Assistente molto personale

di
genere
dominazione

Da amici d’infanzia, quando Marisa volle dotarsi di un assistente molto personale chiese a me ed accettai. Non voleva una donna (per la casa ha già una colf), troppo loquaci. E in seguito anche professionalmente un assistente uomo poteva risolvere alcune situazioni delle sue pazienti, dato che lei è ginecologa.

Mise subito in chiaro che non avrebbe mai infierito sul mio corpo (a meno che non lo chieda io) ma solo affidare la gestione del suo da ogni punto di vista ad un paio di mani che non fossero le sue. E la disponibilità ad essere esibito e/o servire persone terze se da lei richiesto.

La quotidianità inizia dal mattino quando Marisa si sveglia ma adora rimanere sul letto fino al momento della vestizione. Per cui il mio primo compito (o secondo nel caso in cui con il ciclo devo prima sfilarle l’assorbente interno) è raccogliere la sua pipì: lei si accovaccia sollevando la camicia da notte mentre posiziono un contenitore sotto la sua fica ed assisto alla cascata di liquido giallo del mattino. Quando ha terminato adora farsi asciugare dalla mia lingua. Poi il rito quotidiano che mi ha imposto come sottomesso: raccolgo dal contenitore un bicchierino da liquore della sua pipì per berla davanti a lei, un sapore intenso come può essere l’urina femminile del mattino.

Qui invece dovrei raccontare i miei doveri quando invece si va in bagno per un altro tipo di bisogno, ma ci potrebbe essere qualcuno debole di stomaco. Ma se interessati posso inviare il pezzo scrivendo a enzorss-tales@yahoo.com

Poi predispongo la sua colazione servita a letto, ed in questo contesto adora prendere la crema di cioccolato facendomi immergere il cazzo in tiro nel barattolo per poi succhiarla da li. Dopo la colazione le porto sempre a letto il necessaire per il trucco, l’unica operazione che fa di persona.

La vestizione è semplice in quanto lei non indossa mai intimo nonostante due tette abbondanti, scarpe e vestito in estate, con l’aggiunta di autoreggenti e cappotto d’inverno. Ed in questa stagione mi fa uscire di casa nudo con le sole scarpe ai piedi per raggiungere l’autorimessa attraversando il giardino. Solo qui posso indossare un leggero cappotto lungo prima di salire in auto, ma che non posso allacciare salvo che ci fermino. Lei adora durante la guida allungare la mano a palparmi il cazzo e i testicoli, che devo sempre mantenere depilati.

Il suo studio ha, a parte la zona di aspetto, quello principale con scrivania e poltrona ginecologica ed un altro sia con poltrona che con lettino piano per le visite. Quando arriviamo e prima di ricevere le pazienti, le tolgo il vestito per metterle in camice.

La prima visita è per me: nudo e a gambe aperte sulla poltrona ginecologica è già umiliante di per sé, mentre sistema un contenitore sotto per farmi urinare a vista. Segue una adeguata e dolorosa palpazione della zona sessuale. Il check quotidiano termina dopo che con una peretta adeguata di acqua nel culo, mi fa evacuare quello che c’è, per poi procedere ad ispezione anale. Poi posso ripulirmi prima di mettere anch’io un camice.

Saltuariamente capita che sia lei a voler scambiare i ruoli, alla sera dopo l’ultima paziente si rilassa, leva il camice e si accomoda in poltrona per farmi “giocare” al ginecologo, non prima di avermi fatto un rigorosissimo check alle unghie, limandole se necessario, dato che mi permette di farlo senza guanti. Gradualmente siamo arrivati come lei desiderava ad una dilatazione tale da godere per l’intera mia mano dentro di lei, una sensazione di tatto indescrivibile oltre che grato per questa opportunità.

Ad ogni nuova paziente Marisa chiede se hanno qualcosa in contrario a farsi visitare anche in presenza del suo assistente uomo, in poche dicono di no, e vedere la mano di Marisa sparire dentro all’intimo di una donna nuda è sempre eccitante, maggiormente se consentono anche farsi palpare le tette anche dall’assistente che deve fare pratica.

Ci sono poi pazienti a cui viene proposta una mia prestazione orale o sessuale protetta, quando confidano a lei una mancanza / voglia di sesso, nella riservatezza adeguata dello Studio.

Per non parlare di quelle che ho messo incinte, desiderose di una maternità senza vincoli sentimentali e spaventate dal costo dell’inseminazione artificiale. Alla paziente che acconsente, viene prima consentito di esaminarmi sul lettino completamente nudo, mentre Marisa spiega l’elevata fertilità riscontrata nelle analisi del mio sperma.

Loro vedono me ma io no in quanto a garanzia di privacy Marisa propone alla donna l’utilizzo di un cappuccio per nascondere il viso, cosa che gradiscono molto.

Se si giunge alla prima penetrazione, Marisa mi avvisa con due dita a forma di “V” quando dovrò forzare per rompere il “sigillo” di verginità con inevitabile urlo di dolore, e subito dopo estraggo brevemente il cazzo per osservarlo rosso di sangue, per poi ricominciare a stantuffare fino al momento in cui con mio piacere sento fluire l’eiaculazione dentro di lei. Come raccomandato da Marisa, resto dentro per il tempo adeguato in massima spinta per favorire al fecondazione mantenendo lo sperma bloccato.

Marisa non si è mai fatta scopare da me, in virtù del principio di dipendenza. Mi vuole oralmente perché le piace godere anche più volte al giorno, e ha voluto che la aprissi anche analmente, e questo lo facciamo spesso la sera, l’ultimo compito prima del nuovo giorno.

scritto il
2022-11-18
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