La Zio

di
genere
trio

L’estate stava finendo ed io e mia moglie ci preparavamo ad accogliere l’inverno. Eravamo sposati da 28 anni e dopo un inizio di matrimonio burrascoso abbiamo trovato il nostro equilibrio e la nostra intesa di coppia. Ci amiamo, stiamo bene insieme ma la scintilla della passione che avvertivo in lei oramai si era sopita. Mi accontentavo delle briciole.
Le briciole di una amore fatto di rapporti rubati qua e là ma sempre senza un coinvolgimento che ricordavo appena sposato e fresco di matrimonio ne fu intenso e passionale.

Dopo una estate calda ed afosa io e mia moglie cominciammo a pensare al guardaroba invernale come ogni anno.
Le dissi che avevo bisogno di un giubbotto per l’inverno in quanto il mio era sdrucito e liso dall’uso. Mia moglie ribadì che anche lei ne aveva bisogno. Ma date le molte spese per la casa abrogò subito il desiderio. Poi mi venne un’idea.
Siccome incontrammo d’estate al mare un ragazzo di colore che vendeva giubboni invernali meravigliosi e simili all’originale con un costo molto inferiore dissi che se fossimo riusciti a rintracciarlo magari avremmo potuto comperarli da lui ad un costo ragionevole.
Allora ricordai a mia moglie di questo ragazzo che proponeva imitazioni ad un prezzo abbordabile per i nostri portafogli.
“ si ma il problema è ….come facciamo a trovarlo?” Dissi io con un moto di delusione.
Mia moglie rispose “ io ho il numero perché quando mi serve qualcosa me lo faccio procurare…..aspetta che lo trovo…mmmmhhh credo di ricordare anche il nome….mi sembra si chiamasse Abdul”.

Rimasi un po sorpreso da questa risposta ma non lo diedi a vedere. Non sapevo che lei avesse il suo numero e questa cosa un po’ mi infastidì o forse, con il senno di poi, mi fece scoprire geloso.
“Eccolo ci sono. L’ho trovato “ esclamò guardando il cellulare.

Allora dissi di chiamarlo e di farci procurare 2 giubbini per entrambi per affrontare l’inverno.
E nel dire questo mi avvicinai a lei e le feci sentire il pacco palesando il mio desiderio di fare l’amore. Lei subito si scostò e mentre si corciava le maniche mi disse che aveva troppo da fare in quel momento.
“Sempre la stessa storia” dissi io seccato. “ va bene. Chiama questo ragazzo intanto!” e mi misi con un misto di rancore e delusione su una poltrona a far finta di leggere qualcosa.

Mia moglie ultimamente era sempre svogliata con me e poco interessata a fare sesso. Capisco che con il passare del tempo e con la menopausa alle soglie dei 60 anni ci può stare.
Io invece, che ho sempre avuto un continuo e costante desiderio, il più delle volte non venivo mai appagato.
Sta di fatto che mia moglie è sempre stata una gran bella donna, molto sensuale, con un corpo snello e due seni prosperosi naturali che la rendono molto attraente. Lo è tuttora. Ciò che la rende davvero sensuale è il suo modo di camminare, di guardare, di porsi e che trasuda femminilità e sensualità.

Insomma per tornare a noi dopo aver chiamato questo ragazzo di nome Abdul ci si accordó per farsi richiamare appena fossero stati disponibili i due capi che ascoltando mia moglie capii fossero“ Moncler”. Lei è la Stylist di casa in quanto per il vestire e gli outfit è sempre stata il top.

Quel giorno era di lunedì ed eravamo soli a casa ma siccome era già impegnata con le faccende di casa non ho insistito per fare sesso. Altrimenti si sarebbe messa di cattivo umore. Ma comunque le avevo fatto notare il mio dissapore.

Verso le 11.00 del mattino squilla il telefono di mia moglie e sentii che salutò Abdul. Ascoltai mia moglie che diceva “si si va bene” e la sentii ancora che tentava di spiegare dove abitassimo.
Appena riattaccò le chiesi cosa si fossero detti.

E lei contenta “ Abdul ci ha procurato i 2 giubbotti e siccome si trovava da queste parti gli ho detto di passare. Quindi tra una ventina di minuti dovrebbe passare ”.

Allora subito mi sono immaginato una di quelle scene che solitamente sogno da un po’ di tempo e cioè quella di vedere mia moglie fare sesso con un uomo di colore in mia presenza. Ovviamente è un desiderio intimo e nascosto dentro la mia più totale riservatezza.
Non passano 10 minuti che sento suonare al citofono. Era lui. Appena entrò salutò mia moglie come se fossero vecchi amici.
Questa cosa mi infastidì un po’.
Poi lui mi si rivolse e mi disse che ero fortunato ad avere una donna come lei in quanto era molto sveglia e voleva fare sempre gli affari con i suoi acquisti. Io mi sentii un poco a disagio ma sorrisi senza commentare.

Mia moglie indossava quel giorno un abito a fiorellini rosa alla caviglia con una scollatura generosa davanti che appena si piegava lasciava intravvedere i suoi seni generosi. L’ho notato in quanto Amadú doveva averci fatto caso perché colsi più volte il suo sguardo nella direzione del décolleté di mia moglie.

Abdul era bel ragazzo di colore magro ed alto circa 1,80. Il suo sorriso era bianco come il latte con una dentatura perfettamente allineata. Si tolse dalle spalle un borsone nero a tracolla che traboccava di maglie, giubboni e chissà cos’altro.
Tirò fuori 2 giubbini di Moncler di colore scuro che erano meravigliosi nella fattura e nel modello.
Commentai dicendo “ caspita come son belli . Ma come fai ad averli?”
Lui sorrise senza rispondere.
Comunque senza dire altro dissi a mia moglie di misurarsi il giaccone e subito lei di rimando mi disse “ senza fretta… un attimo. Fammi offrire qualcosa ad Amadú … vuoi un caffè oppure qualcosa di fresco ?” rivolgendosi poi a lui.

Lui accettò di buon grado un The perché disse che non beveva caffè. Mentre mia moglie lo preparava io mi cominciai a misurare la giacca e andai davanti allo specchio nella stanza accanto per guardarmi. Intanto lei si sedette di fronte a lui in attesa che fosse pronto il The chiacchierando sugli affari di inizio stagione e sulle novità che aveva. Quando finii di specchiarmi rientrai nella stanza e notai che parlavano come due vecchi amici.
L’argomento della conversazione era se fosse o meno sposato.
Abdul disse prontamente “ ti sta proprio bene, sembri un boss. Questo è fatto apposta per te!”
Io risi a questa affermazione rispondendo che dipendeva da quanto mi facesse come prezzo finale.
Lui noncurante della mia domanda si volse verso mia moglie e sentii lui che le rispose “ non posso sposarmi perché ho troppe donne e sono tutte gelose. Quindi evito! E poi mi diverto“ sorridendo maliziosamente.
“In che senso?” Domandò mia moglie.
E lui“ nel senso che voglio essere libero e divertirmi. Da quando sono in Italia sono perseguitato dalle donne in tutti i sensi”. E lui continuò “Voi donne italiane siete razziste all’apparenza ma poi ci volete specialmente per … “ non aggiunse altro lasciando sospesa la frase. Poi continuò ”….eccome se ci volete”.

Dicendo questo lui fece un gran sorriso mostrando tutti i suoi denti bianchi come il latte con un atteggiamento un po’ borioso.
Io mi sentii un po’ a disagio forse dal tono della discussione un po’ audace e quasi estromesso dalla conversazione.

Presi la parola e dissi “ caspita! Sei fortunato! Secondo me con tutte le borse di Gucci e di Prada tu fai affari d’oro ed è per questo che le donne ti perseguitano. Hai il loro oggetto del desiderio”, riportando la conversazione sul motivo della sua visita.

“Comunque che prezzo mi fai per il giubbotto?”
dissi io infine per riprendere il controllo.
Lui rispose “ aspetta poi ti dico il prezzo. Fai misurare anche il giubbino a tua moglie e poi vediamo.”

Mia moglie nel frattempo portò il The oramai pronto e lo poggió sul tavolo.
Poi si alzò per indossare il giubbino per provarlo.
Un giubbino bellissimo di un blu notte con le finiture in pelliccia argentata che si ingrandiva sul cappuccio. Davanti aveva una zip e degli alamari per chiudere i lembi che la coprivano. La aiutai nel indossarla porgendogli le maniche. Come giro la testa i suoi capelli fluttuarono nell’aria diffondendo il suo profumo che mi inebrio particolarmente. Sentii stranamente il calore della sua pelle che emanava qualcosa di misto a piacere ed eccitazione.
Una volta indossato andò nell’altra stanza e si specchiò. Devo dire che era meravigliosamente elegante. Le stava proprio bene.
Abdul disse poi di allacciarlo per vedere se fosse della misura giusta.
Mia moglie allora fece per allacciarlo e tirando su la zip le si inceppò a metà proprio all’altezza del seno. La vidi intenta a tirare su con forza per chiuderla ma non ci riuscì. Poi provò a riaprirla verso il basso ma la zip si era inceppata.
Dopo qualche tentativo lei si rivolse ad Abdul facendogli notare che non si allacciava e nemmeno si slacciava e che probabilmente fosse rotto.

Poi lei sorrise e con un tono scherzoso e confidenziale disse “Abdul mi dai le fregature? Ma che roba mi dai?”
Lui avvicinandosi a lei le disse “ aspetta aspetta un secondo. Vedo cosa è successo e ti aiuto a toglierla e la sistemo. Questo è nuovo e forse va un po’ duro.”
Lui prese la zip dalla cerniera è notó che effettivamente non si muoveva ed era bloccata.
Allora infilò la mano da dentro il giubbino per cercare di forzarla.
Nel fare questo la mano inevitabilmente le toccò il seno con il dorso rimanendo a contatto per metà sulla sua pelle nuda e per metà appoggiata al lembo di cotone che le disegnava la scollatura.
La cosa che più mi turbó è che mia moglie non mi sembrò per niente imbarazzata o scandalizzata da questa manovra, soprattutto data la mia presenza.
Certo non c’era nulla di male in questo gesto apparentemente innocente. Ma Forse, mi dissi, ero solo io un po’ malizioso.
Poi vidi ancóra che Abdul cercava di tirare su questa benedetta zip e quindi insisteva.
Ovviamente sempre con la mano nella parte interna del giubbino che per forza di cose era a contatto con il seno di mia moglie.
Il suo abito era, come descritto prima, di stoffa leggera sotto alla caviglia a fiorellini rosa e la scollatura era disegnata da due strisce di stoffa e si sovrapponevano incrociandosi per formare una V. Ma i due lembi di stoffa che si sovrapponevano erano in tensione dalla postura normalmente eretta. Ma con il piegarsi in avanti si slabbravano da una parte lasciando intravvedere una parte generosa del seno abbondante.

Vidi Abdul che osservava attentamente nella direzione del seno di mia moglie ed io gli scrutavo i suoi occhi per capire se effettivamente osservasse realmente la zip o quella generosa manifestazione di femminilità di madre natura.
Insomma questa zip non aveva intenzione di riaprirsi ed allora lui mise l’altra mano da sotto il giubbino per cercare di afferrarla da dentro per riaprirla. Ora il giubbino era allacciato sotto la vita giusto all’altezza del pube.
Nel fare questo inevitabilmente sfiorò se non toccò proprio con la mano la parte bassa della pancia ovviamente per cercare di sfilarla e risolvere l’empasse.
Il suo gomito, data la posizione era perennemente a contatto con la pancia di mia moglie e dalla mia angolazione mi sembrò proprio che le stesse sfiorando il sesso.
Insomma questa manovra andò avanti per qualche minuto o poco piu fintanto che Abdul riuscì a forzare la cerniera.
Osservai mia moglie un po’ turbata e le notai subito un po’ di rossore in viso.

Abdul quindi sfilò là zip ed esclamò “ finalmente ci sono riuscito”.
“ vedo cosa ha fatto la zip e se c’è bisogno te ne portò un altro di modello.”
Ma mia moglie aggiunse subito “ Amadú io voglio questo modello perché mi piace!”
“ è l’ultimo pezzo perché ho non ne ho più !” Rispose lui prontamente.
“Allora vedi come fare per aggiustarlo sennò mi arrabbio!!!” sentenziò mia moglie.

Amadú preso alle strette cominciò a cercare di riparare là zip.
Aggiunse sorridendo “provo ad aggiustarlo ….. anche se del resto….” e si lasciò sfuggire in maniera soffocata ma comprensibile “io sono più bravo a spogliarle le donne che a vestirle!”.

Mia moglie sorrise un po’ imbarazzata. Comunque non mi sembrò più di tanto turbata da quella affermazione. Certo un po’ confidenziale ad onor del vero.
Nel frattempo gli occhi mi andarono subito sulla patta dei pantaloni di Abdul che nella parte inferiore dato il rigonfiamento innaturale lasciava immaginare il pacco.
Indossava dei pantaloni di Lino leggeri e ampi di colore bianco con sopra una maglia leggermente traforata sempre in lino grezzo. E siccome erano ampi il rigonfiamento era così evidente che non potevamo non immaginare cosa fosse. Anzi, più che immaginarlo era evidente.
Beh, doveva essersi un po’ eccitato in quella manovra fatta sulla zip del giubbino di mia moglie perché prima non lo avevamo notato. Ho visto che anche mia moglie buttò l’occhio sulla sua patta dei pantaloni anche perché era così rigonfio che non potevamo ripeto, non notarlo.

Per sdrammatizzare lei imbarazzatissima disse ad Abdul “ beh adesso intanto siediti e prenditi il The che si è raffreddato. Poi mi aggiusti la zip ”.

Lui sorrise e rimase immobile e silenzioso per un po’ di tempo. Io e mia moglie rimanemmo un po’ sorpresi dal suo silenzio.
Poi rispose che non si poteva sedere e che si doveva “ raffreddare “.
Infatti esclamò: ” Mi devo raffreddare altrimenti mi si piega e mi fa male!”.
Io e mia moglie ci siamo guardati stupiti.
Poi lo abbiamo guardato per capire cosa intendesse.
E lui di rimando un po’ esitante disse ” noi africani siamo molto sensibili e quando ci succede una cosa bisogna fare una manovra altrimenti….” e lascia cadere la frase così.

Noi non capiamo ancora ma una cosa era certa. Vedevo il suo membro sotto i pantaloni che si estendeva sulla sua coscia destra per quasi la sua metà. Ed era teso come la corda di un arco che sta per scoccare la sua freccia.
Ed anche mia moglie ovviamente lo aveva notato.


Quindi lei per togliersi dall’imbarazzo chiese“ che succede Abdul… non capisco?”.
Amadú senza indugio o pudore posa il giubbino sul tavolo e con le mani si stringe il suo membro esaltandone la forma e la lunghezza.
Poi aggiunse : “se mi siedo adesso mi faccio male. Lo devo in rimettere dritto altrimenti mi spezzo”. Ed aggiunse “ posso?”.

Beh con estremo imbarazzo io non credevo a quello che stava dicendo. Mia moglie mi guardò imbarazzata. Rimanemmo sospesi come un ascensore fermo tra i piani di un palazzo quando va via la corrente.
Mia moglie allora disse “ Abdul forse non ho capito bene. Di cosa hai bisogno? ”.
Lui ribadì con estrema naturalezza “ devo rimettermi l’uccello verso l’alto sui pantaloni altrimenti se mi siedo mi fa male. È duro e non si piega quando mi siedo. Scusami ma non è colpa mia. Capisci adesso?”. Lo disse come se fosse la cosa più normale del mondo.
Tant’è che io e mia moglie ci imbarazzammo, di questo ne sono totalmente sicuro perché non vedemmo ancora nessuna malizia nel tono della sua richiesta.

Poi lei rimase per alcuni istanti interdetta.
Pio togliendosi dalla situazione imbarazzante E convinti del tono del tutto naturale di Abdul disse all’improvviso “ certo… certo…che problema c’è…non mi è mai capitato ma …. Siamo adulti !Capiamo!”.
Detto questo mia moglie mi guardò con fare interrogativo come a voler chiedere il mio assenso.

Abdul allora non se lo fece ripetere 2 volte e si slacciò la cintura che in realtà erano dei lacci che cingevano i suoi pantaloni di lino e se li abbassò con una naturalezza tale che non ci lasciò spazio a malizia o fraintendimenti.
Immaginate poi dove ci andò a finire l’occhio? Proprio lì dove sarebbe stato meglio per pudicizia non guardare.
Aveva un cazzone enorme che appena si liberò della costrizione del vestito si alzò svettando quasi in verticale come una molla. Capii allora la sofferenza che doveva aver provato nella costrizione del suo mostruoso cazzone nel pantalone in una posizione del tutto innaturale piegato verso il basso.
Io poi onestamente non avevo mai visto dal vivo un pisello così. Solo in qualche film porno con uomini di colore.
Mi considero dotato ma di fronte a quel mostro mi sentii l’uccello piccolo piccolo.
Abdul lo prese e se lo riaggiustò su verso l’alto. Poi si ritirò su i pantaloni riallacciando i due lacci. Nel fare questo parte del suo uccello che era ancora eretto e duro come la pietra rimase visibilmente fuori dalla vita dei pantaloni.
Poi la maglia che indossava quando tornò a coprire la pancia rimase comunque in trasparenza data la stoffa leggera e traforata. Aggiungete poi che il colore del suo uccello che ovviamente era scuro come l’ebano lo rendeva comunque visibile data la maglia di colore bianco grezzo.
Quindi immaginate la scena che si presentò ai nostri occhi. E per giunta lui era del tutto spontaneo senza la minima provocazione o doppio senso nel suo gesto.

Fatto questo Abdul disse “ finalmente adesso mi posso sedere!”.
E si sedette di fronte a mia moglie con una naturalezza tale che fu disarmante.
Io nel frattempo vidi mia moglie in preda al rossore per l’imbarazzo e forse aggiungo io, in preda ad una proibita eccitazione. Ma la cosa che ci fece sentire disadeguati è che lui era spontaneo e naturale mentre noi provavamo imbarazzo davanti a quella scena. E fu per questo che facemmo finta di niente e continuammo con la trattativa dei Moncler.
Ovviamente il suo membro rimase comunque in erezione visibilmente evidente ai nostri occhi. Ma per lui era una cosa così naturale che la accettammo sentendoci noi a disagio per la malizia che avevamo provato.
Allora aggiunse lui “dammi il Giubbino che aggiusto là zip.”.

Non so descrivere con un aggettivo la situazione che si era creata ma comunque eravamo davvero imbarazzati.
Il suo cazzone continuava a svettare li sui suoi pantaloni di lino che facevano fatica a contenerlo mentre lui armeggiava con la zip. E noi non potevamo fare a meno di non notarlo. Perché l’occhio vuoi o non vuoi cadeva sempre lì.
Alla fine si alzò e porse il giubbino a mia moglie.
Lui disse ancora “ dai su, adesso riprovati il giubbino…adesso dovrebbe andare bene!”.

Mia moglie rispose cercando di essere la più naturale e spontanea possibile “ sei sicuro che funziona bene? Non è che si rompe di nuovo e si blocca? Non è meglio cambiarlo con un altro?”
Lui risponde con un sorrisetto ironico “ stai tranquilla che con Abdul sei sicura. Se si rompe vengo personalmente ad aggiustartelo e…. poi non posso cambiartelo perché questo è l’ultimo capo che ho!”.

Mentre fece per aiutarla le porse la manica sinistra e lei ci infiló la sua mano sinistra e involontariamente nellinfilarlo per indossarlo sbatté sull’ uccello ancora in erezione di Abdul che ovviamente non si mostrò per niente a disagio da quello sfioramento e non fece una mossa.
Mia moglie nel frattempo chiuse la zip e notò che adesso funzionava e si chiudeva.
Lui si avvicinò davanti e le disse di fargli controllare se la zip fosse liscia e senza asperità per potersi riaprire tranquillamente. Infilò la mano da sotto ed arrivò all’altezza dei seni per sentire se i denti fossero tutti allineati.

Disse a mia moglie di provare a riaprire mentre lui comunque manteneva la mano ferma all’altezza del seno.
Infatti al momento che la zip arrivò più o meno a metà si interruppe. Lui armeggiò un po’ con la mano. Intanto la situazione di prima si ripresentò e a me sembrò che lui stesse approfittando per palparle i seni e strofinarle il gomito vicino ma molto vicino alla fica di mia moglie.
Beh, dopo un minuto circa e dopo movimenti che scuotevano il giubilo e di conseguenza il corpo di mia moglie riuscì di nuovo a tirarla giù. La ritirò su di nuovo e nuova,ente giù per testare il funzionamento. Beh questo armeggiare gli dava la possibilità di toccare continuamente il corpo di mia moglie con la scusa del giubbino. Cominciai ad insospettirmi ed a ingelosirmi.

Oramai mi ero disturbato da questa situazione perché cominciai a notare che in fondo in fondo a mia moglie non stava dispiacendo tutta la sua manovra. O forse lo supponevo ma oramai il tarlo della gelosia mi stava rodendo il fegato.
E quando lui si mise dietro per aiutarla a togliere il giubbino la mano questa volta andò a sbattere sul suo cazzone con la volontarietà di Abdul che si era fatto un po’ piu vicino a lei prevedendo il movimento della sua mano. A questo punto cominciai a capire il gioco di Abdul che secondo me ci stava cucinando a fuoco lento.
Anche l’atteggiamento di mia moglie diventó un tantino più scaltro ed audace. Ne sono certo perché quando lei si sfilò il giubbino si mise in direzione della patta dei pantaloni di Abdul a sinistra e si prestò al suo gioco sfiorandogli il cazzone di proposito.

Infatti vidi mia moglie con un rossore strano.

Amadú a questo punto si fece più spavaldo e rivolgendosi a me disse: “certo che tua moglie è proprio una gran bella donna. Ha classe e femminilità e soprattutto non è una sciocca come tante altre”.
Ed io risposi “ davvero ?” Perché pensi questo?”
Amadú prontamente replicò “….lui lo testimonia!” indicando con le mani il suo uccello. Questa era una modalità esplicita per farci capire cosa intendesse.

Mia moglie di rimando rispose “ Abdul ma sei impazzito? .
Io mi rinfrancai vedendo l’atteggiamento di mia moglie scandalizzata da questo comportamento ai limiti della decenza.
Ma poi rimasi allibito dal quello che disse in seguito lei.
“Io sono vecchia e tu sei giovane … come ti faccio a piacere io? Ti devono piacere le ragazze e non io che ho una certa età. E poi lo dici davanti a mio marito?”.

Lui prontamente risponde “ sei una super donna sensibile e sensuale.. ti ho vista al mare… altro che vecchia….E poi vi voglio confidare…. lo sai perché non ho una compagna? Sono tante le situazioni in cui aiuto le coppie a stare meglio”.

“ cosa intendi per stare meglio ?” Rispose mia moglie anticipandomi perché glielo stavo chiedendo anch’io.

“Facciamo sesso insieme per rendere più felice il matrimonio e dato che sono molto dotato alle donne ma anche ai mariti non dispiace. Anche perché è molto eccitante scopare davanti a tuo marito mente lui ti guarda e se volesse partecipare lo fa pure.”.
L‘Elettricità nell’aria era ai massimi livelli e là si poteva percepire. Eravamo davanti ad una situazione che aveva dell’inverosimile.
Io guardo mia moglie. Lui guarda me. Poi guarda mia moglie mentre io guardo lui.
Lui ancora più spavaldo propone “ volete provare? Non lo saprà nessuno e rimane tra noi ovviamente “.

E dicendo questo lui si abbassò i pantaloni e mostrò il suo cazzone in tutta la sua potenza e lunghezza. Le vene del suo uccello erano piene di sangue che ribolliva. La carne nodosa gli conferiva un aspetto di legno d’olivo. La sua cappella immensa e piatta aveva come sfondo degli addominali scolpiti che facevano invidia ai body builder.
Mia moglie era tutta imbarazzata e si bloccò in quella situazione.
Rimanemmo tra lo sconcerto e lo stupito. Allora lui si avvicinò, prese la mano di mia moglie e gliela mise sul suo uccello.
Momento di tensione alle stelle. Io trattenni il respiro e quasi svenni per l’adrenalina.
Ma la cosa strana è che mia moglie mi sembro quasi ipnotizzata da quella situazione perché non oppose resistenza.

Abdul poi mi chiese ” posso? Posso fare solo toccare il mio uccello? Poco…. tu dire basta…Se non vuoi mi fermo.”

Io deglutii e strabuzzai gli occhi.
In quel preciso istante ero incapace di intendere e di volere.
Ero incapace di rispondere perché mi scoprìi con un uccello così duro che mi faceva male nei pantaloni tanto era l’eccitazione.
Anche mia moglie secondo me aveva una eccitazione contrastante data dalla situazione inaspettata e soprattutto data dalla mia presenza anche se non lo diede a vedere.
Intanto che io ero rimasto senza parole lui aveva già appoggiato la mano di mia moglie sul suo uccello e cominciò a guidarla con un movimento di su e giù che presagiva una masturbazione in piena regola.

Colsi questo dettaglio che mi infoió ancora di più.
La mano appoggiata sul suo uccellone più o meno sulla metà avevano con le dita rivolte verso il basso.
Lui continuó a guidare mia moglie con dei movimenti lenti e ritmati.
Poi Abdul si fermò per verificare se la mano di mia moglie continuasse. Ma dato che rimase ferma ed immobile gli riprese la mano guidandola questa volta con dei movimenti lenti ma profondi che arrivavano sino alla cappella.
Mia moglie mi guardava mentre segava quell’uccello enorme incredula di quanto stesse accadendo.
Io a quel punto preso da una febbrile eccitazione mi avvicinai e mi misi dietro di lei facendole sentire il mio uccello duro sul suo culo. E nel fare questo cominciai a baciarle l’orecchio socchiudendo gli occhi per il forte imbarazzo quasi a volermi nascondere.
Oramai avevo perso la cognizione del tempo. Dopo un po’ aprii gli occhi.
Vidi che la mano di mia moglie oramai si muoveva da sola sotto il suo controllo. Abdul le accarezzava il seno con dolcezza ed ansimava.
Io da dietro le premetti il mio uccello e continuai a baciarle l’orecchio mentre lei cominciò rumorosamente ad ansimare ed ad avere il respiro pesante.
Poi ad un certo momento spinsi in avanti mia moglie che così tocco il corpo di Abdul con il membro che ora le toccava la pancia. Lui allora la strinse a se per farle sentire tutta la durezza e l’eccitazione del sua cazzo sulla fica che oramai era separata dalla penetrazione solamente dalla stoffa dell’abito.
Preso oramai dal coraggio dissi impavidamente di spostarci sulla poltrona.
Feci sedere Abdul sull’estremità di lato.
Lo vidi che appena seduto si abbassò del tutto i pantaloni.
Ovviamente facendo così mise in bella mostra tutta la sua armatura da superdotato che svettò come una quercia secolare su di un campo.
Poi guidai mia moglie facendola sedere al centro della poltrona. Lei era inerme e non opponeva resistenza in preda ad una febbrile eccitazione. Si, la comandavo come un puparo fa con le marionette con i pupi siciliani. Io mi misi accanto a lei in ginocchio.

Abdul disse dolcemente ma con fermezza di prendergli l’uccello con tutte e due le mani e di segarlo meglio. Nel fare questo mia moglie si avvicinò un po’ di più e spostandosi con il corpo il seno mi si allontanò dalla mia bocca che si stava avvicinando per baciarla. Allora le aprii le cosce e le sollevai con i denti il vestito che arrivato all’altezza della fica lasciai per piantarmi sulla sua fica carnosa e pelosa.

Lui intanto la guidava con le mani indicandole il punto esatto dove risalire per poi discendere. Andammo avanti qualche minuto così.
Poi mi staccai da mia moglie e le sollevai le gambe perché volevo assaporare meglio il suo sesso. Lei non oppose resistenza in quanto era come se fosse in uno stato di trance.

Quindi presi le gambe di mia moglie e la stesi allungandola sulla poltrona.
Facendo così perse l’equilibrio ed andò a cadere con il viso a poche centimetri da quel cazzone. Ce l’aveva a portata di bocca ma non lo prese. Continuo con le mani a segarlo seppur in posizione scomoda mentre Amadú si godeva quel lavoro di mani. Impressionante vedere mia moglie che con le due mani a malapena riusciva a prenderlo.
Io a quel punto scoprii totalmente la gonna di mia moglie e cominciai a baciarle le gambe fino a quando non arrivai di nuovo scivolando con la lingua sulle sue mutandine. Le scostai le mutandine e la trovai ancora più fradicia. Quanto mi piaceva leccarle la figa. Specialmente quando è piena di umori. Sentivo il suo calore e ne percepivo il fremito, le contrazioni che il suo corpo mi rimandava indietro come gli impulsi del sonar. I suoi umori erano intensi e femminili e sapevano di sesso.
Lei comincio ad ansimare sempre di più ed appena le misi la lingua sul clitoride risucchiandolo come una ventosa credo che ebbe uno spasmo di piacere e perché dopo alcuni secondi mi inondò di nuovo con i suoi umori. Avevo la bocca e la barba pregni della sua fica. Il sapore acidulò mi aveva pervaso totalmente.
Alzai lo sguardo per vedere come continuava la situazione e vedendo mia moglie davvero a pochi centimetri da quel cazzone mi feci ardito e le dissi “ succhiaglielo dai, prendiglielo in bocca.”

Lei fece finta di niente e continuò con le mani in quel massaggio ipnotico su quel uccellone duro come il marmo.
A questo punto Abdul prese la palla al balzo e con fare gentile ma deciso prese la testa di mia moglie e gliela avvicinò al suo uccello.
Lei tentò una piccola resistenza. Secondo me lo fece per fare intendere che non volesse ma fu solo una flebile mossa per non dare a vedere che probabilmente a quel punto lo desiderava anche lei.

Fu in quel preciso istante che si liberò secondo me la sua essenza da vera troia perché comincio a succhiarlo come non lo aveva mai fatto con me. Dapprima con una lentezza da esploratrice come a voler sondare ogni millimetro di quel bastone nero.poi sempre più con foga fino a farselo arrivare alla gola.
Sentivo i risucchi ed i rumori ma anche i gemiti di piacere. Per un attimo staccai il mio viso dalla fica di mia moglie ed in quel momento realizzai che il mio desiderio si era avverato. Leccavo la fica di mia moglie mentre lei prendeva in bocca un cazzo di un uomo di colore. E che cazzone!
Lei continuava ad inghiottirlo quasi fino alla gola per la metà della sua lunghezza e faceva fatica a contenerlo. Poi lo lasciava uscire e con le labbra lo stimolava sulla cappella disegnando dei cerchi immaginari circumnavigandolo. Poi vidi che con la lingua gli dava dei colpetti vicino alla fessura e proprio in quel momento il gemito di Abdul si fece foriero di una venuta colossale. Abdul emise di un gemito che assomigliava più ad un grido di battaglia seguito da un fiotto di liquido denso e bianco che si riversò sulla bocca e sul viso di mia moglie. Lei continuò imperterrita a succhiare avidamente ed a leccarle il bastone nonostante i fiotti di sperma caldo che le inondavano il viso e la bocca.
Io alla vista di questa scena venni subito nei pantaloni per il godimento senza fare in tempo a tirarmelo fuori.
Lo sguardo di Abdul era perso nel vuoto mentre mia moglie guardava ancora quel cazzone e se lo baciava e lo strusciava sulle labbra in cerca degli ultimi spasmi. Mentre continuava dei Rivoli di sperma le uscivano dai lati della bocca. Ma oramai era senza freni e decisa a non lasciare andare quel ben di Dio che aveva tra le labbra.
Abdul disse a quel punto “ avete compreso perché non mi sposo?”.





scritto il
2023-02-12
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