Seconda notte di porcate sfrenate con lui e l'altro conosciuto in vacanza sul lago

di
genere
trio

Inutile dirlo, perchè dopo aver rotto il ghiaccio in riva al lago di Caldonazzo, alla prima notte di libidine ed amplessi, ne sono seguite altre, tante quante erano le giornate di vacanza, che io e mio marito Roberto, abbiamo poi condiviso con Simone (lo svizzero riccioluto dal cazzo sublime). La seconda sera sembrava non arrivare mai, perchè per tutto il giorno, trascorso in visita a Trento, senza confessarcelo, io e mio marito eravamo presi da una smania, da una frenesia indescrivibile, mentre il pensiero di tornare sul letto dell'hotel, dove la sera prima ci eravamo lasciati andare ad un crescendo inarrestabile di porcate, non ci lasciava più un attimo di tregua. Alle 22, come d'accordo con Simone, la sera del secondo appuntamento a tre, decidiamo di gustare un alexander a testa nella hall. Il nome maschile mi attizzava e quindi, senza tanto scorrere nella lista dei cockails, ho scelto per tutti. Simone sorseggiava e mi guardava avidamente, come a supplicarmi di salire in camera, perchè il cazzo gli aveva rigonfiato a dismisura i pantaloni in lino beige. Mio marito, invece, incrocia lo sguardo interrogativo dei due anziani vicini di stanza e per smorzare sul nascere ogni curiosità decide di andarli a salutare, invitandoli al tavolo per bere insieme a noi. A quel punto lo sguardo complice di Simone mi suggerisce una contromossa vincente. "Roberto, io vado in camera, sono molto stanca - dico a mio marito, lanciando occhiate a Simone-; ci vediamo tutti domani a colazione. Potremmo organizzare una escursione in pedalò tutti insieme attorno al lago. Buonanotte." Simone si congeda, fingendo di allontanarsi, ma girato l'angolo, si fionda lungo la scala, mentre io salgo da sola in ascensore. Il tempo di aprire e richiudere la porta alle nostre spalle, che l'attesa spasmodica di un giorno intero si tramuta in un incalzare di voglia e di passione elevate all'ennesima potenza. Ci spogliamo a vicenda, leccandoci, annusandoci, cacciandoci reciprocamente la lingua sul collo, in bocca, e poi su, nelle orecchie, sulle tempie, poi di nuovo giù. Simone mi solleva trattenendomi con i glutei e le gambe aperte, intrecciate dietro alla sua schiena. Si siede su una robusta sedia di legno massello, adagiandomi sulla sua spada ben tesa. Il respiro si fa via via più affannoso, ansimante e in un moto sussultorio incessante, ci dimeniamo in una lotta corpo a corpo a tensione altissima. Un giro di chiave, quella vera, nella toppa della porta, ci blocca per un istante, ma poi decidiamo di proseguire, mentre Roberto, affacciandosi sull'uscio, sbotta, protestando perchè non lo abbiamo aspettato. Sparisce in bagno e dopo pochi minuti ricompare scultoreo, come un bronzo di Riace, pieno di vigore. Mi afferra i capelli, ruotando la mia testa, offrendomi un gelato bollente tra le fauci. Simone, esausto, si scosta di qualche millimetro, per concedersi una sborrata nel mio secondo orifizio, mentre Roberto, con un sorriso maliardo sotto i baffi, svuota nella mia bocca tutta la sborra trattenuta in corpo per un giorno intero. A me resta l'appetito, ma i miei due stalloni avevano evidentemente pianificato tutto. Mi prendono sotto braccio e mi accompagnano al centro del letto. Da lì, uno su un lato e uno sull'altro, cominciano a massaggiarmi nell'interno delle cosce, sui glutei, disegnando cerchi concentrici attorno ai capezzoli turgidi come due spilli. Mio marito, senza dire una parola, si dirige verso sud, leccandomi e ripetendomi di tanto in tanto, "che moglie troia che sei. Questo è solo l'inizio. Sei porca e tutti devono saperlo e sentirti mugulare, mentre mi supplichi di penetrarti fino in fondo all'utero." Simone, riprende fiato e vigore osservando la scena degna di un porno e mi ficca in bocca il suo cazzo ormai pronto ad intraprendere una nuova avventura hard. Inizio a sudare, ebbra ed eccitata come non mai. Roberto, per creare suspense, si ferma, per farmi girare sulle ginocchia, infilando da tergo il suo cazzo bollente nella mia figa vicina all'esplosione. Da quella posizione il trio si ricompone con la verga dura di Simone che si fa un varco nella mia bocca, arrivando quasi in fondo al palato. E' mio marito a dettare il ritmo e in quella posizione a pecora vado in estasi, cacciando un urlo liberatorio di piacere dopo qualche minuto. Mio marito cambia orifizio e si fa strada rapidamente nel mio lato B. Simone, infoiato come non mai, mi chiede di leccargli anche le palle e di muovere su e giù la lingua lungo l'asta durissima. "Sto per sborrare, non resisto, sì, sì, sì - è lo sfogo di Simone -," mentre Roberto afferra una banana recuperata nella hall dell'hotel, infilandomela in mezzo alle piccole labbra, continuando a sfondarmi da tergo. Raggiungiamo un orgasmo violentissimo e quasi simultaneo. La notte è appena cominciata e ci accorgiamo che dalla tenda del balcone, mossa dal vento, un gruppo di tedesche ci stava guardando in silenzio completo. Con un dito faccio loro notare che possono accomodarsi. In due rispondono all'appello, precipitandosi a suonare il campanello alla nostra porta. Ma dopo una sborrata così intensa, è consigliabile rinviare l'approccio con le due nuove inquiline, a domani. Giuro che ve lo racconterò! Sono ricordi recenti, rimasti scolpiti nella mia mente e nella mia pelle, scatenandomi continuamente, rinnovata voglia e nuove fantasticherie. A presto! Vogliosa&Insaziabile
scritto il
2022-08-13
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