Miriam

di
genere
etero

Lavorando in due ed avendo figli piccoli ci trovavamo nella situazione di assumere una babysitter. Ci era stata consigliata da amici una ragazza, appena diplomata ma con assoluto bisogno di lavorare, in quanto viveva con la madre separata. Miriam aveva 19 anni, una massa di capelli ricci un bel corpo simpatica e sempre sorridente. A causa dei miei orari la vedevo poco, in quelle poche volte scherzavo dicendogli se al mattino per pettinarsi usasse le bombette, lei sorrideva divertita. Quell’anno dopo tanto tempo mi era venuto il desiderio di andare al mare in Calabria, la mia terra di origine, mia moglie non era dello stesso parere, visto che la casa dei miei genitori, ormai deceduti, era in un paesino interno a una decina di chilometri dal mare. Avevamo risolto il problema trovando, tramite interessamento di amici, un appartamento proprio fronte mare, per il viaggio avevamo optato treno+auto, molto comodo.
Quando mancava un mesetto alla partenza, mia moglie mi aveva fatto una proposta, visto che sapeva che Miriam per problemi economici E dato che era stata molto brava, mi chiedeva di proporgli di prorogare anche per le ferie e venire al mare insieme a noi. In questo modo anche noi avremmo avuto la possibilità di uscire qualche sera senza il problema dei bambini. Miriam ne era stata entusiasta soprattutto quando gli avevamo detto che oltre alla vacanza gli avremmo retribuito anche il periodo. Il viaggio come previsto era andato nel migliore dei modi, da casa dei miei genitori aveva preso alcune cose che mancavano. L’appartamento era proprio sullo stretto, dal balcone vedevamo la Sicilia, ci bastava attraversare la strada e trovarci in spiaggia, dal lato opposto c’era il corso principale, come posizione era ottima.
La vacanza procedeva nel migliore dei modi, il mare era stupendo, il cibo genuino, il pesce fresco. La mattina la passavano in spiaggia, dopo pranzo facevamo siesta, i bambini di solito dormivano quasi 3 ore. La sera dopo cena uscivamo a prendere il gelato e fare passeggiata ma rientravamo presto, mia moglie era intransigente e max alle 23 i bambini dovevano essere a letto. La prima settimana eravamo usciti 2 volte soli a cena, era stata la seconda volta che mia moglie parlando di Miriam mi avevo detto.
- Potresti portarla una volta fuori a fargli vedere qualche posto. Io gli ho detto che se voleva il pomeriggio o la sera, quando i bambini dormivano, poteva uscire e fare un giro. Ma non conoscendo nessuno non gli andava di uscire da sola.
- Ricordi quella bellissima discoteca all’aperto a picco sul mare? La porto, li ci saranno giovani.
Due sere dopo avevo detto a Miriam che l’avrei portata a ballare, inizialmente era titubante, ma quando mia moglie aveva insistito dicendo che era stata una sua idea ne era sembrata entusiasta.
Per andare in discoteca avevo fatto la litoranea da dove si godeva uno spettacolo stupendo, durante il tragitto mi ero fermato un paio di volte a fargli vedere delle piccole spiaggette fra gli scogli, erano tremendamente romantiche. La discoteca era in una posizione stupenda, affacciandosi alla balconata si aveva la sensazione di stare attraversando lo stretto su una nave da crociera, sullo sfondo si poteva ammirare Messina tutta illuminata, a guardare bene si potevano notare le luci delle auto in movimento.
Dopo aver bevuto un drink, avevamo ballato per un po’, quando la pista si era affollata, avevo detto a Miriam che io andavo a bere qualcosa, che lei poteva continuare a ballare, aveva voluto seguirmi, e dopo aver preso altro drink, eravamo andati a sederci su dei divanetti vicini alla balconata ma lontani dalla zona disco. Avevamo iniziato a chiacchierare, scherzando, poi all’improvviso, come se volesse liberarsi da un peso mi aveva rivelato un suo segreto che mi aveva lasciato sconvolto. Suo papà da quando aveva 14 anni trovava sempre la scusa per “toccarla”, inizialmente lei non aveva capito bene la gravità, poi con il passare degli anni evitava il più possibile di restare sola con lui. Dopo la separazione con la madre, lei ogni mese andava a ritirare l’assegno per il suo mantenimento, mese dopo mese i tentativi si erano fatti più pressanti, l’ultima volta aveva deciso di andarci insieme a una amica, ma quando erano arrivate, l’aveva fatta aspettare fuori ed era entrata da sola. Era stato più insistente delle altre volte riuscendo a raggiungere il suo sesso, lei in un attimo di lucidità era riuscita a divincolarsi e scappare, aveva concluso
- Non riesco a capire nemmeno io la situazione. Nonostante sapessi cosa poteva succedere non ho fatto entrare la mia amica. Non ho fatto nulla fino a che non ha iniziato a toccarmi, non riesco a capire se la mia è attrazione del pericolo o semplice incoscienza.
Finito di raccontarmi la storia era scoppiata in un pianto dirotto. Io ero stranito, non mi sarei mai aspettato da parte sua una confidenza del genere. L’avevo abbracciata cercando di consolarla, ma non potevo fare a meno di sentire il suo seno sodo premere sul mio petto. Mi ero staccato da lei, con un dito gli avevo asciugato una lacrima, poi gli avevo dato un bacio in fronte per consolarla. Tutto era successo all’improvviso, avevo sentito le sue labbra sulle mie e la sua lingua che si faceva strada fino a raggiungere la mia. Mi ero subito staccato da lei ed alzato, ero molto a disagio e non mi era venuto da dire che
- Forse è meglio che rientriamo, abbiamo bevuto qualche drink di troppo. Domani sarà più chiaro.
Miriam non aveva detto più nulla, mi aveva seguito all’auto, a metà percorso aveva appoggiato la sua testa alla mia spalla, non gli avevo detto nulla anche se in quel modo avevo difficoltà a guidare.
Il giorno dopo mi ero reso conto che avevo iniziato ad osservare Miriam in modo diverso, non più la ragazzina con cui scherzare prendendola in giro, ma una donna che pur in uno stato d’animo particolare mi aveva baciato, anche se avevamo quasi 20 anni di differenza adesso non mi era indifferente. Guardavo il suo corpo e mi rendevo conto che era una donna fatta, senza accorgermene mi ero ritrovato così eccitato che avevo dovuto tuffarmi in acqua per porre fine alla mia erezione. Mi ero accorto che anche lei mi scrutava di nascosto e nelle occasioni in cui i nostri sguardi si erano incrociati mi aveva sorriso in modo enigmatico. Quella sera lei era rimasta a casa e noi eravamo usciti a cena, e non ci avevo pensato.
È proprio vero che quando pensi di avere sotto controllo le situazioni prendono altre direzioni. Mentre eravamo in spiaggia una grossa nave da crociera attraversava lo stretto, Miriam aveva detto
- Io non sono mai salita su una nave, solo una volta in pedalò quando ero piccola..
- Potresti portarla fino a Messina, le Navi traghetto sono abbastanza grandi. Tanto in 20 minuti si fa la traversata, ma almeno farà esperienza su nave e potrà anche dire di essere stata in Sicilia.
La sera dopo cena eravamo partiti, era uscita informale Miriam aveva un paio di pantaloncini ed una maglietta, si notava che non portava reggiseno, anche io avevo pantaloncini e camicia. Eravamo arrivati all’ultimo minuto il traghetto stava per partire, una volta saliti avevo preso la scaletta per andare sul ponte, mentre salivamo da uno di 3/4 uomini fermi in fondo c’era stato un commento volgare in dialetto, mi ero girato a guardarli in modo minaccioso, Miriam una volta arrivati al bar mi aveva chiesto
- Cosa hanno detto da farti girare così incazzato?
- Hanno commentato che con pantaloncini larghi ti si vedevano mutande.
- Vedono tutti giorni donne in costume e si scandalizzano per mutande? Vorrà dire che li tolgo.
- Ah ecco così hai trovato soluzione a problema. Sarà uno spettacolo più piacevole.
Aveva fatto una risata senza aggiungere altro. La traversata era durata poco, a Messina l’avevo portata verso la zona centrale, ci eravamo seduti a un bar per fargli assaggiare l’arancina ed avevamo bevuto una birra, prima di andare via era andata in bagno. La traghetto ormeggiata era in attesa dell’arrivo del treno, volevo portarla su a fargli vedere come imbarcavano i treni. Lei aveva iniziato a salire per prima io ero dietro alzando gli occhi, mi ero reso conto perché l’uomo di prima aveva commentato, i pantaloncini ampi lasciavano vedere tutto, ma la cosa che mi aveva sconvolto era che adesso non aveva le mutande
- Ma lo hai fatto davvero di togliere le mutande? Credevo scherzassi
- Certo così non si vedono più. Tu li vedi?
Arrivati al 1 ponte gli avevo detto di proseguire, saremmo andati al ponte superiore. A metà scala si era fermata ed appoggiandosi a me faceva finta di spingermi, il cazzo mi era venuto subito duro, impossibile che non se ne fosse accorta, lo faceva apposta per eccitarmi. Ormai avevo deciso, sarei stato al gioco. Il ponte superiore è pieno di scialuppe di salvataggio e di salvagenti con qualche panchina, visto l’orario e visto che ancora il treno non era caricato non c’era nessuno e probabilmente nessuno sarebbe sceso dal treno, visto il lungo viaggio preferivano dormire. Miriam si era appoggiata alla balaustra nello spazio fra due scialuppe, non c’era spazio per due, gli ero andato dietro, per sporgermi avevo dovuto appoggiarmi
- Che ne dici non è uno spettacolo stupendo a guardarlo da qui?
- Mhmh davvero bellissimo guardarlo ma ancora più bello sentirlo
Dicendo così aveva girato il volto sorridendomi. A quel punto non ero più riuscito a controllarmi, avevo allungato le mani afferrando i suoi seni ed avevo spinto il bacino per fargli sentire il cazzo duro, poi avevo iniziato a baciarla sul collo. Aveva iniziato a gemere e strusciare il culo, io avevo infilato le mani sotto la maglietta ed afferrato i seni. Erano durissime e suoi capezzoli erano eretti. Aveva allungato la mano e infilata dentro i pantaloncini aveva afferrato il mio cazzo ed aveva iniziato a strusciarlo sulla figa
- Dai mettilo dentro, ho voglia di sentirlo. Scopami.
Si era inarcata, era bastato spostare i pantaloncini e gli ero entrato subito dentro. Era già bagnatissima, forse lo aspettava da tanto, mentre la pompavo con una mano avevo raggiunto il clitoride ed adesso glielo accarezzavo. Non c’era voluto molto, si era aggrappata con le mani alla balaustra, e piegandosi di più aveva potuto sentire il mio cazzo tutto dentro, aveva goduto gemendo. Mi ero staccato da lei ed aiutandomi con la mano avevo sborrato anche io sul pavimento della nave.
- Potevi venirmi dentro, era sicuro, prendo la pillola. Ok la prossima volta.
Ci eravamo seduti su una panchina ed avevamo iniziato a baciarci lo avevamo fatto fino a che non avevamo sentito il rumore ed il movimento della nave causato dal carico del treno. L’avevo fatta sporgere alla balaustra per osservare la manovra. Il mio cazzo appoggiato al culo e le mani sulle tette.
- A me basta quello che ho visto non mi interessa. Mi piacerebbe mi scopassi di nuovo.
Avevamo girato a cercare un posto più comodo ma non c’era nulla solo panchine. L’avevo fatta sdraiare ed avevo iniziato a leccargli la figa, gemeva di piacere, mi chiedeva di scoparla ma l’avevo leccata fino a che mi era venuta in bocca, ma non mi ero fermato ed avevo continuato. Andargli sopra mentre era sdraiata sulla panchina non era semplice, allora mi ero seduto e l’avevo fatta venire a cavalcioni. Lo aveva tutto dentro adesso. Avevamo sentito la nave partire ma sapevamo che avevamo ancora tempo. Mi cavalcava e continuava a baciarmi, ormai aveva goduto parecchie volte
- Sto per sborrare vuoi che ti vengo dentro? Poi come ti pulisci?
- Vai a pensare a come mi pulisco? Fammi sentire come vieni, sborrami dentro.
Quando gli avevo sborrato dentro aveva goduto anche lei, dopo avermi baciato a lungo, si era staccata e mi aveva subito preso il cazzo in bocca, lo aveva leccato e succhiato per ripulirlo. Poi dalla tasca dei pantaloncini aveva tirato fuori le mutande e si era ripulita.
- Visto che le mutande sono servite? Al massimo mentre scendiamo scale qualcuno osserva.
Nonostante la giovane età e la mia paura che potesse tradirsi era stata bravissima tanto da farmi dire, dopo un paio di giorni, da mia moglie, di portarla a vedere le classiche feste di paese del meridione, con concerto di cantante di grido e fuochi di mezzanotte. Il giorno della festa il pomeriggio io ero sceso a mare più tardi, dopo che loro erano andate, avevo messo in una borsa 2 teli da mare e li avevo messi in auto. In un momento che eravamo soli avevo detto a Miriam di indossare un vestitino semplice.
Eravamo partiti subito dopo cena con la scusa di prendere posti per concerto. Ma non era mia intenzione di ascoltare il concerto, i fuochi d’artificio li avremmo visti ugualmente. Eravamo arrivati al paese, eravamo subito andati alle bancarelle, avevo preso dei giochi per i bambini poi dolci caratteristici a volontà e di tutti i tipi, poi eravamo tornati alla macchina a fare percorso inverso.
- Però io voglio sapere una cosa. Hai scopato con me perché così esorcizzi ricordo tuo padre?
- Mi sono fatto anche io questa domanda e ti dico no. Tu mi piaci, non importa l’età. Come e quanto mi hai fatto godere tu non è mai successo con nessun ragazzo. E quando mi hai scopato mio padre non mi ha sfiorato nemmeno la mente, pensavo solo al piacere che mi facevi provare.
Quando avevo parcheggiato sulla litoranea, e dalla macchina avevo preso la borsa con i teli da mare, lei aveva capito, aveva sorriso compiaciuta. Eravamo scesi alla spiaggetta, era buio ma anche se non lo fosse stato c’era un punto fra gli scogli che anche se qualcuno dalla strada avesse guardato non ci avrebbe potuto vedere. Avevo steso i teli ed iniziato a spogliarmi, Miriam in un attimo aveva sfilato il vestito e le mutande e poi si era stesa sul telo, io gli avevo chiesto
- Non vuoi fare il bagno nuda? L’acqua è bella calda.
- Prima se ti va vorrei fare una scopata comoda poi abbiamo tempo per il bagno. Sai cosa mi piacerebbe molto? Che mi vieni in bocca, vorrei sentire il tuo sapore.
- A me sai cosa mi piacerebbe molto? Mettertelo nel culo. Lo hai già preso?
- Si. L’ho preso un paio di volte. Non mi è piaciuto tanto ma se vuoi puoi incularmi.
Le sue richieste e le sue risposte, mi avevano meravigliato, non era la ragazzina inesperta che avevo immaginato, mi dava l’idea di una gran porcona molto esperta per la sua età. Aveva iniziato a succhiarmelo era molto brava, esperta e ci sapeva fare. Quando avevo provato a metterglielo in figa mi aveva fermato, si era messa a 69, era chiaro che voleva che gli sborrassi in bocca. Mentre gli leccavo la figa, per fargli ricordare anche il mio desiderio, gli avevo leccato anche il buco del culo, sembrava gli piacesse parecchio, poi gli avevo infilato dentro prima un dito e dopo due, muovendoli come se la scopassi. L’avevo accontentata, e quando l’avevo sentita godere gli avevo sborrato in bocca. Aveva continuato a succhiare ingoiando tutto ma facendomi provare un forte piacere quasi da non resistere.
- Sei bravissima a succhiare, mi hai fatto godere tanto.
- Ho fatto esperienza. Ho iniziato a 14 anni, a scuola con i compagni, per sicurezza facevamo solo pompino. Poi a 16 anni ho iniziato a prendere pillola e potevo scopare tranquillamente. Comunque il tuo sapore mi piace molto, spero mi farai berlo ancora.
- Hai avuto tanti ragazzi con cui hai scopato?
- Ho avuto 4 ragazzi ma ho scopato anche con altri in totale una decina. Ma non erano bravi.
La mia Impressione era esatta, mi trovavo davanti una troietta amante del cazzo, ed aveva anche un corpo fantastico. Avevamo continuato ad accarezzarci, poi l’avevo invitata a fare il bagno. Lei non sapeva nuotare, eravamo rimasti a riva, a baciarci e toccarci, nonostante fossimo in acqua il cazzo era duro
- Non lo ho mai fatto in acqua. Mi piacerebbe se mi scopassi qui.
L’avevo fatta stendere sulla sabbia, il mare era caldo, l’onda ogni volta che arrivava ci copriva fino in vita. Aveva incrociato le gambe dietro la mia schiena, io ero rimasto immobile dentro di lei, era l’onda ogni volta che arrivava, che dava la spinta. Aveva una figa che mi faceva impazzire. Aveva goduto così, poi si era girata a pecorina, avevo iniziato a pomparla e quando la sua eccitazione era aumentata aveva detto:
- Se vuoi provare a mettermelo nel culo puoi farlo.
Non lo avevo fatto, mi ero staccato ed avevo iniziato a leccargli il buco del culo mentre gli avevo infilato 2 dita in figa, continuava a gemere di piacere poi mi aveva chiesto di nuovo di incularla. L’avevo alzata portata in acqua e fatta appoggiare ad uno scoglio. L’acqua ci copriva fino in vita, il cazzo gli era entrato nel culo con facilità, lo aveva tutto dentro, continuavo a toccargli il clitoride, volevo farla godere dal culo
- Dai forza sbattimi sto per godere. Che bello spingi ti prego sborrami nel culo.
Avevo aumentato le spinte e quando mi aveva detto che godeva gli avevo sborrato nel culo. Ero rimasto dentro fino a quando il cazzo non si era ammosciato. Ci eravamo lavati e poi sdraiati sui teli.
- Mamma mia mi hai fatto godere. E stato bellissimo. Nessuno mai mi aveva leccato il culo.
Eravamo rimasti a lungo sdraiati ad aspettare i fuochi d’artificio, ma li avevamo visto solo in parte, quando erano iniziati la stavo scopando di nuovo, stavolta gli avevo sborrato in figa.
Nei giorni che seguirono non c’era stata occasione per poter scopare, ormai avevo perso le speranze, anche se al ritorno ci sarebbe stata possibilità di vedersi. 2 giorni prima della partenza, facevamo programmi per il rientro, quando avevo detto che il giorno dopo sarei dovuto andare a casa dei miei a portare la roba che avevamo preso, era stata mia moglie a creare l’occasione. Aveva chiesto a Miriam il favore di accompagnarmi e la pregava di dare una pulita alla casa, lei quel pomeriggio avrebbe fatto valigie mentre bambini dormivano, Miriam aveva accettato subito, sapeva che era una bella occasione.
Il giorno dopo appena arrivati a casa dei miei genitori e scaricata la roba Miriam mi aveva detto
- Oggi possiamo scopare tranquillamente in un letto comodo.
- Ma tu pensi sempre a scopare? Non sei mai sazia?
- Con mio ragazzo, riesco a godere, solo se mi tocca a lungo. Con te, appena me lo metti dentro mi eccito da morire e poi godo un sacco di volte. Quando saremo a casa ti va di uscire qualche volta insieme? Non pretendo nulla, ma se mi vuoi quando sei libero basta chiamarmi.
- Scusa ma non hai ragazzo? Cosa gli dirai? E se ti scopre?
- Ragazzo non è una cosa seria, beh se mi scopre gli dico verità, che tu mi fai godere.
Al comodo del letto Avevamo scopato a lungo ed in tutte le posizioni. Non si stancava mai, non faceva pause, se mi rilassavo mi prendeva subito il cazzo in bocca e riusciva a farmelo venire duro. Io controllavo spesso orologio non volevo fare tardi e destare sospetti. L’avevo fatta mettere seduta al bordo del letto gli avevo fatto mettere le gambe sulle mie spalle ed adesso leccavo la sua figa. Quando glielo avevo messo dentro in quella posizione lo aveva sentito tutto dentro, aveva goduto ma io mi trattenevo, c’era tempo ed ancora volevo godermela, avevo iniziato a leccargli di nuovo la figa poi l’avevo sentita dire
- Leccami il culo mi piace tanto. Leccamelo e poi me lo metti dentro.
Avevo iniziato a leccarglielo e lei a gemere, poi facendogli alzare di più le gambe, glielo avevo messo in culo poi mi ero piegato sopra di lei ed avevo iniziato a baciarla.
- Mhmh bella questa posizione, mi stai inculando ma possiamo baciarci. Non l’avevo mai fatto, ma così non credo che riuscirò a godere se non mi tocchi.
- Io in questa posizione non ci arrivo. Toccati tu infila mano.
Aveva iniziato a toccarsi, e piano piano iniziava a gemere sempre di più.
- È bello così ma non voglio godere subito. Mi piace sentire il tuo cazzo nel culo
- Nemmeno io voglio godere subito. Hai un culo favoloso e mi piace starti dentro.
- Si è molto bello, ma quando vieni mi sborri in bocca? Mi piace un sacco.
- Ti farò tutto quello che vuoi. Mi hai sorpreso, non credevo che eri così troia.
- M piace esserlo con te. Sei molto delicato e vorrei essere la tua troia, farò tutto quello che chiedi.
- Davvero farai tutto? A me piacerebbe provare cose molto spinte.
- Se mi farai godere così, farò tutto quello che vuoi. Voglio essere la tua troia. Ma ora pompami mi hai fatto eccitare, dai che mi farai godere di nuovo dal culo.
Aveva goduto di nuovo, gli avevo sfilato il cazzo dal culo e glielo avevo messo in figa, avrei voluto non finisse mai. La sua figa era calda e molto accogliente ma poi anche per me arrivato momento
- Ecco, sto per sborrare, prendilo in bocca succhia tutto ingoia… dai così troia.
Gli avevo sborrato in bocca e lei aveva ingoiato tutto. Eravamo rimasti accasciati per un po’ , poi purtroppo era ora di andare. A malincuore eravamo ripartiti e rientrati, purtroppo la vacanza era finita.
Durante il viaggio in treno io uscivo spesso in corridoio a fumare. A notte fonda mentre ero fuori mentre tutti dormivano, Miriam era uscita. Non mi ero fatto scappare occasione l’avevo portata nel bagno per una scopata veloce, lo aveva voluto in figa ma io volevo voluto metterglielo anche nel culo e poi per farla contenta gli avevo sborrato in bocca.
Arrivati a casa ci eravamo salutati, fra noi c’era stato sguardo d’intesa quando era andata via, mia moglie dispiaciuta aveva detto
- Peccato che i bambini vanno a scuola, avrei tenuto ancora Miriam era molto brava
- Hai ragione, era bravissima. Basta stare in contatto. Anno prossimo in vacanza farebbe comodo.
- Hai ragione, in vacanza fa molto comodo, ci da la possibilità di uscire.
La prospettiva era ottima, intanto io pensavo a come liberarmi un weekend e farlo con lei.

di
scritto il
2022-09-04
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