La crema di mamma
di
elvio
genere
incesti
I genitori dai figli si aspettano molto, dai figli maschi ancora di più, verso di me esageratamente esigenti. Mamma in modo particolare mi curava nei minimi particolari, a volte era oppressiva.
“Dove sei stato? Cosa hai fatto? Con chi sei stato?” Queste erano le domande di tutti i giorni.
Avevo diverse ragazze che gironzolavano attorno al mio corpo forse perché dotato naturalmente di un fisico discreto, una carnagione scura, con un pene che non sempre riuscivo a tenere celato a causa delle notevoli dimensioni. Mamma anche se non lo dava a vedere era gelosa, una gelosia materna, meglio credevo che fosse così, addirittura si iscrisse alla palestra che frequentavo e cercava di far coincidere gli orari. Quasi ogni giorno, come tornava dal lavoro mi portava qualcosa. Papà tipico "bonaccione” la invitava a lasciarmi libero, lei testarda aumentava ogni giorno le attenzioni verso di me, quarantenne, col corpo curatissimo, mostrava dieci anni in meno, (Forse mi aveva trasmesso questa sua passione) . Io invece mostravo più dei miei diciotto anni tanto che insieme alcuni non credevano che fossimo mamma e figlio. Una sera mi portò in regalo un costosissimo vasetto di crema per il corpo di cui lei sapeva l’efficacia perché lo usava regolarmente.
“Questo è per te, spalmalo e vedrai gli effetti” “Mamma gli effetti le vedo dal tuo viso, sembri una trentenne” “Questa non va solo sul viso, è da spalmare sul corpo, in tutte le parti del corpo” facendomi l’occhiolino. Il giorno dopo mi chiese se l’avevo usata, “Certo mamma solo che ho difficoltà a spalmarla in alcune parti della schiena” “Be sicuramente le stesse difficoltà che ho io” “A te la spalma papà” “Come ci pensi che tuo padre mi spalmi la crema” Avevamo un piccolo problema in comune, solo allora capii gli intenti di mamma. Lasciai decantare la cosa dalle sue parti ed un pomeriggio che eravamo soli in casa mi chiamò mentre era in camera, la trovai solo
col perizoma ed il vasetto di crema in mano “Come ti avevo chiesto mi aiuti a spalmare la crema sulla schiena”? “Certo mamma” Il suo un corpo da massaggiare, una pelle liscia, ambrata in tutte le sue parti perché frequentava anche il solarium, reagiva muovendosi sotto le mie mani come se provasse piacere, si avvicinava ”Casualmente?” col suo culetto verso il mio pube protetto da tuta sportiva e slip. “Sei bravissimo a mettere la crema, tu quando la metti”? “La metto prima di coricarmi, anche se per farla assorbire impiego più tempo per evitare di trasferirla alle lenzuola” “Ti posso aiutare se vuoi, magari quando papà fa il turno di notte” Vedremo mamma” Per la prima volta sentivo una forma di eccitazione mai avuta prima di quel momento, però evitavo di chiamarla nelle sere successive per non creare situazioni pericolose. In occasione del turno di notte di papà, stranamente entrò in camera per darmi la buona notte, erano le 21,30 solitamente a letto andavamo verso le 23. Venne in vestaglia che le arrivava a mezza coscia, non immaginavo che oltre a quella non avesse niente altro addosso. Hai messo la crema”? “Mamma è presto” “Dai ora te la spalmo io” restai in slip e le offrii la schiena, cioè il punto dove era scomodo per me arrivare. Iniziò dalla schiena per arrivare sulle spalle e sul collo, aveva una maestria particolare, insisteva su quelle parti, sapeva cosa causava quel tipo
di massaggio, mi soffiava dietro le orecchie. Quando raggiunse l’obiettivo, l’eccitazione era oltre la soglia della sopportazione, mi girai e le chiesi di spalmarmela anche sul petto, aveva slacciato la cintura della vestaglia, avevo lo slip semi abbassato come lo aveva messo lei, ed il cazzo per metà era fuori, si strinse, poi con le mani ancora unte di crema prese il cazzo guardandomi fisso negli occhi, senza dire una parola mi spinse sul mio letto e poi come se la figa avesse una turbina lo risucchiò. Data la misura abbondante, con qualcuna avevo incontrato difficoltà ad entrare, con lei avvenne automaticamente, e quando si sentì invasa totalmente, solo allora disse ”Vai piano fammi godere fino a morire” “Mamma respira profondamente, non fermarti”. Piano io , ancora più piano lei “Mi sento piena” disse e restò ferma. “Mamma mamma rispondi” Aprì appena gli occhi “Sto in paradiso lasciami morire” Spinsi il cazzo con tutta la forza che avevo cercando di usarle violenza oltre il limite di sopportazione, non sentiva nulla era in estasi totale. Poi alcuni spasmi annunciarono
il suo orgasmo a cui fece seguito il mio, forse ci facemmo male per la forza con cui eravamo aggrappati. Gemiti e sospiri senza alcuna volontà di distaccarci. Le pulii tutta la sborra e dolcemente la riportai nel suo letto, la coprii e tornai nella mia camera. La svegliò papà poco prima delle sette perché doveva andare al lavoro. Ci incontrammo in cucina davanti alla colazione, mi fece l’occhiolino e poi ancora...ancora...ancora...
“Dove sei stato? Cosa hai fatto? Con chi sei stato?” Queste erano le domande di tutti i giorni.
Avevo diverse ragazze che gironzolavano attorno al mio corpo forse perché dotato naturalmente di un fisico discreto, una carnagione scura, con un pene che non sempre riuscivo a tenere celato a causa delle notevoli dimensioni. Mamma anche se non lo dava a vedere era gelosa, una gelosia materna, meglio credevo che fosse così, addirittura si iscrisse alla palestra che frequentavo e cercava di far coincidere gli orari. Quasi ogni giorno, come tornava dal lavoro mi portava qualcosa. Papà tipico "bonaccione” la invitava a lasciarmi libero, lei testarda aumentava ogni giorno le attenzioni verso di me, quarantenne, col corpo curatissimo, mostrava dieci anni in meno, (Forse mi aveva trasmesso questa sua passione) . Io invece mostravo più dei miei diciotto anni tanto che insieme alcuni non credevano che fossimo mamma e figlio. Una sera mi portò in regalo un costosissimo vasetto di crema per il corpo di cui lei sapeva l’efficacia perché lo usava regolarmente.
“Questo è per te, spalmalo e vedrai gli effetti” “Mamma gli effetti le vedo dal tuo viso, sembri una trentenne” “Questa non va solo sul viso, è da spalmare sul corpo, in tutte le parti del corpo” facendomi l’occhiolino. Il giorno dopo mi chiese se l’avevo usata, “Certo mamma solo che ho difficoltà a spalmarla in alcune parti della schiena” “Be sicuramente le stesse difficoltà che ho io” “A te la spalma papà” “Come ci pensi che tuo padre mi spalmi la crema” Avevamo un piccolo problema in comune, solo allora capii gli intenti di mamma. Lasciai decantare la cosa dalle sue parti ed un pomeriggio che eravamo soli in casa mi chiamò mentre era in camera, la trovai solo
col perizoma ed il vasetto di crema in mano “Come ti avevo chiesto mi aiuti a spalmare la crema sulla schiena”? “Certo mamma” Il suo un corpo da massaggiare, una pelle liscia, ambrata in tutte le sue parti perché frequentava anche il solarium, reagiva muovendosi sotto le mie mani come se provasse piacere, si avvicinava ”Casualmente?” col suo culetto verso il mio pube protetto da tuta sportiva e slip. “Sei bravissimo a mettere la crema, tu quando la metti”? “La metto prima di coricarmi, anche se per farla assorbire impiego più tempo per evitare di trasferirla alle lenzuola” “Ti posso aiutare se vuoi, magari quando papà fa il turno di notte” Vedremo mamma” Per la prima volta sentivo una forma di eccitazione mai avuta prima di quel momento, però evitavo di chiamarla nelle sere successive per non creare situazioni pericolose. In occasione del turno di notte di papà, stranamente entrò in camera per darmi la buona notte, erano le 21,30 solitamente a letto andavamo verso le 23. Venne in vestaglia che le arrivava a mezza coscia, non immaginavo che oltre a quella non avesse niente altro addosso. Hai messo la crema”? “Mamma è presto” “Dai ora te la spalmo io” restai in slip e le offrii la schiena, cioè il punto dove era scomodo per me arrivare. Iniziò dalla schiena per arrivare sulle spalle e sul collo, aveva una maestria particolare, insisteva su quelle parti, sapeva cosa causava quel tipo
di massaggio, mi soffiava dietro le orecchie. Quando raggiunse l’obiettivo, l’eccitazione era oltre la soglia della sopportazione, mi girai e le chiesi di spalmarmela anche sul petto, aveva slacciato la cintura della vestaglia, avevo lo slip semi abbassato come lo aveva messo lei, ed il cazzo per metà era fuori, si strinse, poi con le mani ancora unte di crema prese il cazzo guardandomi fisso negli occhi, senza dire una parola mi spinse sul mio letto e poi come se la figa avesse una turbina lo risucchiò. Data la misura abbondante, con qualcuna avevo incontrato difficoltà ad entrare, con lei avvenne automaticamente, e quando si sentì invasa totalmente, solo allora disse ”Vai piano fammi godere fino a morire” “Mamma respira profondamente, non fermarti”. Piano io , ancora più piano lei “Mi sento piena” disse e restò ferma. “Mamma mamma rispondi” Aprì appena gli occhi “Sto in paradiso lasciami morire” Spinsi il cazzo con tutta la forza che avevo cercando di usarle violenza oltre il limite di sopportazione, non sentiva nulla era in estasi totale. Poi alcuni spasmi annunciarono
il suo orgasmo a cui fece seguito il mio, forse ci facemmo male per la forza con cui eravamo aggrappati. Gemiti e sospiri senza alcuna volontà di distaccarci. Le pulii tutta la sborra e dolcemente la riportai nel suo letto, la coprii e tornai nella mia camera. La svegliò papà poco prima delle sette perché doveva andare al lavoro. Ci incontrammo in cucina davanti alla colazione, mi fece l’occhiolino e poi ancora...ancora...ancora...
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Commenti dei lettori al racconto erotico