I primi venti anni di vita insieme.

di
genere
incesti

Ho dovuto riflettere prima di raccontare questa storia, leggendo altri racconti quasi simili mi sono convinto di farlo anche se titubante, però tanto è….
Se leggo l’Odissea non mi eccito, se vedo mia moglie che gira in casa nuda non solo mi eccito ma sento l’impellente bisogno di scoparla. La sua risposta è ancora peggio perché una non le basta, almeno ce ne vogliono due salvo poi a concederle anche la terza, fisico permettendo. Questo sistema è stato adottato dal primo giorno che abbiamo una casa tutta nostra. Quando è nato Niccolò, il nostro primo bambino, da piccolo non abbiamo mai modificato il nostro comportamento, non ci siamo accorti che cresceva, anzi dopo due anni è arrivata la femminuccia, attenendoci sempre allo stesso sistema. Ci ponevamo il problema “Se i tesori ci vedono nudi pensi sia normale”? Chiedevo a Pina mia moglie. Rispose convinta “Ci hanno visti sempre così, se ci copriamo possono avere un trauma” Aveva ragione, però una cosa è la nudità, un’altra è accoppiarsi come animali. Ci ponemmo l’interrogativo continuando sempre allo stesso modo. Durante la crescita i bambini prima e ragazzi poi non hanno mai mostrato segni di imbarazzo, anche loro si adeguarono usando le stesse abitudini.
Quando poi il sesso prese il sopravvento anche per loro considerandosi alla nostra stregua, prima di nascosto e poi palesemente si davano da fare eccome, anche se vennero forgiati da me e Pina con tutte le cautele possibili. Certo che non avevano nulla da imparare le lezioni si tenevano giornalmente, fino a quando, con l’età giusta, anche Carlotta iniziò a proteggersi con la pillola come la mamma. Niccolò si scatenò letteralmente, scopavano incessantemente. Ormai facevamo la stessa cosa, io con Pina che aveva un dono di natura, le piaceva il cazzo più di ogni altra cosa, Carlotta seguiva la mamma, anzi a volte la superava. Le più grandi scopate del mondo. E’ vero che in famiglia eravamo chiusi a riccio, non volevamo nessuno tra i piedi, volevamo la massima libertà perché sentivamo, innata, la necessità di godere sessualmente. Eravamo noi a recarci dai parenti più stretti, genitori, nonni solo per il tempo strettamente necessario per salutarli, poi subito a casa a rifornire di sborra le due fighe. Ad un certo punto del percorso, il cazzo di Niccolò aveva raggiunto la misura del mio, eravamo pronti per fare il grande passo, doveva scopare la mamma ed io Carlotta. Scoprimmo i nuovi confini del sesso. Per me riempire la figa di Carlotta di sborra era come toccare il cielo con un dito, lo stesso diceva Pina quando si sentiva piena di quella di Niccolò. Perversione? Trasgressione? Ognuno è libero di interpretare come vuole quel modo di vivere, per noi era soddisfazione, ammirazione, penetrazione soprattutto. Con lo sprezzo del pericolo io e Niccolò ci impegnammo, di fronte a Pina e Carlotta a simulare un pompino reciproco, che dietro la loro spinta, oltre che simulare, lo facemmo veramente e non ci sembrò affatto una cattiva pratica. Ci sentivamo realizzati. Le nostre ore libere sul letto matrimoniale era quanto di più armonioso ed appagante si potesse chiedere alla vita. All'età giusta le vite di Niccolò e Carlotta subirono la metamorfosi. Tralasciarono noi e si unirono con la compagna lui ed il compagno lei mettendo in mostra le loro qualità di persone prima e sessuali dopo ricevendone gratificazioni a iosa. erano amatissimi. Io e Pina non sentivamo affatto il bisogno di rallentare, anzi ripartimmo con più voglia di prima.
scritto il
2022-12-10
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