Voglia di sottomissione pt1
di
Nemo_089
genere
dominazione
Salve mi chiamo Veronica e vorrei raccontarvi di come sono diventata una schiava sessuale a tempo pieno.
Ho 39 anni, capelli mossi ricci che mi arrivano alle spalle, occhi verdi, labbra sottili, ho una terza di seno, un fisico normale (non troppo snello ma neanche in carne) e sono completamente depilata.
Gestivo una piccola compagnia di consulenza software, oltre a me vi lavoravano altri 5 dipendenti e a parte me ed un'altra ragazza, il resto erano tutti uomini.
Sono sempre stata molto rigida sul lavoro, tutti dovevano osservare regole ferree ed essere efficienti sul lavoro a volte potevo essere una vera strega e inqutevo quel po' di timore che ogni capo riesce a trasmettere ai loro dipendenti. Solo fuori orario, a casa per i fatti miei mi lasciavo andare ed abbandonare le vesti del terribile capo.
E c'era una cosa che mi piace veramente fare, ed è abbandonarmi al piacere dopo una giornata stancante di lavoro. Adoravo giocare con dildi e vibratori, a volte mi concedevo incontri occasionali ma sentivo che non mi soddisfacevano granché, cercavo qualcosa di più forte qualcosa che mi scuotesse.
Così dopo un po' di tempo iniziai a cercare inserzioni e annunci su siti di incontri per cercare qualcosa che mi attirasse, e la trovai: mi ha sempre affascinato il bondage, la sottomissione a livello sessuale, il seguire gli ordini...volevo essere sottomessa.
Contattai un uomo poco più grande di me, mi sembrava molto promettente e dalle sue foto neanche niente male.
Ci sentimmo prima per telefono, poi decidemmo di vederci di persona per un caffe ad un bar, in zona neutra per accordarci meglio sui nostri incontri.
L'incontro si rivelò molto soddisfacente, era un uomo piacente, colto e non perdeva mai la calma ma mi trasmetteva quell'aura di comando di chi è abituato a farsi ubbidire, lo vedevo con i suoi modi di fare nel dare gli ordini alle cameriere, gia in quel momento mi sentivo eccitata e non vedevo l'ora.
Decidemmo di vederci nel weekend, io mi preparai al mio meglio, doccia, creme per il corpo, trucco sugli occhi e rossetto, mi vestii con leggins neri, tacchi, camicetta bianca e giacchetta nera di pelle.
L'appuntamento era a casa sua, non era molto distante da casa mia ma serviva comunque un mezzo per arrivarci, così dopo pochi minuti suonavo con trepidazione al suo campanello.
Mi aprii il portone e salii al secondo piano, dove c'era una porta semiaperta; entrai e la richiusi alle mie spalle, lui mi aspettava in piedi, con le braccia dietro la schiena e con un tono molto deciso mi disse:
- Ben'arrivata.
e io risposi:
- Buongiorno.
A quel punto mi si avvicinò con una espressione dura e continuò:
- Questa è la prima volta, e lascio correre, tu adesso appartieni a me, se sei qui vuol dire che vuoi essere la mia schiava. E le schiave in quanto tali devono sempre mostrare rispetto per il proprio padrone ed eseguire tutti gli ordini che vengono loro assegnati, pena: punizioni corporali o a discrezione del master. Sono stato abbastanza chiaro, schiava?
Io ero tutta rigida nel sentire tutto questo e già dentro di me mi sentivo eccitata, proprio quello che cercavo...
- Si, signore.
Risposi mestamente.
- Bene, troia, molto bene. Ora seguimi hai bisogno di indossare qualcosa più consono alla tua posizione, una schiava non è degna di indossare gli stessi indumenti della gente normale, perché tu sei inferiore, hai capito?
- Si, signore.
Seguii il padrone attraversando tutta la casa, ebbi modo di vedere il salone, la cucina sulla destra, un piccolo corridoio con due stanze, una il bagno e l'ultima, in fondo la sua camera da letto. La casa aveva anche un balcone ma era nella zona della cucina e in quel mommento non ebbi modo di vederla.
Dopo essere entrati mi ordinò di togliermi tutto e di indossare quello che aveva preparato per me, poggiato sul letto.
La sua camera era molto bella, un ampio spazio con al centro, attaccato al muro, un letto matrimoniale con coperte rosse di raso e tutta la struttra del letto di legno scuro con i piedi del letto che arrivavano fino al soffitto, come un letto a baldacchino, di fianco al letto vi erano due comodini e di fronte un bancone con uno specchio grande.
Lentamente mi guardava togliermi con cura le scarpe, i leggins, la camicia e infine l'intimo.
- Devo dire che sei una schiava di tutto rispetto, hai un corpo perfetto da punire e sfondare senza ritengo, credo che mi servirai bene, cagna.
Nel sentire queste parole mi sciolsi come neve al sole, sentii un esplosione di calore in mezzo alle gambe e avvertii chiaramente che mi stavo bagnando.
Ero così concentrata su me stessa che ad un tratto sentii un forte bruciore sul culo.
- Troia, è così che dimostri rispetto al tuo padrone?! Ti ho fatto un complimento, ma non ho ricevuto ringraziamenti. Come osi? Ti farò passare quell'aria da puttana altezzosa quale sei. E ora vestiti!
- La prego signore mi perdoni! Non accadrà più!
Non mi disse più nulla, si limitava solo a fissarmi con uno sguardo gelido che non ammetteva altre risposte. Consapevole di aver sbagliato lentamente presi l'indumento che mi era stato assegnato: era una specie di corpetto o vestito, non sapevo come descriverlo più tardi avrei appreso si trattava di un harness, fatto di cinghie di pelle, si allacciava al collo, le cinghie mi attraversavano il corpo circondando le tette, lasciando scoperta la schiena e passando intorno alla fica.
Una volta indossato sembravo proprio una di quelle troie da film porno hardcore, mi piaceva tantissimo.
- Rimettiti i tacchi puttana!
- Subito, signore.
- Mmm si, vediamo, ok ora si che sei una schiava come si deve. Da oggi in poi quando verrai da me dovrai indossare questo, dovrai entrare dalla porta solo così vestita, non mi importa come farai, ma se ti vedo entrare con altro indosso verrai punita, è chiaro?
- Si, signore, è stato chiaro.
- Ora è tempo di divertirci, vediamo quanto ti piace fare tutto quello che ti si dice...inginocchiati.
- Subito, signore.
Mi affrettai di fronte a lui e mi inginocchiai come richiesto.
- Brava schiava.
E mi sputò in faccia.
- Grazie signore.
- Mani sulle caviglie e apri la bocca, ora!
Feci come mi era stato ordinato e attesi in quella posizione mentre lui si sbottonava i pantaloni e cacciava fuori il suo cazzone.
Un bel cazzo grosso, non era molto lungo ma era molto largo, uno di quelli che ti riempie tutta. Non aveva peli lo teneva molto curato, ed era molto venoso, sembrava stesse per esplodere.
Lentamente me lo introdusse in bocca, come previsto era così grosso che mi sentii subito la bocca piena. Entrava lentamente ma senza mai fermarsi, sempre più in fondo, fino a che non arrivò all'inizio della gola. A quel punto mi prese la testa per le mani e mi forzò sul cazzo.
Una bella spinta decisa e mi ritrovai il cazzone in gola, io dovetti resistere alla tentazione di sottrarmi in quanto non riuscivo a respirare e avevo la sensazione di vomito. Iniziai a tossire e lacrimare.
- Su cosi guardami cagna, non togliere le mani dalle caviglie o le prendi. Rimani ferma così.
Dopo avermi detto così lasciò la presa e io dovevo rimanere ferma, ad affogarmi sul suo cazzone. Continuavo a tossire e non ce la facevo più stavo per arrendermi quando all'improvviso mi tolse il cazzo dalla bocca e iniziai a tossire forte.
- Ma che brava cagna, si vede che ti piace succhiare il cazzo. Ora vieni.
Mi prese per capelli e mi fece alzare. Mi portò ai piedi del suo letto e mi fece sistemare con le braccia in alto.
- Adesso voglio sfogarmi un po' ferma così...
Prese due polsiere e due cavigliere da un cassetto vicino, e mi bloccò a X, in piedi: le gambe ai piedi del letto per terra, mentre le braccia in alto sempre agganciati ai piedi del letto.
- Hai mai provato la frusta, cagna?
- No, signore...mai..
- Allora ti piacerà vedrai.
Prese una palla di quelle con la cinghia per imbavagliare e me la attaccò in bocca, poi con la coda dell'occhio vidi che prese una frusta, di corda, nera, inquteva timore.
- Ora, schiava puttana, sarai frustata, proverai sul tuo corpo il morso della frusta. Ricordati quando starai per sbagliare qualcosa che questo è quello che ti attende se sbagli. Te lo farò provare adesso. Così che tu sappia, e anche perché mi piace frustare le schiave troie come te. Per questa volta solo 10 frustate.
Arrivò all'improvviso, come una scarica elettrica su tutto il corpo, all'inizio quasi non ci avevo fatto caso, poi, un bruciore intenso e immediato sulla schiena.
- Mmmmm
Cercavo di gridare, ma ero imbavagliata.
Poi di nuovo, CIAK, sulla schiena, questa volta mi fece più male mi alzai sulle punte.
Ancora, CIAK, CIAK, CIAK...
- MMMMMMM....MMMMMM..MMMMM!!
- Ahaha ti piace vero schiava? Sono contento che apprezzi.
Mi faceva un male cane, ma sentivo anche la fica grondare, avevo la schiena in fiamme, gli occhi sbarrati per il dolore e lacrimavo. Ero piena di sudore, i muscoli tesi dal dolore mi facevano anch'essi male ma non potevo fare nulla, potevo solo subire...
CIAK, CIAK...ne mancavano solo tre..CIAK questa volta mi colpi la gamba sinistra
- MMMMMMMM!
CIAK..la gamba destra..il master stava cambiando bersaglio per non farmi capire dove arrivava il colpo e torturami ancora di più e poi..
CIAK..
- MMMMMMM...MMMMMMM..MMMMMM...!!
L'ultimo colpo mi era arrivato dritto sulla fica, mi sembrava di svenire, sentivo la fica in fiamme, pulsava e mi faceva malissimo, non me l'aspettavo. Mi tremavano le gambe ma almeno quel supplizio era finito, era stato molto molto intenso. Mai provato una cosa del genere.
Poi uno strattone sui capelli, mi sentii tirare la testa all'indietro.
- E ora mia lurida puttana concludiamo come si deve.
All'improvvsio sentii qualcosa sulla fica e di colpo mi sentii aprire sentendo il suo cazzone che entrava tutto dentro fino a sentire le palle sulle labbra.
La fica mi faceva ancora un male cane dal colpo di frusta, e quella penetrazione improvvisa e violenta mi aveva di nuovo fatta vedere le stelle.
- MMMMMM..MMM!
- Si si così troia, assapora il mio cazzone che ti sventra la fica.
Mi dava colpi decisi e violenti, non gli importava se mi piacesse o meno, l'importante era che si divertisse lui...
Ma tutto questo era esattamente quello che cercavo, essere trattata come una merda, usata solo per godere, dovevo obbedire ciecamente e lasciarmi abbandonare a lui.
Intanto il master mi sfondava con violenza, ad ogni colpo sussultavo tutta, mi iniziava a far male anche la pancia per i colpi che mi dava. Colavo saliva dalla bocca e avevo gli occhi rivolti verso l'alto per la foga della scopata, mi stava spaccando la fica. Poi mi sentii afferrare per i fianchi e subito dopo una raffica di colpi violenti e veloci, sembrava di essere martellata, non capivo più nulla, urlavo o almeno ci provavo, e poi sentii dei getti caldi dentro la fica. Il master era venuto e mi stava sborrando in fica farcendomi come un bignè.
- Aaaah si che scopata, sei proprio una grande zoccola.
Si ritrasse e io subito mi lasciai andare con le gambe che non riuscivano a reggere il mio peso. Mi ritrovai appesa per i polsi, distrutta, colante di sborra dalla fica, esausta.
Il master mi tolse il bavaglio e cominciai a respirare affannosamente per gli sforzi fatti.
- Grazie...grazie signore.
- Oh molto bene schiava, molto bene. Ringrazia il tuo padrone per averti fatta divertire così tanto.
- Grazie signore mi sono divertita molto.
Mi slegò dal letto e mi lasciò a terra a riprendermi, in mezzo ai miei umori e la sua sborra. Intanto lui si risistemava.
- Allora troia, come stabilito da prima ora sei la mia schiava, sei consapevole di ciò che questo comporta vero?
- Si signore.
- Potrò chiamarti dove e quando voglio..
- Si signore.
- Farti fare le cose che voglio..
- Si signore.
- Anche cose di cui ti pentiresti o che non faresti mai da sola..
- Si signore.
- Molto bene.
Mi alzò da terra, prese i miei vestiti da terra e mi portò di nuovo in salone, di fronte alla porta.
- Ora ho degli impegni, noi ci rivediamo qui dopodomani stessa ora, non fare tardi, altrimenti sarai punita. Le frustate di oggi ti sembreranno delle carezze.
- Certo signore, sarà fatto non la deluderò, ma..
- Cosa c'è schiava? Vuoi domandarmi qualcosa? Va bene te lo concedo questa volta ma la prossima volta dovrai chiedermi il permesso in maniera più educata.
- Mi farebbe vestire?
- Allora non mi hai ascoltato quando ho parlato prima: da quella porta devi entrare così come se e devi uscire così come se, non è affar mio.
E a quel punto aprì la porta e gettò fuori, sul pianerottolo i miei vestiti.
- Puntuale, schiava!
E mi spinse fuori dalla porta, seminuda, colante sborra e sfatta. Come una puttana da marciapiede. Di fretta e senza farmi notare mi vestii e tornai a casa per farmi una doccia. Ero esausta ma molto molto soddisfatta, non ero mai stata trattata così e non avevo mai provato quelle sensazioni. Sapevo che mi stavo già abituando alla cosa...
---- Fine Prima parte ----
Ho 39 anni, capelli mossi ricci che mi arrivano alle spalle, occhi verdi, labbra sottili, ho una terza di seno, un fisico normale (non troppo snello ma neanche in carne) e sono completamente depilata.
Gestivo una piccola compagnia di consulenza software, oltre a me vi lavoravano altri 5 dipendenti e a parte me ed un'altra ragazza, il resto erano tutti uomini.
Sono sempre stata molto rigida sul lavoro, tutti dovevano osservare regole ferree ed essere efficienti sul lavoro a volte potevo essere una vera strega e inqutevo quel po' di timore che ogni capo riesce a trasmettere ai loro dipendenti. Solo fuori orario, a casa per i fatti miei mi lasciavo andare ed abbandonare le vesti del terribile capo.
E c'era una cosa che mi piace veramente fare, ed è abbandonarmi al piacere dopo una giornata stancante di lavoro. Adoravo giocare con dildi e vibratori, a volte mi concedevo incontri occasionali ma sentivo che non mi soddisfacevano granché, cercavo qualcosa di più forte qualcosa che mi scuotesse.
Così dopo un po' di tempo iniziai a cercare inserzioni e annunci su siti di incontri per cercare qualcosa che mi attirasse, e la trovai: mi ha sempre affascinato il bondage, la sottomissione a livello sessuale, il seguire gli ordini...volevo essere sottomessa.
Contattai un uomo poco più grande di me, mi sembrava molto promettente e dalle sue foto neanche niente male.
Ci sentimmo prima per telefono, poi decidemmo di vederci di persona per un caffe ad un bar, in zona neutra per accordarci meglio sui nostri incontri.
L'incontro si rivelò molto soddisfacente, era un uomo piacente, colto e non perdeva mai la calma ma mi trasmetteva quell'aura di comando di chi è abituato a farsi ubbidire, lo vedevo con i suoi modi di fare nel dare gli ordini alle cameriere, gia in quel momento mi sentivo eccitata e non vedevo l'ora.
Decidemmo di vederci nel weekend, io mi preparai al mio meglio, doccia, creme per il corpo, trucco sugli occhi e rossetto, mi vestii con leggins neri, tacchi, camicetta bianca e giacchetta nera di pelle.
L'appuntamento era a casa sua, non era molto distante da casa mia ma serviva comunque un mezzo per arrivarci, così dopo pochi minuti suonavo con trepidazione al suo campanello.
Mi aprii il portone e salii al secondo piano, dove c'era una porta semiaperta; entrai e la richiusi alle mie spalle, lui mi aspettava in piedi, con le braccia dietro la schiena e con un tono molto deciso mi disse:
- Ben'arrivata.
e io risposi:
- Buongiorno.
A quel punto mi si avvicinò con una espressione dura e continuò:
- Questa è la prima volta, e lascio correre, tu adesso appartieni a me, se sei qui vuol dire che vuoi essere la mia schiava. E le schiave in quanto tali devono sempre mostrare rispetto per il proprio padrone ed eseguire tutti gli ordini che vengono loro assegnati, pena: punizioni corporali o a discrezione del master. Sono stato abbastanza chiaro, schiava?
Io ero tutta rigida nel sentire tutto questo e già dentro di me mi sentivo eccitata, proprio quello che cercavo...
- Si, signore.
Risposi mestamente.
- Bene, troia, molto bene. Ora seguimi hai bisogno di indossare qualcosa più consono alla tua posizione, una schiava non è degna di indossare gli stessi indumenti della gente normale, perché tu sei inferiore, hai capito?
- Si, signore.
Seguii il padrone attraversando tutta la casa, ebbi modo di vedere il salone, la cucina sulla destra, un piccolo corridoio con due stanze, una il bagno e l'ultima, in fondo la sua camera da letto. La casa aveva anche un balcone ma era nella zona della cucina e in quel mommento non ebbi modo di vederla.
Dopo essere entrati mi ordinò di togliermi tutto e di indossare quello che aveva preparato per me, poggiato sul letto.
La sua camera era molto bella, un ampio spazio con al centro, attaccato al muro, un letto matrimoniale con coperte rosse di raso e tutta la struttra del letto di legno scuro con i piedi del letto che arrivavano fino al soffitto, come un letto a baldacchino, di fianco al letto vi erano due comodini e di fronte un bancone con uno specchio grande.
Lentamente mi guardava togliermi con cura le scarpe, i leggins, la camicia e infine l'intimo.
- Devo dire che sei una schiava di tutto rispetto, hai un corpo perfetto da punire e sfondare senza ritengo, credo che mi servirai bene, cagna.
Nel sentire queste parole mi sciolsi come neve al sole, sentii un esplosione di calore in mezzo alle gambe e avvertii chiaramente che mi stavo bagnando.
Ero così concentrata su me stessa che ad un tratto sentii un forte bruciore sul culo.
- Troia, è così che dimostri rispetto al tuo padrone?! Ti ho fatto un complimento, ma non ho ricevuto ringraziamenti. Come osi? Ti farò passare quell'aria da puttana altezzosa quale sei. E ora vestiti!
- La prego signore mi perdoni! Non accadrà più!
Non mi disse più nulla, si limitava solo a fissarmi con uno sguardo gelido che non ammetteva altre risposte. Consapevole di aver sbagliato lentamente presi l'indumento che mi era stato assegnato: era una specie di corpetto o vestito, non sapevo come descriverlo più tardi avrei appreso si trattava di un harness, fatto di cinghie di pelle, si allacciava al collo, le cinghie mi attraversavano il corpo circondando le tette, lasciando scoperta la schiena e passando intorno alla fica.
Una volta indossato sembravo proprio una di quelle troie da film porno hardcore, mi piaceva tantissimo.
- Rimettiti i tacchi puttana!
- Subito, signore.
- Mmm si, vediamo, ok ora si che sei una schiava come si deve. Da oggi in poi quando verrai da me dovrai indossare questo, dovrai entrare dalla porta solo così vestita, non mi importa come farai, ma se ti vedo entrare con altro indosso verrai punita, è chiaro?
- Si, signore, è stato chiaro.
- Ora è tempo di divertirci, vediamo quanto ti piace fare tutto quello che ti si dice...inginocchiati.
- Subito, signore.
Mi affrettai di fronte a lui e mi inginocchiai come richiesto.
- Brava schiava.
E mi sputò in faccia.
- Grazie signore.
- Mani sulle caviglie e apri la bocca, ora!
Feci come mi era stato ordinato e attesi in quella posizione mentre lui si sbottonava i pantaloni e cacciava fuori il suo cazzone.
Un bel cazzo grosso, non era molto lungo ma era molto largo, uno di quelli che ti riempie tutta. Non aveva peli lo teneva molto curato, ed era molto venoso, sembrava stesse per esplodere.
Lentamente me lo introdusse in bocca, come previsto era così grosso che mi sentii subito la bocca piena. Entrava lentamente ma senza mai fermarsi, sempre più in fondo, fino a che non arrivò all'inizio della gola. A quel punto mi prese la testa per le mani e mi forzò sul cazzo.
Una bella spinta decisa e mi ritrovai il cazzone in gola, io dovetti resistere alla tentazione di sottrarmi in quanto non riuscivo a respirare e avevo la sensazione di vomito. Iniziai a tossire e lacrimare.
- Su cosi guardami cagna, non togliere le mani dalle caviglie o le prendi. Rimani ferma così.
Dopo avermi detto così lasciò la presa e io dovevo rimanere ferma, ad affogarmi sul suo cazzone. Continuavo a tossire e non ce la facevo più stavo per arrendermi quando all'improvviso mi tolse il cazzo dalla bocca e iniziai a tossire forte.
- Ma che brava cagna, si vede che ti piace succhiare il cazzo. Ora vieni.
Mi prese per capelli e mi fece alzare. Mi portò ai piedi del suo letto e mi fece sistemare con le braccia in alto.
- Adesso voglio sfogarmi un po' ferma così...
Prese due polsiere e due cavigliere da un cassetto vicino, e mi bloccò a X, in piedi: le gambe ai piedi del letto per terra, mentre le braccia in alto sempre agganciati ai piedi del letto.
- Hai mai provato la frusta, cagna?
- No, signore...mai..
- Allora ti piacerà vedrai.
Prese una palla di quelle con la cinghia per imbavagliare e me la attaccò in bocca, poi con la coda dell'occhio vidi che prese una frusta, di corda, nera, inquteva timore.
- Ora, schiava puttana, sarai frustata, proverai sul tuo corpo il morso della frusta. Ricordati quando starai per sbagliare qualcosa che questo è quello che ti attende se sbagli. Te lo farò provare adesso. Così che tu sappia, e anche perché mi piace frustare le schiave troie come te. Per questa volta solo 10 frustate.
Arrivò all'improvviso, come una scarica elettrica su tutto il corpo, all'inizio quasi non ci avevo fatto caso, poi, un bruciore intenso e immediato sulla schiena.
- Mmmmm
Cercavo di gridare, ma ero imbavagliata.
Poi di nuovo, CIAK, sulla schiena, questa volta mi fece più male mi alzai sulle punte.
Ancora, CIAK, CIAK, CIAK...
- MMMMMMM....MMMMMM..MMMMM!!
- Ahaha ti piace vero schiava? Sono contento che apprezzi.
Mi faceva un male cane, ma sentivo anche la fica grondare, avevo la schiena in fiamme, gli occhi sbarrati per il dolore e lacrimavo. Ero piena di sudore, i muscoli tesi dal dolore mi facevano anch'essi male ma non potevo fare nulla, potevo solo subire...
CIAK, CIAK...ne mancavano solo tre..CIAK questa volta mi colpi la gamba sinistra
- MMMMMMMM!
CIAK..la gamba destra..il master stava cambiando bersaglio per non farmi capire dove arrivava il colpo e torturami ancora di più e poi..
CIAK..
- MMMMMMM...MMMMMMM..MMMMMM...!!
L'ultimo colpo mi era arrivato dritto sulla fica, mi sembrava di svenire, sentivo la fica in fiamme, pulsava e mi faceva malissimo, non me l'aspettavo. Mi tremavano le gambe ma almeno quel supplizio era finito, era stato molto molto intenso. Mai provato una cosa del genere.
Poi uno strattone sui capelli, mi sentii tirare la testa all'indietro.
- E ora mia lurida puttana concludiamo come si deve.
All'improvvsio sentii qualcosa sulla fica e di colpo mi sentii aprire sentendo il suo cazzone che entrava tutto dentro fino a sentire le palle sulle labbra.
La fica mi faceva ancora un male cane dal colpo di frusta, e quella penetrazione improvvisa e violenta mi aveva di nuovo fatta vedere le stelle.
- MMMMMM..MMM!
- Si si così troia, assapora il mio cazzone che ti sventra la fica.
Mi dava colpi decisi e violenti, non gli importava se mi piacesse o meno, l'importante era che si divertisse lui...
Ma tutto questo era esattamente quello che cercavo, essere trattata come una merda, usata solo per godere, dovevo obbedire ciecamente e lasciarmi abbandonare a lui.
Intanto il master mi sfondava con violenza, ad ogni colpo sussultavo tutta, mi iniziava a far male anche la pancia per i colpi che mi dava. Colavo saliva dalla bocca e avevo gli occhi rivolti verso l'alto per la foga della scopata, mi stava spaccando la fica. Poi mi sentii afferrare per i fianchi e subito dopo una raffica di colpi violenti e veloci, sembrava di essere martellata, non capivo più nulla, urlavo o almeno ci provavo, e poi sentii dei getti caldi dentro la fica. Il master era venuto e mi stava sborrando in fica farcendomi come un bignè.
- Aaaah si che scopata, sei proprio una grande zoccola.
Si ritrasse e io subito mi lasciai andare con le gambe che non riuscivano a reggere il mio peso. Mi ritrovai appesa per i polsi, distrutta, colante di sborra dalla fica, esausta.
Il master mi tolse il bavaglio e cominciai a respirare affannosamente per gli sforzi fatti.
- Grazie...grazie signore.
- Oh molto bene schiava, molto bene. Ringrazia il tuo padrone per averti fatta divertire così tanto.
- Grazie signore mi sono divertita molto.
Mi slegò dal letto e mi lasciò a terra a riprendermi, in mezzo ai miei umori e la sua sborra. Intanto lui si risistemava.
- Allora troia, come stabilito da prima ora sei la mia schiava, sei consapevole di ciò che questo comporta vero?
- Si signore.
- Potrò chiamarti dove e quando voglio..
- Si signore.
- Farti fare le cose che voglio..
- Si signore.
- Anche cose di cui ti pentiresti o che non faresti mai da sola..
- Si signore.
- Molto bene.
Mi alzò da terra, prese i miei vestiti da terra e mi portò di nuovo in salone, di fronte alla porta.
- Ora ho degli impegni, noi ci rivediamo qui dopodomani stessa ora, non fare tardi, altrimenti sarai punita. Le frustate di oggi ti sembreranno delle carezze.
- Certo signore, sarà fatto non la deluderò, ma..
- Cosa c'è schiava? Vuoi domandarmi qualcosa? Va bene te lo concedo questa volta ma la prossima volta dovrai chiedermi il permesso in maniera più educata.
- Mi farebbe vestire?
- Allora non mi hai ascoltato quando ho parlato prima: da quella porta devi entrare così come se e devi uscire così come se, non è affar mio.
E a quel punto aprì la porta e gettò fuori, sul pianerottolo i miei vestiti.
- Puntuale, schiava!
E mi spinse fuori dalla porta, seminuda, colante sborra e sfatta. Come una puttana da marciapiede. Di fretta e senza farmi notare mi vestii e tornai a casa per farmi una doccia. Ero esausta ma molto molto soddisfatta, non ero mai stata trattata così e non avevo mai provato quelle sensazioni. Sapevo che mi stavo già abituando alla cosa...
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