Patrizi e plebei.
di
reduce
genere
incesti
Ai miei tempi. subito dopo la guerra, la povertà imperava ed ognuno si arrangiava al meglio.
Le categorie erano diverse, pochissimi vivevano nell'agiatezza, moltissimi, quasi tutti nella povertà ecco perché patrizi e plebei. La mia famiglia era plebea allo stato puro. Ora che sono vecchio faccio alcuni paragoni con la vita di oggi. Dell'incesto oggi si legge con facilità, a quei tempi non se ne conosceva proprio l'esistenza. Un episodio accaduto nella mia fanciullezza, vidi una ragazzina forse mia coetanea, arrampicarsi su un albero, non portava le mutande, proprio perché non le aveva e vidi la prima volta la figa. Non la vidi solo io la vide anche il mio cazzo che la salutò saltando fuori dallo straccetto che portavo in sostituzione dei calzoncini che non avevo.
Bastò quella visione per farmi trascorrere molte delle mie giornate a cazzo dritto.
Non esistevano vasche da bagno, docce, acqua calda per il nostro rango ed in modo particolare d'estate il bagno lo facevamo nella famosa "bagnarola" piena di acqua messa a scaldare al sole. Era per tutti quelli della mia famiglia così. Nudi nascosti dietro un cespuglio vicino alla casa sguazzavamo nella deliziosa bagnarola.
A ripensarci oggi per me il cazzo di papà e la figa di mamma non avevano segreti così come per loro il mio cazzo che allora si chiamava "pinga".
Certo che non c'erano segreti, in nessun caso, non esistevano stanze riservate, tutto avveniva nella più totale promiscuità. Il letto era unico, si dormiva insieme io, mamma e papà. D'Inverno se scopavano qualche straccio lo mettevano sopra, d'estate no, si scopava a nudo. In un ambiente del genere il sesso era quanto mai frequente, era una delle poche cose che si facevano senza costi. Ora c'è il nudismo in casa in forma evoluta, prima no, si girava nudi per non usurare quei quattro stracci che c'erano. Il cazzo e la figa erano sempre gli stessi, non ci si depilava, non andava di moda come oggi, mamma aveva un bosco di betulle pauroso, papà girava col cazzo penzoloni fino al ginocchio se non era eccitato altrimenti oltrepassava di molto l'altezza dell'ombelico. Io dalla visione della figa della ragazza sull'albero (ricordo perfino il nome Maria Cristina) avevo il cazzo quasi sempre dritto. Mi facevo le seghe davanti a mamma e papà d'altronde loro scopavano sotto i miei occhi. Era consentito tutto un po per esigenze molto per ignoranza. Papà lavorava in una ditta che operava nel recupero macerie, subito dopo la guerra ce n'erano dappertutto. Spesso lavorava sette giorni su sette, tornava stanco, mamma voleva scopare e lui si addormentava. Trovarono una grossa cisterna in disuso, papà chiese al titolare dell'impresa se poteva averlo, ottenuta la risposta positiva, la fece trasportare a casa con un mezzo meccanico, erano meno di cento metri. Mamma sbalordita chiese "Cosa ci fai"? "Vedrai" rispose papà. Senza dilungarmi in facezie quella cisterna venne trasformata in una enorme vasca, quasi una piccola piscina. Togliemmo la famosa bagnarola finalmente. Il vascone colmo di acqua che si scaldava sotto i raggi del sole, ci conteneva tutti nella più totale nudità, la temperatura dell'acqua era veramente gradevole, piuttosto calda. Quelle sono sensazioni che se non si vivono non si possono giudicare. Il cazzo di papà, quando non lavorava ed entrava in vasca con mamma stava sempre nella figa e se non c'era papà veniva Michele un vicino di casa che sostituiva papà. Anche lui aveva un cazzo enorme. A volte la sborra galleggiava sull'acqua perché non si poteva sborrare nella figa, non esisteva la pillola , quindi se restava dentro era una gravidanza. Io ero cresciuto intanto ed ero sempre immerso nell'acqua, mamma in assenza di papà e Michele cominciò ad eccitarmi in modo assiduo fino a quando mi fece provare la sua figa. Uno dei ricordi più belli della mia vita. Si sparse la voce nel vicinato ed in diversi volevano usufruire del vascone, praticamente quello che oggi si chiama spa. Mamma a volte galleggiava sul cazzo di qualcuno. Una domenica che papà restò a casa vennero cinque suoi colleghi, tra cui anche il manovratore del mezzo meccanico che trasportò la vasca, eravamo in otto nella vasca. Un antico bordello, tutti scopavano con tutti senza distinzione di genere e di età.
La sera nella vasca forse c'era più sborra che acqua. Era il 1956 in quell'inverno ci fu una nevicata record, l'acqua nella vasca ghiacciò tanto da romperla. Fu il periodo del dopoguerra più divertente. L'estate successiva tutti i colleghi di papà collaborarono a scavare una grande fossa nel terreno, la rivestirono di cemento e venne creata una splendida piscina artigianale. Mamma era commossa. All'inaugurazione parteciparono tutti i colleghi di papà, mamma per ringraziarli se li scopò tutti.
Le categorie erano diverse, pochissimi vivevano nell'agiatezza, moltissimi, quasi tutti nella povertà ecco perché patrizi e plebei. La mia famiglia era plebea allo stato puro. Ora che sono vecchio faccio alcuni paragoni con la vita di oggi. Dell'incesto oggi si legge con facilità, a quei tempi non se ne conosceva proprio l'esistenza. Un episodio accaduto nella mia fanciullezza, vidi una ragazzina forse mia coetanea, arrampicarsi su un albero, non portava le mutande, proprio perché non le aveva e vidi la prima volta la figa. Non la vidi solo io la vide anche il mio cazzo che la salutò saltando fuori dallo straccetto che portavo in sostituzione dei calzoncini che non avevo.
Bastò quella visione per farmi trascorrere molte delle mie giornate a cazzo dritto.
Non esistevano vasche da bagno, docce, acqua calda per il nostro rango ed in modo particolare d'estate il bagno lo facevamo nella famosa "bagnarola" piena di acqua messa a scaldare al sole. Era per tutti quelli della mia famiglia così. Nudi nascosti dietro un cespuglio vicino alla casa sguazzavamo nella deliziosa bagnarola.
A ripensarci oggi per me il cazzo di papà e la figa di mamma non avevano segreti così come per loro il mio cazzo che allora si chiamava "pinga".
Certo che non c'erano segreti, in nessun caso, non esistevano stanze riservate, tutto avveniva nella più totale promiscuità. Il letto era unico, si dormiva insieme io, mamma e papà. D'Inverno se scopavano qualche straccio lo mettevano sopra, d'estate no, si scopava a nudo. In un ambiente del genere il sesso era quanto mai frequente, era una delle poche cose che si facevano senza costi. Ora c'è il nudismo in casa in forma evoluta, prima no, si girava nudi per non usurare quei quattro stracci che c'erano. Il cazzo e la figa erano sempre gli stessi, non ci si depilava, non andava di moda come oggi, mamma aveva un bosco di betulle pauroso, papà girava col cazzo penzoloni fino al ginocchio se non era eccitato altrimenti oltrepassava di molto l'altezza dell'ombelico. Io dalla visione della figa della ragazza sull'albero (ricordo perfino il nome Maria Cristina) avevo il cazzo quasi sempre dritto. Mi facevo le seghe davanti a mamma e papà d'altronde loro scopavano sotto i miei occhi. Era consentito tutto un po per esigenze molto per ignoranza. Papà lavorava in una ditta che operava nel recupero macerie, subito dopo la guerra ce n'erano dappertutto. Spesso lavorava sette giorni su sette, tornava stanco, mamma voleva scopare e lui si addormentava. Trovarono una grossa cisterna in disuso, papà chiese al titolare dell'impresa se poteva averlo, ottenuta la risposta positiva, la fece trasportare a casa con un mezzo meccanico, erano meno di cento metri. Mamma sbalordita chiese "Cosa ci fai"? "Vedrai" rispose papà. Senza dilungarmi in facezie quella cisterna venne trasformata in una enorme vasca, quasi una piccola piscina. Togliemmo la famosa bagnarola finalmente. Il vascone colmo di acqua che si scaldava sotto i raggi del sole, ci conteneva tutti nella più totale nudità, la temperatura dell'acqua era veramente gradevole, piuttosto calda. Quelle sono sensazioni che se non si vivono non si possono giudicare. Il cazzo di papà, quando non lavorava ed entrava in vasca con mamma stava sempre nella figa e se non c'era papà veniva Michele un vicino di casa che sostituiva papà. Anche lui aveva un cazzo enorme. A volte la sborra galleggiava sull'acqua perché non si poteva sborrare nella figa, non esisteva la pillola , quindi se restava dentro era una gravidanza. Io ero cresciuto intanto ed ero sempre immerso nell'acqua, mamma in assenza di papà e Michele cominciò ad eccitarmi in modo assiduo fino a quando mi fece provare la sua figa. Uno dei ricordi più belli della mia vita. Si sparse la voce nel vicinato ed in diversi volevano usufruire del vascone, praticamente quello che oggi si chiama spa. Mamma a volte galleggiava sul cazzo di qualcuno. Una domenica che papà restò a casa vennero cinque suoi colleghi, tra cui anche il manovratore del mezzo meccanico che trasportò la vasca, eravamo in otto nella vasca. Un antico bordello, tutti scopavano con tutti senza distinzione di genere e di età.
La sera nella vasca forse c'era più sborra che acqua. Era il 1956 in quell'inverno ci fu una nevicata record, l'acqua nella vasca ghiacciò tanto da romperla. Fu il periodo del dopoguerra più divertente. L'estate successiva tutti i colleghi di papà collaborarono a scavare una grande fossa nel terreno, la rivestirono di cemento e venne creata una splendida piscina artigianale. Mamma era commossa. All'inaugurazione parteciparono tutti i colleghi di papà, mamma per ringraziarli se li scopò tutti.
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