Diario di una fragolina I
di
Pisellina
genere
prime esperienze
La prima volta in cui feci i pensierini accadde d'estate, subito dopo la doccia. Ripenso spesso a quel momento in cui asciugandomi vicino alla grande finestra del bagno vidi i vicini distesi nel loro giardino qualche metro più sotto. i miei genitori si erano trasferiti in quella zona di periferia proprio per i giardini, un pezzo d'erba attaccato alla casa che desse un attimo di respiro dal soffocante cemento della zona industriale (dalla quale erano fuggiti)... e fu proprio grazie ad uno di quei giardini che vidi per la prima volta le nudità di un uomo e di una donna diversi dai miei genitori. Si chiamavano Tania e Lorenzo, ma per tutti erano Tata e Lori, distesi ciascuno sul proprio lettino a prendere il sole. Tata aveva il seno scoperto e una specie di lenzuolino minuscolo appoggiato all'altezza del pube, così era anche per lui, con il torace nudo ed il pene coperto, ma nel caso di Lori il panno era leggermente scivolato e si intravedeva qualcosa. Fui immediatamente colto da una curiosità morbosa, incantato da quei seni prosperosi, dai grandi capezzoli marroni, dalla linea dei fianchi... ma allo stesso tempo anche dai pettorali e dai bicipiti di lui, da quello scorcio approssimato di pene e testicoli che vedevo spuntare dal panno semiscivolato. Ancora nudo, spostai lo sgabello vicino alla finestra, mi coprii (chissà perché) il pube con l'accappatoio e feci scorrere le dita sotto, per tastare il pisellino. Non era vera e propria masturbazione ancora, più che altro un intenso sfregamento, un'azione assolutamente istintiva suscitata dalla vista di Tata e Lori. Sentivo un impulso forte ai piccoli testicoli, un pizzicorio ai capezzoli, mentre le labbra erano dischiuse e sbavanti, fisso e inebetito su quella vista portentosa. La voce dei miei genitori, dal salotto, mi strapparono violentemente dai pensierini che ora affollavano la mia mente: levai subito la mano, mi alzai di scatto in piedi, rimasi ancora a guardare ma la seconda chiamata di mia madre recise anche quell'ultima fissa, costringendomi a deviare del tutto l'attenzione per vestirmi.
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