Segretaria sottomessa - 5

di
genere
dominazione

Sono passati alcuni giorni dalla scopata con Enrico.
Da quella volta, ogni volta che passa da me mi guarda le tette e mi fa un occhiolino. Lontano dagli sguardi, mi palpa il sedere o le tette. “Ti tengo in caldo lurida Troia” mi sussurra sempre.
Io ormai non lo nascondo più a me stessa. Mi eccita. Essere trattata da troia mi eccita tantissimo. Quindi quando fa così mi bagno.

“Sono felice che stai accettando la tua natura da troia” mi dice Antonio un pomeriggio dopo avermi sborrato sul viso.
“Ti vedo che ti ecciti”
“Si signore”
“Ora come sta la tua fighetta, fammela vedere”

Apro le gambe e si alza la gonna. La mia figa è sempre, come ogni volta che gli faccio un pompino, un lago.
Antonio si gode questa visione.

“Toccati” mi ordina

Non vedevo l’ora, inizio subito a toccarmi. Mi sfrego la clitoride e mi ficco due dita dentro.

“La troia ha fame eh “ mi schernisce Antonio.

“Si” ansimo

Il padrone tira fuori il telefono e inizia a riprendermi. “Non smettere”. Allora non smetto.
Si avvicina alla mia figa, per riprendere le dita che entrano ed escono.
“Fammi sentire quanto sei eccitata”
Io allora mostro quanto è bagnata la mia figa, faccio sentire il rumore dei miei umori che escono in abbondanza.
Mi porto la mano alla bocca e lecco con gusto, guardando il cellulare che mi sta riprendendo. Ho la faccia ancora sporca della sua sborra.
Antonio intanto mi slaccia la camicia, e fa uscire le mie tette. Mi strizza i capezzoli e mi fa gemere di piacere.

“Vorresti un cazzo per raggiungere l’orgasmo vero?”

“Si signore lo vorrei”

“Non c’è un cazzo per te. Usa questa.”
Mi allunga una bottiglia di whiskey, una di quelle che tiene nel suo carrello bar.
“Impalati su questa bottiglia troia che non sei altro”

Come sempre ubbidisco, non posso e non voglio fare altrimenti. Mi rannicchio sulla bottiglia e piano piano la faccio entrare nella figa. L’inizio va bene, inserisco il collo tutto dentro. Ma poi si apre sempre più. Mi fa male ma il padrone asserisce “non fermarti, cerca di metterla dentro. Fatti aprire la figa”
Mi sfrego la clitoride, sono un bagnatissima, questo mi aiuta.
Inizio ad andare su e giù, dentro e fuori, mentre continuò a toccarmi come una pazza infoiata.
La sento la bottiglia, è fredda e dura e mi colpisce da dentro ad ogni mio movimento.
“Continua” mi ordina Antonio
“Si signore” ansimo
Mentre il suo telefono continua a riprendermi, la bottiglia va sempre più giù. La mia figa si apre sempre di più. Mi ritrovo a godere tantissimo di questa situazione. Il padrone è contento, lo vedo da come mi guarda.
“Brava troia”
Su e giù, dentro e fuori, mentre continuò a toccarmi.
“Posso venire signore?”
Lui ride
“Ridillo” dice avvicinando la camera del telefono al mio viso
“Posso venire signore?” Dico guardando dritto in camera
“No Troia, ma non smettere”
Il suo no mi fa disperare ma mi ha detto di non smettere e quindi non smetto.
La mia figa è un fuoco, le gambe mi fanno male perché la posizione è scomoda, sto impazzendo.
“Fermati”
Obbedisco. Mi fermo con la bottiglia piantata nella figa.
Lui si avvicina alla scrivania, prende una penna e me la passa.
“Bagnala coi tuoi umori e infilatela nel culo”
Non mi aveva mai chiesto nulla rispetto al mio culo, quindi la cosa mi lascia interdetta.
“Sei sorda? Ho detto di metterla nel culo”
La prendo, la bagno con gli umori di cui la mia mano è bagnata e la avvicino al buchetto. Piano piano la faccio entrare. Non ho mai preso un cazzo in culo, ma non era del tutto vergine. La spingo fino a metà, poco più.
“Brava troia”. Me ne passa un’altra “infila anche questa”
Obbedisco e nel giro di poco sono due le biro nel mio culo.
Me ne passa una terza. Inizio a provare fastidio con la seconda, ho paura. Il padrone lo capisce.
“Fallo o non vedrai più il mio cazzo”
Quell’idea mi spaventa ancora di più, cosi la bagno per bene e infilo anche la terza.
“Bravissima Valentina”
Il padrone è contento, continua a riprendermi con telefono. “Sdraiati a pancia in su, non togliere nulla dalla figa e dal culo”
Eseguo. Ora sono supina, inerme, con i miei buchi pieni.
“Continua a masturbarti con la bottiglia”
Riprendo. Fuori e dentro fuori e dentro. Il fastidio al culo scompare, la bottiglia da dentro colpisce le penne e inizio a provare un godimento unico. Mi tocco mente continuò a infilare la bottiglia dentro e fuori. I miei occhi sono rivoltati, ansimo e godo come una cagna.
“Ora puoi venire puttana”
Esplodo in un orgasmo prorompente, ho quasi degli spasmi. Urlo di godimento, mi sento il corpo in fiamme.
Mi fermo immobile a terra. La bottiglia è piena dei miei umori, che hanno bagnato anche il pavimento.
Il padrone smette di riprendere. Si avvicina a me e mi toglie le penne dal culo e la bottiglia dalla figa.
“Sei uno spettacolo troietta” mi dice “ora vatti a mettere a posto”
Mi alzo e vado in bagno a ricompormi. Esco vestita e completamente senza forze.

“Questo video troia lo conservo” dice il padrone. “Lo sai che posso farne quello che voglio? Per ora me lo tengo, ma bada che se per caso un giorno mi disubbidisci posso usarlo”
Si avvicina e mi stringe la faccia nella sua mano “lo sai che sono io il tuo padrone. Non devi farti fottere da nessuno senza che sia io a dirtelo. È chiaro puttana?”
“Si signore è molto chiaro”
“Quindi non mi importa quanto sei eccitata e quanta voglia di cazzo hai, non devi scopare nessuno se non te lo dico io. Tu sei mia. Sei per il mio piacere e io faccio di te quello che voglio, cagna.”
Mi lecca la faccia e io rabbrividisco
“Lo so che ti bagni quando Enrico ti tocca. Ti ecciti perché lui, come me, ha capito quanto sei Troia e vuole usarti per sborrare e a te piace essere usata per sborrare.
Ti è piaciuto quando ti ha scopata? Rispondimi.”
“Si signore ho goduto molto” dico con un fil di voce. La sua mano mi stringe ancora il viso. L’altra si fa strada sotto la gonna e mi stringe il le natiche. Poi con un dito si allunga verso la figa ancora calda e inizia ad accarezzarla. Non posso trattenere un sospiro al tocco con la sua mano.
Continua ad accarezzarmela e io mi bagno di nuovo.
“Cosa ti è piaciuto di più? Devi essere sincera.”
Il suo dito si ferma sulla clitoride e inizia a sfregarla veloce. Mi eccita moltissimo e non riesco a pensare lucidamente. Inizio ad ansimare e la sua mano mi stringe di più il viso.
“Dimmelo, cosa ti è piaciuto?”
Aumenta il ritmo sempre di più e le gambe mi tremano. Inizio a ripensare a quando Enrico mi ha scopata famelico proprio in quell’ufficio. Cosa mi aveva eccitato? Essere piena del suo cazzo? La foga con cui mi sbatteva? Come mi insultava mentre mi scopava? Mi bagno sempre di più, ripensando a quanto ho goduto quel pomeriggio.
“Rispondimi troia”
Non so cosa rispondere, perché direi che tutto mi eccitava. Il modo in cui ero stata trattata, da troia, da premio. Godevo dell’idea di poter soddisfare quel maiale di Enrico. Ripenso anche a quando mi ha fermata in metro e mi ha detto che avrebbe usato la mia foto per segarsi. Sognavo ad occhi aperti lui che guardando la mia foto nuda, inerme, con la figa piena del suo seme e il culo arrossato per gli schiaffi, si sega e viene pensando a me.
Il padrone continua a torturarmi la clitoride. Mi bagno sempre di più. Mi rendo conto che solo pochi minuti prima ho avuto un orgasmo devastante e ora sono di nuovo fradicia. Sento che i miei umori colano sulla sua mano.
“Signore, la cosa che mi ha fatto più godere è stata essere trattata come una troia. Vorrei poterla sempre soddisfare, ubbidendo ai suoi ordini” riesco ad ansimare mentre mi tocca.
Lui ride e aumenta il ritmo ancora di più.
“Che brava cagna che sei. Devota al tuo padrone”
Aumenta e io vorrei venire ancora. Ma non faccio in tempo a chiederglielo che lui si stacca, sia dalla mia figa che dal mio viso.
“Tra poco andrò nell’ufficio di Enrico. Tu aspetta qualche minuto, poi entra anche tu. Ora torna alla tua scrivania troia. Non osare andare a pulirti la figa. Deve rimanere così.”
Io sono sconquassata, la mia figa brucia di voglia. Ma ovviamente ubbidisco.
Torno alla mia scrivania e mi siedo. La figa è così bagnata che creo una chiazza sulla gonna. Così mi rovescio “senza volere” dell’acqua addosso, per giustificare la macchia di umido.

Poco dopo vedo Antonio uscire dal suo ufficio ed entrare in quello di Enrico.
Sospiro. Aspetto qualche minuto. Ed entro anche io
scritto il
2022-08-16
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