notai che il suo sguardo mi abbracciava spesso, quasi volesse indovinare le forme e i dettagli che erano stati visibili e così eccitanti una sola volta. Allora ci riprovai, di nuovo senza reggiseno sotto la camicetta e lui ebbe la reazione che prevedevo: occhi incollati addosso, erezione evidente nei pantaloni, visita in bagno.
Era tempo di discutere l'argomento con lui: un bel parlare aperto, senza giri di parole, dolce e materno ma diretto e completo, senza falsi pudori. Dopotutto aveva appena compiuto i diciotto anni, era grande e conosceva senz'altro molte cose per sentito dire o per averle lette da qualche parte. Non potevo lasciare che la sua educazione sessuale si formasse sui pettegolezzi di compagni di scuola male informati o, peggio, sulle riviste pornografiche. Così, il pomeriggio del giorno dopo
Luca torna da scuola verso luna e mezza, e dopo pranzo ha quasi tutti i pomeriggi liberi per studiare, mentre io sono una felice casalinga ben organizzata che ha tempo per cucinare e sistemare la casa ma anche per andare in piscina regolarmente e dedicarmi a qualche passatempo. Non sono mai stata sposata e quindi niente di strano che sia io che mio figlio ci troviamo spesso a parlare tra noi o a ricevere amici e amiche.
Dunque, attesi il ritorno di Luca da scuola con una certa impaziente tensione. Indossavo una gonna che arrivava al ginocchio e un morbido golfino di cachemire che seguiva le mie forme; collant e mutandine e ballerine completavano il tutto. Insomma, quasi l'abbigliamento di sempre, tranne per la mancanza del reggiseno. Se dovevamo cominciare da qualcosa per introdurre l'argomento, questo mi sembrava un modo dolce e materno. Niente traumi, niente sensi di colpa: tutto naturale, dolce, tenero, come si conviene tra una mamma e suo figlio.
Luca mi sbirciò durante tutto il pranzo mentre io mi intrattenevo con lui, servivo in tavola, riordinavo, lavavo i piatti. Il suo sguardo mi accarezzava, scivolava letteralmente lungo il mio corpo soffermandosi sul seno, sulle gambe e sui piedi.
Finito di lavare, rimasi a parlare con lui di non so cosa, appoggiata al lavello col sedere e con le mani. Era il momento di rompere il ghiaccio. Interruppi per un attimo quello che stavo dicendo, osservai il mio cucciolo con occhi amorosi di mamma, e gli sorrisi. "Luca, tesoro, mi stai fissando molto intensamente. C'è qualcosa che non va?"
Lui arrossì violentemente, balbettò qualcosa come: "No no, va tutto benissimo..." e girò lo sguardo da un'altra parte. Io continuai a parlare come se nulla fosse, misi a posto i piatti e le stoviglie, mi attardai a sistemare varie cose in cucina per avere la scusa per chiacchierare con lui. Il suo sguardo non si scollava dalle mie tette, e lo capivo perché si muovevano dentro il golfino dall'ampia scollatura. Capii che era il momento giusto per introdurre il discorso. "Ti deve piacere davvero molto il mio seno, caro. Non mi hai staccato gli occhi di dosso da quando abbiamo iniziato a chiacchierare." Colto in flagrante, lui balbettò qualcosa; si scusò, fece per andare via mortificato, ma lo fermai."Ma no, tesoro. Non cè niente di cui scusarsi. Anzi sono lieta che ti piaccia, vuol dire che lo trovi bello e attraente, e questo mi fa sentire molto donna." Rimase a guardarmi cercando di capire se dicessi sul serio o se stavo preparando una ramanzina coi fiocchi. Ma io avevo deciso di essere dolce e aperta con il mio cucciolo. "Ci sono giorni", continuai, "in cui il reggiseno mi dà noia. Girare per casa senza mi fa sentire più libera e a mio agio. Spero che non ti dispiaccia..." Lui mi sorrise, più rilassato: "Dispiacermi? Al contrario! Per me potresti non metterlo mai." "Ma che caro!" dissi sorridendo lusingata, "Questo vuol dire che il mio seno ti piace così come è." "Puoi dirlo forte! E davvero bellissimo."Gli sorrisi e risposi con qualche battuta per sdrammatizzare ulteriormente la sensazione di "proibito" che circonda certi argomenti, specialmente tra genitori e figli. Ora Luca mi guardava il seno liberamente, segno che si sentiva più a suo agio. Bene, il ghiaccio era rotto. Anziché salire in camera a studiare o a leggere, come faceva sempre dopo pranzo, si attardò a chiacchierare con me. Sia io che lui avevamo argomenti a profusione, tutti pretesti innocenti per rimanere piacevolmente insieme con quella nuova complicità che si era creata. Luca mi girava intorno aiutandomi a sistemare, e qualche volta mi sfiorava con le mani o con il corpo. Io, devo ammetterlo, civettai con lui per tutto il tempo. Mi muovevo con grazia felina, sapendo di avere attrattiva e movenze aggraziate. Mio figlio si lasciò andare a complimenti sempre più aperti, quasi liberato da una grande costrizione, quella sensazione cioè di sentirsi figlio che parla con un genitore e deve perciò mostrarsi educato, abbottonato, perbene, controllato. Dalle sue parole capii che stavo diventando una complice carina e stimolante e non feci niente per impedirlo, anzi avevo tutta l'intenzione di favorire questo sentimento altrimenti come avremmo fatto a sbloccarci per raggiungere lo scopo che mi ero prefissa, svezzare il mio cucciolo alle gioie dell'amore nel miglior modo possibile?I miei movimenti non facevano che aprire e chiudere in modo del tutto naturale la scollatura del golfino, lasciando intravedere a tratti buona parte del seno. Luca divenne simpaticamente sfacciato e sbirciò nella scollatura senza preoccuparsi di nasconderlo. "Ehi dico!" risi fingendo di riprenderlo, chiudendo appena i lembi del morbido indumento. "Mamma, scusami, ma sei tu che me le stai mettendo sotto il naso. E poi sono troppo belle, dai, e lo sai benissimo."
"Hai ragione tesoro" dissi sorridendo "Mi rendo conto che con questo golf è impossibile nascondere il seno. Ma d'altra parte perché dovrebbe essere nascosto? Siamo in casa nostra e siamo madre e figlio. Trovo del tutto naturale girare per casa in abbigliamento leggero, in libertà. L'ho fatto altre volte in passato ma capisco che tu ora sei più grande e certe cose le guardi con occhio diverso."
Luca si fece più serio s'irrigidì un po. "Mamma... Io non intendevo sembrarti uno sporcaccione. Anzi voleva essere un segno di apprezzamento per una mamma bellissima a cui voglio un bene grande grande."
"Sei proprio un amore" dissi con un sorriso rilassante dandogli un bacio sulla guancia. "Ma di nuovo non devi scusarti, e non penso affatto che tu sia uno sporcaccione. Stai diventando uomo e la vista di un paio di tette ti attrae, questo è normale. Dico bene?" Lui annuì, poi prese fiato e disse a bassa voce: "Senti... Ti offendi se ti chiedo di farmele vedere?" Che caro, il mio cucciolo, aveva trovato il coraggio di chiedermelo. "Naturalmente no, che non mi offendo!" risposi mentre cominciavo a sbottonarmi il golf. "Sono la tua mamma, a questo seno l'hai succhiato per mesi e mesi con piacere tuo e mio. Ecco qua, solo per i tuoi occhi!"
I bottoni si slacciavano uno a uno scoprendo a poco a poco il mio seno
"Aprimi tu il golf quanto ti pare" lo invitai.
Con gli occhi luccicanti, come un ragazzino davanti ai regali di Natale, il mio Luca scostò i lembi del morbido indumento con mano leggera, scoprendo completamente le mie mammelle dai capezzoli durissimi. Mi resi conto che la cosa mi stava eccitando, e ne fui felice. Era bello far capire a mio figlio che non cera niente di male in questa intimità che si rivelava istruttiva e piacevole per tutti e due.
Fece un passo indietro per guardarmi bene. Io rimasi in piedi, atteggiata come una fotomodella in posa, le ginocchia morbidamente flesse, i piedi nelle ballerine elegantemente una davanti all'altra, e le mani a tenere aperto il golf per mostrargli le mie mammelle. La cosa mi piaceva assai. E davanti al suo sguardo eccitato mi sorpresi a dirgli con voce suadente: "Toccale pure, se vuoi..."
Quasi temesse che cambiassi idea, Luca si accostò di nuovo a me e le prese in mano, come soppesandole; poi le sue belle mani scivolarono sulla mia pelle e palparono, palparono, palparono. Lo lasciai fare sorridendogli maternamente, provando in realtà un piacere incredibile. Quando poi le sue dita sfiorarono i miei capezzoli ebbi un sussulto. Lui si bloccò. "Ti sto infastidendo?" chiese educatamente. Come potevo non amare quel ragazzo così dolce e delicato? "Al contrario. Continua pure, è molto bello essere toccata dalle tue mani."Fu come dare la stura a un vento impetuoso. Mi palpò le tette instancabile, mi stuzzicò i capezzoli con dita sensibili, spaziò sul mio busto di donna fremente con mani calde e asciutte, mani maschili che ogni femmina vorrebbe sentire sul suo corpo. Avevo poggiato le braccia sulle sue spalle come in una danza e giravo la testa di qua e di là, ansante, felice, mai sazia delle sue carezze che stavano mandandomi estasi. "Basta, basta" dissi staccandomi da lui. "Sei davvero una forza della natura!" Richiusi il golf senza abbottonarlo. Sospirai, l'eccitazione non voleva abbandonarmi. Risi nervosamente, poi mi feci forza e mi ricomposi. Intrigante situazione. Stavo svezzando sessualmente mio figlio, ma la cosa mi eccitava ben oltre la mia immaginazione ed ero tremendamente vicina all'orgasmo.
Lo guardai e notai per la prima volta la patta dei suoi pantaloni gonfia a dismisura.
"Bene. Così ora le hai viste e non solo " dissi con una voce roca che quasi non mi riconoscevo. Feci una pausa per deglutire. Ero emozionata e le gambe mi tremavano un po. "Su, ora diamoci da fare". Era davvero una frase stupida da dire, ma stavo perdendo il controllo e non mi venne in mente altro. Rassettai le ultime cose dandogli le spalle, sperando che salisse in camera sua a studiare. Lui mi si avvicinò da dietro e mi diede un bacio sul collo, dolce e delicato, ma molto sensuale. "Grazie" mi disse a bassa voce nell'orecchio "Sei la mamma più bella del mondo".
Lo sentii salire di corsa le scale verso la sua camera, ma la porta che si chiuse di sopra era quella del bagno. Era ovvio l'effetto provocatogli da quella nostra 'conversazione': pochi minuti dopo lo sentii uscire dal bagno e chiudersi in camera.
Fu un sollievo per me. Ero quasi sconvolta, l'eccitazione provata mentre mio figlio mi toccava le mammelle era stata così grande che ancora indugiava dentro di me. Mi diedi mentalmente della cretina. Come poteva essere? Non sono una ragazzina, ho fatto l'amore per la prima volta a sedici anni, ho avuto rapporti sessuali felici con più di un ragazzo ed è stato tutto normale... Eppure le mani di mio figlio sulle mie tette mi avevano mandato in tilt. Ecco, se solo ci ripensavo mi sentivo ancora bagnare tra le gambe! Mi ero spogliata davanti a Luca e mi era piaciuto molto farlo, così come farmi toccare il seno. Senza contare che lui toccava proprio bene!
Basta, non resistevo più. Mi infilai di corsa nel bagno di pianterreno, chiusi a chiave, mi sfilai le mutandine bagnate fradice e con la gonna sollevata mi masturbai fino all'orgasmo seduta sul water a gambe alzate e spalancate.
Finalmente, che sollievo!. Ora ero più rilassata e mi godetti per diversi minuti la piacevole sensazione. Ero la mamma più bella del mondo, l'aveva detto lui, mio figlio. Sorrisi pensando alla dolcezza del mio ragazzo che stava diventando uomo e desiderava che fosse la sua mamma a guidarlo verso i sentieri dell'amore e del sesso. E perché no? E compito di ogni mamma preoccuparsi che i propri figli abbiano un futuro sereno. Sarebbe stata una cosa solo nostra, quasi una parte di noi.
Trascorsi la mattina seguente tra le camere e la cucina, sistemando la casa canticchiando. Ero pervasa da un entusiasmo del tutto nuovo che mi sorprendeva. Cucinai deliziosi manicaretti con cura e dedizione, pensando a quanto sarebbe stato felice il mio Luca nel trovarseli in tavola tornato da scuola. Curai l'abbigliamento e il mio aspetto, dedicai tempo a manicure e pedicure, resi il mio corpo perfettamente liscio, la pelle morbida. Mi sorrisi guardando il mio visino grazioso allo specchio, sentendomi come una ragazza che attende uno spasimante al quale tiene molto.
Forse Luca era imbarazzato da quanto successo il pomeriggio precedente... o forse no. In ogni caso, meglio essere pronta per un'eventuale lezione estemporanea.
Se tanto mi da tanto...Il mio ragazzo tornò da scuola puntualissimo e mi salutò con un bel bacione affettuoso entrando in casa. Sbirciò in cucina, mi sbaciucchiò ancora e andò subito a prepararsi per il pranzo. Non c'è che dire, eravamo proprio in sintonia.
Fu tutto un chiacchierare brillante mentre gli scodellavo le delizie che gli avevo preparato e che lui accoglieva con tutta una serie di complimenti che mi esaltavano come una ragazzina. E intanto mi guardava senza posa il seno che gli ondeggiavo davanti, a malapena coperto dalla camicetta leggera di seta. Parlammo e parlammo, era quello il nostro modo di dirci che gradivamo la reciproca compagnia. Il discorso scivolò in modo naturale sulle ragazze e io chiesi se le sue compagne di scuola fossero carine. Rispose che sì, erano decenti, ma se la tiravano un po troppo. Cercai di approfondire, lui mi descrisse un po le ragazze più concupite della scuola parlandone con aria scanzonata, quasi distaccata. Alla fine, dopo una lunga pausa pensosa durante la quale mi carezzò con gli occhi il seno, disse: "...E comunque nessuna di loro ha i modi di fare seducenti di una bella donna come te." Sorrisi e gli mandai un bacio mentre svolazzavo tra tavola e fornelli. Stavo lavando i piatti raccontandogli qualcosa di futile, e mentre gli davo le spalle sentivo letteralmente il suo sguardo che mi accarezzava la schiena, il sedere, le gambe. Poi le sue labbra delicate mi baciarono il collo da dietro. Diedi un urletto di sorpresa e piegai la testa di lato cercando di voltarmi a guardarlo per restituirgli il bacio. Le sue mani mi abbracciarono la vita e lui si strinse a me. Il mio sedere fu gratificato dal suo pube che mi si premette contro, con il suo pene duro e percepibile anche attraverso gli strati dei nostri indumenti che ci separavano. Mi venne spontaneo allargare le gambe per stabilizzarmi sotto il suo abbraccio, e così facendo lui si alloggiò ancora meglio tra le mie natiche. Mi mormorò dei teneri complimenti mentre mi mordicchiava l'orecchio con le labbra. Non volevo ammetterlo, ma ero dannatamente eccitata."Ci sai fare, ragazzino. Sei proprio bravo. Coccoli così bene anche le tue amichette?"
"C'è molto più gusto a coccolare te" Aveva già capito come prendermi. Se cercava i miei punti deboli per sedurmi, beh, li aveva trovati. Le sue mani mi carezzavano il ventre e i fianchi, poi le sentii salire fin sotto il seno. "Mamma... posso toccartele ancora, come ieri?" "E come potrei dirti di no? Accomodati, tocca pure quanto ti pare" Di nuovo fu come dare il la a un pianista. Le sue mani mi palparono i seni attraverso la camicetta mentre io abbandonavo indietro la testa contro il suo petto, a occhi chiusi, assaporando il piacere di quel gesto. Lui mi baciava i capelli e la fronte e intanto sbottonava il mio indumento leggero per toccarmi le tette nude dai capezzoli incredibilmente duri e turgidi. "Che bello!" , dissi spingendo in avanti il petto e indietro il sedere, cercando con quel bel maschio di mio figlio un contatto intimo che eccitava tutti e due. Alzai il viso verso di lui e trovai la sua bocca pronta a baciarmi. Titubò solo un attimo, forse gli sembrava di andare troppo oltre con la sua mamma... ma io non ebbi alcuna esitazione, desiderosa com'ero di gustare anche la sua lingua e di dargli la mia. Decisamente quelle lezioni di educazione sessuale si stavano rivelando una fonte di grande eccitazione sia per l'allievo che per la maestra, e la cosa mi piaceva proprio. Aprii dunque le labbra e con la lingua andai a stuzzicare le sue, già semiaperte. Non ci fu bisogno di insistere oltre: cominciò a baciarmi con passione ma non con furia, anzi sembrava quasi fosse un baciatore molto esperto. Evidentemente aveva il dono naturale di saper trattare una donna: buon segno, il mio ragazzo era già sulla buona strada e io, la sua mamma, avrei avuto la strada spianata.
Le nostre bocche si unirono mentre io mi lasciavo palpare le mammelle nude e sode, con i capezzoli durissimi che mi davano brividi di piacere ogni volta che lui me li stuzzicava. Avevo tolto le mani dall'acqua schiumosa e accarezzavo il suo collo e i capelli mentre le nostre labbra non volevano saperne di staccarsi. Se il mio maschietto doveva imparare cosa piace a una donna, era buona cosa che io glielo facessi capire chiaramente: e i miei mugolii di piacere erano certo molto espliciti in proposito. Poi mi staccai perché capivo che non sarei più riuscita a fermarmi. D'altra parte anche lui era bello cotto: gli occhi lucidi, il viso paonazzo, i capelli spettinati, il fiato corto e soprattutto un rigonfiamento da capogiro sotto la patta dei calzoni leggeri. Lo vidi che si toccava senza dare nell'occhio, poi disse che doveva andare un attimo in bagno. "Non c'è bisogno, caro..." gli risposi. "Come?" "Ma certo," continuai con tono amorevole, "Non è necessario nascondersi per queste cose. Sono la tua mamma, ti ho fatto io e ti capisco. Libera pure qui, la tua eccitazione non è né vergognosa né sporca, anzi è una cosa naturale" Lui mi guardava a occhi spalancati, non era certo di aver capito bene. Allora mi avvicinai sorridendogli maternamente: "Vuoi che ti aiuti la mamma, tesoro mio?" e così dicendo lo toccai in mezzo alle gambe sentendo il suo pene durissimo e gonfio. "Avanti, liberiamo questo bel cucciolo che ha voglia di farsi una galoppata" Armeggiai brevemente con la cintura e la cerniera, aiutata goffamente da lui che ancora non credeva ai suoi occhi: la sua mamma stava davanti a lui mezza nuda e con le tette scoperte dopo essersele fatte palpare e aver la amoreggiato con lui, ed ora gli stava tirando fuori il pistolino duro. "Mamma... sul serio non ti... Insomma..." Gli sorrisi mentre estraevo il suo pene dalle mutande e abbassavo i suoi indumenti finché scivolarono alle caviglie. "Ti ho fatto proprio bene, sai?" dissi guardandolo per la prima volta così adulto e maschio. Cominciai a menarlo dolcemente e lui si lasciò fare con piacere, sorridendomi. Quanto mi piaceva quella situazione! Ero bagnata tra le gambe e avrei voluto sentire la sua lingua andare su e giù per la mia vulva eccitata. Non mi vergognai di quella eccitazione, anzi, mi piacque molto essere così arrapata in compagnia di mio figlio e volevo che anche lui si eccitasse al massimo e godesse tra le mie mani. Il mio Luca stava in piedi davanti a me con il bacino proteso in avanti, porgendomi la verga. Mi dedicai a lui con amore e dedizione. Mi abbassai per maneggiarlo meglio, e guardando verso l'alto vidi i suoi occhi increduli e un sorriso di completa felicità. Questo mi incoraggiò a proseguire con il massimo impegno: il mio cucciolo stava eccitandosi sempre di più e il suo membro stava crescendo e la sua mamma gli insegnava ad abbandonarsi senza falsi pudori al godimento sessuale.
"Va bene così, caro?" chiesi dolcemente mentre sentivo il pene durissimo nella mia mano che glielo carezzava. "Si mamma, sei fantastica!" Sorrisi e lo maneggiai con rinnovato vigore. Oltre ad avere le mammelle scoperte e in vista per la gioia dei suoi occhi, mi ero volutamente accovacciata davanti a lui, mi ero tolta le ballerine e mi ero seduta a piedi nudi sui talloni con le gambe larghe, apparentemente per stare in equilibrio. In realtà, in quella posizione la mia ampia gonna si era allargata arrotolandosi su fino quasi in vita, scoprendo così non solo le mie cosce ma anche le mutandine bianche di cotone che coprivano a malapena la mia vulva ormai umida. Ero certa che mi stava guardando proprio lì e ne era eccitato, lo capivo dagli spasmi del suo pene. Mi sedetti per terra a cosce spalancate. "Così sto più comoda," dissi, ma era solo per consentirgli una visione completa e indisturbata della mia intimità. Sentivo che la sottile striscia di cotone bianco non copriva tutto il pelo, buona parte del quale era visibile ai lati della vulva fuori dalle mutandine. Luca si avvicinò a me per farsi masturbare fino in fondo. Sentivo che non avrebbe resistito a lungo e attendevo con impazienza il momento culmine."Mamma... Sto per... sto per..." ansimò il mio cucciolo. "Vieni tesoro," risposi quasi gemendo, eccitata com'ero, "Vieni, non temere, godi liberamente!" Era troppo. Con un sospiro di piacere Luca raggiunse l'orgasmo e schizzò con abbondanza. Il seme zampillò copioso dal suo pene che ora mi stantuffava in mano, dotato di vita propria, e ricadde ricoprendomi il seno, la gonna e il viso. Io continuai a sorridergli materna e dolce, paga del nettare che il mio giovane puledro mi stava donando. "Mamma, io..." cercò di giustificarsi lui, ma io lo zittii baciandogli poi la punta del pene che stava dando gli ultimi sussulti. Una goccia lattiginosa si depositò sulle mie labbra, subito lambita dalla mia lingua. Lui mi vide e sorrise, e io gli restituii il sorriso leccando anche altre gocce che erano cadute ai lati delle mie labbra. Mi alzai, dandomi una parvenza di sistemazione, riabbassando la gonna e chiudendo la camicetta. Luca si tirò su i pantaloni. "Mamma ti ho sporcato la gonna" "Tesoro, non l'hai affatto 'sporcata', questo liquido è prezioso, sai? E poi le macchie di sperma vengono via facilmente quando è secco."
Lui non si capacitava di quella situazione. Per rincarare la dose, aggiunsi: "Sai che hai un buon sapore?" "Allora fammelo assaggiare."
Mi portai alle labbra la mano da cui colava ancora il suo liquido caldo e denso, lo leccai lentamente, poi con la lingua fuori mi avvicinai alla sua bocca. Mio figlio mi abbracciò e golosamente mi baciò assaporando il sapore di sua madre con in bocca il suo seme appena stillato.
Era fatta. Il ghiaccio era definitivamente rotto.
Volle andare a lavarsi e non lo trattenni. Meglio non esagerare, date le circostanze. Inoltre questa pausa mi consentiva di andare di nuovo in bagno a masturbarmi, perché non resistevo più. Luca rimase ritirato in camera sua a studiare, o forse a masturbarsi di nuovo, per tutto il pomeriggio. Pensai che si sentisse imbarazzato, e non insistetti anche se mi rendevo conto che io bramavo sempre più fargli da maestra in quella disciplina che tanto mi stava appassionando.
Luca tornò da scuola tardi il giorno dopo. Io gli avevo lasciato il pranzo pronto in forno e mi ero infilata sotto le lenzuola per il sonnellino cui mi ero pigramente abituata. Stavo leggendo un libro in attesa che il sonno mi cogliesse, quando sentii bussare discretamente alla porta che avevo lasciato socchiusa.
"Mamma, posso entrare?" "Vieni tesoro, entra pure."
"Il tuo pranzo era buonissimo. Cosa leggi di bello?" "Bah, un noioso romanzo, niente di che Vuoi che lo leggiamo insieme?"
"Speravo che me lo chiedessi!" rispose lui con gli occhi che si illuminavano.
"Dài, vieni qui sotto le lenzuola..." Si sfilò i vestiti e si infilò nel letto con me, tenendo addosso solo mutandine e maglietta. Io ero sdraiata su un fianco e lui scivolò contro la mia schiena per leggere il libro insieme a me. Il suo braccio mi cinse la vita e io mi misi in una posizione a S per stare più comodi in quello spazio ristretto, ma soprattutto per sentire meglio quando il suo membro si fosse indurito.
Lessi ad alta voce sebbene la cosa interessasse affatto me e ancora meno mio figlio. La mia mano accompagnava i movimenti della sua sul mio ventre e sui fianchi, mentre le sue labbra mi baciavano dolcemente i capelli e il collo. Mi accorsi che stavo leggendo con la voce resa roca dall'eccitazione ed ero bagnata tra le gambe. Sentivo il suo membro completamente in tiro alloggiato tra le mie natiche, separato solo dalla stoffa sottile delle nostre mutandine. Ogni tanto commentavamo insieme alcuni dettagli della narrazione, "Questo posizione ti eccita molto, non è vero?" gli chiesi con un sorriso girandomi appena verso di lui che continuava a riempirmi il collo di bacetti. "Te ne sei accorta?" "Eccome! Sento qualcosa di grosso e duro premere contro il mio sedere."Lui, sfacciatamente, si posizionò meglio tra le mie natiche sode. L'aveva completamente in tiro, tanto che la cappella era tutta fuori dai suoi slip e poggiava nuda contro la pelle del mio fondo schiena. Per giunta le sue mani erano salite già da un pezzo sotto la mia canottiera di cotone leggero e mi stavano palpando le tette come solo lui sapeva fare. Non mi aveva nemmeno chiesto il permesso, ormai quel gesto era diventato automatico. Bene, pensai.
"Mamma, facciamo una pausa?..." chiese educatamente. Chiusi il libro e mi girai a mezzo verso di lui che ancora stava abbracciato a me. Parlottammo un po' tra un bacetto e l'altro, poi lui si dedicò solo ai baci, appassionati, ai quali mi abbandonai con piacere. Vieni cucciolo, pensai, baciamoci un po' come piace a noi, con le lingue che saettano nelle bocche e le labbra che succhiano e mordono. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo. Ci succhiammo la lingua per un bel po', tra mugolii e ansimi eccitati. Mi ero girata bene verso di lui, che ora premeva il pene turgido contro la mia pancia proprio sopra le mie mutandine all'altezza del monte di venere mentre mi baciava con ardore.
"Mamma, sei... bellissima...
Lo zittii con un lungo bacio a lingua in bocca. Ah! che bello. Per giunta le sue mani mi stavano palpando tutta e io lo assecondavo. Insomma, se doveva imparare come far provare piacere a una donna tanto valeva farlo bene e completamente.
Scesi con la mano tra le sue gambe per prendere in mano i suoi testicoli e carezzare l'asta turgida e gonfia. Strinsi quel pene eretto e lo sentii durissimo.
"Tesoro, sei molto eccitato, vero? Senti qui, questo bel membro virile come è duro, sembra che stia per scoppiare! Non lo devi lasciare così, sai? Devi sfogare questa pulsione così forte... Su, ora ci pensa la tua mammina."
Così dicendo, mi piegai verso di lui e guardai da vicino quella verga eccitata mentre le mie mani cominciavano a masturbarla dolcemente, senza fretta. "Sai che è proprio bello? Ti ha fatto davvero bene, la tua mamma."
Lui non aveva parole e si godeva quei momenti in silenzio, leggermente ansante di piacere e desiderio, consapevole che ormai quel gesto così proibito, da adolescente, era diventato normale tra noi. Ma anche con il timore che una parola di troppo avrebbe potuto spezzare la magia.
Non sarei certo stata io a spezzarla. Era così bello masturbare mio figlio e sentirlo scalpitare sotto il tocco delle mie dita!
Mi piegai meglio verso di lui per permettere che lo scollo largo della mia canottiera gli lasciasse intravedere bene il mio seno nudo e i miei capezzoli eretti. Mi dondolai persino avanti e indietro perché le mie mammelle potessero ondeggiare davanti ai suoi occhi... Pregustavo già il momento in cui i suoi zampilli avrebbero asperso il mio cuscino, il mio viso, i miei capelli, il letto, tutto. Luca ora ansimava pesantemente, vicino all'orgasmo. Il suo bacino ondeggiava in movimenti pelvici che mimavano l'accoppiamento e che preludevano all'eiaculazione. Ma il suo pene era al limite, così mi piegai verso di lui e lo presi in bocca con infinita tenerezza.
Il mio puledro scalpitava, voleva la sua femmina e io ero felice di essere a sua completa disposizione per assecondarlo.
Bastarono pochi secondi di succhiate e leccate perché lui raggiungesse l'orgasmo ed esplodesse in lunghi zampilli nella mia bocca. Mi attaccai golosamente a quel pene vivo che eruttava felice, poppando come da un capezzolo, gustando il suo seme nutriente come un nettare.
Sembrava non finire mai, tanto era il piacere provato dopo la lunga eccitazione. Avevo la bocca piena e ingoiavo golosa con rumori di risucchio, manifestando il mio piacere e il desiderio di averne ancora e ancora.
Il mio cucciolo si abbandonò sul letto, sfiancato dall'orgasmo e dall'emozione.
"Mamma, tu sei... sei... E' stato fantastico, non credevo che avresti mai..."
Caro, il mio bambino, non trovava le parole per esprimermi la sua felicità. E io felice leccavo e succhiavo quel membro che non ne voleva sapere di ammosciarsi nella mia bocca, e quando non ci fu più nemmeno una goccia di seme e la smania di godere si fu calmata, lo coprii di bacini vellutati che solo una mamma sa dare. Aveva un buon odore e un sapore meraviglioso, ne avrei ingoiato a litri. Ma per ora meglio non strafare, lo svezzamento doveva procedere per gradi e non volevo trasformarmi in una donna volgare che mio figlio non avrebbe voluto. Alzai finalmente il viso dal suo pube leccandomi le labbra con aria golosa, con in bocca ancora il suo dolce sapore di maschio, e mi sdraiai accanto a lui. Mi guardò con i suoi occhi da cerbiatto, il cuore che ancora andava a mille e ci sorridemmo felici. Ero eccitata. Tutta la vicenda mi stava prendendo assai, mandandomi il cervello e la vagina in completo delirio.
Mio figlio cercò la mia bocca, e fui pronta a dargliela. Era più calmo ora, ma per niente stanco di imparare e di provare cose nuove in quel meraviglioso territorio selvaggio che è il sesso. Io invece, la sua mamma, ero sessualmente accesissima. Mentre le nostre lingue si carezzavano fuori o dentro le nostre bocche, le sue mani strinsero di nuovo le mie tette facendomi gemere di desiderio. "Mamma... Ma a te è piaciuto?..."
Mi strinsi a lui e gli sussurrai, leccandogli l'orecchio: "Tesoro mio amore bello della mamma, mi è piaciuto immensamente! Ho le mutandine bagnate, tocca pure caro, non c'è nessuna vergogna in questo."
La sua mano scivolò desiderosa lungo la mia pancina fino a sfiorarmi le mutande tra le gambe, che aprii per facilitargli il compito. Lo sentii deglutire quando aveva constatato che erano letteralmente fradice.
"Mi piace molto quando le tue dita mi toccano... Perché non mi togli le mutandine, visto che sei nudo anche tu?"
Lui si sollevò su un gomito guardandomi con l'aria di un bambino davanti a un regalo troppo a lungo desiderato.
"Posso toglierti anche la canotta?" chiese con espressione birichina. Risi sommessamente: "Ma certo, spogliami tutta, ho voglia di essere nuda in questo lettone con te" Queste parole risvegliarono prontamente la sua eccitazione. Le sue mani mi sfilarono i due indumenti leggeri che ancora indossavo, lasciandomi finalmente nuda. Mi lasciai guardare, godendo della concupiscenza che si leggeva nei suoi occhi mentre anche lui si spogliava completamente. Aprii le gambe con gesto aggraziato e lascivo, da gatta, e mi gustai i suoi occhi fissi sul mio cespuglietto di pelo scuro e ben curato che incorniciava le labbra della mia vagina umida. Il suo pene stava indurendosi rapidamente, lo accarezzai insieme ai testicoli ben fatti e tanto sodi mentre lui si abbassava a succhiarmi i capezzoli durissimi e sensibili. Gemetti a lungo per il piacere. Poi Luca si avvicinò alle mie gambe aperte:
"Ma fatti vedere! E' un sogno o sono sveglio, come spero?"
"Se è un sogno, tra poco potresti avere una polluzione, a giudicare da quello splendido palo di muscolo che troneggia sui tuoi testicoli"
"Mamma... Sai che non mi sembra vero tutto questo? Che bella la tua vagina!". Poi alzò il viso e mi guardò malizioso: "Mi piace il tuo odore è aspro e sa di pipi, però mi piace un casino. Posso baciartela?"
Dire che ero arrapata è ancora poco. Mi sdraiai flessuosa come una gatta spalancando le cosce davanti al suo sguardo adorante ed eccitato.
"E' tutta tua, tesoro."
Se la guardò per bene ancora per un po', poi si abbassò per riempirla di bacetti. Non sembrava per niente titubante, a poco a poco, la sua lingua si fece audace e titillò le mie grandi labbra, intrufolandosi poi all'interno ad assaporare i miei umori di cui era ormai impregnato il triangolo di pelo scuro che circondava la mia vulva. Sinceramente, non avrei mai sperato che un ragazzo così giovane potesse apprezzare da subito la vista e l'odore di una vagina, soprattutto quella di una donna matura. Ma avevo dimenticato che il fatto che fossi sua madre gli dava baldanza e tenerezza insieme, e soprattutto rendeva ancora più eccitanti quelle intimità che ormai stavano diventando una piacevole lussuria.
Alzò di nuovo il viso e mi guardò con aria birichina col mento che mi sfiorava il pelo. "Ti piace?" mi chiese dolce.
"Caro... Mi stai facendo letteralmente impazzire di desiderio. Hai voglia di continuare?" "Ma certo!", rispose entusiasta, e riprese a leccare con furia.
"Piano, piano, piccolo mio! Mi piace molto la tua lingua lì, ma devi saperla usare con dolcezza. Ecco, così, bravo... Adesso sali lungo le labbra, così... ! Ecco, ecco, proprio lì! Sei fantastico! Quello è il mio clitoride, lo stai proprio coccolando come si deve. Bravissimo, lecca lì" Sentii le sue dita che mi allargavano le labbra della vulva e mi sbrodolai. Lui leccò le gocce che scendevano tra le mie cosce aperte verso il solco tra le natiche che, me ne accorsi solo ora, stavo tenendo sollevate per venire incontro alla sua bocca che mi stava dando tanto piacere.
"Sei proprio bravo, sai? Amore, la tua mamma è molto contenta. Mi stai proprio facendo godere. "Incoraggiato, Luca si mise in posizione ancora più comoda per potermi lappare con completa dedizione. La cosa mi eccitava a dismisura e le mie gambe si aprirono completamente, mentre i miei piedi gli accarezzavano graziosamente le spalle e la schiena. "Voglio farti godere." disse semplicemente. E questo bastò a portarmi all'orgasmo. La sua bocca fece il resto, guidata dalla passione e dal desiderio di imparare rapidamente quest'arte così piacevole e gratificante. Quando mi sentì ansimare, quando avvertì le mie convulsioni, le mie cosce che si stringevano ritmicamente attorno alla sua testa, Luca intensificò il suo succhiare finché urlando di piacere esplosi in un orgasmo mai provato prima, che mi fece ululare a lungo, e che mi fece stringere dolcemente le gambe attorno alla testa del mio cucciolo per non farlo staccare dal mio sesso appagato. Passarono diversi minuti prima che potessi riprendermi. Il mio petto ansante saliva e scendeva ritmicamente mentre la mia vagina continuava a pulsare. Mi sollevai sui gomiti per guardarlo e lui era lì, in mezzo alle mie gambe, con naso, bocca e mento tutti lucidi dei miei umori che avevo schizzato anche sui suoi capelli e sulle lenzuola.
"Allora, che ne dici di tuo figlio?" mi chiese con aria di finta innocenza.
Socchiusi gli occhi sorridendogli: "Vieni qua, dai un bacio alla tua mamma."
Si sdraiò accanto a me e ci baciammo con infinita dolcezza, nudi e abbracciati sul mio lettone. Il mio sapore misto all'odore di pipi nella sua bocca era molto forte e la cosa mi eccitò ancora. Mi sentivo in calore conoscendomi, sapevo che era ben lungi dall'essere soddisfatta.
D'altra parte, anche il mio ragazzo non sembrava ancora sazio di me. Contro la mia coscia morbida che gli avvolgevo attorno al fianco sentivo premere il suo membro di nuovo duro e desideroso. Le nostre lingue si accarezzarono e si leccarono a lungo, aumentando sia la mia che la sua eccitazione. Poi lui non si trattenne più e mi chiese quasi trattenendo il respiro:
"Mamma, io... Vorrei imparare a... a fare l'amore. A farlo bene, intendo"
Tesoro di mamma, me l'aveva chiesto! Gli sorrisi come solo una mamma comprensiva sa fare.
"Caro! Non misurare le parole, non c'è bisogno tra di noi. Vuoi che la mamma ti insegni ad accoppiarti , vero?"
Lui fu stupito e si affrettò a scusarsi, ma di nuovo lo zittii: "Non devi scusarti, é normale questo, perché la natura vuole che ci accoppiamo per fare figli Intanto avevo abbassato la mano e gli stavo carezzando il pene gonfio che pareva sul punto di scoppiare. Lui protese il bacino come per offrirmelo.
"Sei proprio eccitato! Non ti fa bene rimanere così. Vieni qui, la mamma ha voglia di far godere il suo cucciolone."
Lui era sempre più stupito: "Davvero non ti... Voglio dire, non sei obbligata a..."
Feci una risata argentina, sapevo che gli piaceva tanto. "Tesoro! E' compito di ogni brava mamma condurre per mano il proprio figlio per insegnargli la vita. E cosa c'è di più bello dell'amore, della tenerezza, delle coccole? Il sesso è l'aspetto più intenso dell'amore tra due persone che si piacciono e che si fidano l'una dell'altra." Abbassai la voce e gli dissi in un orecchio con aria complice: "...Sono orgogliosa che tu mi abbia chiesto di far l'amore per la prima volta con me." Il sorriso con cui accolse queste parole era tutto un programma.
Mi abbandonai distesa sul lettone, a gambe aperte, e lo accompagnai su di me. Mamma, non c'è pericolo che ti metta incinta? No, tesoro, ho dentro la spirale, stai tranquillo. Mentre la sua bocca ansante cercava la mia per altri baci, la mia mano scese tra le nostre gambe e si strinse attorno alla sua verga palpitante per condurla all'imboccatura della mia vagina. Mi monto con dolcezza e mi penetrò subito, con un affondo che mi fece mancare il respiro.
"Piano" gli sussurrai, ma quando lui iniziò i movimenti, impaziente, cominciai a godere da impazzire; avvolsi le gambe attorno ai suoi fianchi intrecciando i piedi dietro la sua schiena, carezzandola con i talloni e le dita.
"Amore, sei molto bravo, sai? La mamma è molto contenta"
"Davvero ti piace, mammina " "Oh sì, mi piace tanto! Muoviti pure liberamente, lascia fare alla natura e godi di me"
Mi resi conto subito che, nonostante fosse per lui la prima volta, si muoveva molto bene. Questo mi procurava a me un piacere ancora maggiore. Tra baci appassionati e lascivi, lo guidai pian piano all'orgasmo che arrivò dopo parecchio, prolungando il suo piacere ma soprattutto il mio. Non contai gli orgasmi che raggiunsi io durante quel primo accoppiamento e ogni ansimo che usciva dalle mie labbra gli dava una sferzata di eccitazione che potenziava le sue prestazioni.
Passò almeno mezz'ora così, mezz'ora di estasi sessuale pura, con lui che agiva dentro di me, regolare, implacabile, e io che godevo della sua energia di maschio, della durezza di quel pene giovane e instancabile, mai sazio. Le nostre bocche si baciavano con abbondanti risucchi e gocce di saliva che ci scambiavamo eccitati. Ci facevamo complimenti a profusione, innamorati pazzi e quando lo sentii aumentare il ritmo mi avvolsi ancora di più attorno a lui e gli dissi di godere dentro di me come più gli piaceva. Questo mandò la sua eccitazione alle stelle ed eiaculò riempiendomi la vagina di seme. Anche dopo l'orgasmo, le nostre bocche non si staccarono, ma rimasero incollate a lungo a scambiarsi baci lunghi e teneri. Poi, insieme commentammo la bella scopata appena conclusa.
Luca non era per niente imbarazzato, anzi sembrava molto a suo agio con me. Io ero al settimo cielo, ma cercavo di non esternarlo troppo. Francamente, mi auguravo che la cosa gli fosse piaciuta quanto era piaciuta a me, perché già fantasticavo su come e quando farlo di nuovo altre volte Ma fu lui, in modo molto naturale, a proporlo.
"Mamma, mi è piaciuto un casino... Cosa ne dici di farlo ancora qualche volta? Fare l'amore con te è proprio bello. Si prova questo quando si fa un figlio? Si amore, proprio questo.
Lo baciai a lungo, innamorata pazza di lui. Poi lo guardai negli occhioni bruni e gli sorrisi da mamma e da donna. "Caro, caro! Ti amo tanto, sai? Certo che lo faremo altre volte, ogni volta che lo vorrai." "In tutti i modi possibili e immaginabili."
"Dovunque ci piaccia farlo" "In qualsiasi posizione"
"Sarai il mio stallone" "E tu la mia cavallina "
"Voglio accoppiarmi ancora con te." "Come nelle riviste porno."
"Porcellino, leggi quelle cose?"
"Beh, qualche volta è capitato...""Tesoro, non devi giustificarti, ho letto anch'io le riviste per uomini. E ho visto diversi film porno"
"Mamma!" "La cosa ti scandalizza?" "No! Anzi, mi eccita molto sapere che la mia mamma ha fatto come tutte le ragazze e che le piacciono le stesse cose che piacciono a me." Constatavo con estremo piacere che il mio ragazzo era ampiamente svezzato, e che d'ora in avanti niente sarebbe stato come prima. La strada verso il sesso fatto bene era spianata, e anzi si prospettavano lunghe e piacevolissime ore amorose tra noi. Ci alzammo per una doccia e per mangiare qualcosa. Parlammo del più e del meno, e gli ricordai anche che doveva fare i compiti. Mi rispose che il giorno dopo aveva materie non impegnative e che comunque aveva già studiato per tutta la settimana a venire. Guardammo un film di avventura e parlammo di politica, poi lui sistemò la sua camera e io diedi una rassettata alla mia.
Quando fu l'ora di andare a nanna, mi misi la sottoveste leggera che portavo a letto, stavolta senza mutandine. E mentre tiravo indietro le lenzuola per infilarmi sotto, sentii un fruscio e mi trovai Luca sulla porta della camera. Era in mutande, giovane e snello, mi guardava con occhi da cerbiatto.
"Posso dormire con te, stanotte?" Inutile dire che lo accolsi a braccia aperte e, se devo essere sincera, anche a gambe spalancate. Passammo la notte a fare l'amore in tutti i modi e in tutte le posizioni. Instancabile lui, mai sazia io. Quando il mio giovane daino venne per l0ultima volta, erano passate le quattro. Eravamo storditi per la fatica e l'emozione, ma felici. Il mio seno e il mio viso erano completamente coperti del suo seme, e quanto ne aveva emesso! Lo leccò dalle mie tette e venne a farmelo sentire dalla sua lingua. Il giorno dopo rimase a casa da scuola. Firmai la giustificazione a cuor leggero, pensando che se fosse andato in quelle condizioni si sarebbe addormentato sul banco. In effetti si alzò a mezzogiorno, e cioè un'ora dopo di me. Da quella volta, io e mio figlio abbiamo fatto l'amore ogni volta che ci capitava, e ne avevamo sempre una voglia pazza. La casa era libera e quindi tutti i posti erano buoni per amarci, ma il luogo preferito era il letto. Svezzare il mio cucciolo alle gioie del sesso fu facile, creativo e molto, molto piacevole. Da madre amorevole divenni presto amante entusiasta e compagna dei suoi giochi erotici. Luca era un maschio giovane pieno di desiderio e di energia, non si stancava mai, e io non ero mai sazia. La coppia ideale, insomma, e varie volte ci confessammo a vicenda di essere innamorati l'uno dell'altra. Erano passate diverse settimane da quella prima volta, e i miei accoppiamenti con mio figlio Luca erano stati frequenti e sempre gratificati da orgasmi mozzafiato per tutti e due.
Mi ero chiesta se quello che stavo facendo era giusto, dopotutto si trattava di incesto. Ma era evidente che Luca si era aperto molto di più all'esterno, e non mancava finalmente di fare commenti sessuali anche sulle sue coetanee. Sembrava che gli piacessero molto le donne mature, e ad ogni modo la sua maturazione sessuale era molto evidente. Aveva la mentalità e la delicatezza sessuale di maschio di trentanni, ed ero molto contenta che il mio modo di insegnargli il sesso avesse sortito quei risultati ed eravamo entrami felici.


scritto il
2012-09-02
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