Patty porca 03
di
Pattymilf
genere
incesti
Erano le sei quando arrivai a casa sua. Suonai e mi venne ad aprire; era vestita come l’avevo lasciata. L’ingresso dava direttamente in soggiorno. Vi era una zona pranzo e una zona living con divano a tre posti e due poltrone. Una porta conduceva alla cucina, un'altra in un corridoio che conduceva alla ona notte e ai bagni. Entrai e le restituii il sacchetto con la sua biancheria.
-Sei ancora senza?-
-Vuoi controllare?-
-Certo che sì-
Mi prese le mani e se le appoggiò sul seno; lo strinsi per bene, gustandomelo senza fretta; la scollatura era ampia, le tirai giù il vestito scoprendole le tettone. Le presi i capezzoli fra le dita giocandoci, stringendoli, tirandoli. Gemeva appena. Li baciai e li succhiai, mordicchiandoli.
La tormentai per un bel po’.
-Ora controllerei il resto-
La spinsi verso il tavolo del soggiorno, la feci girare
-Appoggia i gomiti, voglio vederti bene-
Il vestitino la copriva appena; glielo sollevai: era stata di parola; il suo culo nudo era di fronte a me. Non doveva usare dei costumi molto castigati, perché la sua abbronzatura era molto estesa.
Le misi le mani sui fianchi, scendendo piano piano fino a riempirmele con le sue belle chiappone sode. Le divaricai esponendo il suo, diciamo, buchino.
-Hai proprio un bel culo zia Patty, ho voglia di strapazzarlo un po’, fuori e dentro; prima però vorrei provare la tua bocca. Girati e spogliati-
Rimase completamente nuda di fronte a me, i capezzoli erano ancora eretti ed invitanti. Avvicinò il suo viso al mio, per baciarmi.
-Intendevo un’altra cosa zia- le dissi mettendole le mani sulle spalle, spingendola verso il basso –ed usa solo la bocca-
Era inginocchiata di fronte a me, mi aprì la cintura dei pantaloni, li sbottonò e tirò giù la cerniera, me li abbassò fino alle caviglie, fece lo stesso con i boxer. Il mio cazzo era barzotto. Cominciò a leccarlo, dalla base alla punta, passava a lingua intorno alla cappella; mi guardava negli occhi mentre lo faceva. Lo prese tra le labbra. Aveva le mani sulle mie natiche e cominciò a pomparmi; lo ingoiava tutto e mi guardava. Ci strofinava il viso contro; lo leccava ancora e lo ingoiava ancora.
Avevo il cazzo duro e pronto, zia era sta proprio brava. In soggiorno c’era un divano, la feci mettere di traverso su un bracciolo, il culo verso di me, alto e pronto. Tra le cosce nude luccicava la sua figa umida. Entrai senza difficoltà alcuna e iniziai a scoparla lentamente. Risalii con le mani lungo i fianchi, cercai le sue tettone che pendevano libere. La mungevo, come una vacca, una strizzata per parte, energicamente, incurante delle sue proteste. Ad ogni spremuta contraeva la vagina sul mio cazzo. La maiala si bagnava. Proseguii per alcuni minuti.
-Andrea, mi fai male... smettila-
-Ho appena iniziato, sei una vacca, una gran vaccona, ti tratto come meriti-
-E’ tutto il giorno che me le tormentate....-
-Il motivo lo conosci. Dimmelo!-
-Perchè sono una....-
-Coraggio zia-
-VACCA-
-Brava; oggi non ti sei risparmiata; Gros ti conosceva bene; te l’eri già scopato?-
-Si-
-Sei una gran puttana zia- le dissi colpendola con due schiaffi, una sulla tetta destra e uno sulla sinistra
-ANDREAAA!!!!-
-Mi ecciti zia-
Schiaffeggiare quelle tettone libere e sode me lo fece diventare ancora più duro, se possibile. Mi divertii ancora un pochino, poi uscii da lei, ero tutto bagnato dai suoi umori;
-Fammelo vedere bene-
Era una vacca esperta, restò appoggiata con il ventre al bracciolo morbido del divano, mentre con le mani apriva le natiche.
-Ne ho proprio voglia zia Patty-
-Incula la tua cagna Andrea-
-Zia, sei un troione!-
Le ficcai il cazzo nel culo, entrò come nel burro per quanti ne doveva avere presi.
Andrea era proprio infoiato; mi martellava senza misericordia con tutta l’energia della sua giovane età. Non aveva un cazzo particolarmente lungo, ma in compenso era decisamente grosso. Il mio sfintere, seppure molto allenato, ne risentiva. A me è sempre piaciuto prenderlo dietro e godo come in figa, fin da ragazza.
-Zietta, sei una rotta in culo!-
-Sento che ti piace il mio culo rotto-
-E’ tonico- mi arrivò una prima, energica manata, cui ne seguirono parecchie altre.
-Basta… sei matto…mi fai male!-
Cercavo di sfuggire alle sue mani ma ero bloccata contro al divano, il cui lato opposto poggiava su una colonna del soggiorno.
I suoi colpi erano sempre più forti, entrava e usciva facendomi godere. Mi facevano male le tette per quanto erano turgide mentre con una mano me le spremevo tirandomi i capezzoloni duri.
Mi bruciava il culo e mi colava la figa.
-Chiavami, chiavami forte, porco maledetto-
-Zia, puttana, ti riempio, sei uno sborratoio, carne per cazzo!-
Si ero proprio una gran puttana a farmi scopare da mio nipote, cercando il suo cazzone e facendomi riempire tutta.
La sentii venire, muggendo come la vacca che era, riempiendole a mia volta il culo.
-Sei ancora senza?-
-Vuoi controllare?-
-Certo che sì-
Mi prese le mani e se le appoggiò sul seno; lo strinsi per bene, gustandomelo senza fretta; la scollatura era ampia, le tirai giù il vestito scoprendole le tettone. Le presi i capezzoli fra le dita giocandoci, stringendoli, tirandoli. Gemeva appena. Li baciai e li succhiai, mordicchiandoli.
La tormentai per un bel po’.
-Ora controllerei il resto-
La spinsi verso il tavolo del soggiorno, la feci girare
-Appoggia i gomiti, voglio vederti bene-
Il vestitino la copriva appena; glielo sollevai: era stata di parola; il suo culo nudo era di fronte a me. Non doveva usare dei costumi molto castigati, perché la sua abbronzatura era molto estesa.
Le misi le mani sui fianchi, scendendo piano piano fino a riempirmele con le sue belle chiappone sode. Le divaricai esponendo il suo, diciamo, buchino.
-Hai proprio un bel culo zia Patty, ho voglia di strapazzarlo un po’, fuori e dentro; prima però vorrei provare la tua bocca. Girati e spogliati-
Rimase completamente nuda di fronte a me, i capezzoli erano ancora eretti ed invitanti. Avvicinò il suo viso al mio, per baciarmi.
-Intendevo un’altra cosa zia- le dissi mettendole le mani sulle spalle, spingendola verso il basso –ed usa solo la bocca-
Era inginocchiata di fronte a me, mi aprì la cintura dei pantaloni, li sbottonò e tirò giù la cerniera, me li abbassò fino alle caviglie, fece lo stesso con i boxer. Il mio cazzo era barzotto. Cominciò a leccarlo, dalla base alla punta, passava a lingua intorno alla cappella; mi guardava negli occhi mentre lo faceva. Lo prese tra le labbra. Aveva le mani sulle mie natiche e cominciò a pomparmi; lo ingoiava tutto e mi guardava. Ci strofinava il viso contro; lo leccava ancora e lo ingoiava ancora.
Avevo il cazzo duro e pronto, zia era sta proprio brava. In soggiorno c’era un divano, la feci mettere di traverso su un bracciolo, il culo verso di me, alto e pronto. Tra le cosce nude luccicava la sua figa umida. Entrai senza difficoltà alcuna e iniziai a scoparla lentamente. Risalii con le mani lungo i fianchi, cercai le sue tettone che pendevano libere. La mungevo, come una vacca, una strizzata per parte, energicamente, incurante delle sue proteste. Ad ogni spremuta contraeva la vagina sul mio cazzo. La maiala si bagnava. Proseguii per alcuni minuti.
-Andrea, mi fai male... smettila-
-Ho appena iniziato, sei una vacca, una gran vaccona, ti tratto come meriti-
-E’ tutto il giorno che me le tormentate....-
-Il motivo lo conosci. Dimmelo!-
-Perchè sono una....-
-Coraggio zia-
-VACCA-
-Brava; oggi non ti sei risparmiata; Gros ti conosceva bene; te l’eri già scopato?-
-Si-
-Sei una gran puttana zia- le dissi colpendola con due schiaffi, una sulla tetta destra e uno sulla sinistra
-ANDREAAA!!!!-
-Mi ecciti zia-
Schiaffeggiare quelle tettone libere e sode me lo fece diventare ancora più duro, se possibile. Mi divertii ancora un pochino, poi uscii da lei, ero tutto bagnato dai suoi umori;
-Fammelo vedere bene-
Era una vacca esperta, restò appoggiata con il ventre al bracciolo morbido del divano, mentre con le mani apriva le natiche.
-Ne ho proprio voglia zia Patty-
-Incula la tua cagna Andrea-
-Zia, sei un troione!-
Le ficcai il cazzo nel culo, entrò come nel burro per quanti ne doveva avere presi.
Andrea era proprio infoiato; mi martellava senza misericordia con tutta l’energia della sua giovane età. Non aveva un cazzo particolarmente lungo, ma in compenso era decisamente grosso. Il mio sfintere, seppure molto allenato, ne risentiva. A me è sempre piaciuto prenderlo dietro e godo come in figa, fin da ragazza.
-Zietta, sei una rotta in culo!-
-Sento che ti piace il mio culo rotto-
-E’ tonico- mi arrivò una prima, energica manata, cui ne seguirono parecchie altre.
-Basta… sei matto…mi fai male!-
Cercavo di sfuggire alle sue mani ma ero bloccata contro al divano, il cui lato opposto poggiava su una colonna del soggiorno.
I suoi colpi erano sempre più forti, entrava e usciva facendomi godere. Mi facevano male le tette per quanto erano turgide mentre con una mano me le spremevo tirandomi i capezzoloni duri.
Mi bruciava il culo e mi colava la figa.
-Chiavami, chiavami forte, porco maledetto-
-Zia, puttana, ti riempio, sei uno sborratoio, carne per cazzo!-
Si ero proprio una gran puttana a farmi scopare da mio nipote, cercando il suo cazzone e facendomi riempire tutta.
La sentii venire, muggendo come la vacca che era, riempiendole a mia volta il culo.
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