Maco Domino

di
genere
dominazione


Scritto da Cindyslave per Marco genere dominazione
Slave lesbian male
Sentì la porta aprirsi. Prima che lui spalancasse la porta del salotto, Barbara si mise in ginocchio e lo chiamò .”Vieni bastardo peloso”. L’attimo di silenzio le fece capire che si era spogliato.
In piedi nel centro della camera, l’uomo teneva nella sinistra una cravache da cavallo e nella destra due mollette per capezzoli di metallo . Barbari notò che le mollette avevano attaccato una palla di piombo cadauna. La schiava attese prona. Lui le dette una frustata sule tonde natiche giusto per ricordarle chi era.” Chi sei, cosa sei?” le chiese imperiosamente “ e tira via il reggipetto mentre rispondi” “ Sono Barbara la tua milf mamma di due rospetti schiava” rispose prontamente la donna: “ Alza le tette” e su quelle i colpi di frustino somministrati da Marco fecero gonfiare dolorosamente i capezzoli. Questi rossi come ciliegie furono stretti dalle mollette. Marco fece dondolare le pesanti palle di piombo che stirarono e allungarono i capezzoli.” Prego padrone, mi famale” pianse Barbar.
Intanto dalla porta aperta si erano intrufolate Alessandra ed Eleonora le due mamme porche e lesbiche che volevano partecipare. Marco non le degnò di uno sguardo e continuò. “Come osi lamentarti svergognata?” urlò Marco. Subito apri quella porca bocca e succhiami” Silvia aprì le rosse carnose labbra pronta ad ingoiare il duro membro che le entrò fino in fondo alla gola. “ Non mordere le intimò Marco mentre continuava a frustarle le natiche. . Barbara sentì il cazzo fremere e bevve lo sperma denso e abbondante che le scivolo in gola mentre il buchino del culo eccitato dalla bevuta e dalle frustate, si contraeva ferocemente; un invito a penetrarla con brutalità.
“Ora che ti ho educato, vieni qui” sussurro Marco che aveva cambiato voce. Seduto sulla poltrona ,aveva deposto il frustino e con piccoli colpi della mano faceva ondeggiare i pesi delle mollette così che i capezzoli oltre che gonfiarsi si erano anche allungati. Fece sedere Barbara già tutta bagnata per l’eccitazione sul suo membro su cui le vene nodose si stagliavano come cordoni e lo fece sparire nella vogliosa vagina. Alessandra ed Eleonora non si fecero pregare e e si misero nude a slappare il cazzo di Marco quando usciva da Barare e il buchino del culetto di lei quando penetrata nella figa da Marco si contraeva. Il dorso di Barbara era appoggiato sul petto peloso dell’uomo che la penetrava dolcemente come un liceale timido. La donna con il sesso gonfio di piacere aveva dimenticato ogni sofferenza e più che schiava si sentiva amante presa da dolce passione.
Le mani esperte di Marco giocarono col suo clitoride stringendolo e lasciandolo secondo il ritmo della penetrazione. Quando Barbara incominciò a godere e il clitoride a rizzarsi come un cazzetto, Marco lo imprigionò con una molletta di metallo. Barbare ebbe uno spasmo di dolore mentre Marco stringendo la molletta le torceva il clitoride. “ Dai Eleonora succhiaglielo”” Sii”. Sii urlò Barbara “spaccami il grilletto” ed eiaculò. Erano entrambi tutti bagnati di sughi d’amore, ma essendo la poltrona di plastica, non se ne preoccuparono. Barbara era una brava schiava. Assisté senza protestare quando Marco sfondo il culetto di Eleonora la cui figa leccata dalla forte lingua di Alessandra grondava stille di piacere. Per ricambiare Eleonora aveva infilato la mano destra sino al polso nel sesso di Alessandra mentre della mano sinistra tre dita allargavano il buchino del culo. Alessandra presa davanti e dietro urlò la sua libidine” Marco padrone sfondami col pugno”. Marco Si alzò , controllò che le mollette ai capezzoli fossero posto stringendo forte i morsetti. Barbaro guardò ammiccando il padrone e si mise un altro morsetto al clitoride che rimase gonfio ed eretto. Poi con l’abile lingua ripulì il membro del padrone. Furtivamente facendo finta di non essere vista si toccava il clitoride facendo dei piccoli gridolini di piacere” Svergognata ! ti tocchi senza il mio permesso” rise Marco. Poi la fece accoccolare sul suo grembo.
“Stronza schifosa mi hai bagnato. Ora ti insegno ad aspettare il mio permesso per godere. Con la mano destra le colpì duramente il clitoride e la fighetta, finché la ragazza piangendo sussurro “perdono padrone, non lo farò più.”
“Bugiarda” rispose Marco e continuò per una decina di minuti a strapazzarle il clitoride che ormai sembrava un piccolo cazzo purpureo. Dal tavolino prese una palla di piombo grossa il doppio di quelle messe ai capezzoli e la attacco alla molletta del clitoride. Barbara senti il grosso membro di Marco entrare brutalmente nel suo culetto straziando il suo anellino anale., mentre improvvisamente le grandi mani del padrone accarezzavano con dolcezza le grosse tette e i capezzoli che pizzicati erano diventati ancora più rossi- di Eleonora che di fronte a Barbara impalate passava il suo clitoride sulla bocca di Barbara mentre Alessandra accucciata si accontentava di leccare le i pesanti coglioni di Marco “Come è dolce fare l’amore con te, come è bello essere la schiava sottomessa di un bruto che mi domina” trillò Barbara.
Vorrei fare di te una puttana che mi mantenga
Barbara lo guardò con occhi di desiderio . La confessione la aveva eccitata e di nuovo prese in bocca il grosso membro di Marco cercando di farlo drizzare. Intanto nella sua mente ragionava su come, dirgli che la schiavetta sottomessa al suo cazzo era una lesbica
e le vere padrone sua padrone, che lei adorava, erano Alessandra ed Eleonora. Alessandra, una quarantenne alta ,corposa, soda. la sua domina, sapeva come trattare la bocca di Barbara, le sue tette, la figa, le grandi labbra le piccole labbra ,il clitoride. Frustarle il buco del culo e penetrarlo con violenza usando enormi falli di gomma e infilando la mano sino all’avambraccio e poi girando dentro il pugno. Poi mentre Barbara ululava per il godimento, la domina le baciava le chiappette e anche le leccava la bocca. Poco importava che Barbara , vergognosa .per i capezzoli morsicati e la figa gonfia come un pomodoro chiedesse di lasciare scopare Marco. La domina prima di lasciarla andare a Marco amava infilarle la mano nel culetto spannato e Barbara ricambiava leccando il pancino della domina. Poi esausta dai godimenti, pensando ai piaceri del giorno seguente, si addormentò. Marco decise che avrebbe provato a fare l’amore con Eleonora come fosse una moglie. Dolcemente la fece rivestire e poi in camera da letto la spogliò ,spingendola verso il letto dove piano piano accarezzò il corpo maturo e piacente promessa di un amore caldo e confortante in cui il riconoscimento della sua mascolinità non fosse legato alla brutalità, ma ai sapienti doni che sapeva donare. I bacii con labbra ardenti ovunque , le mani forti che sapevano insinuarsi nei luoghi dell’amore e il grosso membro che sapeva prenderla lentamente facendo di lei una femmina dolcemente godente capace solo di mormorare frasi di passione mentre il suo viso di moglie fedele e mamma di una ragazzina sicuramente futura troietta, arrossiva nel. Marco sorrise al pensiero che avrebbe raccontato la sua notte con Eleonora a Barbara per umiliare la sua schiava nello spirito oltre che nel corpo. E poco gli importava che per consolarsi Barbara lesbicasse con Alessandra.
Tanto le tre donne , troie vogliose secondo lui sarebbero sempre rimaste sue schiave e il progetto de cederle ad altri maschi contro pagamento si fece posto nei suoi pensieri
scritto il
2023-02-21
1 . 1 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.