Di nuovo la prima volta

di
genere
prime esperienze

Di nuovo la prima volta


Il giorno del mio 18esimo compleanno sapevo non avrei fatto niente di particolare, la mamma mi avrebbe fatto trovare la torta ed il suo regalo, il sabato dopo, invece, avrei festeggiato con i miei amici in un locale, infatti, dopo essere arrivata a casa ed essermi cambiata mamma è rientrata e aveva il pacchetto della torta in mano, dopo una cena leggera, come sempre, ho sparecchiato e la mamma ha preso la torta , sopra una candelina a forma di 18 che spensi con un soffio mentre mamma applaudiva, poi mi disse che aveva lasciato il mio regalo in box scesi con l’ascensore fino al piano interrato ed aprii il garage e Mio Dio, la macchina di mamma non c’era, al suo posto una splendida, meravigliosa e, completamente nera Ducati Monster 400 dark con le chiavi inserite ed un fiocco rosso intorno al serbatoio, dovevo correre di sopra a ringraziare mamma ma non riuscivo a staccare gli occhi e le mani da quella meraviglia; quando riuscii a staccarmi presi le chiavi, chiusi il box e corsi di sopra senza aspettare l’ascensore e appena entrata in casa abbracciai la mamma ringraziandola
- Mamma grazie, è fantastica davvero, ma come hai fatto? Costa un sacco
- Non ti preoccupare cara, sei felice?
- Si mamma davvero grazie
Poi la mamma si sedette e con la faccia seria disse
- Adesso hai 18 anni e ci sono cose che voglio dirti, che devo dirti
- Cosa c’è mamma, non è che non stai bene?
- No no stai tranquilla ma dai siediti qui vicino a me
Ecco, adesso ero davvero preoccupata, anche oggi quando qualcuno mi dice di stare tranquilla io, invece, comincio a preoccuparmi.
Cominciò a parlarmi di quando ero nata, del fatto che lei faceva la commessa in una pasticceria in Corso di Porta Romana e che la signora che le aveva affittato una stanza mi teneva con se durante il suo orario di lavoro, ma lo stipendio era basso e i soldi non bastavano mai e un giorno aveva conosciuto una cliente del negozio che le aveva proposto di andare a lavorare con lei che avrebbe guadagnato molto di più e lei accettò, poi si rese conto del tipo di lavoro ma la signora le disse che avrebbe potuto guadagnare anche mezzo milione al giorno se stava con lei e con le altre ragazze de lei alla fine accettò. Alla mia domanda su che lavoro fosse mamma cominciò con dire
- Io ero da sola, tu eri piccola, non sapevo come andare avanti
- Mamma io ero troppo piccola, non ricordo niente di quel periodo, però so che non mi è mai mancato nulla, non mi hai fatto mai mancare nulla
- Si cara, ci ho provato, non volevo farti mancare niente e allora ……
- E allora?
- Allora ho cominciato ad andare con gli uomini
Silenzio, stavo cercando di capire quello che mi stava dicendo, la guardai e stava piangendo.
- Vuoi dire che per mantenermi hai fatto la prostituta?
- Si accidenti si dovevo farti crescere e studiare a darti una vita migliore della mia
- Beh, con cinquecentomila lire al giorno………
- Nooo in quel periodo, al massimo ne guadagnavo 150/200.000 dovevo anche pagare la signora che ci faceva lavorare, poi, passati i primi due anni ho cominciato a fare da sola e guadagnavo di più
- Io ho sempre pensato che tu lavorassi in una grossa azienda americana qui a Milano
- Beh è quello che ti raccontavo
Piangevamo tutte e due ma lei continuò
- E poi ho continuato, e continuo ancora adesso
- Ma sei sempre a casa quando torno da scuola e la sera stiamo quasi sempre insieme qui a casa
- Mi sono organizzata e lavoro al mattino e nel primo pomeriggio poi torno a casa e aspetto che tu torni
- Capito
- Nicole, cara, dovevo dirtelo, non riuscivo più a tenermelo dentro, non ce la facevo più, davvero. E poi tu adesso sei grande, puoi riuscire a capire,
- Capisco che mi hai sempre raccontato delle bugie, una marea di frottole, per tutti questi anni
Mi alzai ed andai a chiudermi in camera mia lasciandola piegata in due sulla sedia a piangere, sdraiata sul letto mi feci un bel pianto, poi mi girai a guardare il soffitto, bel compleanno davvero, pensai, poi mi alzai e cominciai a camminare avanti e indietro nella stanza, aprii l’armadio e vidi tutti i bei vestiti che avevo, le scarpe, le borse, i miei gioielli, poi mi guardai allo specchio e pensai : e che cazzo, fa la puttana? E allora? Guardandomi fissa negli occhi dallo specchio continuai : e tu sei una stronza, non hai capito un cazzo, l’ha fatto per te, mica si è divertita no? E tu l’hai lasciata di là a piangere da sola, davvero una bella stronza.
Sono corsa fuori dalla mia stanza, lei era ancora lì sulla sedia, affranta, l’ho abbracciata e le ho detto
- Mamma ti voglio bene, non importa se hai fatto o se fai un lavoro come quello (mi veniva difficile pronunciare la parola “prostituta”) l’importante è che siamo insieme e che ci vogliamo bene, bastiamo a noi stesse.
Mi abbracciò e cominciò a baciarmi e ricominciammo a piangere, quella notte dormii nel lettone con mamma e il giorno dopo non andai a scuola e lei passò tutta la giornata a rispondere alle mie domande, ero molto curiosa, volevo sapere tutto, e lei non si negò, il giorno dopo, era sabato e sarei dovuta andare a festeggiare il compleanno con gli amici ma non ne avevo nessuna voglia e feci un giro di telefonate adducendo una scusa annullai tutto e con mamma andammo nell’appartamento che lei usava per il suo “lavoro”, in una piccola palazzina in via Pavia, vicino al naviglio un appartamento al primo piano, praticamente un monolocale che non era altro che una camera da letto, un bagno ed un cucinotto, molto carino in verità, un letto matrimoniale maxi, diversi specchi sia sulle pareti che sul soffitto, moquette per terra e tanti cuscini di dimensioni varie, un bagno grande con una doccia molto grande ed una vasca ad idromassaggio e poi ho aperto il suo armadio e ho visto tutti i suoi vestiti e la sua biancheria particolarmente sexy che conteneva e che, a casa, non le avevo mai visto e poi in un cassetto del comò dei dildo di varie dimensioni e flaconi vari che servivano da quello che c’era scritto come lavande e lubrificanti sia vaginali che anali, fu un altro giorno di spiegazioni e provai anche diversi di quei completi sotto gli occhi divertiti di mamma, io ormai erano due anni che avevo regolari rapporti sessuali con diversi ragazzi della mia età, sempre con le opportune precauzioni , ma non avevo mai avuto un rapporto anale e glielo dissi, ormai quello era il momento delle confessioni, le chiesi cosa si provava e che qualche volta, masturbandomi, avevo infilato un dito nel mio sederino e la cosa mi aveva provocato una sensazione piacevole, lei mi disse che dipendeva dalla donna, a lei piaceva molto e gli uomini ne andavano matti, che non si trattava di una perversione e che non dovevo averne paura, certo, le prime volte avrei sentito dolore ma poi avrei provato forse più piacere che con la penetrazione vaginale, perché lo sfintere ha più terminazioni nervose e quindi è più sensibile, però, a differenza della vagina non si lubrifica emettendo umori quindi bisogna usare un lubrificante e non bisogna irrigidire i muscoli ma rilassarli e il dolore sarebbe stato inferiore e poi mi sarebbe piaciuto molto o, almeno, lei lo sperava e mi disse
- beh Nicole, se sei come me ti piacerà moltissimo ma ricordati che se in un rapporto con un uomo questo dopo aver fatto l’amore (mamma usava ancora quel termine) vuole avere un rapporto anale con te deve prima lavarsi bene, non basta cambiare preservativo, si possono prendere delle infezioni se no.
I consigli della mamma erano sicuramente da seguire, pensai, chi meglio di lei?
Avevo provato un completo intimo bianco con mini slip in pizzo di seta e reggiseno uguale con diverse strisce e dei piccoli triangoli trasparenti che coprivano i capezzoli, glielo dissi e lei mi rispose di prenderlo pure se volevo.
In quel periodo avevo un ragazzo, Alessandro, Alex per me, che andava all’università, eravamo insieme da tre mesi, era molto bello, bruno, capelli lunghi ricci, occhi nerissimi, l’avevo conosciuto in piscina, lui, però, gareggiava, io nuotavo semplicemente, eravamo insieme ma non è che fossimo veramente innamorati, ci piacevamo, andavamo a ballare a mangiare la pizza insieme, al cinema e, chiaramente, a fare sesso, i suoi che abitavano a Rozzano avevano il camper nel cortile del capannone del padre e noi lo usavamo per quello, chiaramente non nel normale orario di lavoro.
Alex mi piaceva anche perché a letto era abbastanza bravo oltre ad essere anche il più dotato di quelli con cui ero stata e poi, era come me, fissato per la pulizia. Era stato lui a farmi smettere di fumare, non che fossi una vera fumatrice, giusto una sigaretta ogni tanto, però un giorno, parlando del fumo mi disse
- Ti piacerebbe baciare un posacenere?
Chiaramente risposi di no e smisi completamente di fumare.
Quella domenica ci trovammo al pomeriggio direttamente davanti alla ditta del padre, io ci ero andata in moto, ancora quella vecchia perché non avevo ancora la patente per guidare quella nuova, avevo però una certa idea e sotto la tuta avevo indossato solo il completino che mi aveva regalato mamma, lui arrivò con la sua macchina nuova, una lancia y, parcheggiamo in cortile ed entrammo nel camper, nella parte posteriore c’era un letto matrimoniale abbastanza comodo, in frigorifero avevamo da bere e qualche snack da mangiare ma cominciammo a baciarci subito, ancora vestiti, baciava benissimo, poi ci staccammo e gli dissi
- Vai di la’ io devo andare in bagno
Lui andò dove c’era il letto ed io chiusi la porta che separava la camera dal resto del camper, tolsi la tuta e poi lo raggiunsi, lui era steso sul letto con addosso solo i boxer, altra cosa che mi piaceva di lui, quando mi vide con il completino intimo che avevo fece un fischio
- Ehi Nicole, sei una schianto così, vieni qui dai
Mi stesi sul letto vicino a lui e ci abbracciammo ricominciando a baciarci, poi volle togliermi lui la biancheria e lo stesso feci io con i suoi boxer e subito il suo pene schizzò fuori, era già eccitato, veramente anch’io ero già bagnata, se ne accorse subito perché mi mise due dita tra le grandi labbra facendomi già gemere, poi mi penetrò con quelle e me lo ritrovai con la testa tra le mie gambe e la lingua che solleticava, con la punta, il mio clitoride, mi stava quasi facendo venire che decise di penetrarmi, finalmente, ebbi un primo orgasmo quasi subito, penso fosse clitorideo, allora non ero in grado di distinguerli, poi rimanendo abbracciati e continuando a baciarci lui cominciò il suo lento andirivieni dentro di me, come mi piaceva, sentivo il suo membro sfregare contro la mia carne, ad un certo punto sui era messo in ginocchio sul letto e mi teneva sollevata per la vita, inarcata così all’indietro lo sentivo ancora meglio dentro di me, per fortuna era domenica e non c’era nessuno in ditta perché nel momento dell’orgasmo urlai tutto il mio piacere, lui poi uscì da me e rimanemmo così abbracciati e un po’ sudati, anche con un po’ di fiatone sdraiati sul letto, dopo qualche minuto Alex si alzò per andare in bagno e sentii l’acqua della doccia scorrere, era proprio un maniaco della pulizia, però per quello che avevo in mente era un bene.
Quando tornò, ancora mezzo bagnato si stese vicino a me sotto il lenzuolo, mi piaceva il suo odore, mi ci strofinai contro avvolgendolo con le braccia e le gambe e ci addormentammo così, non per molto, giusto un pisolino, mi svegliai prima io e cominciai ad accarezzargli il membro e le palle, mi piaceva stringere quell’asta con la mano già si stava riprendendo e allora infilai anche la testa sotto il lenzuolo ed oltre che con le mani cominciai anche a stuzzicarlo con la lingua e la bocca, volevo insalivarlo ben bene, quando fu praticamente pronto emersi da sotto il lenzuolo e gli sorrisi e lui
- Piccola non ti basta mai eh?
- No, starei con te tutto il giorno a scopare
- Signorina che termini
- Senti Alex perché non facciamo qualcosa di nuovo?
- Di nuovo?
- Si si, con te mi sento pronta anche a ………
- Anche a ?
Scoprendomi il sederino
- Lì sono ancora vergine, se ti va………
Mi guardò strabuzzando gli occhi
- Apperò sei proprio una porcellina
- Si ma sono solo la tua porcellina
- Uhm non lo so, chiedimelo per favore
- Ti prego ti prego dai
Mi dette uno schiaffo sul sedere e disse
- Beh visto che insisti
- Aspetta però, usa questo
Gli detti il lubrificante che avevo rubato da mamma, e mi misi in ginocchio sul letto con il sederino bene in alto e le gambe leggermente divaricate, sentii quasi subito il fresco del lubrificante che con il dito Alex stava mettendo intorno e dentro il mio buchino, dovevo rilassare i muscoli aveva detto la mamma, lui però prima mi infilò un dito nel buchino rigirandolo un po’, poi un secondo facendo lo stesso esercizio, mi sa che non era la prima volta per lui, poi sentii la punta del suo cazzo premere per entrare aveva ragione mamma, faceva male, mordevo il cuscino mentre lui spingeva lentamente, finalmente la sua cappella era entrata tutta e si fermò le sue mani sul mio sedere allargavano le mie chiappette, per fortuna aveva il preservativo e lui usava quelli lubrificati, poi cominciò a spingere, un millimetro dopo l’altro, poi si fermava qualche secondo e riprendeva, sentivo quella cosa nel mio culetto e la mia carne che cercava di adattarsi all’ospite, comunque, desiderato, doveva essere entrato almeno per la metà della sua lunghezza quando cominciò a muoversi sempre lentamente però facendo così ogni volta entrava un po’ di più, poi sentii le sue palle contro il mio sedere, era entrato tutto e si fermò, immobile dentro di me, ebbi subito un leggero orgasmo, nonostante il dolore, poi cominciò a muoversi con le mani sulla mia schiena, questa volta il piacere montava dentro di me poco alla volta, ogni tanto si fermava e raggiungeva il mio collo con un bacio, poi riprendeva, senza fretta, affondi lunghi, con una mano cercai il mio clitoride e lo solleticai con un dito, Dio come era bello, la sensazione di piacere superò agevolmente il leggero dolore che ancora sentivo, i miei muscoli erano completamente rilassati, i suoi ultimi colpi furono un po’ più violenti ma anche il mio orgasmo esplose con la stessa violenza, quando uscì da me sentii uno schiocco, come quando stappi una bottiglia e mi lasciai andare sul letto e lui al mio fianco abbracciandomi.
- Ehi, come stai? Tutto bene?
- Si bene, è stato bello, incredibilmente bello.
- Wow sei proprio una bella tipa, non hai paura di niente
- Perché dovrei, sono con te, sicuramente non mi faresti mai nulla che io non volessi no?
- Certo, assolutamente ma adesso riposati, immagino sentirai ancora un po’ di dolore, ti è uscito anche il sangue,
- dopo farò una doccia, però adesso vai pure tu, io ho bisogno di stare un po’ qui tranquilla
intanto con un dito mi sfiorai il buchino che non aveva ancor ripreso il suo stato originale ed era effettivamente dolorante, lo ritrassi sporco di sangue, si, dovevo fare per forza una doccia e poi mettere un po’ di crema lenitiva, Alex tornò ed io mi alzai per andare in bagno, veramente un po’ a fatica, sicuramente in futuro sarebbe stato diverso ma non mi dispiaceva averlo fatto con lui, era stato bravo, attento e delicato, rimanemmo a farci le coccole fino a sera, poi ce ne andammo portandoci via le lenzuola che Alex avrebbe passato in lavatrice, ero ancora un po’ dolorante ma risalii lo stesso in moto e tornai a casa, mamma mi aspettava per cenare, le raccontai tutto e lei non si scompose minimamente, mi disse solo che il giorno dopo era meglio andassi dal nostro medico per una visita di controllo e così feci.
scritto il
2022-12-12
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